Bow flare: vezzo stilistico o serve davvero?

Vi sarà certamente capitato di rimanere affascinati dalle linee sinuose di un fisherman prodotto negli Stati Uniti orientali, con cavallino rovescio marcato ed esagerata caliciatura del mascone.

Il primo pensiero che viene in mente a un pescasportivo alla vista di quelle forme è: “ma quanto è figa questa barca…”

Tali linee di scafo, in effetti, rievocano mari impervi e onde potenti e ciò acuisce l’accezione più avventuriera degli sportfisherman, nell’immaginario comune considerati come veri e propri

DESTRIERI DEL MARE

E’ innegabile il maggior appeal di un custom fisherman  del North Carolina rispetto alle linee più… “nostrane” di un cabinato costruito in Europa. In verità queste linee apparentemente estreme hanno una loro ragion d’essere e non potrebbe essere altrimenti, dato che il cantiere costruttore sa benissimo che, a parità di dimensioni,

un flare estremizzato significa ridotti volumi sottocoperta

A mero titolo di paragone, si pensi che un express di quaranta piedi costruito con tali crismi stilistici ha un’abitabilità paragonabile a quella di una barca di trentacinque piedi con geometrie di scafo tradizionali.

A riguardo di ciò, il costruttore si trova dinanzi a una scelta: sposare la volontà di una fascia di clienti più ampia e meno orientata all’utilizzo esclusivamente alieutico del mezzo, piuttosto che essere fedeli alla tradizione del fisherman old school e distinguersi in una nicchia di fabbricanti di barche di dominio più ristretto, ma che vadano incontro a una specifica richiesta del cliente:

UN FISHERMAN SENZA COMPROMESSI

Ma analizziamo, ora, la funzione della caliciatura prodiera.

La concavità e la divergenza delle murate servono a deflettere quanto più possibile l’acqua tagliata affrontando i marosi di prua o di mascone, evitando di “annaffiare” sistematicamente la zona comandi che, tra l’altro, è molto spesso è priva di parabrezza su scafi di stanza nei caldi porti del sud est degli States.

Ma non solo: l’ampiezza della prua che viene così a configurarsi (una sorta di tuga a becco d’anatra) crea portanza quando lo scafo dovesse appruarsi, come può accadere in talune situazioni con mare grosso di poppa, evitando il rischio “ingavonamento”:

Cionondimeno, c’è anche da dire che spesso, questi fisherman americani di impronta classica restano tradizionalisti anche nel disegno di carena, infatti il più delle volte sono dotati solo di una coppia di “spray rails” (deflettori degli spruzzi) senza pattini idrodinamici, la cui mancanza da un lato offre una navigazione ben “piantata in acqua”, ma dall’altro la rendono tendenzialmente più “bagnata”.

Ecco quindi, che il bow flare da elemento di stile indubbiamente affascinante, diventa una necessità per il comfort di navigazione in cattive condizioni meteomarine, ma anche di sicurezza.

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Buon mare e Buona lettura con il libro “Fisherman Americani”

Benedetto.