Nuovo articolo su Pesca in Mare di Febbraio!

Eccoci con l’ormai consueto appuntamento con gli articoli mensili della rubrica Pesca e Nautica della rivista Pesca in Mare. Questo mese parliamo di  POSTAZIONI DI GUIDA RIALZATE PUOI SCARICARE IL FILE PDF PER LEGGERLO CON CALMA CLICCANDO QUI Buona lettura e Buon Mare! Dr. Benedetto Rutigliano Autore del libro Fisherman Americani Autore del libro Le 11 buone ragioni per NON comprare una barca (ed una per farlo) Autore dell’eBook La Barca da Pesca Perfetta Scrittore per la rivista Pesca in Mare FISHERMAN AMERICANI Podcast su iTunes e su Spreaker


Ombrinali di scarico: sono tutti uguali?

Quando si visiona una barca, nuova od usata essa sia, spesso l’occhio non cade su determinati punti cruciali. – Molti di questi dettagli definiscono il livello qualitativo della barca e la durata delle sue componenti nel tempo. – Gli ombrinali di scarico sono uno dei componenti cruciali di una barca, in quanto attraversano l’intera sezione dello scafo dall’interno all’esterno. – 🔴Ombrinali in nylon saranno pure esenti da problemi derivanti dalle correnti galvaniche, ma la loro economicità è pari solo alla loro “biodegradabilità”… – 🔵Gli ombrinali in bronzo cromato hanno un grado di protezione dalla corrosione galvanica importante, data la nobiltà del materiale di cui sono fatti, ma comunque necessiteranno di schermatura da questa per via del contatto con altri metalli (soprattutto acciaio inox): si pensi alle fascette di sicurezza che assicurano i tubi agli scarichi, per esempio. La cromatura è un trattamento molto usuale sugli ombrinali in bronzo, che evita le caratteristiche infiorescenze verdognole di questo metallo a contatto con il salmastro, ma essa viene applicata anche per finalità puramente estetiche. ✅Gli Ombrinali in acciaio inox AISI 316L sono la soluzione spesso definitiva, in quanto oltre alla più elevata nobiltà galvanica, tale lega metallica è anche quella che conserva con la più duratura lucentezza (a patto che si tratti di acciaio della composizione sopraindicata…) – ⚠️Ciononostante, l’ossido non risparmia nessuno: una buona dose di pasta pulente e di olio di gomito, a fine stagione, sarà utile per evitare ristagni di ossido attorno alla cornice degli ombrinali che possono tingere il gelcoat. – Inoltre, un passaggio attraverso lo scafo come un ombrinale, se non ben montato e sigillato, può favorire l’intrusione di umidità negli strati di vetroresina o del sandwich, in base a come lo scafo sia costruito, che può ingenerare gravi fenomeni di osmosi indotta. Di questo e di altro  si parla nel…


Navigare con il cattivo tempo: tips & tricks per affrontarlo

Quando si prende il largo per una battuta di pesca non sempre le beneauguranti previsioni ci azzeccano… In tal caso, una barca sicura e protettiva per comandante ed equipaggio farà la differenza tra una esperienza traumatica ed una nella quale il rapporto tra voi e la vostra barca si consoliderà ulteriormente. Inoltre, affrontare condizioni meteomarine avverse (senza andandosele a cercare, ovviamente…) consente di conoscere meglio il proprio fisherman, l’assetto ottimale con il quale affrontare un determinato moto ondoso e cosa potrebbe migliorarlo ulteriormente. Penso a: 1️⃣ Ripartizione dei pesi a bordo; 2️⃣ Posizionamento dei membri dell’equipaggio a bordo durante la navigazione; 3️⃣ Collaudo efficienza tendalini; 4️⃣ Constatazione della tenuta dei punti di stivaggio dell’attrezzatura: in primis portacanne a riposo tipo rocket launchers (io stesso ho perso una canna in navigazione per colpa di un parabordo che urtava contro un portacanne…) Con riguardo al primo punto, soprattutto se la nostra barca è di dimensioni medio-piccole, la disposizione di carichi mobili è fondamentale per non far “spanciare” lo scafo più di tanto con mare di prua. Spesso l’azione dei flaps da sola non è sufficiente a far tenere il tagliamare ben piantato nell’acqua e, pertanto, si renderà necessario spostare attrezzature, ghiacciaie od altri oggetti, verso prua. Ovviamente le zone dov’è più indicato posizionare tali masse dovranno essere provviste di cinghie di ritenuta e/o ganci, che all’uopo potremo pensare di installare noi man mano che prenderemo dimestichezza con il comportamento del nostro fisherman nel mare formato. Sembra scontata, ma la collocazione dei membri dell’equipaggio a bordo non lo è affatto: durante una navigazione impegnativa è fondamentale che ognuno sieda sul proprio sedile o strapuntino che sia e, soprattutto, che I MEMBRI DELL’EQUIPAGGIO NON SI ALZINO E SI SPOSTINO A LORO PIACIMENTO! In barca il comandante da ordini non per delirio di prepotenza, ma…


Come salpi le tue prede?

Nel panorama delle barche da pesca troviamo costruttori che progettano varchi (od impedimenti) che agevolano (o complicano) l’azione di imbarco delle prede. Spesso le dimensioni della barca non consentono di ricavare alcuna apertura. Ancora più spesso, di spazio ce ne sarebbe pure in abbondanza, ma le complicazioni stilistiche a volte generano inutili quanto delicate “porticine”. Di tuna door si era già accennato in uno dei miei primi articoli, ma ora approfondisco altre sfumature di questa tematica. Senza però cadere troppo nel filosofico, valutiamo ciò che il mercato ci offre: 1️⃣Tuna door: il varco classico per l’imbarco ed il trasbordo, consistente in un’apertura incernierata sullo specchio di poppa, che pertanto consente l’introduzione del pesce da poppa a pagliolo nel pozzetto. Sarebbe ottimale se la soglia inferiore del battente sia a filo del pagliolo stesso, in modo da non creare ostacoli al trascinamento della preda a bordo o pericolo ai membri dell’equipaggio che si muovono da e per il pontile. 2️⃣ Side door: soluzione contemporanea, spesso fornita insieme alla tuna door, consiste in un’apertura ricavata in una delle murate laterali del pozzetto. Nasce in primis per agevolare le operazioni tipiche della subacquea (passaggio di attrezzature pesanti come le bombole) ma è una soluzione adottata anche da molti costruttori di grossi center console fuoribordo. In fondo, operare accanto a 3-4 grossi fuoribordo non sempre offre adeguato spazio e sicurezza per le lenze in tensione! Molte altre barche spacciate per fisherman, tuttavia, non offrono che murate alte o sagome dello specchio di poppa alquanto complesse , che di fatto impediscono la piena fruizione della barca nella pesca sportiva, a favore di esercizi di design spesso opinabili. La tuna door di cui alla foto sopra è di una barca blasonata, marchio di cui non faccio nome perché lo scopo dei miei articoli non è il…


CONSIGLI PER GLI ACQUISTI: Portacanne doppio heavy-duty

Di prodotti del genere se ne trovano in gran numero sul web, ma è difficile trovare un portacanne davvero duraturo e “definitivo”. Un po’ perché, a volte, le angolazioni dei tubi di questo genere di portacanne non sono ben studiate, un po’ perché sono fatti con materiali non propriamente compatibili con la spietatezza del mare e del salino. Insomma, se oggi mi è capitato per le mani un oggetto che merita attenzione, sono ben felice di condividere questa “scoperta” con chi mi segue e mi legge. Oggi vi segnalo il breve video che ho postato su YouTube per presentarvi questo portacanne artigianale in acciaio inox AISI-316L (per informazioni su come averli scrivi ad info@fishermanamericani.com): Parliamo di AISI-316L vero e non quel surrogato di ferro e carbonio di provenienza cinese che purtroppo dilaga anche in componenti peculiari, non solo dell’industria nautica. Per maggiori dettagli ed informazioni su come avere questo prodotto artigianale, scrivete ad info@fishermanamericani.com Non dimenticate di leggere i libri Fisherman Americani e il nuovo eBook La Barca da Pesca Perfetta, che sicuramente vi daranno le giuste nozioni per acquistare la vostra prossima barca e ad allestirla al meglio per le vostre esigenze di pescatori sportivi incalliti! Buon Mare, Dr. Benedetto Rutigliano Autore del libro Fisherman Americani Autore del libro Le 11 buone ragioni per NON comprare una barca (ed una per farlo) Autore dell’eBook La Barca da Pesca Perfetta Scrittore per la rivista Pesca in Mare FISHERMAN AMERICANI Podcast su iTunes e su Spreaker


Corrosione galvanica: il tarlo invisibile che mangia la tua barca dal di dentro

La barca è sempre immersa in una trappola elettrica: IL MARE L’acqua salata è un conduttore di corrente elettrica, in cui ogni metallo concorre passivamente alla circolazione di questa energia. La differente “nobiltà” dei metalli espone quelli più in basso nella scala galvanica ad una pericolosa corrosione che può, in breve tempo, mangiare un piede poppiero, un’elica, cablaggi, piastre, supporti ed ogni altro elemento che compone la ferramenta di bordo. Quando acquisti una barca usata è importantissimo capire quali accessori siano stati installati dai proprietari e, soprattutto, COME SONO STATI INSTALLATI. Il pericolo di acquistare una barca con ferramente ridotte a gruviera è concreto e più diffuso di quanto sembri. Per ovviare a questo spesso subdolo problema, i costruttori dotano le proprie barche di ANODI SACRIFICALI. Si tratta di pezzi di metallo applicati strategicamente in vari punti di scafo e motori, per proteggere le parti metalliche dall’aggressione di tale fenomeno elettro-chimico. Tali elementi sono fatti generalmente di zinco, magnesio o leghe di alluminio poco nobili. La durata di un anodo sacrificale dev’essere né troppo breve, né troppo lunga. Un anodo che necessita di sostituzione dopo un paio di settimane indica un carico di “lavoro” eccessivo e pertanto sarà il caso di: Analizzare l’impianto elettrico per eventuali dispersioni che scarichino a massa; Provvedere ad un surdimensionamento di tale anodo, se sono state installate apparecchiature od accessori non di serie sulla barca: in tal caso l’impianto di protezione galvanica di serie potrebbe non essere sufficiente! Ciononostante, tale evenienza potrebbe essere imputabile a fattori esterni, non dipendenti dalla propria barca. La presenza di catenarie abbandonate sul fondale del proprio porto di stazionamento, ad esempio, aumenta di molto l’attività galvanica e dunque l’usura di nostri zinchi. Viceversa, quando gli anodi si consumano troppo lentamente o non si usurano affatto, c’è da preoccuparsi seriamente poiché…


Come montare il motore ausiliario sulla propria barca da pesca?

La risposta dipende dal vostro obiettivo: MOTORE DI EMERGENZA?           o             MOTORE DA TRAINA? Ovviamente mi direte che volete entrambe le caratteristiche da un motore ausiliario. Ma la risposta serve a capire quale delle due funzioni per voi abbia più peso, perché in base a ciò sarà opportuno dimensionare il motore e prevedere determinati accorgimenti per installarlo. Un motore da usare prevalentemente per la TRAINA non è necessario che abbia molta potenza: su una barca di 7 metri un motore da 6 cv è più che sufficiente per muovere la barca da 0 a 3 nodi, ciò che basta per praticare tutte le tecniche di traina con il vivo o con il morto manovrato. Se, invece, praticate prettamente pesca d’altura e l’idea di rimanere con il vostro fisherman monomotore in panne a 30 miglia dalla costa, vi servirà un motore DI EMERGENZA ben dimensionato, che non muova la barca ma la faccia navigare in dislocamento per ore senza che l’elica perda spinta, senza che la barca si fermi appena entrata nel cavo d’onda e che sappia condurvi sani e salvi in porto. In tal caso, su una barca di 7 metri sarà necessario come minimo un motore da 10 cv con elica da spinta e gambo adeguatamente lungo per superare la “zona d’ombra” della carena. In ogni caso, comunque, ci sono vari fattori che influenzano la corretta installazione del motore ausiliario, nonché la sua resa in termini di spinta e governabilità. 1️⃣ Spazio utile per accoglierlo sullo specchio di poppa Se la vostra barca ha una sagomatura particolare dello specchio di poppa, bisognerà valutare attentamente le dimensioni massime della calandra motore che esso potrà accogliere: 2️⃣ Forma della carena ed angolo di deadrise poppiera Se la carena presenta un angolo di deadrise poppiera…


Perché alcune barche attraggono i pesci ed altre li allontanano: leggenda o verità?

Spesso le esigenze di comfort a bordo contrastano con la “resa” in pesca. Nel caso d’ispecie, mi riferisco al comfort acustico durante la navigazione. Vi siete mai chiesti perché i grandi fisherman entrobordo sono alquanto rumorosi? La ragione è imputabile, oltre che alle motorizzazioni generose, al posizionamento degli scarichi. ✳️ Gli scarichi emersi fanno rumore sopra la linea di galleggiamento, ma sono silenziosi sott’acqua! – ❌ Viceversa, gli scarichi sommersi conferiscono alla vita a bordo gran confort e vivibilità, ma sott’acqua i poveri pesci dovranno dotarsi di cuffie per sopportarli. A comprovare ciò, chi di voi abbia vissuto la spiacevole e pericolosa esperienza di sostare sott’acqua in apnea mentre una barca passa a poche decine di metri di distanza, saprà cosa voglio intendere. Perché un fisherman sia “pescante” è necessario che esso SUSCITI LA CURIOSITÀ DEI PESCI, SENZA SPAVENTARLI! ☎️👨🏻‍💼 Per non sbagliare acquisto, ottieni il tuo ticket consulenza telefonica CLICCANDO QUI. Ti assisterò al meglio che posso seguendoti nella emozionante ma insidiosa esperienza di acquistare un vero fisherman. Leggi Fisherman Americani, il Libro delle barche per la pesca sportiva. e non perderti il nuovo eBook La Barca da Pesca Perfetta!   Buon mare e buona lettura, Dr. Benedetto Rutigliano Autore del libro Fisherman Americani Autore del libro Le 11 buone ragioni per NON comprare una barca (ed una per farlo) Autore dell’eBook La Barca da Pesca Perfetta Scrittore per la rivista Pesca in Mare


Manutenzione ed avarie a bordo: perché io non mi limito a delegare, ma voglio conoscere bene la mia barca

Per questo articolo traggo spunto da una corrispondenza di oggi ricevuta da un mio lettore. D’accordo affidarsi ai propri meccanici di fiducia, d’accordo anche che loro ne sanno più di voi, ma… COSA VI IMPEDISCE DI INFORMARVI? Oggi internet ci mette a disposizione una quantità di informazioni prima impensabili, che possono insegnarci molto sia sugli intervalli di manutenzione dei nostri motori ed impianti, sia sul saper riconoscere le probabili cause di un’avaria. – Affidarsi ciecamente alle maestranze dell’officina meccanica di sempre va bene, ci mancherebbe, ma la “dimenticanza” è sempre dietro l’angolo. – Esempio lo scambio di email di stamani con un mio lettore, il quale aveva affidato la manutenzione programmata di motori ed invertitori all’officina di fiducia. – Posta la domanda al meccanico su cosa avesse provocato l’avaria su uno degli invertitori, la risposta è stata un laconico: “mi sono dimenticato di cambiare l’olio” Ovviamente suona automatica l’idea di intraprendere azioni legali nei confronti dell’officina, ma siccome le aziende sono fatte di uomini ed errare è umano, io ho imparato a studiarmi le mie barche/motori dopo aver subito personalmente negli anni le “dimenticanze” altrui a suon di migliaia di euro di danni. – Oggi, fornisco io l’elenco dei lavori da effettuarsi all’officina che incarico della manutenzione e mi ci confronto per eventuali mie omissioni o suggerimenti della stessa. Il mio monito a tal riguardo è: Imparate a conoscere la vostra barca, vi costerà certamente molto meno, nel tempo! ☎️👨🏻‍💼 Ottieni il ticket per la tua consulenza telefonica cliccando QUI. 📘Leggi Fisherman Americani, il Libro delle barche per la pesca sportiva. e non perderti il nuovo eBook La Barca da Pesca Perfetta!   Buon mare e buona lettura, Dr. Benedetto Rutigliano Autore del libro Fisherman Americani Autore del libro Le 11 buone ragioni per NON comprare una barca (ed una per farlo)…


Tiara Yachts e nuovi modelli: quale rotta ha preso?

Un tempo c’era Tiara Yachts, costruttore di imbarcazioni express e convertible con vocazione alieutico/crocieristica, rigorosamente entrobordo (con rare eccezioni efb per la serie Sport), con linee tese e sempre attuali anche a distanza di anni. Poi c’era la divisione più prettamente fisherman della Pursuit Boats, facente parte dell’unico gruppo S2 Yachts, proprietario di entrambi i marchi. Questa era dedita a center console, cuddy cabin e walkaround variamente motorizzati, più specificamente caratterizzati per l’uso in pesca sportiva. Insomma, in S2 avevano le idee chiare: chi voleva una barca comoda per crociere in famiglia, autonomia e praticava la pesca, sceglieva Tiara; per chi, invece, voleva una barca da pesca senza compromessi c’era Pursuit. Oggi Tiara si cimenta in campi per questo marchio nuovi e cerca di accontentare un po’ tutti, unendo in un mix di caratteristiche tipiche del day-cruiser, motorizzazioni fuoribordo di grande potenza tipiche dei fisherman di medie dimensioni. E’ pur vero che la serie Sport di Tiara, nata più di trent’anni or sono e sospesa dal mercato per quasi venti fino ad oggi, aveva una inclinazione più diportistica, ma mai si era vista una tripla motorizzazione fuoribordo su un Tiara di 40 piedi (per questo c’è già il Pursuit S408, allestibile con appositi pacchetti cruising). E non si era mai nemmeno visto un pozzetto ingombrato completamente da una lounge a U. Esprimo perplessità a tal riguardo, poiché a mio parere così si rischia di edulcorare il carattere di un marchio che ha impiegato decenni per diventare un indiscusso riferimento della cantieristica statunitense. Più che altro i miei dubbi, assolutamente opinabili, ineriscono il messaggio che credo giunga al cliente, a mio modo di vedere non molto chiaro. I miei auspici sono che Tiara continui a costruire barche per le quali ogni diportista ricorda il suo marchio, dalle linee sobrie e pulite,…