Articles by Benedetto Rutigliano

Quanti e quali portacanna servono davvero in barca? Facciamo due conti…

Mi capita sempre più spesso di incontrare falchette-gruviera, con sfilze di portacanne incassati a distanza non funzionale, perché magari troppo ravvicinati, o dove sarebbe troppo scomodo riporre le nostre canne. Oppure, coppie di portacanne sulla stesso trincarino con la medesima inclinazione. La sovrabbondanza di questi accessori a bordo pare faccia alzare l’asticella della considerazione del potenziale acquirente, quasi a voler urlare: “più ne ha, più è fisherman!” In fin dei conti, servono davvero così tanti fori su una coperta stratificata con cura dal costruttore? Quante canne utilizzate durante una battuta di pesca? 10? Può essere un numero anche maggiore, e sulla base di ciò facciamo i conti della serva, insieme, escludendo dalla lista i portacanne “posticci” di tipo regolabile od estraibili. Portacanne in pesca: A falchetta – 2 frontali diritti sullo specchio di poppa – 1 centrale se il baglio della barca lo permette, eventualmente asservibile al center rigger; – 4 sulle murate, di cui: due inclinati di 15° rispetto all’asse longitudinale; due inclinati di 30°. – ulteriori 2 sulle murate, se la lunghezza del pozzetto lo consente, inclinati di 45° ed asserviti agli eventuali divergenti. Portacanne a riposo: Rocket-launchers – 3-4 per lato sulle strutture dell’hard-top utilizzabili a riposo o per le canne collegate ai divergenti, se di lunghezza adeguata a supportare più di una lenza; – fino a 6-8, in base al baglio della barca ed alla struttura dell’hard-top, sulla sommità dello stesso; oltre ad altri verticali installabili in corrispondenza di mobili o sedute. a rastrelliera orizzontale lungo le murate, per 3-4 canne per murata. Ed aggiungerei anche una coppia di portacanne doppi da traina, tipo questi, però: CLICCA QUI Direi che ne abbiamo in abbondanza, vero? Ciò che mi lascia perplesso, in taluni casi di “isteria da portacanne”, è il posizionamento degli stessi ad altezze più che…


Motori fuoribordo 2T Vs 4T: considerazioni OGGETTIVE, al di là dei luoghi comuni

La materia è di perenne discussione e contesa nei circoli nautici, soprattutto tra coloro i quali praticano particolari discipline di pesca sportiva, che prevedono un impiego “massiccio” dei motori, come la traina: DUE O QUATTRO TEMPI? La risposta che dilaga ultimamente, alla luce dei più che lusinghieri numeri dei moderni quattro tempi, propende quasi esclusivamente a favore di questi ultimi. Oltretutto, esclusa Evinrude, ultimo temerario a perseverare nella ricerca sui due tempi, il resto del mercato ha bandito la “miscela”. A questo punto, un retaggio della mia pregressa esperienza nei mercati finanziari mi porta a domandarvi: E’ giusto seguire sempre e comunque il gregge? Se dovessi motorizzare la mia barca (ammesso che fosse fuoribordo) seguendo i dettami del mercato e lasciandomi sopraffare dal timore di scarsa rivendibilità, dovrei ad occhi chiusi propendere per il quattro tempi. Tuttavia, in questo articolo valuterò casi specifici per poter giungere, insieme a voi, alla scelta più SENSATA invece che a quella più GETTONATA! Dunque, entrando nel merito, ipotizziamo una barca di 24 piedi (Sea Chaser 24, una tra le poche barche sul web con dati ufficiali di test con entrambi i motori di cui ai dati seguenti) , sulla quale dover installare un fuoribordo. Premettiamo che il proprietario faccia 100 ore di moto a stagione, fatte tutte a velocità di trasferimento. Facciamo due conti: Evinrude G2 250hp Consumo medio a 25 nodi : 30 lt/h ===> 30×100= 3.000 lt di benzina a stagione : Euro 5.100 al costo medio alla banchina di 1.70 Euro/lt Miscela olio TC-W3 alla media del 1% (ref. Evinrude)= 30lt : Euro 300 al costo medio di 10 Euro/lt Intervalli di manutenzione: ogni 500 ore o 5 anni Ipotizziamo che la motorizzassimo, stavolta, con motore a quattro tempi: Yamaha F250 Consumo medio a 25 nodi : 36 lt/h ===> 36×100=…


Rimotorizzare SI o NO?

A volte il marchio di grido è una TRAPPOLA. Perché specifico che le barche di cui parlo sono “blasonate”? Perché ovviamente queste godranno di maggior attenzione da parte vostra, rispetto a barche di classe modesta, e pertanto sarà più facile che voi cediate. E’ bene, tuttavia, ricordare che nel corso della vita di una barca (e dei suoi passaggi di mano), questa può aver subito modifiche migliorative, ma anche PEGGIORATIVE… Riporto qui un esempio dei più ricorrenti: la rimotorizzazione di una barca fuoribordo, nata con motori a due tempi e rimpiazzati con unità quattro tempi di pari potenza. Forse non tutti sanno che in questo caso, il più delle volte: NON si interviene sulla nuova distribuzione statica dei pesi a bordo; Le prestazioni della barca rimotorizzata con 4t di pari potenza saranno inferiori non tanto e non solo come velocità di crociera a pari regime, ma soprattutto come velocità minima di planata a pieno carico e tempo di planata da fermo; La riduzione dei consumi, fine principe per il quale nella stragrande maggioranza dei casi si procede alla sostituzione dei 2t con i 4t, non è mai scontata. Non si valutano le conseguenze strutturali dell’ accresciuto peso sullo specchio di poppa Per quanto riguarda il primo punto, tutti sappiamo che i 4t sono sensibilmente più pesanti dei 2t di pari potenza, per cui sarebbe indispensabile spostare dei carichi verso mezzabarca, come per esempio i gruppi batteria o altri elementi originariamente posizionati in prossimità dello specchio di poppa. In ogni caso, avere un quintale in più a sbalzo sull’estrema poppa, il più delle volte renderebbe necessario un nuovo studio della ripartizione dei carichi a bordo. Altrimenti? Linea di galleggiamento da rifare; Cattivo lavoro degli ombrinali di scarico, alcuni dei quali potrebbero restare permanentemente sott’acqua, con difficoltà di drenaggio del pozzetto o delle…


STAMPA E CONSERVA: i controlli di bordo indispensabili.

Questo articolo lascerà poco spazio ad illustrazioni fotografiche di carattere ricreativo, poiché è stato ideato in modo tale da poter essere stampato e riposto in barca o nel diario di bordo, a mo’ di promemoria. Se per molti di coloro che si destreggiano con le barche da tempo, quelle che seguiranno possono sembrare ovvietà, spesso le più grandi “rogne” nascono proprio da un approccio superficiale e scontato al mare. Ivi incluse le attività a questo connesse, come il diporto. Leggere ed imparare queste semplici indicazioni potrà aiutarvi ad evitare avarie od emergenze del tutto prevedibili, prima di lasciare il porto.   Selezionare, stampare e riporre in barca: VALVOLE DI PRESA A MARE: verifica che tutte le valvole si aprano facilmente; se una o più valvole richiedono troppo sforzo, applica del CRC-666 Marine o equivalente prima di muoverle. Ripetere l’operazione almeno 2 volte alla settimana per un mese, fino a scomparsa totale del difetto; OMBRINALI DI SCARICO E FORI DI DRENAGGIO IN POZZETTO: verifica che siano liberi e non ostruiti da incrostazioni o infiorescenze. Nel caso siano intasate, aiutati con un coltellino a lama liscia per rimuoverle ed inserisci un tubo con acqua dolce a pressione dall’interno per liberare i residui. Se lo sporco persiste, tappare lo scarico all’esterno della murata ed utilizzare un utensile stura-lavandini. A sturamento avvenuto, versare nel foro di drenaggio in pozzetto del prodotto per sentine marino e lasciarlo agire per 24 ore prima di scaricarlo. POMPE ACQUA DOLCE E SALATA: verificare che le pompe non intervengano frequentemente dopo che gli impianti siano stati messi in pressione. In caso contrario, verificare lungo il percorso delle tubazioni eventuali perdite. RACCORDI TUBAZIONI: verificare la tenuta dei raccordi e delle fascettature degli attacchi dei tubi di drenaggio. Nel caso, serrare le fascette mollate. CABLAGGI QUADRO DI DISTRIBUZIONE BATTERIE: controllare serraggi VERRICELLO…


Center Consolle: tuttapesca!

Il Center Console è il fisherman d’accesso per molti, in quanto presenta connotazioni che lo rendono versatile non solo per la pesca, ma anche per ospitare persone non proprio pratiche di vita a bordo, offrendo ampi calpestii e murate generalmente alte e protettive. Caratterizzato dalla postazione di guida centrale, senza tuga prodiera, è il layout che offre gli spazi aperti vivibili più ampi rispetto alle altre tipologie di barca da pesca sportiva. Nelle taglie dai ventuno piedi in poi, più che spesso offre un vano interno alla plancia che può ospitare un WC o fungere da vano di stivaggio. Le ultime tendenze vedono l’uscita sul mercato di CC sempre più grandi, che offrono anche zone sottocoperta ventilate da oblò con cuccette, angoli cucina e toilette separate. Dal punto di vista prettamente alieutico, il CC è sicuramente la configurazione più versatile per svariati tipi di pesca, soprattutto quelle in cui si richiede immediata fruibilità degli spazi in movimento durante il combattimento. Questo genere di barche è nella stragrande maggioranza dei casi motorizzata fuoribordo, con o senza bracket, mono o bimotore (sebbene, negli esemplari più grandi, pare non vi sia davvero più limite al numero di fuoribordo sullo specchio di poppa). Performance di punta, quindi, accompagnate da una sicura efficienza in termini di consumi, dato il rapporto peso/potenza generalmente molto favorevole, in presenza di motorizzazione di solito molto generose in rapporto alla taglia dello scafo. Non pensiate, però, di utilizzare un C.C. tutto l’anno senza soffrire di cervicale: La postazione di guida di questo genere di barca da pesca tipicamente americano è infatti sgombra da… qualsiasi genere di infrastruttura a protezione dalle intemperie. Si può ovviare a questo montando dei tendalini perimetrali con T-Top in metallo (generalmente alluminio anodizzato o acciaio inox). NON SARÀ comunque LA SCELTA GIUSTA per chi usa la…


Come non farsi “pescare” dal fisherman sbagliato?

Argomento dai confini indefiniti, quello della scelta della propria barca, che si perde tra chiacchiere da bar e brochures sfavillanti. E questa è teoria. Per superare un esame, però, occorre anche la pratica. Di pratico, invero, il più delle volte c’è poco o nulla nelle fasi di scelta fai-da-te della barca. La barca è senza ombra di dubbio un oggetto anche emotivo, soprattutto se trattasi di un mezzo di carattere come un fisherman. Proprio il fattore emotivo, tuttavia, potrebbe essere una trappola che può indurvi a COMPRARE MALE. Soprattutto considerando che “la barca non è mai un buon investimento” (Cit. Le 11 buone ragioni per NON comprare una barca -ed una per farlo-) Perché la prima preda di un fisherman non ha pinne, ma braccia e gambe… Siamo noi la prima preda imbarcata dalla nostra stessa barca. Tutto sta nel non farsi “pescare” da quella sbagliata per le nostre esigenze. Quando chiedo ad un cliente perché voglia quel determinato modello di barca, le risposte che non vorrei sentirmi riferire sono: “Perché è bellissima”; “Perché ha tutto”; “Perché è diesel” (sostituibile con “perché consuma poco”); “Perché ha X posti letto e il piano cottura in pozzetto”… ed altre risposte di questo tipo. Prese singolarmente, tali risposte costituiscono vere e proprie “bucce di banana” sulle quali scivolare verso l’acquisto errato. Prese in combinazione, invece, in aggiunta ad altri moltissimi fattori, esse creeranno il mix perfetto per avere nitido, davanti agli occhi, il profilo di BARCA PERFETTA (a proposito… c’è l’ eBook …) Designato il profilo corretto, lo si potrà sovrapporre alle offerte del mercato, per individuare le barche che meglio combacino con le caratteristiche del profilo. La verità è sempre nel mezzo: soppesare, cioè, ognuna delle caratteristiche che deve avere la vostra prossima barca, senza trascurarne nessuna a favore di un’altra. Nel corso delle mie consulenze,infatti, valuto ogni singolo elemento: sia ciò che serve, sia…


Striker Yachts: metalli nobili (da pesca sportiva)

Ci sono barche che hanno lasciato un segno sottile ma indelebile, una ruga sul volto della nautica specialistica. Ci sono cantieri che hanno rappresentato l’élite della nautica da diporto , con soluzioni costruttive e di layout a suo tempo rivoluzionarie. Uno di questi è Striker Yachts , di cui accenno brevemente in queste poche righe, nonostante il nome meriterebbe di scavare nel passato per ricostruirne i fasti ed i suoi sviluppi fino ad oggi, che è diventato un produttore di imbarcazioni custom, pur basate sui propri storici progetti, ovviamente aggiornati con i materiali che la migliore avanguardia navale oggi ci offre. Lo Striker 44 è, forse, il convertible sportfisherman più esclusivo e di nicchia del suo tempo. Ogni Striker è costruito in alluminio saldato, in modo da ottenere un manufatto praticamente monolitico, con una filosofia votata alla durata nel tempo ed alle lunghe permanenze in mare. La maestria nella costruzione porta questi oggetti molto particolari fino ai nostri giorni , la stragrande maggioranza dei quali ancora in onorevole servizio. Le carene sono semiplananti con un tagliamare molto profondo e variamente motorizzate, in base alle velleità velocistiche dell’armatore. Le particolari geometrie delle stesse consentono a questi scafi di raggiungere velocità di tutto rispetto, fino ai 28-30 nodi (in base alle motorizzazioni scelte dall’armatore), grazie ad un diedro che garantisce comunque una grande portanza, nonostante la connotazione da “trawler veloce” che il cantiere amava far indossare ai suoi modelli, quando configurati con motorizzazioni di ingresso . Si partiva da 2 motori Daf da 145cv, e negli anni si è giunti fino a 2 motori Parimenti, uno Striker è in grado di mantenere velocità di dislocamento in maniera ineccepibile e senza inficiare minimamente il comfort di bordo, garantendo grandi autonomie (uno Striker 44 imbarca ben 2900L di gasolio e ben 900L di acqua…


Grady White 208 Adventure: Piece of my heart <3

C’era una volta un Grady-White 208 Adventure, il mio 208. Avevo trovato l’annuncio nella penultima pagina della rivista Nautica , a nome di un grande importatore del marchio Grady White che aveva da poco cessato l’attività. – La barca era sotto cellophane, senza elettronica né motore. Era ben accessoriata però, dato che aveva l’hard top con le chiusure perimetrali, anch’esse imballate e riposte in cabina. Dopo una breve ma proficua trattativa, accordammo il prezzo e la facemmo consegnare presso il cantiere di zona che avrebbe installato il motore, un ruggente Evinrude 225cv Ficht-Ram D.I. nuovo, giusto 5cv meno della massima potenza applicabile su quello scafo . Installato il motore e testata la barca, notammo l’esuberanza del package, tant’è che mai abbiamo provato a darvi tutta manetta. L’erogazione di quei due tempi ad iniezione diretta non era nemmeno lontanamente paragonabile a quella dei moderni quattro tempi, al paragone moscia e piatta. Ricordo la cura per i dettagli che Grady White riservò a questo suo walkaround entry level, paragonabile a quella delle sue ammiraglie. Notai in particolare, il foro di scolo del vano chiuso porta-strumenti, provvisto di boccola smussata e di cucchiaio per evitare anche il minimo ristagno di acqua! Nel pozzetto , nel suo piccolo, non mancava nulla: vasca del vivo con ricircolo, vasche del pescato coibentate, imbottiture perimetrali dei trincarini, persino il supporto porta-palla da affondatore (!), portacanne ad incasso e sull’hard-top, plancetta di poppa . Insomma, avevo tutto ciò che mi potesse permettere di ambire a grandi avventure di pesca , ed ora avevo acquistato il mio primo fisherman americano nuovo! Tutto ciò che toccavo era ricoperto di quel brillante e pastoso gelcoat color crema tipico di GW, il bottazzo era pieno e solido, perfettamente raccordato agli spigoli e le curvature in prossimità degli angoli conservavano la loro linearità e…


Grandi pesci e come imbarcarli

Argomento già eviscerato sia su Fisherman Americani, sia sul nuovo eBook “La barca da pesca perfetta”, quello inerente le aperture sullo specchio di poppa è in continua evoluzione, sia in forza delle novità di volta in volta presentate da vari cantieri costruttori, sia a causa dell’aumento del numero di pescasportivi che si affacciano a tecniche volte alla cattura di grandi prede Una barca da pesca non sempre offre una tuna door, per filosofia progettuale. Si pensi ad esempio a barche fino a 20 piedi con specchio di poppa aperto o con bracket, dove si preferisce la compattezza dell’insieme alla complicazione di una poppa di tipo “eurotransom”, che allontana il pescatore dal bordo libero di poppa e crea un paio di piedi impraticabili nella stessa zona. Tuttavia tale mancanza non è reversibile ed è bene tenerlo a mente in sede di acquisto, se il nostro intento sarà fare drifting al tonno rosso, traina con il vivo ai grandi pelagici, piuttosto che bolentino di profondità od altre tecniche volte ad insidiare grandi pesci. Ora, però, parliamo di ciò che il mercato può offrirci: dagli specchi aperti alle paratie abbattibili, fino alle Tuna door ed alle Side door. SPECCHIO APERTO E’ la formula più ancestrale dello specchio di poppa rinvenibile su barche motorizzate fuoribordo, nata per esigenze funzionali: le teste dei motori di una certa potenza hanno bisogno di un “accesso” a bordo per poter consentire di sollevare al massimo i gambi degli stessi dall’acqua, dopo aver ormeggiato la barca al pontile. Questo si sostanzia in un ribassamento dell’altezza della sponda di poppa in progetti datati (si pensi ai vecchi Robalo e Boston Whaler Outrage e Revenge). L’handicap di questo tipo di soluzione è che, in manovra a marcia indietro particolarmente energiche o con mare formato, l’intrusione di acqua di mare in pozzetto è…


Perché NON comprare una barca?

Spesso mi si chiede come mai abbia voluto dare un titolo così negativo ad un mio libro, quasi a voler darmi la “zappa sui piedi”. Il mio obiettivo dovrebbe essere quello di invogliare i miei lettori ad acquistare una barca, se possibile attraverso una mia consulenza… e non demoralizzarli con una negazione scritta a caratteri cubitali! Il motivo di fondo è che desidero clienti consapevoli della scelta che stanno per compiere: che vogliano davvero una barca propria, con tutto ciò che ne consegue in termini di responsabilità e di inconvenienti piccoli e grandi. In me convivono in una sorta di reciproco supporto, sia la funzione di consulente sia la veste dello scrittore. In questo caso la penna fa esattamente ciò che il mio passato mi ha insegnato, ragion per cui sono terrorizzato dall’idea che i miei clienti rivivano i miei errori di gioventù (gioventù diportistica, intendo; non sono negli “anta”, sebbene ancora per poco!) Quando svolgo i miei lavori di consulenza, quindi, non posso fare altro che allertare in continuazione: un po’ come accade tra le pagine “Le 11 buone ragioni per NON comprare una barca (ed una per farlo)” . Allertare rispetto al tempo, all’impegno (non solo economico, ma anche fisico ed emotivo), alle responsabilità che comportano il possesso di una barca di proprietà, che sicuramente condividerete con gli amici più cari, con i familiari o, semplicemente, con voi stessi. Già, il tempo…  Cambiare auto è un’operazione che contempliamo abbastanza istintivamente, tutto sommato. Se il modello scelto dopo qualche mese non ci soddisfa, si può rimpiazzare non rimettendoci granché cambiandola per un’auto che secondo noi fa al caso nostro. Con le barche, affinché una scelta consapevole (ed i capitali con essa spesi) non venga destituita di sensatezza, non è così. Una voce tramandata tra i naviganti di lungo corso racconta che sia necessario…