Articles by Benedetto Rutigliano

Quanto costa importarla?

Venerdì scorso tenevo una consulenza telefonica con un diportista interessato a cambiare barca. La prima cosa che mi ha chiesto è stata: “quanto costa importare questa barca dall’America?” Al che, gli ho redatto un prospetto d’importazione, ma non prima di avergli insinuato il seme del dubbio con le seguenti considerazioni. Comprendo che l’idea dell’importazione ci sensibilizzi molto, perché ci suggerisce un potenziale e consistente risparmio di denaro all’acquisto ma, prima di focalizzarci sulla SPESA, sarebbe il caso di capire se davvero la barca che vogliamo sia la più giusta per le nostre esigenze, nonché per il budget annuale che vorremo destinare alla sua gestione e manutenzione. Un assunto americano che vige nella nautica “vissuta” recita che: i costi di gestione annua di una barca ammontano a circa il dieci percento del suo costo da nuova Per fare un esempio: Tiara 2700 Open, valore dell’esemplare usato: circa 35.000 Euro; costo da nuova nel 1987: circa 120.000 USD; costo annuo di gestione: circa 12.000 USD = 10.800€ ESATTO: in questo caso, come in molti altri che coinvolgono barche datate, il costo di gestione annuo (carena, rimessaggio, tagliando motori, riparazioni collaterali, ecc…) ammonta a quasi un terzo del prezzo di acquisto. E questo è tanto più vero quanto più la barca è stata trascurata o comunque non manutenuta con metodo. Ci sarà chi obietterà che spende molto meno, ma nella nautica i calcoli vanno eseguiti per eccesso, e vi sarà l’intervento imprevisto che farà saltare il banco del budget, prima o poi. Molto spesso si pensa che una barca sia conveniente perché acquistabile a un prezzo molto basso in relazione alle sue dimensioni… come fosse un sacco di patate.Ma le patate si mangiano e finisce lì… la barca, invece, resta ed esige cure onerose e spesso imprevedibili al momento del suo acquisto! In…


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Line cutter per assi portaelica, cosa sono?

Un incubo immanente per tutti i diportisti di imbarcazioni con trasmissione in linea d’asse è l’imbrigliare l’elica a cime volanti, pezzi di rete abbandonati e in genere ad ogni relitto o rifiuto che possa avvolgersi attorno ad essa. Questo è un problema reale tanto più che il detrito flessibile si strozza attorno all’elica o, peggio ancora, quando riesce ad avvolgere in un groviglio inestricabile elica, asse e cavalletto. In questi casi, la soluzione obbligata è immergersi, e farlo nella stagione fredda comporta di essere già equipaggiati (e pratici) di muta, guanti e maschera. Talvolta, persino un ottimo coltello non basta a ridurre la sosta della barca, magari in condizioni di mare in peggioramento. A me, personalmente, è capitato di prendere in un’elica, durante la navigazione, addirittura una tanica rotta in plastica, appena sommersa, invisibile con il mare mosso, che si era praticamente aggrovigliata in un pugno di plastica fuso attorno al cavalletto e all’elica, costringendomi al raddrizzamento e riequilibratura delle pale. Per fortuna a me capitò d’estate, sebbene con il mare mosso, non fu una esperienza rilassante sostare sotto la chiglia con l’incombente pericolo di calcolare male il rollio e prendere craniate. Una soluzione per questo genere di inconvenienti viene dalla ditta Spurs, dedita alla produzione di “line cutters”, che consistono in lame a collare che vengono installate a monte dell’elica, tra questa ed il cavalletto. Una lama a tagliente singolo resta fermo attaccato al cavalletto, mentre il disco multitagliente rotea assieme all’elica, tagliando qualsiasi cosa, o quasi, vi si aggiri nei pressi. CLICCA QUI Questo sistema è virtualmente esente sa manutenzione, fuorché sostituire un anodo sacrificale appositamente previsto dal produttore per non indurre disturbi galvanici al resto delle componenti metalliche della barca già collegate a rispettivi anodi. Vi sono modelli differenti di line cutter, in base alla sezione dell’asse…


L’acquisto di una barca usata è una esperienza di vita (2/2)

Per chi non avesse letto la prima parte dell’articolo, ecco il link qui. Una volta prospettate le varie possibilità che avevamo per condurre a termine un acquisto intelligente e quanto più possibile rispettoso del denaro investito, Diego ha deciso di avviare un percorso di consulenza pre-acquisto, poiché: Il costo del carburante è diventato troppo elevato per potersi permettere le solite trasferte fai-da-te a vuoto per andare a visionare varie barche;Voleva vederci chiaro rispetto a ciò che fosse meglio per lui;Di coperte troppo corte Diego era ormai stanco, e voleva una barca che, data la sua età, poteva anche diventare la sua ultima compagna di pesca, da tenere con cura fino a che se la fosse sentita di andar per mare. LA SELEZIONE PRELIMINARE Dal canto mio, mi ci è voluto un po’ di tatto per fargli capire che, fino ad allora, aveva navigato su una barca errata per le sue esigenze, che lo costringeva a troppi sacrifici, troppi compromessi. Non che la barca non sia per natura un compromesso, ma se non facciamo nulla per venirci un po’ incontro quando la scegliamo, diventa talvolta demotivante utilizzarla. Insomma, dopo il colloquio preliminare ed il test di cui al primo articolo, mi sono preso circa una settimana per attivare i miei canali di ricerca, reperendo solo barche con una certa protezione dalle intemperie, quindi: Walkaround “profondi”Dual consoleCenter console con console larga e protetta da prabrezza e T-Top con chiusure perimetrali. Una settimana dopo, selezionate 4 barche, ho esposto a Diego caratteristiche statiche e dinamiche, pregi e difetti di ognuna, lui stesso mi ha fatto scartare entrambi i center console! Evidentemente la lettura del libro lo aveva portato alla conclusione che doveva orientarsi su un dual console, l’unico nella lista delle quattro selezionate: un Seaswirl Striper 2101 DC, dotato di un motore Yamaha…


A caccia di “rogne” sulle barche usate

L’argomento è sempre attuale, visto che il nostro parco barche stenta a rinnovarsi e spesso ci si imbatte in belle barche, che tuttavia hanno nel frattempo subìto modifiche, passaggi di proprietà e rimotorizzazioni. Per di più, talvolta ricostruire il passato di una barca diventa impresa ardua, un po’ perché il proprietario corrente è subentrato, a sua volta, quando lo storico della barca era già “opaco”, un po’ perché, come spesso accade, questi l’ha acquistata emotivamente, sull’onda dell’entusiasmo. E noi, che rifuggiamo qualsiasi coinvolgimento emotivo prematuro quando andiamo a visionare un fisherman usato, dobbiamo porre particolare attenzione su come la barca sia stata manutenuta, se sia in tutto originale o abbia subìto modifiche, e come queste ultime siano state realizzate. Il fattore estetico è l’ultimo dei problemi: ad esempio, un T-Top non originale, costruito in materiali difformi dall’originale, con basi di appoggio non correttamente dimensionate, o fissate in maniera “non rispettosa” del materiale della coperta, può ledere l’integrità della stessa in men che non si dica. Ancora, lavori di modifica o di aggiunta di utenze all’impianto elettrico, se non ben cablati e protetti con cavi di massa correttamente fissati e posizionati, con magnetotermici correttamente dimensionati, possono arrecare danni agli accumulatori ed agli altri impianti originariamente alimentati dall’impianto. Rimotorizzazioni: qui si apre un capitolo grande quanto una casa… Per prima cosa: una barca fuoribordo di trent’anni or sono è certamente costruita con materiali tradizionali, ancorché validi se integra, ma non esattamente adatta a supportare masse a sbalzo superiori di centinaia di chilogrammi (4 tempi) rispetto alla motorizzazione originale (quasi sicuramente ancora a due tempi). In secondo luogo: posto che la struttura regga bene il sovraccarico di una nuova coppia di motori quattro tempi, siamo certi che il bilanciamento dei pesi originale continui ad essere valido, o è (sarebbe stato) necessaria una riprogettazione…


ETERNA DIATRIBA: BENZINA VS DIESEL

Oggi riporto un passo di un saggio di Frank T. Moss in cui l’autore affronta la diatriba benzina Vs gasolio. Questo è un argomento frequentemente dibattuto, sia su Fisherman Americani- Il Libro delle Barche da Pesca Sportiva, sia nel corso delle mie consulenze. Contrassegnerò con affermazioni non più vere, affermazioni ancora vere, affermazioni da verificare di caso in caso. <<Un quesito basilare dei nostri giorni è: “L’alimentazione di una barca nuova o da rimotorizzare dovrebbe essere a benzina o a gasolio?” Il costo del carburante porta molti armatori a pensare seriamente al diesel, ma vi è in gioco ben più di ciò che l’occhio vede (il prezzo alla pompa, ndt), così diamo un’occhiata alla controversia benzina-gasolio.Esattamente, quali sono i vantaggi della motorizzazione diesel?– Maggiore autonomia con un pieno di pari capienza – Minor costo del carburante per litro – Minor costo per ora o miglio navigato – Eliminazione del rischio di esplosione della benzina – Eliminazione dei sistemi di iniezione elettrica/elettronica – Compatibilità con sistemi di controllo preesistenti a bordo – Costruzione robusta e lunga vita operativa – Valore aggiunto dell’investimento >> Analizziamo al volo i punti interrogativi, posto che il discorso è molto, molto più ampio ed articolato: 1. Eliminazione del rischio di esplosione della benzina: i moderni impianti di immagazzinamento ed alimentazione hanno fugato quasi completamente il rischio di esplosione da vapori di benzina; i motori a gasolio, soprattutto quelli moderni con alimentazione ad alta pressione, possono cagionare parimenti incendi a bordo 2. Compatibilità con sistemi di controllo preesistenti a bordo: ormai pressoché ogni motore diesel moderno è dotato di comandi elettronici e parzializzatori, il che richiede lo smantellamento di manette meccaniche preesistenti 3. Valore aggiunto dell’investimento: se in assoluto una barca a gasolio vale di più dell’omologa a benzina, in caso di rimotorizzazione quasi sempre non si…


L’acquisto di una barca usata è una esperienza di vita (1/2)

Con il presente articolo ringrazio, innanzitutto, Diego di avermi consentito di pubblicare, seppur rispettando l’anonimato, la sequenza di conversazioni che hanno portato il mio cliente ad un acquisto mirato, aderente alle sue esigenze e, soprattutto, diverso da quello che credeva essere la scelta giusta per se stesso. Spero che questa testimonianza aiuti il lettore a comprendere meglio come affrontare la scelta e l’acquisto di una futura barca, nuova o usata essa sia. Per rapidità, abbrevierò con D. e B. gli intestatari degli scambi del dialogo che riporterò qui di seguito, che rispecchia la dinamica usuale delle mie consulenze pre-acquisto. Diego: “Buongiorno, ho preso il suo numero di telefono sulla lettera allegata al libro Fisherman Americani, che ho letto; io sto cercando una barca da pesca usata perché con la mia non mi ci trovo per un po’ di cose che le dirò”Benedetto: “Buongiorno a lei, grazie per avermi interpellato. Se va bene per entrambi, possiamo darci del TU, tra pescasportivi così il dialogo scorre meglio!”D: “Ci mancherebbe, te lo avrei proposto io. Dunque, se posso, vorrei sfruttare la consulenza inclusa per avere un’idea più chiara di cosa cercare per me”.B: “Certo. Che barca hai attualmente?”D: “Un Marino 6.50 con un Evinrude E-Tec 130cv. Non mi trovo perché ho una certa età e i reni non mi accompagnano più… La barca è dura per me, poi d’inverno soffro il freddo nonostante i tendalini nuovi che ho fatto fare a novembre”B: “Ti capisco. Dipende molto dalle tue abitudini di uscire in mare: peschi in solitaria o spesso c’è qualcuno con te a bordo?“D: “Da solo non mi ci diverto, c’è sempre un amico o mio figlio, quando può. Poi, ho una certa età e non me la sento più di affrontare il mare da solo”B: “Cosa ti ha portato a scegliere un…


Inverno: quando il passato insegna

Per i pescasportivi più impavidi, l’attesa del periodo invernale è il preludio a possibili incontri tanto sporadici quanto importanti. Per far sì che il tempo trascorso in un mare in condizioni metereologiche spesso ostili non ci si riversi per intero nelle ossa e nelle articolazioni, occorre scegliere bene la barca: vediamo come con l’ultimo articolo pubblicato su Pesca in Mare di Febbraio 2022. Come scegliere la barca per l’inverno? Non resta che leggere l’articolo cliccando sul link seguente: INVERNO : QUANDO IL PASSATO INSEGNA Buon mare a tutti, Benedetto RutiglianoAutore di Fisherman Americani Autore di Barche da pesca di ieri e di oggiAutore di “Le 11 buone ragioni per NON comprare una barca (ed una per farlo)”Autore di “La Barca da Pesca Perfetta- Guida sintetica” eBookScrittore per la rivista Pesca in MareFISHERMANAMERICANI Podcast PS: vi ricordo del mio nuovo libro “Barche da pesca di ieri e di oggi”, disponibile su Amazon a questo LINK


Il motore a combustione interna non è finito: ecco Astron Omega1

L’azienda aerospaziale Astron ha presentato un progetto di motore a combustione interna avveniristico e molto promettente: Omega 1 Lo schema architettonico di questo motore è quello dei rotori, per logica di funzionamento contro rotanti, per via dello sfruttamento del concetto di “disco rotante”, tanto caro ai vespisti di un tempo più avvezzi ad elaborazioni folli…Solo che qui parliamo di un motore che rispecchia il funzionamento del “quattro tempi”. Ciò che più lascia sgomenti di questa intuizione ingegneristica è la quasi totale assenza di attriti: i rotori non toccano le pareti, essendo il loro unico punto di contatto quello dei rispettivi alberi di rotazione cui sono connessi tramite cuscinetti. Le fase cruciale della compressione è affidata a un dente ed una sede di chiavetta disposti ciascuno su uno dei due rotori: qui le pressioni e temperature raggiunte dovrebbero essere stratosferiche rispetto anche al più compresso dei motori a pistoni, ecco il perché delle perplessità di un possibile impiego in ambito marino, cosa contemplata a fine video che qui allego: Un motore che pesa 15kg, che eroga 160cv e 230Nm di coppia, che ha un range di regime che va dai 1000 ai 25000 giri al minuto non può che porre interrogativi sul numero di ore di esercizio che può sopportare prima di interventi di manutenzione “drastici”. Fatto sta che Astron merita senza dubbio attenzione per aver continuato a sviluppare il motore a combustione interna, in un’era schizofrenica dove il resto del mondo procede verso una elettrificazione che si prospetta costosa sia in termini economici che ambientali, oltreché poco funzionale dal punto di vista dell’autonomia e velocità di rifornimento. Buon mare a tutti, Benedetto RutiglianoAutore di Fisherman Americani Autore di Barche da pesca di ieri e di oggiAutore di “Le 11 buone ragioni per NON comprare una barca (ed una per farlo)”Autore di “La Barca da…


Barche da pesca di ieri e di oggi

Cari amici,Oggi è stato finalmente pubblicato il mio nuovo libro sull’argomento barche da pesca. Ecco il link: https://amzn.to/3pu7EFl Un volume… voluminoso! Ecco un po’ di numeri di “Barche da Pesca di Ieri e di Oggi“: – 48 capitoli per altrettanti modelli di fisherman dai 12 ai 90 piedi, per tutte le tasche e per tutti i gusti;– 337 pagine;– 800gr di peso;– Più di 50 tabelle e schede tecniche. Tengo a precisare che ogni dato indicato proviene da fonti certe ed ufficiali e, laddove ne manchi uno, è perché non ho voluto inserire nel testo elementi frutto del “sentito dire”, in ossequio alla trasparenza dell’ informazione nella già carente letteratura della nautica da diporto. CLICCA QUI PER ORDINARLO Ecco una breve presentazione video: Buona lettura!Benedetto Benedetto RutiglianoPerito nautico iscritto al ruolo dei Periti ed Esperti al n.1502 presso CCIAA di Bari e BATAutore di Fisherman Americani Autore di Barche da pesca di ieri e di oggiAutore di “Le 11 buone ragioni per NON comprare una barca (ed una per farlo)”Autore di “La Barca da Pesca Perfetta- Guida sintetica”YouTube: https://www.youtube.com/channel/UC8lJ-Gch0Yy8uLncapcmaNAScrittore per la rivista Pesca in MareFISHERMANAMERICANI Podcast


Dazi USA-UE: dalla guerra all’armistizio

L’amara ironia della sorte fa coincidere questo momento di travaglio geopolitico con la pubblicazione dell’estratto di un mio articolo di gennaio della rubrica che mi onoro di poter curare sulla rivista Pesca in Mare, il quale mestamente riporta nel titolo il termine “guerra”. Ed in effetti di guerra si è trattato: una guerra di vasta portata che ha comportato la rottura degli equilibri economici e diplomatici di interi continenti, che al momento sembra essere rientrata a favore di più distesi rapporti commerciali tra USA ed Europa. Fermo restando che l’interesse ad importare un bel fisherman dagli Stati Uniti accarezza anche il sottoscritto da sempre (sino ad oggi, per mio utilizzo personale, ne ho importati quattro), spero che le riflessioni presenti nell’articolo in oggetto possano aiutarvi a ponderare l’acquisto della prossima barca da pesca. CLICCA QUI PER SCARICARE L’ARTICOLO Nonostante abbia affrontato questo tema più volte in passato, credo che i tempi siano maturi per poter pensare concretamente al mercato americano, ora che la mannaia del famoso 25% di EU tariffs è stato ufficialmente eliminato (vedi screenshot seguente) A presto e Buon Mare! Benedetto RutiglianoPerito nautico iscritto al ruolo dei Periti ed Esperti al n.1502 presso CCIAA di Bari e BATAutore di Fisherman Americani Autore di “Le 11 buone ragioni per NON comprare una barca (ed una per farlo)”Autore di “La Barca da Pesca Perfetta- Guida sintetica”YouTube: https://www.youtube.com/channel/UC8lJ-Gch0Yy8uLncapcmaNAScrittore per la rivista Pesca in MareFISHERMANAMERICANI Podcast