Luoghi comuni diffusi nel mondo dei fisherman

Il mondo della nautica è piena zeppa di affermazioni che entrano come tarli nella mente del diportista, deviandone molto spesso le scelte in fatto di barche. Oggi spendo qualche riga per esporne sintenticamente giusto un paio. Per le altre, vi do appuntamento ai prossimi articoli.

1. “E’ UNA BARCA BAGNATA”

Posto che esistono casi di carene perfettibili dal punto di vista della capacità di deflettere gli spruzzi in navigazione (altrimenti gli spray rails non sarebbero mai stati inventati…), tutte le barche, prima o poi, si troveranno nelle condizioni di bagnare il proprio parabrezza od il ponte di prua.

Assumere che una barca sia “bagnata” solo perché, durante il rientro con mare e vento teso al traverso o contrario, i tergicristalli tirano continuamente acqua dal parabrezza,  significa dare prova di aver passato molto poco tempo della propria vita in navigazione.

Oppure, se le condizioni del mare impongono di abbassare i flaps per non far picchiare lo scafo sull’onda e, giocoforza,  solleveremo più acqua del solito , ciò non significa che quel progetto sia farlocco! Significa semplicemente che il mare è imprevedibile e che ogni navigazione ci pone in condizioni diverse dalla precedente.

L’acqua è un fluido a viscosità bassissima ed è normale che la coperta si bagni in determinate condizioni!

2. “E’ UNA BARCA TROPPO APPOPPATA”

Se un fisherman naviga leggermente appoppato, questa caratteristica non va additata come handicap, soprattutto quando la barca è generosamente motorizzata. Il motivo è qui di seguito spiegato.

Nella stragrande maggioranza dei casi, i progettisti di sportfisherman RICERCANO un angolo di inclinazione, in navigazione, che varia da due a cinque gradi. Questo consente di:

  1. Facilitare il drenaggio fuoribordo di eventuali acque reflue finite in sentina;
  2. Tenere la prua alta sul mare, mettendo la barca in condizione di non ingavonarsi in presenza di onde importanti di prua, ma soprattutto di poppa;
  3. Dare la possibilità al conducente di dosare il gas in base alle esigenze immediate di assetto: se vorrà appiattire la prua darà potenza ai motori; viceversa, se vorrà sollevare la prua, basterà togliere potenza. Questo a somme linee. Naturalmente, in condizioni di mare critiche le manovre si fanno più articolate, per pregiudicare il meno possibile la sicurezza a bordo.

Tentare di correggere artigianalmente l’assetto naturale di una barca è quantomeno azzardato ed andrà ad inficiare una serie di equilibri che in fase progettuale sono stati creati proprio sulla base di quel comportamento in navigazione, cioè con quel determinato angolo di inclinazione. Se poi si è provveduto a fare modifiche importanti, come per esempio la sostituzione dei motori con unità più potenti (e più pesanti) si dovrà agire sulla ripartizione dei pesi a bordo e sull’adeguato ridimensionamento delle eliche prima di toccare la carena.

Applicare appendici che tentino di modificare l’angolo di inclinazione della barca in navigazione è come montare l’assetto ribassato ad un fuoristrada

Se non vuoi farti influenzare dai luoghi comuni nella scelta della tua prossima barca, il libro Fisherman Americani potrà chiarirti le idee. Ho scritto questo libro con le “mani alle orecchie”, attingendo dalla mia personale esperienza ed evitando contaminazioni di giudizi ed opinioni che seguono passivamente l’opinione comune. 

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Acquistare una barca è la più bella esperienza che un essere umano possa avere la fortuna di vivere, ma può trasformarsi in un vero incubo qualora si faccia la scelta errata. 

Buon Mare,

Dr. Benedetto Rutigliano
Autore di Fisherman Americani
Autore di“Le 11 buone ragioni per NON comprare una barca (ed una per farlo)”
Autore di“La Barca da Pesca Perfetta- Guida sintetica” eBook
Scrittore per la rivista Pesca in Mare
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