Walk Around: flessibilità per pesca e famiglia

Una tipologia  di fisherman americano divenuto ormai un’icona della produzione U.S.A. è a mio parere la soluzione di miglior compromesso tra abitabilità interna e fruibilità degli spazi esterni per il pescasportivo che, tuttavia, non voglia rinunciare alla possibilità di un rifugio in caso di cattivo tempo, quando non di un vero e proprio pernottamento a bordo con la famiglia. (d’altronde, chi ha già letto il libro Fisherman Americani, già conosce la mia personale predilezione per questo layout) L’elemento caratterizzante, che conferisce anche la denominazione a questo tipico fisherman americano è il passavanti, che consente di percorrere agevolmente e senza intralci tutto il perimetro interno della barca, dall’inizio della sovrastruttura della tuga fino ad estrema prua, virtù che diviene fondamentale in fase di pesca; per giunta tale caratteristica è particolarmente apprezzata anche da una fascia di diportisti per i quali la pesca sportiva non è d’interesse preminente quando prendono il largo, ma cercano sicurezza a bordo ed indipendenza nelle operazioni di governo e di ormeggio. Per la verità, il mercato attuale non offre molte barche con il passavanti tipico del walkaround, poiché penalizza l’abitabilità del sottocoperta, requisito sempre più richiesto dai diportisti. E’ riscontrabile, infatti, la tendenza ad “incassare” meno il passavanti, per ottenere un passaggio a prua dalla profondità poco più che accennata, a metà strada tra un walkaround puro ed un express: Tornando alla ragione per la quale siete capitati sul mio sito web, la ricerca della barca per la pesca sportiva, l’eventuale sedia da combattimento o il trespolo saranno disposti preferibilmente sulla tuga prodiera, quest’ultima rialzata rispetto alla linea di falchetta, per aumentare l’altezza sottocoperta. Questo perché la stragrande maggioranza dei moderni W.A. sono motorizzati fuoribordo e, pertanto, talmente ingombrati sullo specchio di poppa da non permettervi la gestione di lenze sotto tensione. Tali delicate operazioni, quindi, andranno…


Vuoi comprare un fisherman americano ? occhio al cambio

L’incertezza insita nel cambio valutario ti ha sempre tenuto lontano dall’idea di importare il tuo fisherman americano? PERCHÉ NON CONSIDERARE CIÒ COME UN’OPPORTUNITÀ DI RISPARMIO? Se fino a pochi mesi fa era antieconomico pensare all’importazione in USD, in questi giorni si sta assistendo a una rivalutazione della valuta europea su quella americana, ragion per cui valutare di acquistare una barca usata dagli Stati Uniti d’America sta diventando una soluzione sempre più appetibile, con il cambio Euro/Dollaro a quasi 1.20 Occhio al mese di Agosto, storicamente foriero di sorprese sul fronte dei cambi per le settimane a venire, e considerate che, in tempi in cui la presenza di cantieri americani nei maggiori Saloni di settore Europei (Genova docet) è poco nutrita da ormai più di un lustro, piazzare sul territorio una imbarcazione seppur usata, può essere un’occasione di marketing gratuito per gli operatori d’oltreoceano. Dunque, per l’acquirente due grossi vantaggi che si riflettono sul potere contrattuale: 1. uno legato al cambio euro/dollaro sempre più vantaggioso 2. l’altro insito nel grande interesse, per il venditore d’oltreoceano, a “piazzare” un prodotto USA su un mercato quasi sfornito di proposte “Made in USA” da ormai diversi anni. Buona ricerca! Dr. Benedetto Rutigliano Autore di Fisherman Americani Autore di“Le 11 buone ragioni per NON comprare una barca (ed una per farlo)” Autore di“La Barca da Pesca Perfetta- Guida sintetica” eBook Scrittore per la rivista Pesca in Mare


I miti da sfatare sui fisherman

Quante volte hai sentito consigliarti tra una chiacchiera da bar e l’altra: “scegli il motore diesel e risparmi un sacco di soldi”, oppure “io consumo cinque litri di gasolio in una uscita”.. Ti sei mai chiesto quanta esperienza abbia avuto il primo in fatto di barche, o quante miglia percorra in un’uscita il secondo, con quei cinque litri? Qui ci sarebbe da scrivere della letteratura dedicata in merito, ma in questa sede mi limiterò a suscitare poche ma FONDAMENTALI RIFLESSIONI SULLA SCELTA DEI MOTORI PER IL TUO FISHERMAN AMERICANO. Oggi accenno brevemente sui luoghi comuni che inquinano le nostre scelte in materia di motorizzazioni e trasmissioni della nostra nuova imbarcazione. Spesso a regime maggiore corrisponde un consumo minore.  E’ prassi comune navigare a regimi medio-bassi nella convinzione di limitare i consumi, cosa non affatto scontata perché l’abbattimento dei consumi dipende dalle linee d’acqua della carena, dall’assetto che a sua volta è influenzato dalla distribuzione dei pesi a bordo, e… dalla velocità stessa! Una carena che naviga cabrata (eccessivamente appoppata) a un regime di X giri/min indica una propulsività non ottimale e, di conseguenza, inefficienza nei consumi.Un marginale incremento di anche soli 100 giri/min potrebbe magari far guadagnare 3-4 nodi, mantenendo identico il consumo orario… Il risultato sarebbe che il consumo in litri/miglio migliorerebbe notevolmente. Inoltre, specificamente il motore diesel è nato per lavorare con indici di carico elevati, approssimativamente tra il 75% e il 90% del regime massimo.   Navigare per tre ore al 50% del carico massimo nella convinzione di tener bassi i consumi, significa porre solide basi per una prossima, ESOSA AVARIA.   La temperatura e la pressione dei gas di scarico di ricircolo, infatti, non raggiungono valori tali da far lavorare correttamente la turbina, e inoltre la combustione tendenzialmente ancor più incompleta ai regimi intermedi, provoca l’imbrattamento…


Quale motorizzazione per il tuo fisherman americano?

WARNING: Questo argomento potrà avere l’effetto di allontanarti definitivamente dall’idea di acquistare una barca… Intercooler, anodi sacrificali, iniettori, pompa carburante, filtri separatori, cuffie, parastrappi, pompa dell’acqua, invertitori, trolling valve, candele, alberini, eliche, assi… che caos, vero? La scelta del tipo di motorizzazione più adatta all’impiego che del nostro fisherman faremo, piccolo o grande esso sia, dipende da molteplici fattori: . Ore di moto annue previste . Genere di utilizzo (pesca sportiva, crociera, diporto costiero) . Velocità desiderata 1.DIESEL o BENZINA? Il numero approssimativo di ore di moto annue dovrà essere la discriminante principe che orienterà la scelta su uno specifico tipo di motorizzazione e trasmissione. Personalmente consiglio di rimanere su motori a benzina se non si superano le 250-300 h di moto a stagione, poiché la manutenzione che i moderni turbodiesel richiedono è esosa, anche e soprattutto nel caso in cui si faccia poco mare, per cui ammortizzare tale costo richiede che esso sia spalmato su un consistente numero di ore, tali da giustificare la differenza di spesa rispetto a un più semplice motore aspirato a benzina. Oltre tale limite di utilizzo, la differenza nei consumi di carburante comincia a render ragione della scelta più “parca”.      ATTENZIONE!! L’errore più ricorrente tra i diportisti è quello di orientarsi sulla motorizzazione che “consuma meno”, trascurando di star valutando solo il costo immediato del semplice utilizzo dell’imbarcazione, e non anche quello dei tagliandi. Paradossalmente, un diesel che lavora poco è più soggetto ad avarie rispetto a un benzina altrettanto poco utilizzato(!!), soprattutto perché il più delle volte il primo lavora non solo poco, ma anche male!   2.PESCA o CROCIERA? Un’imbarcazione acquistata prettamente per la pesca sportiva deve avere peculiarità specifiche non solo dal punto di vista dello scafo e dell’attrezzatura di coperta, ma anche della motorizzazione. Se fate crociera, a…