A cosa serve la barca BELLA, se questa è INGOVERNABILE?
L’onda lunga dello scirocco di un lembo scorcio di Mare Ionio (nel momento in cui scrivo questo articolo sono a Marina di Ugento) mi suggerisce una riflessione di cui voglio rendervi partecipi. Stavolta, infatti, pongo l’attenzione su una caratteristica spesso non rilevabile, nelle fasi precedenti l’acquisto di una barca. Un fattore del tutto TRASCURATO da alcuni diportisti che non vedono l’ora di portarsi a casa la nuova barca per godersi la bella stagione ormai alle porte. Indipendentemente da quanto siete pratici di navigazione e gestione della guida della barca, quest’ultima può essere, quanto a manovrabilità, virtuosa o lacunosa. Il mercato è pieno zeppo di barche con ❌ ripartizione dei pesi ORRIBILE, ❌ posizionamento e interasse delle eliche ERRATI, ❌ timoni SOTTODIMENSIONATI, ❌ vendute con ELICHE INADEGUATE rispetto alla coppia motrice e al regime nominale di funzionamento dei motori, scelte dal cantiere o dal venditore che motorizza la barca solo per dimostrarvi che essa raggiunge la velocità promessa. Tutti gli errori commessi negli ambiti di cui sopra si sostanziano in una problematica governabilità dell’imbarcazione. Non è mistero che alcuni modelli nascano con pecche congenite di manovrabilità più o meno gravi, soprattutto in spazi ristretti o in condizioni di emergenza (si pensi alla necessità di rientrare in porto con un solo motore funzionante). E poi ci sono, all’opposto, fenomeni di barche nate con assetto e bilanciamento dinamico tanto impeccabile da rendere possibile la correzione della rotta, a velocità di crociera, tenendo addirittura la barra del timone dritta e agendo semplicemente sui flaps. Tra questi FENOMENI DI EQUILIBRIO DINAMICO cito, ad esempio, l’ Albemarle 305 Express. Tengo a precisare, tuttavia, che l’equilibrio dinamico non va di pari passo con l’equilibrio statico, infatti il modello citato, se da un lato rappresenta il benchmark di riferimento per la manovrabilità, non lo è per tenuta di mare da fermo…