Hard-Top: accessorio indispensabile?

Un accessorio che delinea la completezza estetica e funzionale di una barca da pesca è senza dubbio l’hard-top. Questo elemento ha una valenza essenziale per coloro i quali vogliano una protezione “stabile” contro le intemperie ed il sole cocente estivo, ma anche per chi pratica tecniche di pesca “ingombranti” come la traina d’altura. L’hard-top, infatti, diviene un supporto importante per canne e divergenti, oltre che una piattaforma sopraelevata sulla quale posizionare le antenne dell’elettronica di bordo ma anche, in alcuni casi, una postazione di guida aggiuntiva (leggasi Marlin Tower o Tuna Tower). Diversi hard-top nascono con una struttura tubolare progettata in modo tale da agevolare l’arrampicata sul tetto, ed anche con la predisposizione per la replica dei comandi su una seconda guida superiore, con cablaggi meccanici ed elettrici di solito nascosti nella falchetta o in un quadro ausiliario in zona guida. In tali casi, la parte superiore del tetto diviene calpestabile e, per tale ragione, il gelcoat viene trattato con finitura antisdrucciolo, non fosse altro perché, seppur senza seconda guida, lassù ci finiscono le antenne gps, radar, vhf, fari di profondità ed ogni altro accessorio indispensabile alla navigazione che non si limiti all’immediato sottocosta. L’hard-top influisce spesso sull’assetto di navigazione, migliorandola o peggiorandola rispetto a quella dello stesso scafo privo di tetto rigido. Un hard-top ben progettato ha un’altezza tale che agevoli la vivibilità del ponte comandi ma che, allo stesso tempo, non innalzi il baricentro dello scafo in maniera deleteria per la tenuta di mare (rollio in primis). In secondo luogo, la struttura tubolare deve essere realizzata con leghe metalliche leggere. Su molte imbarcazioni da pesca sportiva spesso si vedono strutture in acciaio inox che sicuramente donano un aspetto lucente e rifinito all’intera realizzazione e durata nel tempo, ma, di contro, costringono ad impiegare sezioni ridotte dei tubi perché l’hard-top…


Albemarle 242 C.C. : un piccolo fisherman con un grande carattere

Questo è l’articolo giusto per chi voglia un center console tutta sostanza, senza fronzoli e dove ogni componente, costruito per durare, accompagni la barca vita natural durante. Questo è l’articolo per chi voglia avere tra le mani un pezzo di progettazione navale e di tradizione nautica americana, senza dover necessariamente investire grosse somme di denaro. Se dovessi paragonare la barca in oggetto ad un’auto egualmente longeva e ben fatta, mi verrebbe di compararla ad una Mercedes-Benz W124. Naturalmente, questo non significa che qui, come in ogni progetto di umana concezione, non vi sia la minima ombra di difetti o di dettagli perfezionabili. Significa invece che, nel bilancio dei pro e dei contro, nel caso di questa barca il risultato è incontestabilmente positivo. E questa è già un’ottima base di partenza… Analizzandola da prua a poppa, nell’ordine possiamo evidenziare le seguenti peculiarità: I cuscini per le ginocchia percorrono l’intero perimetro interno dell’area calpestabile, sono costruiti con vinile solido con cuciture sicure e scevre da strappi anche dopo molti anni di mare; Le battagliole, di rara robustezza, sono saldate in un unico pezzo e non assemblate con raccordi e tubolari a settori; inoltre, tutte le piastre di bordo sono fissate con controdadi di fissaggio e piastre resinate al supporto in vetroresina, per un manufatto praticamente MONOLITICO; Il calpestio è quasi completamente piatto, a tutto vantaggio della percorribilità in fasi delicate come in combattimento con grosse prede; Le falchette sono ampie e rifinite in antisdrucciolo diamantato molto efficace; Il pozzetto, compatibilmente con le esigenze di layout imposte dalla motorizzazione entrobordo jackshaft, è ampio e razionalmente concepito. Le vasche del vivo e del pescato sono molto ben fatte e capienti: in particolare, le gavonature di prua e quelle ricavate nello specchio di poppa trovano pochi rivali in center console concorrenti di pari cabotaggio, in…


Nuovo articolo su Pesca in Mare di ottobre

Cari Pescasportivi, com’è  consuetudine da due mesi a questa parte, sono lieto di allegarvi, mensilmente, il mio articolo del numero corrente della rivista Pesca in Mare, con la quale collaboro. Questa è la volta dell’articolo del numero di ottobre, presentato in anteprima al 58° Salone Nautico di Genova, che dunque troverete in edicola a brevissimo. Questo articolo, per la particolare vastità dell’argomento e per esigenze redazionali sugli spazi destinati alla rubrica “Pesca e Nautica” che ho l’onore di rimpolpare, è suddiviso in “puntate”. Vi rimando, dunque, ai prossimi numeri per il prosieguo. Per leggere l’articolo in formato pdf CLICCA QUI. Buona lettura e Buon Mare! Benedetto.


Scelta per voi dal 58° Salone Nautico di Genova: BOSTON WHALER 350 OUTRAGE

La solita qualità indiscussa di Boston Whaler: materiali di ottima fattura, spessori generosi, scricchiolii inesistenti, rivestimenti robusti, posizionamento ottimale degli accessori, con alcune innovazioni. In primis la side door: su barche dove l’intero specchio di poppa, o quasi, è ingombrato dalle calandre dei fuoribordo, la zona sgombra che risulta più logico utilizzare per l’imbarco e per il tag delle prede è il giardinetto. È qui che il cantiere ha posizionato un portello indicato, tra l’altro, anche per chi fa diving, dato che agevola non di poco l’issaggio delle bombole o di altra attrezzatura attraverso una soglia senza gradini, alta giusto un paio di palmi sopra la linea di galleggiamento. Altro dettaglio degno di nota è la quasi sconfinata vasca del vivo principale (sì, perché su questa barca ne abbiamo due), accorpata alla leaning post che precede immediatamente le sedute della zona guida: coperchio in policarbonato trasparente di spessore quasi imbarazzante (per quanto pesa), bordi armonizzati, ossigenatore ad alta capacità ed illuminazione diurna e notturna. Non si può davvero chiedere altro ad una vasca del vivo. Una seconda vasca è disposta all’angolo sinistro di poppa, posizione ideale per esche “imbrattanti” come i cefalopodi. Sebbene quest’ultima sia di supporto alla prima, è stata concepita con gli stessi crismi di fruibilità ed efficienza di ogni altro elemento a bordo di questa barca studiata nel minimo dettaglio. Per quanto concerne lo stivaggio del pescato, non si è fatta davvero economia nemmeno da questo punto di vista: il pagliolo del pozzetto fin quasi a mezza barca prevede vasche ad incasso coibentate e perfettamente gelcoattate per una pulizia immediata es una perfetta ermeticità rispetto a possibili insinuazioni di umidità nelle sezioni interne dello scafo che, ricordiamo, come da tradizione Boston Whaler, è interamente riempito di schiuma di poliuretano espanso a cellula chiusa, a garanzia di un…


La GUIDA SINTETICA sulle Barche da Pesca

Ecco appena sfornata una pratica mini guida che si affianca al libro Fisherman Americani, per chi lo ha già letto e per chi ancora deve farlo: per chi, insomma, come noi, ama approfondire la materia della nautica per la pesca sportiva. LA BARCA DA PESCA PERFETTA- guida sintetica Questo e-Book è stato ideato per tutti coloro i quali vogliano sapere come deve essere costruita e concepita una vera barca da pesca, piccola o grande essa sia; italiana od americana, poco importa. Il tutto, con la comodità di avere tali nozioni a portata di click, sul proprio tablet o smartphone, al prezzo di Euro 5,99. Noi pescasportivi siamo molto spesso poco inclini all’invasione dell’elettronica… Ma giacché la tecnologia c’è, perché non sfruttarla? 🙂 Ho progettato questo piccolo manuale tutto-testo come strumento propedeutico e di supporto all’ormai noto libro “Fisherman Americani” , il testo di riferimento di chi voglia acquistare un vero fisherman di scuola americana! La passione per le barche ed i miei più recenti approfondimenti nel campo di questa affascinante nicchia della nautica continuano, e questo è un modo per condividerli con Voi.   LEGGI ORA L’ESTRATTO GRATUITO DEL NUOVO EBOOK   Vi auguro una buona lettura con LA BARCA DA PESCA PERFETTA- guida sintetica


Nuovo articolo su Pesca in Mare di Settembre

Con entusiasmo Vi annuncio l’uscita del mio primo articolo su “Pesca in Mare” di settembre. Questo articolo sancisce l’inizio ufficiale della mia collaborazione con la nota rivista, che vedrà miei interventi su ogni numero da questa mensilità in poi. Curerò personalmente la sezione inerente la rubrica “pesca e nautica”, che mi sento onorato di rappresentare d’ora in avanti, con articoli inediti rispetto alle mie precedenti pubblicazioni sul blog del presente sito web, e mi auguro che questo ed i futuri testi pubblicati sull’ importante mensile di pesca e nautica stimolino considerazioni e critiche da parte Vostra, sulla nostra pagina facebook , dove cerco di essere puntualmente presente ed interverrò al meglio che posso per soddisfare le Vs gradite richieste. Per scaricare l’articolo di Pesca in Mare di settembre 2018 in formato pdf, CLICCARE QUI. A presto e Buon Mare, Benedetto Autore del libro Fisherman Americani Autore del libro Le 11 buone ragioni per NON comprare una barca (ed una per farlo)


58° Salone Nautico di Genova: le aspettative di un nuovo inizio, senza dimenticare il passato.

Il 20 settembre è vicino e la sete di novità dal settore nautico si fa sempre più viva. Quest’anno mi aspetto un cauto risveglio della proposta nautica, soprattutto da oltreoceano, pur consapevole che il cambio euro/dollaro non favorevole potrebbe rendere giustificabile il peso economico dell’importazione solo a partire da barche di un certo importo in poi. Comunque sia, fa sempre piacere constatare lo stato dell’arte dei costruttori d’oltreoceano a più riprese, da sempre, precursori e pionieri nell’ adozione di soluzioni ed accorgimenti poi diventati, dopo poche stagioni, di dominio comune sulle imbarcazioni “nostrane”. Non ultimo, mi aspetto una certa presenza di eliche traenti su Fisherman nazionali, sulla scia di esperimenti andati a buon fine su scafi di cantieri blasonati che, con successo, solcano i mari degli Stati Uniti d’America (leggasi Garlington e Jarrett Bay). Per citare esempi meno sofistici quanto a raffinatezza tecnologica delle costruzioni, quantunque altrettanto validi, ricordo il Luhrs 37 Open, che adotta proprio le trasmissioni ad eliche traenti Volvo IPS e da anni naviga con questa avveniristica tipologia di trasmissione (avveniristica per lo meno per la nautica da diporto). Tecnologia parte, mi aspetto una sempre più cavalcante tecnologia nel campo dell’elettronica di bordo, che d’altronde è stata già oggetto di mie critiche riferite ad un uso non appropriato delle stesse (vedi video), così come un parziale ritorno al passato nelle nuove motorizzazioni fuoribordo “aspirate”, soprattutto sulle potenze di punta (leggi articolo) Mi aspetto anche una certa presenza di fuoribordo a rastrelliera in poppa a grandi center console, tipologie di Fisherman che stanno dilagando anche nei nostri marina nonostante la benzina sia gravata da accise sempre più pesanti. Da specificare, però, che i grandi Center Console moderni sono anche molto più confortevoli dei cc tradizionali di diversi anni fa, i quali erano orientati esclusivamente alla pesca sportiva e, pertanto,…


Fisherman ed attrezzature a bordo: i gavoni e la loro (spesso errata) disposizione.

In questo articolo affronto brevemente la problematica dello stivaggio di attrezzature più o meno pesanti a bordo di una barca. Tale tematica, peraltro già affrontata nel mio libro Fisherman Americani , è particolarmente pertinente al mondo dei fisherman poiché, per via delle svariate tecniche di pesca che vorremo esser pronti a praticare in base alle condizioni marine contingenti, noi pescasportivi avremo perenne necessità di portarci al seguito una mole non indifferente di piombi, zaini, cassette, canne, mulinelli e chi più ne ha, più ne metta. Occorre specificare che, nello stivaggio a bordo, siamo sempre vincolati in quanto è la barca a decidere dove e quanto riporre in ciascun gavone. L’esperienza mi ha, tuttavia, insegnato che assai spesso in fase progettuale alcuni cantieri compiono svariati errori di valutazione dei carichi aggiuntivi, collocando gavoni da centinaia di litri di capacità dove meno sarebbe opportuno (leggasi aree dello scafo già ben gravate da peso di motori, serbatoi ed impianti). Viceversa, in zone dove si sente la mancanza di peso, si scopre che il costruttore vi abbia previsto un vano appena sufficiente ad accogliere una borsa da mare. Il problema di dislocazione e dimensionamento errati delle aree di stivaggio può esser dovuto a molteplici fattori: – vincoli costruttivi / strutturali (aree interne allo scafo schiumate per garantire l’inaffondabilità, strutture di rinforzo a griglia che limitano la capacità delle intercapedini libere, ecc..) – lacune progettuali rimediate all’ultimo momento (le dimenticanze in fase progettuale non sono affatto rare e, il più delle volte, in tali casi si studiano aperture dell’ultimo minuto per garantire un minimo di stivaggio in più) – eccessiva promiscuità del progetto (si pensi alle barche nate dapprima come natanti da diporto costiero o al day cruising, dal cui progetto nasce, successivamente, la versione orientata alla pesca sportiva) Sebbene la natura dei casi sopra illustrati sia diversa, il risultato…


Nuova collaborazione con la rivista Pesca in Mare

Con estrema soddisfazione annuncio in anteprima l’inizio della mia collaborazione con la rivista “Pesca in Mare”. Mi occuperò personalmente degli articoli della sezione nautica del mensile, cogliendo l’occasione per una crescita personale in un ambiente che mi è sempre stato molto familiare sin da bambino, quando correvo in edicola per acquistare l’ultimo numero di questa storica rivista alla quale sono, dunque, molto legato per ciò che ho appreso nell’ambito dell’alieutica e che, negli anni, mi ha dato lo stimolo di tentare la sorte con prede che non pensavo affatto potessero essere prerogativa mia e, soprattutto, del mio piccolo mare. Ad maiora a me ed a tutti coloro che avranno il piacere di leggermi non solo su questa pagina Facebook e sul mio sito web, ma anche, a partire dal prossimo Settembre, su Pesca in Mare! Buon mare, Benedetto. Autore di Le 11 buone ragioni per NON comprare una barca (ed una per farlo) Autore di Fisherman Americani  


Pesca sportiva e Crociera con un Fisherman? Si può fare!

È ben noto, ad appassionati e non, che le prerogative di una barca da pesca che possa a pieno titolo denominarsi “fisherman” siano ben definite, essenziali per l’ergonomia e la funzionalità in fase di pesca nonché, talvolta, molto vincolanti per un uso differente dell’imbarcazione stessa. Talmente vincolanti da impedirne un utilizzo diverso dall’attività alieutica in senso stretto. Se tale pecca può esser tollerabile su una piccola barca, della quale sarebbe eccessivamente velleitario pretenderne l’onnivalenza, altrettanto non può dirsi qualora la tecnicità della vocazione sportiva impedisca la fruibilità per crociere in famiglia o per altro ameno impiego di una barca di dimensioni importanti. In realtà, ci sono caratteristiche tipiche dei grandi fisherman che, paradossalmente, possono solo giovare all’impiego strettamente diportistico e ricreativo della barca: ✔ Tenuta di mare ✔ Ampi spazi in pozzetto ✔ Sottocoperta razionale, con ampie volumetrie realmente vivibili ✔ Navigazione asciutta ✔ Sicurezza in mare ✔ Grandi autonomie e doti di navigazione con mare avverso Tenuta di mare. È noto che determinati tipi di pesca sovente vedono condizioni di mare avverse, spesso inevitabili per via del lungo periodo che si trascorre in altura. Pensiamo alla traina ai grandi pelagici, ad esempio. Chi già pratica questa affascinante tecnica di pesca avrà sicuramente avuto a che fare con partenze su acque calme come olio, e rientri in porto con grecale forza 4 ed oltre. I fisherman di rango sono costruiti in guisa tale da sopportare elevate sollecitazioni senza arrecare alcun danno alle strutture. Una barca da diporto costiero, a meno che non mutui la carena da un modello nato per l’altura, difficilmente sarà caratterizzata dalla tenuta di mare di quest’ultima, semplicemente perché non è nata per questo. Non è mistero che molte barche definite “da crociera” hanno comportamenti con il mare formato quantomeno discutibili. Ampi spazi in pozzetto e sul…