Barche da pesca e volumi sottocoperta: la metamorfosi

Un tempo la cabina non era un privilegio per pochi eletti. C’erano i cuddy cabin, i walkaround, i cuddy console, tutte tipologie di fisherman che partivano sin dai venti piedi di lunghezza di scafo, ed in alcuni casi addirittura meno.

La cabina su queste barche non era di certo concepita come un’area da vivere trascorrendovi lunghe crociere, ma per lo più come vano di stivaggio di attrezzature da pesca, che altrimenti sarebbero state destinate alla spola casa-barca-casa ogni qual volta si desiderasse uscire in barca. Il più delle volte questi piccoli volumi ricavati sotto la pontatura prodiera ospitavano una cuccetta a V con una toilette a scomparsa.  Insomma, lo stretto necessario per un rifugio dal maltempo, un cambio di vestiti o per una urgenza fisiologica.

L’avvento dei moderni center console, che hanno subìto cure steroidee quanto a dimensioni, hanno consentito di ricavare un piccolo vano in console ad uso toilette, ma la loro inarrestabile ascesa ha eroso pesantemente lo spazio che prima era destinato ai walkaround nelle linee produttive dei cantieri nautici.

Le ragioni? Proviamo ad enumerarne alcune:

  • Propensione della clientela a scegliere barche che, a parità di dimensioni di scafo, offrano ampia superficie calpestabile su un unico livello;
  • Maggiore indipendenza “percepita”, che consente di pensare di poter uscire all’occorrenza, anche in solitaria, con meno problemi di gestione delle fasi di ancoraggio ed ormeggio;
  • Maggior contatto con l’azione di pesca e le attrezzature rispetto ad una barca con zona guida isolata o comunque “avvolta” in un parabrezza (vd walkaround).

L’elenco potrebbe continuare ma dovrei forzare un po’ la mano, perché per la verità quello del center console è il tipico caso in cui il mercato veicola le scelte e non viceversa.

In soldoni, questo passa il convento, ed esagero volutamente con questa espressione perché personalmente amo il walkaround e noto che, se dovessi vendere il mio attuale Seaswirl Striper 2101, non avrei scelta*, o quasi, esclusi i due marchi di riferimento.

*Ed essendo un nostalgico delle radici dello sportfisherman… una buona parte del libro Fisherman Americani è dedicata a questi tipi di layout, a beneficio di chi decida di acquistare una barca da pesca usata con tali caratteristiche.

Tutti i layout che prevedono un ricovero sottocoperta, nel range tra i venti ed i ventotto piedi, sono pressoché spariti dai listini dei principali costruttori di fisherman made in U.S.A.

Il contraltare a questa estinzione dei walkaround e cuddy cabin, è una diffusione a macchia di leopardo di modelli pilothouse o sedan express, con zona guida protetta da strutture fisse in vetroresina e cristallo.

Alcuni esempi? Boston Whaler, Hatteras, Viking, Tiara, Henriques, oltre a molti costruttori custom come Gilman, Gillikin, Jersey Cape, Winter, Jarrett Bay e sicuramente altri che al momento mi sfuggono o di cui non sono a conoscenza. Ci sono poi i casi non-U.S.A., come Riviera e Caribbean, ad esempio.

Il ponte di guida del nuovo Boston Whaler 405 Conquest. Dell’impostazione dei vecchi Conquest resta ben poco.

A questo trend che denota apparente confusione del mercato, si aggiunge la galoppante rivincita dei dual console.

Dunque, assistiamo, da un lato, allo spostamento verso l’alto del “privilegio” dell’area sottocoperta, ma con la tendenza ad aumentarne addirittura le volumetrie rispetto agli express puri, a partire dai trentotto-quaranta piedi in su; dall’altro, allo svuotamento delle pontature prodiere con i dual console, ove ora troviamo comodi divani e… cabine compresse al di sotto del calpestio!

La “pilotinizzazione” del fisherman può avere dei vantaggi, soprattutto per l’utenza Europea ed italiana in particolare, abituata ad utilizzare la barca durante tutto l’arco dell’anno. Pensate a quanto meno disagio economico e fisico comporti l’avere una sovrastruttura fissa ed ermetica sul ponte comandi, in luogo dei tendalini avvolgibili che, giocoforza, periodicamente necessiteranno di sostituzione. C’è chi, come me, ama avere la possibilità di trasformare la propria barca in una cabriolet, ma chi certamente apprezzerà il comfort della pilothouse durante il periodo invernale.

Il surrogato perfetto delle moderne tendenze del fisherman: pilothouse e pontatura dual console, con cabina by Southport.

Le dinamiche che portano il mercato nautico a stabilizzarsi verso una offerta di prodotti ed i tempi necessari sono notevoli, sebbene proprio la filiera della nautica da diporto sia in costante evoluzione ancor più di altri settori voluttuari.

Se così non fosse, saremmo dinanzi ad una fase schizofrenica del mercato nautico, ed è quello che l’utente detesta, se non altro per la fondata angoscia di acquistare una barca che, di lì a pochi anni, non abbia più appeal e, di conseguenza, appetibilità per una futura rivendita!

Buon Mare,

Benedetto Rutigliano
Autore di Fisherman Americani (anche eBook)
Autore di “Le 11 buone ragioni per NON comprare una barca (ed una per farlo)”
Autore di “La Barca da Pesca Perfetta- Guida sintetica”
Scrittore per la rivista Pesca in Mare
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