barche a motore

Bimini Marine 245 SX: il mini-express che non ti aspetti

Bimini Marine, piccolo cantiere costruttore del New Jersey, ha avuto l’audacia ed il merito di scommettere su un modello di barca ormai antieconomico ma estremamente rispettoso dei dettami dello sport fisherman. Il Bimini 245 SX è un concentrato di marinità, flessibilità, affidabilità ed autonomia. Vediamo perché: E’ spinto da due motori entrobordo in linea d’asse; Ha una larghezza massima di m. 2,45, che la fa rientrare nella piena carrellabilità; Ha una riserva di carburante di 530 litri, che le garantisce un’autonomia di quasi 500 miglia (*con motori diesel; **90% della capienza totale) Costruzione solida in laminato pieno di vetroresina; Ricovero sottocoperta; Zona guida ben riparata. Quanto alle motorizzazioni, la proposta di Bimini Marine rispecchiava quella di Topaz Yachts quando quest’ultima produceva l’originale 24 Express. Si spaziava dalle motorizzazioni a gasolio (2×110 Volvo Penta o 2×125 Yanmar), a quelle a benzina (2×145 Volvo Penta o 2×150 Mercruiser). Con qualsiasi delle opzioni propulsive scelte, comunque, l’autonomia a velocità di crociera non è mai inferiore alle 360 miglia nautiche (calcolata sul 90% della capienza totale), un traguardo che ben poche barche da pesca odierne del medesimo segmento raggiungono, sebbene queste abbiano a disposizione motorizzazioni moderne e, in linea teorica, più efficienti e parche nei consumi. Per quanto riguarda dimensioni e pesi, siamo di fronte ad uno scafo lungo 7,40 m e largo 2,45 m, il che lo rende facilmente trasportabile su carrello opportunamente dimensionato per sorreggere un dislocamento che, in ordine di marcia, supera le tre tonnellate. Il pozzetto è ampio e protettivo, avendo una superficie calpestabile di m 2,10 x 2,00 ed una falchetta dall’altezza media di 65 cm Non esiste, sul mercato americano, un altro express fisherman entro i venticinque piedi con due motori entrobordo in linea d’asse, per cui il Bimini Marine 245 SX fa categoria a sé stante. La…


Diesel, benzina o… GNL!

La corsa alle soluzioni più ecologiche per l’umana mobilità -sia per terra che per mare- sta contaminando positivamente anche l’ambito nautico. Gli studi in merito ad una alimentazione alternativa ai combustibili fossili più diffusi (benzina e gasolio) dei grandi mercantili e delle navi sono ad uno stadio più che avanzato, tant’è che Isla Bella, la prima nave alimentata a Gas Naturale Liquefatto  è stata varata a settembre 2015. A ruota, si sono succedute altre riconversioni di progetti navali sia da carico che da trasporto di persone e da crociera, che dapprima erano nati con propulsione tradizionale. Oggi anche Costa Crociere ha nella sua flotta la Costa Smeralda, la prima nave da crociera alimentata a GNL. Dal settore navale bisogna migrare a quello agricolo per ritrovare l’alimentazione a GNL su motori a combustione interna di potenza più adatta al diporto privato. Infatti è F.P.T. che ha varato i progetti e conseguentemente la produzione dei Cursor 13 NG, alimentati a gas naturale liquefatto, per mezzi agricoli ed industriali. Il motore in questione è un 13 litri di cilindrata ed offre una potenza di 460cv e, soprattutto, una coppia motrice di 2.000 Nm. I medesimi numeri offrono i corrispettivi di Scania (OC13 101) e Volvo (il G13 460). I vantaggi di questi propulsori, rispetto ai corrispondenti a gasolio, sono: Emissioni inquinanti ridottissime, soprattutto per quanto riguarda i livelli di zolfo, particolato (-98%) e NOx (-48%); Maggiore silenziosità Consumi inferiori del 15% Stando, poi, alle vigenti normative varate dalla International Maritime Organization -le IMO Tier III- che costringeranno i motori a gasolio a veder installati gruppi filtranti selettivi ad urea per poter osservare gli stringenti requisiti in termini di emissioni di PM10, i motori alimentati a GNL ne trarranno immediato vantaggio poiché non necessitano del filtro ad AdBlue. Su questo argomento vedi il seguente post…


Salone Nautico di Genova 2020 e covid: gli effetti

La sessantesima edizione del Salone Nautico Internazionale di Genova si è svolta sotto l’egida e la mannaia del DPCM del 7 settembre 2020. I risultati: ingressi ridotti al trenta percento della capienza totale della Fiera di Genova, misure igienico-sanitarie di rito strettamente osservate, ed un numero su tutti: 71.168 Questo il numero fatidico, indicatore del polso del settore nautico, altrimenti defunto qualora fosse stato ottenuto in condizioni di libera circolazione e senza le limitazioni dovute alle necessarie misure di contenimento dei contagi da covid-19. Di fatto, parliamo dell’abbattimento di oltre il sessanta percento dei visitatori conteggiati alla fine della cinquantanovesima edizione del Salone Nautico (CLICCA QUI), che indicò una cifra comunque superiore ai 188.000 biglietti obliterati ai tornelli di accesso. Se può consolare, la Fiera di Genova può vantare il primato per la correttezza e la perfetta regolarità di svolgimento dell’evento, proprio con riguardo alle forti limitazioni ed i presidi che l’attuale stato di emergenza (non dimentichiamolo, ci siamo fatalmente ancora dentro, ndr) impongono, soprattutto in occasione di manifestazioni di portata internazionale e, come tali, suscettibili di volumi di affluenza che spesso e volentieri si discostano abbondantemente dalle previsioni. Andando al nocciolo della questione, com’era lecito attendersi non vi erano novità rispetto ai fisherman americani già esposti lo scorso anno, complici il lockdown, ma anche la contingenza dei super-dazi USA sulle importazioni. Se ci aggiungiamo, poi, il tasso di cambio EURUSD che, sebbene abbia recuperato terreno rispetto agli scorsi sei mesi, si attesta sempre su valori ben lontani da quelli del lontano 2007, quando importai il BabyMadeira al surreale cambio di 1,59! Per quanto riguarda la presenza di fisherman vi rimando -e MI rimando- al numero di novembre di Pesca in Mare, in cui verranno enumerate le barche da pesca esposte nel corso del 60° Salone Nautico di Genova. I numeri,…


Cambiare i motori su un fisherman datato: quando e come?

Cari amici pescasportivi, come di consueto Vi rimetto la scansione a colori dell’articolo in formato integrale che ho scritto per la rivista Pesca in Mare, numero di Settembre 2020. Per chi non avesse fatto in tempo ad accaparrarsi una copia del numero di Settembre in edicola, sarà utile scaricarlo CLICCANDO QUI Stavolta parliamo di rimotorizzazioni, di come e quando ricorrervi in relazione al tipo ed all’età della barca, nonché alle sue caratteristiche progettuali. Nella speranza che questo articolo possa esservi torni utile, colgo l’occasione per ricordare che il libro Fisherman Americani per il periodo del 60° Salone Nautico di Genova sarà disponibile al prezzo speciale, inclusa spedizione, di Euro 29,00 Ecco il link per acquistarlo a prezzo scontato: CLICCA QUI   A presto e buon mare, Benedetto Rutigliano Autore di Fisherman Americani (anche eBook) Autore di “Le 11 buone ragioni per NON comprare una barca (ed una per farlo)” Autore di “La Barca da Pesca Perfetta- Guida sintetica” Scrittore per la rivista Pesca in Mare FISHERMANAMERICANI Podcast


Un fisherman da… copertina!

Dall’America arriva il fisherman, e dall’America giungono anche le varianti sul tema, come sempre. Poi, a ruota, l’Europa segue e reinterpreta in alcuni casi, in base alle propensioni ed alle esigenze “nostrane”. Non che in questo articolo si parli di una premiére assoluta nel campo delle barche da pesca, ma per lo meno di un modello che arricchisce una nicchia che negli ultimi due anni sta prendendo particolarmente piede anche tra i diportisti meno avvezzi alle “estremizzazioni” cui i fisherman duri e puri costringono ad accettare. Chi si trovasse a leggere su questo sito, d’altronde, probabilmente cerca proprio il mezzo senza compromessi, ed è proprio per tale motivo che oggi scelgo di scrivere dell’entry level attuale di Hatteras Yachts: il 45 GTX Un fisherman che definire express è troppo poco, ma definire salon express è eccessivo: personalmente riesumerei una formula desueta, tanto che occorrerebbe andare a scavare tra le pagine delle brochures di certi fast commuter e maine boats di alta gamma di qualche decennio fa, per ritrovarla associata ad una imbarcazione: l’ Hatteras 45 GTX è un sedan express sportfisherman a tutti gli effetti: pozzetto da fisherman purosangue; pontatura prodiera ampia e sgombra; quadrato protetto su tre lati da sovrastruttura solidale allo scafo. Curiosità: una foto di questa barca è stata usata come sfondo della copertina del libro Fisherman Americani, e questo la dice lunga sulla considerazione che ho di questo modello made by Hatteras! Il pozzetto è il surrogato della migliore tradizione yankee: murate larghe e basse in rapporto alla stazza ed alle dimensioni dello scafo, tuna door a doppio battente per consentire di condurre il combattimento fino alla fine facendo affidamento su una linea di murata ininterrotta, ma allo stesso tempo essendo pronti per l’imbarco. Qui la zona che per antonomasia è riservata al “lavoro sporco” è…


Center console: l’evoluzione firmata Regal

Da anni ormai assistiamo al fenomeno del gigantismo dei center console, con proposte di serie che arrivano e sforano i sessantacinque piedi (vedi HCB Estrella 65). Tuttavia, a patto di non salire a bordo di questi veri e propri panfili, l’abitabilità sottocoperta è sempre scarsa o quantomeno non proporzionata alla stazza di tali scafi, proprio perché continuano a rispettare i dettami del center console classico. Oggi la novità che a mio parere lascerà il segno, anche nei listini di molti altri cantieri costruttori, viene da un brand che nulla ha mai avuto a che fare con il mondo dei fisherman: oggi vi scrivo di Regal e del suo nuovo 38 SAV Regal Marine Industries è un cantiere americano di quarantennale esperienza nel campo del day & coastal crusing, ma mai prima di oggi lo avevamo visto impegnato in mezzi “sportfishing friendly”. Il nuovo 38 SAV riunisce diverse peculiarità in una unica imbarcazione: Attitudine alla pesca sportiva; Predisposizione ad attività di diving; Abitabilità da day cruiser; Vivibilità della coperta prodiera paragonabile ai grandi dual console. Gli scettici troveranno questo mix poco lucido da parte di un cantiere che, invece, ha secondo me colto nel segno: andare incontro a coloro che, pur desiderando la possibilità di pernottare a bordo, amano la godibilità dei layout aperti poiché utilizzano la barca prettamente durante le stagioni calde. Analizzando la barca a cominciare da estrema poppa, si nota la conformazione con bracket integrato, affiancato ai lati esterni da due plancette di poppa, ognuna delle quali è servita da un varco utile per salpare prede, per l’imbarco e sbarco di equipaggio e provviste, ma anche per il fissaggio di una eventuale passerella. entrambe le plancette sporgono quasi a filo delle calandre dei tre Yamaha F300, consentendo la gestione delle ultime fasi del combattimento senza pericolo di stuccare le…


Questione di grip: l’articolo su Pesca in Mare di giugno

Cari amici, come ormai di consueto, anche nel numero di Giugno 2020 è presente il mio contributo alla rivista cartacea Pesca in Mare. Nella rubrica Pesca&Nautica, questo mese parlo di: QUESTIONE DI GRIP: MATERIALI PER IL PAGLIOLO DELLA BARCA Qualora vi foste persi il numero di Pesca in Mare di Giugno 2020, vi rimetto il file pdf consultabile gratuitamente cliccando qui sotto: SCARICA QUI L’INTERO ARTICOLO A presto e Buon Mare, Benedetto Rutigliano Perito Nautico, iscrizione n.1502 al Ruolo dei Periti ed Esperti Nautici della CCIAA di Bari Autore di Fisherman Americani (anche eBook) Autore di “Le 11 buone ragioni per NON comprare una barca (ed una per farlo)” Autore di “La Barca da Pesca Perfetta- Guida sintetica” eBook Scrittore per la rivista Pesca in Mare FISHERMANAMERICANI Podcast


Come acquistare un fisherman usato in Italia

Nei miei articoli mi occupo quasi sempre di tecnica e molto poco di mercato. In questo nuovo articolo voglio fare qualche considerazione su un mercato che può offrire ottime occasioni, ma solo se affrontato con esperienza ed oculatezza. Il mercato dell’usato nautico italiano non è dei più semplici per chi acquista, per due fondamentali motivi: L’importazione di fisherman americani nuovi è praticamente fermo da circa dieci anni, complice un tasso di cambio Eur/Usd sfavorevole; Per il motivo suindicato, le barche da pesca statunitensi in vendita in Italia sono spesso già passate di mano più di una volta. Cosa c’è di male nell’acquistare una barca con più di un proprietario precedente? Assolutamente nulla. Io stesso ne ho acquistate ed usate per anni con grande soddisfazione, e ne parlo più volte nel mio libro Fisherman Americani. Per mia deformazione professionale, tuttavia, tendo sempre a cercare di ricostruire con la maggior meticolosità possibile il passato di una barca, prima di acquistarla o farla acquistare ad un mio cliente. Qui entra in gioco il fattore “proprietari precedenti”: più ce ne sono, più difficile ed articolato sarà ricostruire a ritroso la storia della barca. Considerando anche che, spesso, la documentazione a supporto di ciò che il proprietario corrente ci racconta sulla barca è lacunosa quando non assente del tutto, è ben comprensibile come la scelta debba esser fatta con i piedi di piombo. Per i motivi suddetti, il mercato delle imbarcazioni usate in Italia (parlo di questo perché lo conosco meglio di altri mercati) va affrontato con: Passione Prudenza Obiettività –> Se viene meno la passione, si finisce per acquistare una barca senza anima, che non sentirete mai vostra, sulla quale vi arrovellerete nel cercare di adattarla alle vostre esigenze. Quanto sto per dire è paradossale, ma la buona convivenza tra l’armatore e la propria…


Evinrude chiude i battenti

Un triste dejavu che ci riporta al 2000, quando Evinrude, sotto egida OMC, fu sull’orlo della bancarotta. Poi arrivò Bombardier, che ne rilevò marchi e strutture, e riconsegnò Evinrude a nuova vita, sempre perseguendo la tecnologia dei due tempi, in antagonismo con un mercato che spingeva sempre più verso il quattro. “The biggest challenge is we’re the different guys” Questo disse Nando Zucchi,  all’epoca vicepresidente di BRP, quando presentò i progetti che, in un’unica linea di sviluppo, passò dai primi Ficht, ai Ficht-Ram, ai D.I. fino agli E-Tec ed agli ultimi E-Tec G2, davvero prodigiosi per coppia motrice e rapporto consumi/prestazioni. Ole Evinrude nel 1909 INVENTO’ il motore marino fuoribordo. Dopo venti anni, la fusione con Johnson Motors, che ha portato il marchio ed il know-how Evinrude, tra vicissitudini societarie e finanziarie positive e negative, ai giorni nostri. Evinrude paga lo scotto di non seguire il gregge, di rincorrere e ripercorrere due sogni: quello di essere leader in una nicchia ben definita; quello di dimostrare, normativa dopo normativa, di poter rispettare ed eccedere i requisiti antinquinamento sempre più stringenti a livello mondiale. In questo ci è riuscita alla grande, ma spesso, quando la passione prevale sul freddo denaro, ci si lascia le penne. A mio parere la tecnologia G2 è troppo avanti con i tempi, pur essendo figlia di un’architettura di motore ormai abbandonata. Un motore a due tempi che entro gli 800 giri/min non consuma olio, che mantiene regimi di 550 giri/min senza il minimo ingolfamento tipico dei vecchi 2T, che richiede intervalli di manutenzione più che doppi rispetto ai moderni 4T, ha costi di acquisto praticamente livellati a questi ultimi, rende la scelta del diportista spesso istintiva ed automatica per il quattro tempi. Tuttavia, come a più riprese spiegato sul libro Fisherman Americani, nonché sugli articoli di sito…


La scia perfetta: fisherman che vai, scia che trovi.

Una scia può raccontare molto di una barca. Nella scia, infatti, si concentrano i risultati di: assetto ripartizione dei pesi inclinazione dell’asse di spinta correttezza dell’installazione di eventuali appendici L’assetto di una imbarcazione può essere congenitamente influenzato, oppure corretto a posteriori. Uso analizzare la scia di una barca, soprattutto se fisherman, sia in dislocamento (velocità di traina veloce, sui 7 nodi circa), sia a velocità di crociera. E’ molto importante avere in scia settori di acqua chiara e senza turbolenze, canali preziosi che potremmo sfruttare per filare esche di superficie che, a loro volta, generano una propria scia, come ad esempio bubble-jet o kona, finanche i teaser (per chi ne fa uso). Non a caso, vige la regola della “quarta onda” nel caso di utilizzo delle esche appena citate, e la necessità è quella di trovare proprio l’acqua limpida, che normalmente si trova dopo la quarta onda di dislocamento. Se la scia è pulita, la si ritroverà ovviamente prima. Per questi argomenti è vivamente consigliata la lettura di Fisherman Americani e de La Barca da Pesca Perfetta Ebbene, una scia limpida in traina è il risultato di: profondità delle eliche dal pelo d’acqua, nonché del loro diametro e passo: più importante è l’elica, meno giri al minuto dovrà compiere per muovere lo scafo ad una data velocità. Non a caso i fisherman che offrono scie più indicate per la traina -soprattutto quella d’altura- sono quelli motorizzati entrobordo in linea d’asse, dove le eliche sono di dimensioni più grandi e rispetto ad un qualsiasi fuoribordo, per via della maggior coppia motrice dei turbodiesel rispetto a questi. Ma principalmente la pulizia della scia è, in questo caso, imputabile alla profondità alla quale tali eliche evolvono, profondità -a parità di scafo- quasi di un buon 30% maggiore rispetto all’asse portaelica di un qualsiasi…