Articles by Benedetto Rutigliano

Fisherman usati: la stagione degli acquisti

Statisticamente, tra gennaio e aprile si concentra il più alto numero di richieste di consulenza pre-acquisto e di perizie su barche usate. Il periodo è propizio per chi per la prima coppia di mesi (gennaio-febbraio), ma induce spesso a scelte affrettate e “di pancia” tra marzo ed aprile. Maggio non lo consideriamo come mese di acquisti, in quanto per lo più il mese da dedicare alla preparazione delle barche per la stagione diportistica. Posso, tuttavia, constatare che il fattore impulsività miete le sue vittime anche in mesi ben lontani dal momento del varo. Questo perché, soprattutto nel settore dei fisherman, è sempre più precaria l’offerta di barche anche solo apparentemente in ordine, e spesso ci si catapulta sul presunto affare come orsi sul miele. L’analisi tribologica degli olii motore ed invertitore sono operazioni che determinano molto spesso da sole il valore residuo di una imbarcazione usata, data l’incidenza delle riparazioni su motori spesso molto datati e usurati. La figura del perito / consulente deve, dunque, avere necessariamente una influenza raziocinante, anche se talvolta questo potesse voler dire andare contro le volontà del proprio cliente, quando non addirittura perdere l’occasione per intascare il compenso di una perizia che già “puzza” di avaria ad un occhio allenato. Il profilo etico del perito dovrebbe, dopo tutto, fare essere il professionista una persona di fiducia del cliente, e non un semplice esecutore di una prestazione che si distacca dal cliente mediante la presentazione di parcella. Ore di moto dichiarate leggendo contaore… scollegati, e chissà da quanti anni. Questo ed altro accade in sede di ispezione peritale. Questo è il motivo per il quale, prima di accettare l’incarico di perizia, suggerisco sempre di tenere una consulenza telefonica preliminare, in modo da comprendere meglio le concrete possibilità di successo di una prestazione che, pur nel perimetro…


Southport 30 FE DPI: specchio di poppa libero cercasi

Siamo così abituati ad avere lo specchio di poppa ingombrato dai grandi fuoribordo, che ci abbiamo ormai rinunciato. Siamo così rassegnati all’omologazione, che abbiamo dimenticato la prime due prerogative di un fisherman: . pozzetto libero;. specchio di poppa sgombro. Sarà che ho ancora la libreria intasata da vecchie riviste nautiche americane, sarà che ogni tanto penso a ciò che i banner pubblicitari e i test in mare non ci fanno più vedere, ma sono arrivato addirittura ad accettare che un center console di 30 piedi sia monomotore. Non devo peraltro lavorare su me stesso per accettare il piede poppiero, giacché a più riprese mi sono pronunciato favorevolmente, in determinati tipi di impiego, a questo tipo di trasmissione (link qui e qui). Il Southport 30 FE DPI è tutto questo: un center console, di trenta piedi di lunghezza, alimentato da un motore TD Volvo Penta da 440cv, accoppiato ad un piede DPI. Pozzetto comodo, specchio di poppa pulito, plancetta poppiera comoda sia per imbarcare grosse prede, che per far trasbordo di persone ed equipaggiamenti da e per il pontile, coppia in abbondanza (quasi 120kgm di picco massimo). Sul fronte delle prestazioni, la velocità di crociera si attesta sui 25 nodi a 2800 giri/min, con una percorrenza di 2.5 mpg, il che garantisce una autonomia di oltre 350 miglia con il 90% di capacità del serbatoio di gasolio di 160 galloni. La velocità di punta è di poco più di 40 nodi, il che non è affatto male, considerando le 5 tonnellate suonate, in ordine di navigazione, di questo Southport di molta sostanza. D’accordo, in manovra nello stretto potrà anche sembrare meno pratica di un bimotore fuoribordo, ma la casa fornisce la barca già nell’equipaggiamento di serie l’elica di prua integrata con la propulsione del piede tramite joystick, per cui questa barca…


Come scegliere un fisherman “nuovo”

Siccome il mercato odierno non offre la possibilità a questo blog così cementato sui vecchi canoni stilistici e funzionali che hanno fatto del fisherman una barca ambita da una ampia fascia di utenti, sono ancora una volta costretto (si fa per dire…) ad occuparmi di vecchie barche. Ed è per questo che, come primo suggerimento, invito chiunque ami l’idea di possedere un vero fisherman, a documentarsi sul passato, recente e meno recente, della nautica specialistica d’oltreoceano che, volenti o nolenti, è da sempre la stella polare che ispira e guida i cantieri più dediti alla tipologia di barche in questione, anche quelli al di qua dell’Oceano Atlantico. Suggerisco di consultare la guida “Barche da pesca di ieri e di oggi” (link qui), che ho concepito per dare la possibilità al lettore di trovare al suo interno tutti i dati e le osservazioni essenziali alla scelta su ciascun modello analizzato, senza dover continuare a scartabellare vecchi forum online o chiedere risposte che non arriveranno mai da parte di cantieri spesso defunti. Il vecchio molto spesso è la base di rinnovamento di progetti validissimi, che non trovano eredi nella produzione odierna sempre più promiscua e sempre meno specializzata. In secondo luogo, suggerisco di non trascurare ciò che l’opinione comune scarta: mi riferisco a barche EFB con caratteristiche di navigazione pregevoli, che possono essere acquistate a poco prezzo ed eventualmente rimotorizzate in economia; mi riferisco anche a barche non dotate di accessori che si ritengono fondamentali (ad esempio hard-top), poiché spesso è preferibile che l’accessorio originale manchi, per poter far leva sul prezzo di acquisto, piuttosto che avere un hard-top posticcio, mal montato, che viola l’originalità (e quindi l’equilibrio generale) della barca stessa. Estratto analisi tribologica olio motore di un fisherman usato: in mancanza di una perizia a valore legale, questi risultati, che…


Osservare come intravvedere uno scopo

Chiamarlo articolo è un po’ ardito, per questo mi limito a definire questo testo come riflessione. Vorrei scrivere una nota sulle linee architettoniche delle imbarcazioni da diporto attuali, perché dalla loro osservazione ne esco sempre un po’ sbigottito. Vorrei soffermarmi sull’atto dell’osservazione: il verbo “osservo”, in greco è tradotto in “skopèō“, che ricorda il nostro termine “scopo”, cioè fine, obiettivo. Non ho una preparazione classica, ma ad un occhio quasi profano come il mio, appare che gli antichi greci associassero all’osservazione la ricerca di un fine di ciò che si palesava ai loro occhi. OSSERVARE, CIOE’ TROVARE UN FINE, UN SENSO A CIO’ CHE OSSERVO. Sarebbe come sostenere che ciò che l’occhio vede, dovrebbe trasparire una sensatezza. Se osservo una penna, questa è bella o brutta, a seconda che essa abbia o non abbia determinate caratteristiche che la rendano facile e piacevole da tenere in mano, usarla, bella nell’osservarla sulla scrivania accanto a un block notes pulito o a una agenda, o addirittura appagante nel tenerla nel taschino della giacca e nello sfilarla alla bisogna. Allo stesso modo, una barca attrae lo sguardo quando nelle sue linee se ne intravede lo scopo o il senso: una linea di coperta che digradi dolcemente da prua a poppa (o che, per lo meno, non si incunei prua nell’onda…), oblò e finestrature poste lontano dalla fascia di bagnasciuga, rivestimenti robusti ed estesi quanto e dove servono, materiali durevoli, ben rifiniti e sicuri durante l’utilizzo della barca, ferramente di coperta disposte strategicamente e mai pericolose per l’incolumità di chi è a bordo, ruote di prua, dritto di prua, masconi ben disegnati e “marini”, eccetera. Tutto quanto l’occhio osserva poi viene da questo elaborato e dalla mente valutato come una “cosa” bella da osservare o meno. Sarebbe qui interessante discutere di quanti occhi siamo dotati….


Nautica moderna: siamo nel pieno di una crisi di senso?

Questo breve articolo nasce dai riscontri che una frase pubblicata sui social pochi giorni fa ha ricevuto. La frase in questione è la seguente: Era un mio pensiero, tra il serio e il faceto, ma evidentemente c’è molto di cui parlare con riguardo alla deriva filosofica della nautica moderna. Può sembrare una disquisizione astratta, tuttavia non si può non scomodare la filosofia, perché il senso di ogni nostra azione, di ogni nostro concepimento intellettuale, in poche parole, di ogni idea, è da ricercarsi nel logos, il pensiero come discorso interiore secondo ragione. In effetti, il termine concilia in sé, oltre che quello di “discorso interiore”, anche quello di “calcolo” (ratio). Ma se la ragione viene meno, allora anche ogni barlume di senso svanisce, e restano i nudi calcoli. In sostanza, un’idea, che “viene” dal logos, cioè dal dialogo interiore razionale, spogliata del discorso sul senso, cioè dalla ragione, diventa pura tecnica numerale. Oggi le architetture nautiche, sia quelle sotto la linea di galleggiamento, sia quelle sopra la stessa, sposano a mio modesto parere uno scentismo che idolatra il calcolo e la “performance”, intesa come puri numeri: Velocità massima, talvolta raggiungibile in condizioni meteomarine e di esercizio non realistiche;Potenza installataVolumi di vendita. Se separiamo la prima dalla tenuta di mare sul mosso, dal comfort, dalle qualità marine, dall’ergonomia dei vari componenti, dalla razionalità dello sfruttamento dei volumi di bordo e da altri elementi che “fanno la barca”, questo numero è utile solo come mero argomento di marketing avente come scopo il secondo punto: vendere. Il mercato segue le logiche del denaro, che tende ad un continuo incremento di sé stesso. Da ciò si capisce che, per produrre oggetti come le barche, non possiamo emulare le logiche del denaro, che nasce e dovrebbe restare un mezzo per raggiungere uno scopo, e non…


Perché analizzare l’olio motore ed invertitore di una barca usata?

L’analisi tribologica dell’olio motore è un processo di valutazione delle proprietà dell’olio attraverso l’analisi delle sue caratteristiche chimiche e fisiche per comprendere come interagisce con le superfici metalliche dei componenti del motore durante il funzionamento. La tribologia si occupa dello studio dell’usura, dell’attrito e della lubrificazione tra superfici in movimento relative, e nel caso dell’olio motore, questa analisi mira a identificare segni di deterioramento, contaminazione, presenza di metalli usurati, viscosità, livello di additivi e altre condizioni che potrebbero indicare problemi o anomalie nel motore. I principali obiettivi di un’analisi tribologica dell’olio motore sono:1. Monitorare l’usura dei componenti: La presenza di particelle metalliche nell’olio può indicare usura anomala.2. Verificare l’efficacia della lubrificazione: Determinare se l’olio sta facendo bene il suo lavoro di ridurre l’attrito e prevenire danni ai componenti.3. Controllare la qualità dell’olio: Stabilire se l’olio mantiene ancora le proprietà ottimali o se è necessario cambiarlo.4. Prevedere problemi futuri: Rilevare segnali di problemi che potrebbero portare a guasti meccanici prima che accadano, permettendo interventi preventivi. L’analisi tribologica dell’olio è, dunque, fondamentale per la manutenzione preventiva dei motori, specialmente in ambito industriale e marittimo, per evitare danni costosi e prolungare la vita utile dei motori. In sede di perizia, l’analisi in questione ha valore preventivo di eventuali avarie in procinto di manifestarsi, e quindi è funzionale alla composizione del valore congruo della barca che ci accingiamo ad acquistare. Le nostre perizie offrono come servizio accessorio l’analisi degli olii motori, invertitori e generatori. Per avere un preventivo dettagliato e conoscere tutti i servizi accessori eseguibili in perizia, contattatemi a info@fishermanamericani.com. Buon mare, Benedetto RutiglianoSPORTFISHING BOAT SPECIALIST (per consulenze CLICCA QUI)Perito Nautico, iscrizione n.1502 al Ruolo dei Periti ed Esperti Nautici della CCIAA di BariWhatsApp: 348/6562148E-Mail: info@fishermanamericani.comAutore di Fisherman Americani Autore di Barche da pesca di ieri e di oggiAutore di “Le 11 buone ragioni per NON comprare una…


Intrepid 50 Evolution: un altro maxi fuoribordo dagli USA

L’Intrepid 50 Evolution è uno yacht sportivo di lusso introdotto di recente da Intrepid Powerboats, che offre 50 piedi di lusso e prestazioni personalizzabili. Design “innovativo”: Nuovo hard-top e postazione di comando con vetri a tutta altezza su tre lati, tetto apribile e finestre laterali apribili. Tutto ciò che, per qualche lustro, era stato dimenticato solo perché apparteneva al passato della nautica fatta per navigare, oggi ritorna sotto un’aura di innovazione e di novità! Courtesy picture by YachtWorld Plancetta di poppa ampia: Una piattaforma da bagno che copre tutta la larghezza dello specchio di poppa, adatta questa barca sia ad impieghi crocieristici che alieutici (con qualche rimozione utile, come ad esempio le ampie divanerie predisposte in pozzetto, ndr). Interni lussuosi: Cabina arredata con raffinatezza e opzioni personalizzabili, con accomodations ipotizzabili per 4 persone, più dinette, e due servizi, ma per questo è bene attendere i rendering definitivi del cantiere costruttore. Clicca qui per maggiori informazioni in merito al layout di coperta e di sottocoperta: https://www.instagram.com/p/C4wSczhMi2i/?utm_source=ig_web_copy_link&igsh=MzRlODBiNWFlZA== Potenza: Possibilità di equipaggiare quattro Mercury Verado V12 600, per un totale di 2.400 cavalli. Alla data di dicembre 2024, il 50 Evolution è nelle fasi finali di produzione, con aggiornamenti in corso d’opera sui canali social del cantiere statunitense. Il mercato non accenna a flettere, per quanto riguarda i grandi scafi fuoribordo; viceversa, quello dell’usato gonfia a dismisura i prezzi dei pochi fisherman entrobordo di media misura e recente produzione, evidenziando un interesse mai sopito verso le imbarcazioni in linea d’asse, e dunque una tendenza del mercato odierno ad “imporre” la via maestra. Ma evidentemente per molti diportisti la via maestra sembra non essere SOLO il fuoribordo. Questa schizofrenia mi auguro abbia vita breve, poiché è sintomo di disorientamento non solo di chi vende, ma anche di indecisione e poca convinzione di chi è…


Quando la perizia dà parere negativo

Posto che una perizia nautica non ha il compito di emanare sentenze, ma di illustrare lo stato di ogni struttura e componente, impiantistica e non, di una imbarcazione, un bilancio negativo della relazione peritale può essere interpretata in due modi, essenzialmente. INTERPRETAZIONE POSITIVA: ho speso una certa somma per NON comprare una barca usata, il che è una salvezza di portafoglio, visto che generalmente l’esborso sarebbe stato di qualche decina di migliaia di euro, nella migliore delle ipotesi, e per la perizia si è spesa una cifra decimale rispetto al prezzo della barca. In sostanza, dunque, vale la similitudine tra compenso di perizia e premio assicurativo. Rinuncio ad una certa somma di denaro per “salvare” un’altra somma di denaro molto più grande;INTERPRETAZIONE NEGATIVA: sono stato avventato nella scelta fai-da-te, basata sui gusti e sul fattore emotivo, di una barca che si è rivelata antieconomica da rimettere in ordine. In ogni caso, l’affiancamento di un professionista anche nella fase di scelta delle barche tra le quali scegliere quella “eletta”, è quantomeno plausibile per ridurre al minimo anche il rischio di periziare una barca usata non destinata all’acquisto. A giochi ormai fatti, comunque, la perizia nautica “bocciante” dà sempre la possibilità di valutare con serenità l’opportunità di riparare una barca che per noi può avere un significato che vada oltre il fattore meramente economico, ricordandoci che qualsiasi oggetto di umana fattura è quasi sempre riparabile: può essere che di quel modello specifico non vi sia più disponibilità di altri esemplari meglio conservati o, ancora, che quella barca era già stata la barca di famiglia o di un caro amico, e dunque al fattore economico subentra un valore superiore, quello soggettivo-affettivo. Morale della favola: procediamo con prudenza sin dal giungere in noi dell’idea di acquistare una barca usata, per evitare di spendere denaro…


Finseeker: l’anima “fishing” di Crownline

In un panorama nautico odierno di fisherman che si “familiarizzano”, ecco una piacevole eccezione: un cantiere di barche da famiglia che partorisce una gamma di center console, a propria interpretazione ben predisposti per la pesca di un certo impegno. Crownline è un brand poco discusso nel nostro ambiente, orientato alla produzione sport-fishing. E’ un cantiere impegnato sin dalla sua nascita nel 1991 in Illinois, nella costruzione di barche da diporto costiero e lacustre. La gamma si sviluppa attraverso day cruiser, bow rider e cuddy cabin motorizzati fuoribordo ed entrofuoribordo. Perché su fishermanamericani.com, dunque, mi ritrovo a parlare di Crownline? Per un motivo molto semplice: il cantiere ha da poco avviato una gamma dedita alla pesca sportiva. Finseeker 230 CC La gamma Finseeker è infatti composta, al momento in cui scrivo questo articolo, di quattro center console, tre dual console e (addirittura!) un walkaround. Non ho potuto fare a meno di soffermarmi ad analizzare con un po’ più di cura la gamma Finseeker per via della mia atavica passione per i pressoché estinti walkaround , e con l’occasione ho studiato meglio i center console, cioè i fisherman di medio e piccolo cabotaggio che spopolano anche al di qua dell’Atlantico da ormai più di tre decenni. Dire che Crownline si sia improvvisata costruttore di sportfisherman equivale ad essere eretici: i Finseeker sono ben congegnati, riescono a coniugare le esigenze del pescatore più avido a quelle della famiglia o di membri dell’equipaggio al seguito, non esattamente avvezzi alla pesca, cosa in cui Crownline si è trovata subito avvantaggiata per via delle sue origini diportistiche e della sua perizia nella progettazione di barche dalle cruising amenities. La leaning post del Finseeker 230 CC è un’isola in cui sono racchiusi stivaggi per le minuterie da pesca ed una grande ghiacciaia a pozzetto. Come ho accennato…


Il fisherman come barca totale a basso costo?

L’evoluzione dello sportfisherman, letteralmente definito come mezzo nautico per praticare la pesca sportiva, ha subito nel corso del tempo integrazioni, soppressioni, rilanci, plagi, miglioramenti. In questo quadro in chiaro-scuro, si possono certamente isolare alcuni modelli che si sono distinti sia per qualità marine, sia per una certa flessibilità per la pesca d’altura e per la crociera, dunque con una duplice anima fishing/diportistica. Tra questi modelli mi piace citare alcuni esempi in linea d’asse che hanno fatto scuola, come ad esempio quasi tutti i Phoenix (il 27 ed il 32 della serie Tournament, ma ci aggiungerei anche il 29 e il 34 SFX), tutti i Tiara della serie Open, a partire dal piccolo grande 2900 a salire; poi ci sono modelli un po’ più “dimenticati” ma altrettanto validi in un’ottica di investimento a basso costo a scopo di refitting, come i Trojan sia Convertible che Express (l’11 Meter, una barca snobbata ma molto valida, se ispezionata accuratamente nelle strutture), i Boston Whaler 31 e 34 Defiance, e via discorrendo. Il Phoenix 27 Tournament è una barca concepita per un uso totale, con doti marine al di là di quanto ci si aspetterebbe da un 27 piedi Come potete notare, non ho menzionato celebrità come Bertram e Blackfin, barche eccezionali ma a mio parere troppo polarizzate verso la pesca senza compromessi, con poco spazio per il diporto ricreativo, a meno di sconvolgimenti a livello di layout interni e un gran lavoro per una insonorizzazione “al passo con i tempi”. In queste poche righe non mi dilungo volutamente su barche fuoribordo, che considero ancora non annoverabile tra le soluzioni “a basso costo”, per una serie di motivi legati al costo di eventuale rimotorizzazione e ad una ancora scarsa disponibilità nel mercato dell’usato nazionale di express e walkaround sufficientemente accoglienti per poter permettere un…