Articles by Benedetto Rutigliano

Interazione tra scarroccio e rollio

La pesca in deriva è un insieme di fisica, idrodinamica, aerodinamica, condite dalla scienza de “al posto giusto al momento giusto”. Cercherò di fare giusto qualche considerazione sulle prime, cioè quanto dal progettista della barca è controllabile. La pesca a scarroccio è condizionata dai fattori sopra elencati, ma soprattutto dal movimento dello scafo in particolari condizioni di onda e corrente. Da un lato, la corrente ci permette di avere le lenze direzionate in modo corretto rispetto al posizionamento della barca in deriva, ma anche di tenere gli inneschi sempre ben assettati, in modo da presentarsi al predatore nei paraggi con naturalezza e, dunque, senza destare sospetti. Approfitto per ricordarti di leggere il libro Barche da Pesca di Ieri e di Oggi, che di barche che sanno scarrocciare, ne contempla abbastanza! Dall’altro, il moto ondoso: questo induce il movimento oscillatorio trasversale noto come rollio che, entro certi limiti, è addirittura considerabile come fattore adescante. Il giusto mix tra rollio ed azione della canna in pesca imprimeranno sull’esca un movimento più o meno stimolante per il pesce. Tralascio di menzionare il vento, poiché influisce in maniera quasi trascurabile sul movimento oscillatorio, rispetto ai fattori sopra indicati, almeno su center console e fisherman cabinati di uso mediterrano. Di certo, il rollio non dev’essere eccessivo, per le ovvie conseguenze che può avere sia per l’equipaggio, sia per l’azione di pesca stessa. Il fatto è che, con l’avvento degli stabilizzatori gravitazionali, si sta talvolta trascurando il perfezionamento progettuale degli scafi, con esplicito riferimento alla corretta disposizione dei pesi, all’abbassamento del baricentro, alla scelta dei materiali per costruirle ed alle geometrie dell’opera viva… …”tanto c’è il gyro!” Oggigiorno qualsiasi difetto di comportamento statico delle imbarcazioni è risolvibile alla pressione di un interruttore: così esse diventano piattaforme quasi del tutto insensibili persino al mare traverso più insidioso. Ma è…


Metamorfosi del pozzetto nei fisherman moderni

All’inizio era un’area completamente sgombra, attrezzata solo con ciò che strettamente serviva all’attività di pesca; oggi è un’area multifunzionale. Prima il pozzetto per antonomasia era quello degli express fisherman e dei convertible, a partire da una certa dimensione a salire; oggi… è quasi indefinito nelle sue aree. Parliamoci chiaro: nel panorama dei fisherman attuali, la preponderanza schiacciante è del center console, per lo meno per misure fino ai 35 piedi, valutando per difetto. Il pozzetto di un center console non è quella pista da ballo, tipica di express e convertibles, che poteva accogliere al suo centro una sedia da combattimento in mogano full-size con tanto di spalliera e poggiapiedi: anche sui center console più grandi, questa zona è campeggiata quasi eslcusivamente dalla leaning station fusa con il divano della console di comando, per cui da perfettamente quadrata e libera, oggi il pozzetto è sagomato a C, immaginando di osservare la coperta della barca dall’alto.  In buona sostanza, a parità di dimensioni, il pozzetto di un fisherman moderno è più piccolo di quello di una barca da pesca di due decenni fa. Ciò significa che, per avere spazio adeguato per una compagnia di 4-5 persone comodamente ospitate per una battuta in altura piuttosto che per una cena a base di pesce, serviranno scafi proporzionalmente più grandi rispetto al passato. Ciò significa che a bordo dei moderni fisherman center console si opera lungo il perimetro, a stretto contatto con i bordi dei trincarini, senza peraltro utilizzare lo specchio di poppa, nella stragrande maggioranza dei casi inservibile per via dell’ingombro dei fuoribordo. Non è in assoluto una nota negativa, questa, anche perché la sedia è diventata un puro ornamento, ove sia ancora presente, dato che persino su tonni di grandi dimensioni, oggigiorno preferiamo il combattimento in stand-up con l’ausilio di canne dall’azione (e…


Il progresso, secondo l’industria dei motori marini.

Ritorno ancora una volta sul tema della ecocompatibilità dei motori marini, per farvi soffermare sulla seguente immagine, che ritrae un propulsore turbodiesel di ultima generazione (in foto un Volvo Penta, ma il layout è similare per ogni altro costruttore di motori marini) così come fornito, per rispettare le vigenti normative IMO Tier III sulle emissioni di particolato e NOx. Il grosso “boiler” in acciaio inox è un filtro SCR (Selective Catalytic Reduction) che serve, appunto, a ridurre le emissioni di PM10 e PM2.5 ed ossidi di azoto. Il fatto è che una coppia di propulsori di ultima generazione ingombrano quasi come 4 motori, con pesi molto maggiori rispetto ad un tempo e spazi necessari nello scafo di una certa rilevanza, che andrà a sottrarre volumi al sottocoperta, quando non alle riserve di liquidi o alla semplice agibilità ed accessibilità di motori stessi ed impianti. A ciò, aggiungerei i costi di smaltimento dei moduli SCR, che chiaramente hanno una loro vita utile e che, dopo un certo numero di ore di moto, necessiteranno di sostituzione (i filtri SCR, a differenza dei DPF, non sono ripulibili pneumaticamente). Se, infine, consideriamo che un filtro SCR contiene una moltitudine di materiali nobili come molibdeno, vanadio, tungsteno e zeolite, la cui presenza è essenziale per innescare i processi di catalisi, possiamo ben immaginare l’incremento di costi di sostituzione di questi filtri, che potrebbe rendere antieconomico il ripristino, a meno di esborsi che rendono dubbiosa la scelta di una barca usata piuttosto che una barca nuova, magari di qualche piede più corta. Insomma, la via ecologica si presenta sempre più complessa, con molti rovesci di una medaglia a più facce. A presto e Buon Mare, Benedetto Rutigliano Autore di Fisherman Americani (anche eBook) Autore di “Le 11 buone ragioni per NON comprare una barca (ed una per…


5 domande per un fisherman

Cari amici, come ormai di consueto, anche nel numero di Marzo 2021 è presente il mio contributo alla rivista cartacea Pesca in Mare. Nella rubrica Pesca&Nautica, questo mese parlo di: FISHERMAN: IL MIX PERFETTO L’acquisto di una imbarcazione per la pesca sportiva presuppone una componente razionale, una irrazionale ed una meramente economica. Dal giusto mix di questi tre ingredienti, e rispondendo alle 5 domande presenti nell’articolo, si otterrà la barca più aderente alle nostre esigenze. Qualora vi foste persi il numero di Pesca in Mare di Marzo 2021, vi rimetto il file pdf consultabile gratuitamente cliccando qui sotto: SCARICA QUI L’INTERO ARTICOLO   P.S.: è ora disponibile il pack Barche da Pesca (CLICCA QUI); P.P.S.: inoltre, hai anche la possibilità di aggiudicarti il nuovo libro di prossima edizione ad un prezzo molto particolare, CLICCANDO QUI. A presto e Buon Mare, Benedetto Rutigliano Autore di Fisherman Americani (anche eBook) Autore di “Le 11 buone ragioni per NON comprare una barca (ed una per farlo)” Autore di “La Barca da Pesca Perfetta- Guida sintetica” eBook Scrittore per la rivista Pesca in Mare FISHERMANAMERICANI Podcast


Il nuovo Mercury Verado V12: cosa aspettarci?

Ogni qualvolta una barriera viene raggiunta dai produttori di componenti per imbarcazioni, ci si chiede quale potrebbe essere quella successiva e gli effetti sui prodotti sui quali verranno installati. Nel caso del Seakeeper, la barriera era qualitativa: la fine del rollio. Gli effetti li abbiamo visti, e sono stati dilaganti finanche su imbarcazioni di piccole dimensioni. Stesso caso del Motorguide dove, però, la barriera consisteva nella manovrabilità a lentissimo moto e nelle modalità di ancoraggio su alti fondali, in cui fino al suo esordio si procedeva per via… tradizionale: motore ausiliario a scoppio o trolling valves nel primo caso; vascone con un chilometro e mezzo di cimetta, gavitello ed ancora nel secondo caso. Nel caso della potenza, la barriera raggiunta da Mercury con il suo Verado V12 in verità non viola alcun record precedente: basti ricordare il da poco scomparso marchio  Seven Marine che produceva un fuoribordo V8 di 627cv. Semmai, il record è certamente di cubatura: un motore di 7.6 litri con 12 cilindri a V contenuto nella calandra di un fuoribordo, non si era mai visto né sentito prima.   La vera innovazione concettuale è la presenza di un piede svincolato dal resto del corpo del motore, che resta fisso in posizione assiale allo scafo: il gambo immerso ruota come fosse un Zeus pod, con tanto di doppie eliche controrotanti. (il paragone con il piede poppiero, più volte fatto nella stampa immediatamente successiva alla presentazione del motore, è improprio poiché manca la campana). La soluzione è indicata per barche con baglio ridotto ed alte potenze di omologazione: tenere un motore in posizione fissa consente di ridurre l’interasse tra più unità, consentendo di installarne tre-quattro senza che collidano in fase di virata stretta. Da quasi-detestatore seriale delle soluzioni fuoribordo che superino le due unità, non posso che plaudire a soluzioni…


Un ausiliario per amico

Cari amici, come ormai di consueto, anche nel numero di Febbraio 2021 è presente il mio contributo alla rivista cartacea Pesca in Mare. Nella rubrica Pesca&Nautica, questo mese parlo di: MOTORI AUSILIARI Che sia per sicurezza o per utilità in pesca, il motore ausiliario è uno strumento imprescindibile a bordo di fisherman di medio-piccole dimensioni, diventato ormai una dotazione di bordo che completa una barca da pesca anche sotto l’aspetto del valore economico di rivendita. Ma non solo: il grande vantaggio è quello di “caricare” molte ore di moto su un propulsore che è giusto sacrificare rispetto ad un motore (quello principale) il cui costo di sostituzione è nettamente superiore.  Qualora vi foste persi il numero di Pesca in Mare di Febbraio 2021, vi rimetto il file pdf consultabile gratuitamente cliccando qui sotto: SCARICA QUI L’INTERO ARTICOLO   P.S.: è ora disponibile il pack Barche da Pesca, che comprende Fisherman Americani e La Barca da Pesca Perfetta a prezzo scontato, una idea come regalo natalizio. (CLICCA QUI) A presto e Buon Mare, Benedetto Rutigliano Autore di Fisherman Americani (anche eBook) Autore di “Le 11 buone ragioni per NON comprare una barca (ed una per farlo)” Autore di “La Barca da Pesca Perfetta- Guida sintetica” eBook Scrittore per la rivista Pesca in Mare FISHERMANAMERICANI Podcast


Dall’Italia con fervore: Seagame 250 CC

L’America traccia la via, l’Italia non sta a guardare: il Seagame 250 CC è l’interpretazione del center console mediterraneo che sa sposare le esigenze dell’angler più accanito con quello del diportista estivo con famiglia al seguito. Parliamoci chiaro e tondo: il center console è una barca estiva, nasce come tale alle basse latitudini degli States ed una postazione guida protetta da una palpebra prodiera e da un T-Top non può che ambire a questo, a meno di non equipaggiarla con tendalini perimetrali di chiusura. E se vogliamo, io lo vedo come un controsenso: il center console è fatto per godere della navigazione en plen air e non per trainare per ore a gennaio sotto la pioggia fina. Posto questo preambolo che vale per tutti i center console puri, e non solo per la barca in oggetto (ed il cantiere lo sa bene poiché, basandosi sullo stesso scafo del 250 CC, produce un walkaround) possiamo dire che il 250 CC è un center console ben concepito, disegnato e costruito. Ho avuto modo di visitarlo in occasione dell’ultimo Salone di Genova senza mascherine (2019), occasione nella quale ho scattato anche le foto presenti in questo articolo. Partendo da poppa, nello specchio è ricavata una enorme vasca coibentata provvista anche di pompa di ricircolo nella sezione di dritta. I coperchi in policarbonato azzurro trasparente consentono di tenere d’occhio le esche anche senza aprire la vasca. L’area calpestabile è ampia e sagomata in modo da non presentare ostacoli od impedimenti ai piedi dell’angler, escluse le staffe della panca abbattibile (pregevole per il fatto che resti perfettamente a filo con il cuscino perimetrale dello specchio poppiero) che forse potrebbero essere accorciate inferiormente per permettere il passaggio dei piedi senza scontrarsi con la loro robusta struttura. I cuscini perimetrali (o bolsters) proseguono su entrambe le murate…


Le bugie (e le omissioni) hanno le gambe corte

Oggi mi sono imbattuto nell’ennesima menzogna sull’anno di costruzione di un fisherman americano usato. Come sapete, sono tornato da poco nel mercato nell’intento di trovare un mezzo che mi consenta di andar per mare in sicurezza la prossima stagione diportistica, dopo aver ceduto il BabyMadeira circa due mesi fa. Perché specifico “fisherman americano”? Le barche soggette ad importazione, si prestano bene ad ambiguità di… comunicazione, sugli annunci di vendita. La mia statistica è disarmante: gli annunci di vendita di cinque barche delle sette alle quali mi sono interessato negli ultimi quindici giorni, riportavano età non corrispondenti al vero. Chi ha un po’ di esperienza e la fortuna di avere a disposizione foto significative, può riconoscere la bugia, ma molti altri si fidano di ciò che gli viene comunicato, molto spesso sulla scorta dell’età certificata dei motori (quando le barche sono fuoribordo). L’associazione più istintiva, soprattutto quando a bordo sono installati motori anch’essi di età coerente con quella dello scafo, è che quest’ultimo sia effettivamente dell’anno di costruzione dei motori stessi. Molto spesso, invece, l’anno dichiarato è quello di IMPORTAZIONE DELLO SCAFO. Come riconoscere la verità? Documentandosi. Le barche, così come le automobili, subiscono dei restyling periodici che identificano l’epoca di costruzione delle stesse. Ad esempio, il Grady 265 Express (di cui peraltro è presente un articolo dedicato QUI) ha subìto un restyling che ha interessato sia la carena che gli interni nel 2003, che consisteva nell’incremento di un grado di deadrise poppiera ed in rifiniture interne con elementi in teak. Altro esempio: il Pursuit 2860 Denali, a partire dal 2001, ha perso il letto di mezzabarca posto sotto il ponte di guida, oltre ad avere un roll bar ed un parabrezza rivisitati sia dal punto di vista del design che della struttura. Non tutti sanno che, di fatto, ha persino cambiato…


Il mercato nautico ci ascolta ancora?

L’orientamento della produzione di sportfisherman è ormai appurata da anni, verso il center console ed il dual console. Le considerazioni di primo pelo su questa tendenza potrebbero sembrare ovvie: il mercato più proficuo per i cantieri produttori di barche da pesca è quello statunitense, per cui si sacrificano le richieste degli altri mercati, proporzionalmente residuali, riguardo layout di coperta più… ognitempo. Questo assunto ci metterebbe in pace con noi stessi se non valutassimo che il 95% delle imbarcazioni naviganti negli States ha lunghezza inferiore ai 26 piedi. Ciò significa che: Una minima parte dei diportisti proprietari di queste imbarcazioni al di sotto dei 26 piedi pratica la pesca sportiva; OPPURE       2. Tutti coloro che hanno barche fino ai 26 piedi, le usano solo nei mesi caldi e non fanno diporto ricreativo. OPPURE       3. Il mercato fa quel che vuole per fini prettamente tecnici, veicolando di fatto le scelte degli utenti.   Quando acquistai la mia prima barca da pesca americana, nel 1999, ricordo che Grady White mi spediva con cadenza semestrale dei questionari cartacei (all’epoca internet non era di dominio pubblico come oggi) via posta prioritaria, nei quali si chiedevano (a me come presumo ad ogni cliente Grady White) le abitudini di diporto, le tipologie di pesca praticate, le zone di mare frequentate. Alla fine del questionario, era scritto qualcosa del tipo: “Grazie al tuo contributo potremo sviluppare modelli più aderenti alle esigenze dei nostri clienti”. Questa interazione sinergica tra cantiere e cliente, ti faceva sentire parte della squadra, in qualche modo, ma soprattutto ti faceva sentire ASCOLTATO. Siamo proprio sicuri che oggi il mercato funzioni così, o segua logiche del tutto meccanicistiche, quasi algoritmiche? Considerazione nella considerazione: se la maggior parte dei proprietari di barche al di sotto dei 26 piedi utilizza la…


Trasparenti per fisherman: i materiali migliori sul mercato

Chi possiede un fisherman con zona guida aperta (center console) o parzialmente protetta (walkaround, dual console, express o convertible), conosce cosa comporti l’esposizione ai raggi UV ed alle intemperie, sugli elementi trasparenti dei tendalini perimetrali. Un dato di fatto c’è: periodicamente i tendalini andranno ricostruiti, o per lo meno andranno sostituiti gli elementi trasparenti, poiché gran parte dei materiali generalmente utilizzati (per lo meno in Europa) non sono molto resistenti agli elementi, e tendono dunque ad ingiallirsi, riducendo  considerevolmente la visibilità dal ponte di guida. Se poi ci aggiungiamo che con mare formato e vento, sarà facile veder bagnati parabrezza e tendalini, il disagio è completo e l’azione di sostituzione necessaria. Ho avuto personalmente modo di testare vari tipi di materiali, nazionali e non, ed in base alla mia esperienza posso consigliare principalmente tre prodotti che non soffrono di ingiallimenti dovuti all’esposizione al salino ed al sole anche dopo diverse stagioni di servizio. Ecco la mia classifica: EZ2CY: un prodotto unico sul mercato, consiste in una stratificazione di vetro e policarbonato, che rende il pannello trasparente una sorta di cristallo, con il vantaggio di essere amovibile. Negli spessori più alti, tuttavia, questo materiale non è avvolgibile, per cui sarà necessario posizionare delle clips nella parte inferiore dell’hard-top per fissare gli elementi incernierati che si desidera ribaltare. Per tale motivo la sua applicazione viene destinata alle sezioni frontali di ponti guida di barche di dimensioni importanti, dove è necessario dare la priorità alla perfetta visibilità, più che la pronta asportazione. Strataglass (CLICCA QUI): materiale a base vinilica, con caratteristiche di flessibilità maggiori rispetto allo EZ2CY. Disponibile in diversi calibri (spessori da 7/10, 10/10 e 13/10) si presta alle più svariate applicazioni e budget. Molto indicato per i tendalini avvolgibili laterali nei due spessori inferiori. Eisenglass (CLICCA QUI): variante concorrente dello Strataglass di…