Il consulente nautico non serve a niente
Solitamente, quando si fa una nuova esperienza, che sia lavorativa piuttosto che di diletto, si tende ad affiancarsi a qualcuno che possa esserci in qualche modo da guida. Questo soprattutto quando ci sono di mezzo i soldi. Nella nautica avviene l’esatto contrario: si parte da soli, si persevera nella scelta autonoma di barche che si pensa idonee per se stessi, salvo poi accorgerci che ci piace fare con la barca anche altro, ed è lì che rivalutiamo la bontà dell’agire da soli. Spesso mi capita di parlare con persone che mi contattano per chiedermi semplicemente se io abbia “a disposizione” questa o quella barca da pesca. In questi casi (la maggior parte, per la verità) mi riesce difficile, se non impossibile, spiegare perché non ho barche disponibili. Una ragione è prettamente legale e professionale: non sono né commerciante di barche, né broker. L’altra ragione è incomprensibile a coloro i quali, nuovi del settore nautico, mi chiedano la disponibilità di una barca che magari hanno visto in copertina di qualche mio articolo di blog: sono consulente nautico e perito. Ma cosa fa un consulente nautico? Per prima cosa, ascolta il cliente. Ma molto spesso il cliente ha fretta di andare a mare, e vuole direttamente acquistare;Seleziona: anche in questo caso, questa funzione sembra alquanto inutile, in quanto si pensa che i canali di ricerca del consulente siano gli stessi che si possono utilizzare in autonomia.Esamina: pregi, difetti dei vari modelli selezionati, modo di navigare, accoppiamento con la motorizzazione degli esemplari specifici individuati, ecc… Ma in fin dei conti sono valutazioni che si possono fare anche da sé;Parla con il venditore: lo ascolta, fa delle domande strategiche per capire lo storico della barca, le abitudini di utilizzo e di manutenzione del proprietario, per carpire eventuali ambiguità nel suo racconto;Fornisce servizi che servono…