Barche americane

Metamorfosi del pozzetto nei fisherman moderni

All’inizio era un’area completamente sgombra, attrezzata solo con ciò che strettamente serviva all’attività di pesca; oggi è un’area multifunzionale. Prima il pozzetto per antonomasia era quello degli express fisherman e dei convertible, a partire da una certa dimensione a salire; oggi… è quasi indefinito nelle sue aree. Parliamoci chiaro: nel panorama dei fisherman attuali, la preponderanza schiacciante è del center console, per lo meno per misure fino ai 35 piedi, valutando per difetto. Il pozzetto di un center console non è quella pista da ballo, tipica di express e convertibles, che poteva accogliere al suo centro una sedia da combattimento in mogano full-size con tanto di spalliera e poggiapiedi: anche sui center console più grandi, questa zona è campeggiata quasi eslcusivamente dalla leaning station fusa con il divano della console di comando, per cui da perfettamente quadrata e libera, oggi il pozzetto è sagomato a C, immaginando di osservare la coperta della barca dall’alto.  In buona sostanza, a parità di dimensioni, il pozzetto di un fisherman moderno è più piccolo di quello di una barca da pesca di due decenni fa. Ciò significa che, per avere spazio adeguato per una compagnia di 4-5 persone comodamente ospitate per una battuta in altura piuttosto che per una cena a base di pesce, serviranno scafi proporzionalmente più grandi rispetto al passato. Ciò significa che a bordo dei moderni fisherman center console si opera lungo il perimetro, a stretto contatto con i bordi dei trincarini, senza peraltro utilizzare lo specchio di poppa, nella stragrande maggioranza dei casi inservibile per via dell’ingombro dei fuoribordo. Non è in assoluto una nota negativa, questa, anche perché la sedia è diventata un puro ornamento, ove sia ancora presente, dato che persino su tonni di grandi dimensioni, oggigiorno preferiamo il combattimento in stand-up con l’ausilio di canne dall’azione (e…


Il mercato nautico ci ascolta ancora?

L’orientamento della produzione di sportfisherman è ormai appurata da anni, verso il center console ed il dual console. Le considerazioni di primo pelo su questa tendenza potrebbero sembrare ovvie: il mercato più proficuo per i cantieri produttori di barche da pesca è quello statunitense, per cui si sacrificano le richieste degli altri mercati, proporzionalmente residuali, riguardo layout di coperta più… ognitempo. Questo assunto ci metterebbe in pace con noi stessi se non valutassimo che il 95% delle imbarcazioni naviganti negli States ha lunghezza inferiore ai 26 piedi. Ciò significa che: Una minima parte dei diportisti proprietari di queste imbarcazioni al di sotto dei 26 piedi pratica la pesca sportiva; OPPURE       2. Tutti coloro che hanno barche fino ai 26 piedi, le usano solo nei mesi caldi e non fanno diporto ricreativo. OPPURE       3. Il mercato fa quel che vuole per fini prettamente tecnici, veicolando di fatto le scelte degli utenti.   Quando acquistai la mia prima barca da pesca americana, nel 1999, ricordo che Grady White mi spediva con cadenza semestrale dei questionari cartacei (all’epoca internet non era di dominio pubblico come oggi) via posta prioritaria, nei quali si chiedevano (a me come presumo ad ogni cliente Grady White) le abitudini di diporto, le tipologie di pesca praticate, le zone di mare frequentate. Alla fine del questionario, era scritto qualcosa del tipo: “Grazie al tuo contributo potremo sviluppare modelli più aderenti alle esigenze dei nostri clienti”. Questa interazione sinergica tra cantiere e cliente, ti faceva sentire parte della squadra, in qualche modo, ma soprattutto ti faceva sentire ASCOLTATO. Siamo proprio sicuri che oggi il mercato funzioni così, o segua logiche del tutto meccanicistiche, quasi algoritmiche? Considerazione nella considerazione: se la maggior parte dei proprietari di barche al di sotto dei 26 piedi utilizza la…


Trasparenti per fisherman: i materiali migliori sul mercato

Chi possiede un fisherman con zona guida aperta (center console) o parzialmente protetta (walkaround, dual console, express o convertible), conosce cosa comporti l’esposizione ai raggi UV ed alle intemperie, sugli elementi trasparenti dei tendalini perimetrali. Un dato di fatto c’è: periodicamente i tendalini andranno ricostruiti, o per lo meno andranno sostituiti gli elementi trasparenti, poiché gran parte dei materiali generalmente utilizzati (per lo meno in Europa) non sono molto resistenti agli elementi, e tendono dunque ad ingiallirsi, riducendo  considerevolmente la visibilità dal ponte di guida. Se poi ci aggiungiamo che con mare formato e vento, sarà facile veder bagnati parabrezza e tendalini, il disagio è completo e l’azione di sostituzione necessaria. Ho avuto personalmente modo di testare vari tipi di materiali, nazionali e non, ed in base alla mia esperienza posso consigliare principalmente tre prodotti che non soffrono di ingiallimenti dovuti all’esposizione al salino ed al sole anche dopo diverse stagioni di servizio. Ecco la mia classifica: EZ2CY: un prodotto unico sul mercato, consiste in una stratificazione di vetro e policarbonato, che rende il pannello trasparente una sorta di cristallo, con il vantaggio di essere amovibile. Negli spessori più alti, tuttavia, questo materiale non è avvolgibile, per cui sarà necessario posizionare delle clips nella parte inferiore dell’hard-top per fissare gli elementi incernierati che si desidera ribaltare. Per tale motivo la sua applicazione viene destinata alle sezioni frontali di ponti guida di barche di dimensioni importanti, dove è necessario dare la priorità alla perfetta visibilità, più che la pronta asportazione. Strataglass (CLICCA QUI): materiale a base vinilica, con caratteristiche di flessibilità maggiori rispetto allo EZ2CY. Disponibile in diversi calibri (spessori da 7/10, 10/10 e 13/10) si presta alle più svariate applicazioni e budget. Molto indicato per i tendalini avvolgibili laterali nei due spessori inferiori. Eisenglass (CLICCA QUI): variante concorrente dello Strataglass di…


Come gestire il moto ondoso?

Spesso capita di incorrere in condizioni meteomarine avverse. Se siamo a bordo di una barca con carena planante a V profonda, le cose potrebbero apparire semplici, in teoria, ma la vita reale è a volte più complessa della teoria. Navigare con moto ondoso da prua e da poppa sono le condizioni potenzialmente più insidiose per uno scafo monocarena che, prima o poi, ogni diportista è chiamato ad affrontare. Le differenze di approccio dipendono dalla direzione del moto ondoso. Quando navighiamo attraverso un mare di prua (head sea, in gergo nautico anglosassone), dovremmo sfruttare quanto più possibile il coefficiente di penetrazione del cosiddetto “tagliamare”, in modo tale da: dare direzionalità all’intera barca; non farla battere sull’onda. Gli obiettivi del comandante di qualsiasi imbarcazione devono essere in ogni caso preservare il comfort dell’equipaggio e la sicurezza di quest’ultimo ma anche delle strutture dello scafo. Lo scafo, quando tenuto in assetto non troppo cabrato (= prua eccessivamente alta, poco o nullo contatto delle sezioni prodiere della carena), tenderà letteralmente a cascare nel cavo d’onda dopo averne superato la cresta. I flaps, o correttori di assetto, ci soccorrono in questo, ma il loro settaggio dipenderà, ancora una volta, dall’entità del moto ondoso. Abbassando la prua con l’aiuto dei flaps potremo rendere la barca più direzionale, più morbida sull’onda e meno sensibile agli sbandamenti dovuti all’onda incrociata. Dovremo abituarci a vedere più spruzzi in coperta, ma d’altronde se questo è il costo da pagare per una navigazione più confortevole, sicura e meno stressante per lo scafo e per noi stessi, saremo ben disposti a farlo! Un vecchio adagio ormai andato con l’avvento di barche che sfiorano l’acqua invece che solcarla, recita: “barca bagnata, barca marina” (LEGGI QUI). Spesso, per evitare il mare di poppa (più insidioso del primo), si sceglie di spezzare la rotta diritta…


Fuoribordo diesel: presente e futuro

Cari amici, come ormai di consueto, anche nel numero di Gennaio 2021 è presente il mio contributo alla rivista cartacea Pesca in Mare. Nella rubrica Pesca&Nautica, questo mese parlo di: FUORIBORDO DIESEL: presente e futuro. E’ un argomento che rischia di diventare una meteora, alla luce degli stravolgimenti in continua evoluzione riguardanti i motori a combustione interna, ma dato che fanno parte del presente nautico, è bene approfondire e saper discernere pregi e difetti delle soluzioni più tradizionali, rapportandoli a quelli dei nuovi fuoribordo diesel. Qualora vi foste persi il numero di Pesca in Mare di Gennaio 2021, vi rimetto il file pdf consultabile gratuitamente cliccando qui sotto: SCARICA QUI L’INTERO ARTICOLO   P.S.: è ora disponibile il pack Barche da Pesca, che comprende Fisherman Americani e La Barca da Pesca Perfetta a prezzo scontato, una idea come regalo natalizio. (CLICCA QUI) A presto e Buon Mare, Benedetto Rutigliano Autore di Fisherman Americani (anche eBook) Autore di “Le 11 buone ragioni per NON comprare una barca (ed una per farlo)” Autore di “La Barca da Pesca Perfetta- Guida sintetica” eBook Scrittore per la rivista Pesca in Mare FISHERMANAMERICANI Podcast


Liberty 42 Convertible: perché è una barca speciale?

La curiosità a volte ci porta ad esplorare territori poco noti, ed io lo faccio ogni qual volta voglia evitare di ricadere su cantieri già discussi e noti. La scelta di una barca non è funzionale solo all’attività alieutica, ma anche alla capacità di suscitare emozioni a chi la utilizza, la vive e spesso la patisce. Ecco, proprio sulla seconda funzione verte la scelta dell’oggetto del presente articolo. Liberty Yachts ha costruito per anni, in sordina, lontano dalla bocca dei molti e della pubblicità mediatica, autentici gioielli da pesca, aggrappati al passato e non perdendone mai la connessione, ma avendo la capacità di reinterpretare i dettami stilistici e tecnici che hanno dato vita alla categoria degli sportfisherman. Il Liberty 42 Convertible ha conservato, infatti, l’impronta concettuale del flybridge basso, per essere quanto più possibile a contatto con l’azione che si consuma nel pozzetto, la zona principale attorno alla quale l’intero progetto di una barca nata per la pesca d’altura dovrebbe svilupparsi. Tale design ha fatto la fortuna di Bertram 31, Blackfin 29 e 33, Phoenix 29 SFX oltre ad essere stato imitato da molti costruttori che si sono avvicendati in epoche succcessive, non solo americani ma anche australiani (vedi Caribbean e Black Watch ad esempio) ed italiani (vedi Settemari, Colombo, Riva, solo per citarne alcuni). Liberty nasceva come costruttore di nicchia, con numeri molto bassi ma orientati alla qualità. Mi rimase impresso, in particolare, il 42 Flybridge, che aveva tanto dei vecchi Blackfin con linea di falchetta bassa, carena a V profonda aggressiva (24° di deadrise), propulsioni rigorosamente entrobordo in linea d’asse, allestimenti interni con rifiniture da yacht. Avere un flybdrige così basso e connesso al pozzetto consente di considerare questo convertible come un express “alto”, poiché la postazione di guida è davvero raggiungibile con due salti,oltre a dare piena…


Albemarle: novità lunghe trenta piedi

Albemarle annuncia l’imminente lancio sul mercato del suo nuovo 30 Express. Fin qui tutto ok. …Motorizzato con due (o tre) fuoribordo… Albemarle, uno degli ultimi baluardi dell’express fisherman “puro” (e per puri io considero esclusivamente gli express motorizzati entrobordo), si è piegata anch’essa ai voleri del mercato ed alla chiamata al risparmio sui costi interni dell’ufficio contabilità. Fintanto che tale scelta offrisse una effettiva maggior fruibilità di uno scafo che ingombra quasi 11 metri in lunghezza f.t. ed oltre 3.20 in larghezza, potrei anche tollerarlo. Ma il nuovo Albemarle 30 Express, salvo modifiche dell’ultimo minuto, offrirà un grande pozzetto, delle cui tre murate solo quelle laterali saranno considerate utili ai fini della pesca e del combattimento con grandi prede (motivo principale per cui un diportista dovrebbe spendere una cifra pari a ben oltre i 400.000 Euro per acquistarlo, alle condizioni fiscali  e di cambio attuali); una carena senza ombra di dubbio all’altezza degli standard del marchio (24° di deadrise poppiera); due posti letto ed un bagno separato sottocoperta.  Per intenderci, partivamo da qui: ALBEMARLE 305 EXPRESS Albemarle offre invece, con il nuovo 30 Express, una minestra già abbondantemente nota, ricondita con estetismi vagamente Mexico-style come l’assenza del parabrezza, stando almeno al primo rendering ufficiale fornito dal cantiere, ma mancano proposte che valgano la pena di accettare lo scotto di avere lo specchio di poppa tediosamente ingombrato da due (o per chi volesse esagerare addirittura tre) capoccioni grandi così. Il nuovo 30 Express adotterà di serie il Seakeeper. Un accessorio a tutto vantaggio del comfort, essendo una barca tendenzialmente portata al rollio accentuato con mare al traverso. C’è da chiedersi quanto bisogno in meno ci sarebbe di uno stabilizzatore gravitazionale qualora questa stessa barca venisse fornita anche con i classici due entrobordo in linea d’asse.  A tal proposito, vi invito a leggere…


Un center console di sostanza ideale per i mari italiani

NorthCoast ha già messo piede nel blog di Fisherman Americani (clicca qui) e lo ha fatto di diritto, dato che il suo nome ha presenziato nei trofei di pesca statunitensi per anni, fino alla fine degli anni novanta. North Coast è stata sempre famosa per la costruzione solidissima e per i layout spregiudicatamente “fishing”, ponendosi al pari di Blackfin e dei Bertram cuddy ed express. Oggi il cantiere rinnova la sua gamma produttiva chiudendo solo in parte con il passato: di fatto ha convertito la sua originaria produzione integralmente entrobordo in linea d’asse, a fuoribordo, in scia alla tendenza odierna su barche di piccolo e medio cabotaggio destinate alla pesca sportiva. Il 230 Center Console è tanta barca davvero! Lunga fuoritutto ben 8.37 metri e larga 2.59 metri, ha un angolo di deadrise poppiera di ventuno gradi a fronte di un pescaggio del solo scafo di 41 cm, e  può montare un motore fuoribordo della potenza massima di 250 hp su bracket Armstrong. Proprio con un motore Yamaha F250, la barca ha fatto registrare in sede di test in mare una velocità di punta di 46 nodi con tre quarti di pieno ed una velocità di crociera di 34 nodi a 4900 rpm, per un’autonomia di circa 270 miglia. Non male per una barca concepita per la pesca costiera o comunque non per lunghe trasferte! Il baglio massimo del North Coast 230 si riscontra a tre quarti di lunghezza verso prua, tipico design degli scafi del North Carolina connotati da ampia caliciatura dei masconi (bow flare). La carena presenta due pattini di sostentamento per lato più due ginocchi ben pronunciati, che assicurano stabilità e smorzano sensibilmente il rollio con barca in deriva. La riserva di benzina di circa 500 litri assicura un’autonomia degna di fisherman d’altura, e la disposizione dei serbatoi…


Carene e motori di una barca da pesca sportiva

Cari amici, come ormai di consueto, anche nel numero di Ottobre 2020 è presente il mio contributo alla rivista cartacea Pesca in Mare. Nella rubrica Pesca&Nautica, questo mese parlo di: CARENE E MOTORI Qualora vi foste persi il numero di Pesca in Mare di Ottobre 2020, vi rimetto il file pdf consultabile gratuitamente cliccando qui sotto: SCARICA QUI L’INTERO ARTICOLO Non dimenticate di leggere il libro Fisherman Americani – il Libro delle Barche per la Pesca Sportiva! Da oggi, inoltre, la guida sintetica La Barca da Pesca Perfetta è disponibile anche in versione cartacea! (CLICCA QUI) A presto e Buon Mare, Benedetto Rutigliano Autore di Fisherman Americani (anche eBook) Autore di “Le 11 buone ragioni per NON comprare una barca (ed una per farlo)” Autore di “La Barca da Pesca Perfetta- Guida sintetica” eBook Scrittore per la rivista Pesca in Mare FISHERMANAMERICANI Podcast


Tecnologia=efficienza, ma vale anche per la nautica?

Oggi vi parlo di una considerazione scaturente dallo studio di un vecchio testo americano di nautica da diporto. Nella foto che allego in copertina, la didascalia cita testualmente: <<Questo Hatteras 46 Convertible con due Cummins VTA-903-M diesel da 450hp raggiunge la velocità massima di 30 mph a 2600 rpm, facendo evolvere eliche 26×29 a tre pale attraverso invertitori con rapporto di riduzione 1.92:1. Navigando alla velocità di crociera di 27.5 mph a 2400 rpm, i motori erogherebbero circa 360 hp ciascuno, bruciando un totale di 38 gallorni per ora. [omissis]>> Domanda sorge spontanea: confrontando i consumi di imbarcazioni moderne di pari dimensioni e dislocamento (la barca in questione pesa 21.000 kg in ordine di marcia), siamo certi di risparmiare, pur usufruendo di motori tecnologicamente molto più avanzati ed anche molto più potenti? In altri termini, muovere un moderno sportfisherman a velocità e potenza disponibile incrementate, costa proporzionalmente meno rispetto al passato? I motori Cummins VTA-903-M sono dei tradizionali turbodiesel V8 a precamera (iniezione indiretta) con aftercooler, della cilindrata di 14,8 litri. Oggigiorno, siamo abituati a vedere installati motori con potenza unitaria doppia su barche simili all’ Hatteras 46 in foto. Il fatto è che i consumi, mediamente Un esempio su tutti, i consumi di un attuale Hatteras 45 GTX motorizzato con 2x1136cv Caterpillar C-18 Acert: Alla luce di questa tabella, non posso esimermi dal far notare i seguenti punti: A parità di velocità, l’Hatteras 45 GTX consuma esattamente il doppio rispetto al vetusto 46 Convertible (posizionandoci tra il dato dei 1500 rpm e quello dei 1750 rpm per individuare presumibilmente la velocità di crociera della prima); Altra considerazione, la velocità del vecchio 46 Convertible rientra esattamente nel range di maggior efficienza del moderno 45 GTX, che mantiene una percorrenza di 0,4 mpg tra i 1250 rpm ed i 2000 rpm;…