Salone Nautico di Genova 2020 e covid: gli effetti

La sessantesima edizione del Salone Nautico Internazionale di Genova si è svolta sotto l’egida e la mannaia del DPCM del 7 settembre 2020.

I risultati: ingressi ridotti al trenta percento della capienza totale della Fiera di Genova, misure igienico-sanitarie di rito strettamente osservate, ed un numero su tutti:

71.168

Questo il numero fatidico, indicatore del polso del settore nautico, altrimenti defunto qualora fosse stato ottenuto in condizioni di libera circolazione e senza le limitazioni dovute alle necessarie misure di contenimento dei contagi da covid-19.

Di fatto, parliamo dell’abbattimento di oltre il sessanta percento dei visitatori conteggiati alla fine della cinquantanovesima edizione del Salone Nautico (CLICCA QUI), che indicò una cifra comunque superiore ai 188.000 biglietti obliterati ai tornelli di accesso.

Se può consolare, la Fiera di Genova può vantare il primato per la correttezza e la perfetta regolarità di svolgimento dell’evento, proprio con riguardo alle forti limitazioni ed i presidi che l’attuale stato di emergenza (non dimentichiamolo, ci siamo fatalmente ancora dentro, ndr) impongono, soprattutto in occasione di manifestazioni di portata internazionale e, come tali, suscettibili di volumi di affluenza che spesso e volentieri si discostano abbondantemente dalle previsioni.

Andando al nocciolo della questione, com’era lecito attendersi non vi erano novità rispetto ai fisherman americani già esposti lo scorso anno, complici il lockdown, ma anche la contingenza dei super-dazi USA sulle importazioni. Se ci aggiungiamo, poi, il tasso di cambio EURUSD che, sebbene abbia recuperato terreno rispetto agli scorsi sei mesi, si attesta sempre su valori ben lontani da quelli del lontano 2007, quando importai il BabyMadeira al surreale cambio di 1,59!

Per quanto riguarda la presenza di fisherman vi rimando -e MI rimando- al numero di novembre di Pesca in Mare, in cui verranno enumerate le barche da pesca esposte nel corso del 60° Salone Nautico di Genova.

I numeri, c’è da dire, parlano chiaro: dopo un profondo rosso durato un decennio o quasi, la nautica nazionale sta conoscendo un trend di progressiva ripresa che dura da cinque anni.

Ecco la successione delle performance degli ultimi 5 anni del comparto nautico italiano:

+17%, +19%, +13%, +10%, +12%

Come giustamente fa notare un mio lettore sulla pagina Facebook di Fisherman Americani:

E’ d’altronde vero che la nautica nel nostro Paese non riceve considerazione degna dei suoi 7.500 chilometri di coste da ormai più di dieci anni.

Un fatto è certo: la nautica da diporto italiana ha, a mio parere, un ENORME POTENZIALE INESPRESSO e, semmai un giorno vi si fosse anche solo l’intenzione di un qualche ipotetico governo di dedicarvici tempo e finanze, questa potrebbe essere una delle molle per far ripartire il Bel Paese.

Nel frattempo, speriamo, navighiamo e, se possibile, amiamo un po’ di più l’Italia, sebbene a volte sembri non ricambiarci.

Buon Mare,

Benedetto Rutigliano
Autore di Fisherman Americani (anche eBook)
Autore di “Le 11 buone ragioni per NON comprare una barca (ed una per farlo)”
Autore di “La Barca da Pesca Perfetta- Guida sintetica”
Scrittore per la rivista Pesca in Mare
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