center console

Pesca in deriva: è possibile con ogni barca?

Lo scarroccio è il nostro miglior amico, soprattutto in determinate tecniche di pesca. Tuttavia, se lo scafo reagisce male a questo effetto dinamico passivo, esso può pregiudicare la corretta riuscita dell’azione di pesca e farci letteralmente ODIARE LA NOSTRA BARCA. E, se non arriveremo ad odiarla, per lo meno dovremo adattarci NOI alla barca, al contrario di come invece dovrebbe essere! Cosa incide sullo scarroccio di un fisherman?   1️⃣ Altezza dell’opera morta: uno scafo con murate molto alte farà più vela con vento al traverso, rispetto ad una barca più bassa sull’acqua. 2️⃣ Baricentro: una barca con masse importanti situate sotto il livello dell’acqua ridurrà l’effetto “tappo di sughero” tipico delle barche leggere in balia di venti e correnti. 3️⃣ Ripartizione dei pesi a bordo: un fulcro spostato a mezza barca o poco verso poppa, farà in modo che la barca presenti il giardinetto al vento, cosa che agevola tutte quelle circostanze in cui è opportuno filare diverse lenze in acqua senza che si ingarbuglino tra loro (per es. drifting o traina col vivo a diverse profondità). Una barca che presta la poppa al vento sarà più indicata per chi pesca generalmente con non più di due lenze. Ragioni per cui, mi verrebbe da dire che  OGNI PESCATORE VUOLE IL SUO SCARROCCIO Per approfondire la tematica dei fisherman e fare una scelta consapevole leggi i libri Fisherman Americani e La Barca da Pesca Perfetta (Di entrambi i libri puoi richiedere i rispettivi estratti gratuiti scrivendo ad info@fishermanamericani.com ) Per ogni dubbio, un aiuto nella ricerca e la scelta della tua prossima barca da pesca sportiva richiedi il tuo ticket consulenza telefonica. Ti aiuterò personalmente mettendo a tua disposizione le mie competenze ed il mio tempo per far sì che il tuo prossimo fisherman non sia l’ennesima barca da due o tre stagioni,…


Fuoribordo e manovre rapide: alcune considerazioni

Quello che vediamo in foto è di grande suggestione, ma potenzialmente di grave pregiudizio per i motori. E non mi riferisco espressamente ai modelli in foto in evidenza, ma a tutti i fuoribordo in quanto tali. Un fuoribordo ha la caratteristica di racchiudere sotto un’unica calandra blocco motore, impianto di alimentazione, parte dei rinvii di trasmissione e, soprattutto, le condotte di ASPIRAZIONE. Sebbene qualsiasi fuoribordo sia progettato in modo tale da ridurre al minimo l’ingestione di acqua dall’esterno, tale rischio non può essere mai del tutto evitato, soprattutto quando effettuiamo delle manovre repentine in presenza di mare mosso. (Non a caso un noto marchio di fuoribordo ha avuto diversi problemi con un altrettanto arcinoto modello di suoi motori 4t, problemi relativi proprio all’ingestione di acqua salata nelle camere dei cilindri più bassi sull’acqua). Il peso gravante ad estrema poppa tipico delle imbarcazioni motorizzate con grossi fuoribordo ha l’effetto che, quando si accelera in retromarcia, la pressione della poppa sull’acqua tenderà a “tirare in basso” lo specchio stesso. Ovviamente tale effetto non è evidente così platealmente su ogni imbarcazione fuoribordo, ma stiamo parlando di tendenza , la quale resta. Al contrario, una barca entrobordo ha il fulcro posizionato nella zona della sala macchine, che quindi agirà da perno per le manovre a tutto gas marcia indietro. Gli effetti benefici sono di: Sollevare la poppa quel tanto che basta per agevolare il drenaggio fuoribordo delle acque imbarcate grazie ad ombrinali non “affogati”; Dare la possibilità di effettuare manovre a più alta velocità rispetto ad una imbarcazione fuoribordo, con la quale bisognerà procedere con i guanti bianchi se non si vorrà avere il timore di arrecare danni ai motori. Naturalmente, esistono barche fuoribordo che minimizzano tale endemico effetto e, viceversa, barche entrobordo che mal gestiscono tali manovre, nonostante la loro natura le vorrebbe ben…


Topaz 24 Cuddy Console: un piccolo fisherman duro e puro

Oggi parliamo di una barca tosta. Una barca con il dna del fisherman vecchio stampo, con il temperamento delle grandi barche a dispetto delle sue modeste dimensioni. Una barca che non offre compromessi, né vuol esserlo nella sua concezione. Il Topaz 24 CC è un mezzo quasi sconosciuto in Europa, ma che ha fatto scuola ai pescatori sportivi americani di oggi. ✅Laminato pieno per scafo e coperta. Qui non c’è spazio per vie di mezzo, né per esercizi tecnologici. Ciò che c’è dev’essere semplice, ben fatto e durevole. Undici strati di stuoie multiassiali di vetroresina StitchMat 2415 per la carena e sette strati per la coperta, fanno di questo center console uno scafo granitico. La semplicità di questa barca è disarmante: non c’è nemmeno il pulpito di prua per l’ancora… Ma in altura, a cosa serve? (ne abbiamo anche parlato in questo articolo di qualche settimana fa) Ma volete mettere la pulizia di questa prua, stondata e guarnita da un bottazzo heavy duty, fatto per essere un vero e proprio paraurti? Le linee d’acqua sono in piena tradizione Topaz: tagliamare affilatissimo, siamo quasi a 75° di deadrise in entrata, per poi progressivamente allargarsi fino ad estrema poppa, dove misuriamo poco meno di 20°. ✅ Trasmissione rigorosamente entrobordo in linea d’asse, benzina o diesel, per una distribuzione dei pesi a bordo impeccabile, con una chicca: Elica semintubata. Questo riduce molto il pescaggio ed ottimizza la spinta propulsiva anche nel mosso. In definitiva, una vera rarità tra i fisherman di questo cabotaggio. Motorizzazioni in pieno stile yankee: si va dai sempiterni Crusader V8 benzina da 300cv o da 330cv, per passare ai più “europeisti” Volvo Penta turbodiesel da 200cv fino a 260cv, in base alle epoche di costruzione; fino alle più moderne rimotorizzazioni Yanmar e Cummins da 260cv a 330cv. Come può…


Perché molti fisherman sono spesso privi di accessori che daremmo per scontati su qualsiasi altra barca da diporto?

Stavolta cerco di spiegare in forma di domanda e risposta l’assenza di dispositivi, parti od accessori altrimenti scontati e di serie su quasi ogni altra barca da diporto. D- Perché molti fisherman d’oltreoceano non hanno il verricello salpa ancora?  R- La ragione è nell’impiego di tali barche. I grandi sportfisherman commissionati per battute di pesca d’altura, dove le potenti correnti oceaniche ed i fondali proibitivi impedirebbero a qualsiasi ancora di raggiungere il fondale, rinunciano ad un accessorio tanto inutile quanto fonte di potenziali avarie, proprio perché sarebbe utilizzato molto meno che sporadicamente. Come da citazione di Fisherman Americani- il Libro delle Barche per la Pesca Sportiva- , “ciò che non c’è non si rompe”! D- Perché molti fisherman convertible non hanno la guida interna? R- Perché un’apertura in coperta, quale è un parabrezza, è un punto di potenziale debolezza del manufatto! Per noi, che abbiamo a che fare con mari dalla potenza distruttiva ben lontana da quella degli oceani, può apparire un’ esagerazione, ma se immaginassimo di ritrovarci nel mezzo di una mareggiata imprevista con marosi che s’infrangono sulla tuga, tale soluzione potrebbe apparire alquanto sensata. Per gli americani ogni interruzione o taglio della stratificazione è un pregiudizio alla solidità strutturale ed alla IMPERMEABILITA’ dello scafo. D: Perché molti fisherman non hanno oblò sulle murate? R: Per lo stesso motivo che priva i convertible di guida interna! I masconi di una barca hanno una funzione ATTIVA, quella di deflettere l’acqua sollevata durante la navigazione e di non farla giungere in coperta. L’idea di dimenticare un oblò aperto o anche solo di far sì che venga colpito dai frangenti durante la navigazione con mare avverso, dovrebbe facilitare la comprensione della scelta da parte di diversi cantieri americani di lunga storia nella costruzione di fisherman d’altura. D- Perché alcuni express fisherman non hanno…


Ri-facciamoci i tendalini. Quali materiali usare?

Chi utilizza il proprio fisherman anche nella stagione fredda riterrà necessario un set di tendalini a corredo del bimini-top o dell’hard-top ,a protezione di skipper ed equipaggio in zona guida. Chi naviga da anni conosce bene ormai che l’agire inesorabile del mare, del sole e del salino crea un mix perfetto e letale anche per i più robusti dei tendalini in commercio. Con elementi solidi e sufficientemente rigidi, si può isolare a dovere anche la zona guida di un center console, tipologia di barca non esattamente protettiva nella stagione invernale.Per tale ragione è importante, quando si è in procinto di affrontare una spesa consistente come questa, scegliere i materiali migliori che assicureranno anni di protezione e lucentezza degli elementi trasparenti. Ciò è importante non solo per ragioni estetiche, ma anche perché: Un tendalino strappato compromette il comfort di bordo già precario in caso di uscite in pieno inverno, magari con mare mosso e pioggia Un trasparente… opaco (!) rende difficile la visibilità a prua, con la conseguenza di costringere lo skipper a navigare con qualche cerniera aperta, beccandosi vento ed acqua in pieno volto. Un tendalino con scarsa tenuta (pieno di spifferi e di parti che non combaciano a dovere) sarà pressoché inutile, poiché a partire da quelle zone “sensibili” possono originare muffe e depositi di salmastro che concorreranno a scolorire, a creare aloni su vetroresina e tessuti, oltre a tenere la zona dedicata alla strumentazione pericolosamente bagnata. Per quanto riguarda gli elementi trasparenti, vi consiglio di utilizzare materiali Strataglass o EZ2CY. Saranno lucenti per molti anni ed è possibile sceglierli di diversi spessori, in base alle esigenze di rigidità piuttosto che di arrotolabilità che avrete a bordo. Per quanto riguarda gli elementi in tessuto (canvas), per via dell’estrema resistenza agli agenti atmosferici ed alla frizione (vi capiterà spesso di dover…


Center Consolle: tuttapesca!

Il Center Console è il fisherman d’accesso per molti, in quanto presenta connotazioni che lo rendono versatile non solo per la pesca, ma anche per ospitare persone non proprio pratiche di vita a bordo, offrendo ampi calpestii e murate generalmente alte e protettive. Caratterizzato dalla postazione di guida centrale, senza tuga prodiera, è il layout che offre gli spazi aperti vivibili più ampi rispetto alle altre tipologie di barca da pesca sportiva. Nelle taglie dai ventuno piedi in poi, più che spesso offre un vano interno alla plancia che può ospitare un WC o fungere da vano di stivaggio. Le ultime tendenze vedono l’uscita sul mercato di CC sempre più grandi, che offrono anche zone sottocoperta ventilate da oblò con cuccette, angoli cucina e toilette separate. Dal punto di vista prettamente alieutico, il CC è sicuramente la configurazione più versatile per svariati tipi di pesca, soprattutto quelle in cui si richiede immediata fruibilità degli spazi in movimento durante il combattimento. Questo genere di barche è nella stragrande maggioranza dei casi motorizzata fuoribordo, con o senza bracket, mono o bimotore (sebbene, negli esemplari più grandi, pare non vi sia davvero più limite al numero di fuoribordo sullo specchio di poppa). Performance di punta, quindi, accompagnate da una sicura efficienza in termini di consumi, dato il rapporto peso/potenza generalmente molto favorevole, in presenza di motorizzazione di solito molto generose in rapporto alla taglia dello scafo. Non pensiate, però, di utilizzare un C.C. tutto l’anno senza soffrire di cervicale: La postazione di guida di questo genere di barca da pesca tipicamente americano è infatti sgombra da… qualsiasi genere di infrastruttura a protezione dalle intemperie. Si può ovviare a questo montando dei tendalini perimetrali con T-Top in metallo (generalmente alluminio anodizzato o acciaio inox). NON SARÀ comunque LA SCELTA GIUSTA per chi usa la…


Albemarle 242 C.C. : un piccolo fisherman con un grande carattere

Questo è l’articolo giusto per chi voglia un center console tutta sostanza, senza fronzoli e dove ogni componente, costruito per durare, accompagni la barca vita natural durante. Questo è l’articolo per chi voglia avere tra le mani un pezzo di progettazione navale e di tradizione nautica americana, senza dover necessariamente investire grosse somme di denaro. Se dovessi paragonare la barca in oggetto ad un’auto egualmente longeva e ben fatta, mi verrebbe di compararla ad una Mercedes-Benz W124. Naturalmente, questo non significa che qui, come in ogni progetto di umana concezione, non vi sia la minima ombra di difetti o di dettagli perfezionabili. Significa invece che, nel bilancio dei pro e dei contro, nel caso di questa barca il risultato è incontestabilmente positivo. E questa è già un’ottima base di partenza… Analizzandola da prua a poppa, nell’ordine possiamo evidenziare le seguenti peculiarità: I cuscini per le ginocchia percorrono l’intero perimetro interno dell’area calpestabile, sono costruiti con vinile solido con cuciture sicure e scevre da strappi anche dopo molti anni di mare; Le battagliole, di rara robustezza, sono saldate in un unico pezzo e non assemblate con raccordi e tubolari a settori; inoltre, tutte le piastre di bordo sono fissate con controdadi di fissaggio e piastre resinate al supporto in vetroresina, per un manufatto praticamente MONOLITICO; Il calpestio è quasi completamente piatto, a tutto vantaggio della percorribilità in fasi delicate come in combattimento con grosse prede; Le falchette sono ampie e rifinite in antisdrucciolo diamantato molto efficace; Il pozzetto, compatibilmente con le esigenze di layout imposte dalla motorizzazione entrobordo jackshaft, è ampio e razionalmente concepito. Le vasche del vivo e del pescato sono molto ben fatte e capienti: in particolare, le gavonature di prua e quelle ricavate nello specchio di poppa trovano pochi rivali in center console concorrenti di pari cabotaggio, in…


Fuoribordo Quattro Tempi: il ritorno alla Semplicità di Mercury Verado

RIFLESSIONI DI PRIMO PELO Nel corso delle mie letture di aggiornamento ho avuto modo di approfondire la questione della -per me- più che auspicata “marcia indietro” di Mercury verso una unità aspirata, più semplice e virtualmente affidabile della pur sofisticata ma complessa unità sovralimentata 6L che la Casa Madre ha spinto fino alla soglia dei 400Cv. La serie Verado ha portato, di fatto, per prima alla ribalta il concetto di downsizing nelle motorizzazioni fuoribordo, con un design a sei cilindri in linea e cubatura molto contenuta -troppo, per i miei canoni di valutazione in campo nautico- di appena 2600cc. Tale blocco viene “spremuto” fino alla straordinaria potenza di 400cv (153cv/litro di potenza specifica). A questo punto, dov’è il vantaggio di una cubatura contenuta, per il diportista? – Manutenzione ridotta? NO, a causa della presenza della sovralimentazione e dell’impianto di raffreddamento dei gas di scarico. Manutenzione, in definitiva, sovrapponibile a quella di un turbodiesel, con molti condotti attraversati da acqua salata e una moltitudine di anodi sacrificali in posti più o meno angusti da sostituire periodicamente. – Peso ridotto rispetto ad un aspirato di pari potenza?: NO, considerando che siamo a 303 Kg – Consumi ridotti? In linea teorica sì, ma nella realtà varie schede di test dimostrano il contrario, a parità di scafo. Allora, a cosa serviva una motorizzazione così raffinata, ma anche articolata e COMPLESSA? A bocce ferme, vedendo l’evoluzione della gamma Verado verso una più paciosa e, magari, ben più affidabile unità ASPIRATA V8 di grande cubatura, direi per una sorta di BRANDING LABEL: l’idea del fuoribordo TURBO garantiva molte cose assieme, almeno sulla carta: coppia elevata a un basso regime, peso ridotto, ridotte emissioni, manutenzione dal costo contenuto… dopotutto si trattava di un “semplice” sei cilindri in linea!   COSA PROMETTE LA NUOVA SERIE VERADO V8? –…


Fuoribordo diesel: che fine ha fatto?

In un periodo storico che vede le tecnologie dell’autotrazione ad un importante bivio, originato dallo scandalo del “dieselgate” da un lato, e dalle sempre più restrittive normative antinquinamento dall’altro, conosciamo un sempre crescente chiacchiericcio su progetti di motori fuoribordo alimentati a gasolio. Ciò che più alimenta il mio scetticismo è che la macchina del marketing che promuove le aziende impegnate in questo genere di progetti vada “a gettoni”; probabilmente perché lo scandalo dei taroccamenti delle emissioni dei motori diesel da autotrazione ha reso più fosco anche l’orizzonte delle unità destinate alla propulsione marina, se non altro per questioni di budget da destinare allo sviluppo tecnologico di tali motori, rivisti al ribasso, tanto più che, sin dagli albori del diporto ricreativo, molta parte della tecnologia adottata dai motori marini è direttamente ereditata da quella dei motori per trazione terrestre. È, dunque, con tutta probabilità antieconomico continuare ad investire in studi sul contenimento dei pesi, degli ingombri e sull’incremento dell’efficienza di motori destinati a più o meno imminente desuetudine e difficoltà di circolazione sulla terraferma, la cui vendita e fruibilità  sarebbe possibile solo per altri impieghi (leggi commerciale, militare e marino, appunto). ➡Anche perché  il margine di migliorabilità dell’efficienza dei motori a gasolio si è assottigliata enormemente negli ultimi 10 anni in cui lo sviluppo è stato cavalcante. A parte queste considerazioni di primo pelo, un motore diesel con due turbocompressori, intercooler, aftercooler e un sistema di trasmissione a cinghia conserva davvero l’affidabilità tipica di questo tipo di propulsori (affidabilità proverbiale almeno fino a quando erano robusti, sovradimensionati e semplici)? Quanto costoso sarà intervenire in uno spazio di certo più ristretto di un comune entrobordo installato in sala macchine, per effettuare interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria? Ormai siamo abituati a delegare alle officine ufficiali anche i normali tagliandi dei grossi fuoribordo…


Fisherman usato sì, ma usato QUANTO?

Non è difficile trovare, soprattutto sul mercato nazionale, fisherman americani sfruttati, ma magari rimotorizzati da poco tempo, ad un prezzo allettante. Prima di prendere in esame una di queste barche, chiedetevi se state acquistando una barca completa di motori o… solo i motori! Può accadere che il proprietario voglia liberarsi di uno scafo problematico per via di modifiche effettuate nel corso degli anni dai proprietari che si sono succeduti o per interventi necessari e troppo onerosi. Il modo più facile di rendere appetibile una barca datata è quello di installarci motori attuali, il più delle volte anch’essi usati, che spesso costituiscono l’unico valore certo che andreste ad acquistare dell’intero “pacchetto”. Un prezzo fin troppo conveniente può celare infatti condizioni precarie dello scafo, e dunque C’È IL FONDATO RISCHIO di dover prevedere UNA ULTERIORE E INGENTE SPESA per ripristinare impianti ormai obsoleti e carpenterie compromesse da infiltrazioni varie ed acciacchi dovuti all’età, almeno nelle condizioni in cui vi verrebbe consegnato. Per evitare sorprese del genere, oltre ad una seria ed attenta visione del mezzo, ti consiglio di commissionare il fisherman’s report personalizzato, che ti consentirà di constatare in piena autonomia la bontà dell’acquisto o meno. Comporrò il   fisherman’s report in modo tale che tu possa fare una vera e propria check list analitica, su ogni particolare della barca che può nascondere sorprese che influiranno, dunque, sul valore di acquisto e di rivendita dell’imbarcazione. Su questo e su altre tematiche il libro “FISHERMAN AMERICANI” può aiutarti a scegliere ed acquistare il fisherman più idoneo alle tue esigenze. Puoi acquistarlo cliccando su questo link. Per consultarmi in merito a dubbi od informazioni sulla vostra attuale barca o sulla vostra prossima compagna di pesca, compilate il FORM CONTATTI. Vi ricontatterò a stretto giro, cercando di aiutarvi nel modo più professionale che posso. Buon mare, Dr. Benedetto…