Distribuzione dei pesi e baricentro di una barca: alcune considerazioni

Nel campo dei fisherman americani vi sono moltissimi esempi di barche molto pesanti in rapporto alle dimensioni, ma pochissimi esempi di barche “light” o, per lo meno, esempi di scafi leggeri validi e con doti marine degne di nota. Sia in un senso che nell’altro, quella della distribuzione dei pesi è un’arte sottile, le cui radici affondano nell’empirica. Non esiste teoria che, trasposta in mare, offra risultati reali identici a quelli ottenuti su carta, anzi…  Che la vostra sia una barca catalogabile come “leggera”, piuttosto che “pesante”, ciò che influisce sulla tenuta di mare, sulla sensibilità al rollio e beccheggio è la distribuzione dei pesi. Ricordo quando, leggendo gli articoli delle prove in mare delle testate nautiche mensili, notavo la divisione in paragrafi tra “opera viva” ed “opera morta”. Il più delle volte l’opera morta era costruita in “sandwich di balsa”. Non sapevo cosa fosse, ero ragazzino, mi documentai e capii che doveva esserci un motivo, perché i cantieri dovessero complicarsi la vita in quel modo. La ragione era il voler ottenere il più possibile l’abbassamento del baricentro. Lo si otteneva (e lo si ottiene ancora oggi) ANCHE per differenza di pesi tra scafo e coperta. Lo scrivo a caratteri cubitali perché non si pensi che il comportamento statico di uno scafo in acqua dipenda solo dalla ripartizione dei pesi, che rappresenta solo una -sebbene importante- componente. In alcuni casi, ciò che restava sotto la linea di galleggiamento (l’opera viva, appunto) era costruito in laminato pieno di vetroresina, con molti più strati del resto della costruzione. Ciò che emergeva (l’opera morta, ivi incluse, quindi, le murate dello scafo) era costruito con più materiali: due-tre strati di vetroresina esterni e due-tre interni, che costituivano il “panino” del sandwich, il cui ripieno era appunto il legno di balsa.  Ovviamente con il tempo i materiali da…


Luhrs 37 Canyon: la trasformista

Questa è la storia di un fisherman e del suo cantiere che pensò bene di assecondare i voleri del mercato, proponendo una barca dalle caratteristiche tradizionali, ma con motorizzazioni moderne. Parliamo di Luhrs e del suo 37 Canyon, proposto sia con propulsione IPS, sia con tripla motorizzazione fuoribordo. Il progetto della barca aveva potenzialità incredibili, considerando il segmento nel quale questo modello si inseriva e la capienza del sottocoperta in rapporto a al layout da express puro. Luhrs era reduce da lanci di modelli con prezzi al pubblico “di attacco”, i quali ebbero un buon successo, tutti caratterizzati dal nuovo family-feeling del cantiere che vedeva un nuovo cavallino rovescio molto sinuoso, in luogo di quello a taglio netto dei precedenti convertibles ed express; da un parabrezza frameless con montaggio diretto sulla stampata della zona guida, che conferisce un aspetto più fresco e moderno all’insieme; da una disposizione innovativa del sottocoperta per i tre modelli della nuova serie: il 28 Open, il 30 Open, il 41 Open e il 37 Canyon, appunto. Tutti i tre modelli erano davvero “tanta barca” per la loro lunghezza fuori tutto, il che consentiva di avere un pozzetto molto spazioso e cabine ampie senza rinunciare ad un flare pronunciato, essenziale per contribuire ad una navigazione asciutta. I layout sono sempre stati molto razionali ma anche innovativi: basti pensare che, a bordo del 28 Open, la scala di discesa sottocoperta prevedeva un gradino ricavato sul ripiano della cucina, disposta a poppavia sulla paratia divisoria tra cabina e vano motori. Luhrs fece di tutto per ricavare sotto la tuga prodiera di un express di poco più di 8.5 metri di scafo una cucina degna di tale nome, una toilette separata vivibile e quattro posti letto in open space con dinette. Il vero miracolo, però, avvenne con la presentazione…


Una pilotina per pescare

Cari amici, come ormai di consueto, anche nel numero di Novembre 2020 è presente il mio contributo alla rivista cartacea Pesca in Mare. Nella rubrica Pesca&Nautica, questo mese parlo di: UNA PILOTINA PER PESCARE Qualora vi foste persi il numero di Pesca in Mare di Novembre 2020, vi rimetto il file pdf consultabile gratuitamente cliccando qui sotto: SCARICA QUI L’INTERO ARTICOLO   Da oggi, è disponibile il pack Barche da Pesca, che comprende Fisherman Americani e La Barca da Pesca Perfetta a prezzo scontato, una idea come regalo natalizio. (CLICCA QUI) A presto e Buon Mare, Benedetto Rutigliano Autore di Fisherman Americani (anche eBook) Autore di “Le 11 buone ragioni per NON comprare una barca (ed una per farlo)” Autore di “La Barca da Pesca Perfetta- Guida sintetica” eBook Scrittore per la rivista Pesca in Mare FISHERMANAMERICANI Podcast


Evinrude e lo stop alla produzione: cosa c’è sotto?

Dietro lo stop alla produzione dei motori fuoribordo Evinrude G2 potrebbe esserci un caso di spionaggio militare ed industriale. Sin dal 2019 è in corso una indagine ad opera del Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti d’America, su due cittadini cinesi che avrebbero tentato di ottenere sette imbarcazioni militari ed otto motori fuoribordo Evinrude G2 multicombustibile, allo scopo di studiarne le tecnologie e rubarle. I motori in questione avevano la capacità di bruciare gasolio, carburante per aviogetti di tipo JP-4, JP-5, JP-8 Jet-A e Jet-B, cherosene, biodiesel e benzina.  Qui il comunicato ufficiale dello U.S. Justice Dept.: CLICCA QUI E’ chiaro che, al di là dell’illecito perpetrato ai danni non solo di due aziende (il cantiere costruttore delle barche e la Evinrude), ma anche degli Stati Uniti d’America, qualunque governo con un minimo di grano salis valuterebbe di ritirare prodotti sui quali vi sia anche il solo alone di dubbio che le relative tecnologie siano state trafugate o emulate. Mi piace pensare che, tra qualche tempo, rivedremo il marchio Evinrude con un G3 dalla caratteristiche ancor più avveniristiche del già avanzatissimo G2. Centotredici anni di storia non si gettano con un colpo di spugna. Buon Mare, Benedetto Rutigliano Autore di Fisherman Americani (anche eBook) Autore di “Le 11 buone ragioni per NON comprare una barca (ed una per farlo)” Autore di “La Barca da Pesca Perfetta- Guida sintetica” eBook Scrittore per la rivista Pesca in Mare FISHERMANAMERICANI Podcast   P.S.: se ti interessa approfondire la tematica dei fisherman, ti consiglio di leggere i libri Fisherman Americani e La Barca da Pesca Perfetta, entrambi disponibili sia sul sito (CLICCA QUI), sia su Amazon (CLICCA QUI) LI DESIDERI ENTRAMBI? INVIA UNA EMAIL A info@fishermanamericani.com SCRIVENDO NELL’OGGETTO “PACK BARCHE DA PESCA”. AVRAI DIRITTO AD UN PREZZO SCONTATO.


Liberty 42 Convertible: perché è una barca speciale?

La curiosità a volte ci porta ad esplorare territori poco noti, ed io lo faccio ogni qual volta voglia evitare di ricadere su cantieri già discussi e noti. La scelta di una barca non è funzionale solo all’attività alieutica, ma anche alla capacità di suscitare emozioni a chi la utilizza, la vive e spesso la patisce. Ecco, proprio sulla seconda funzione verte la scelta dell’oggetto del presente articolo. Liberty Yachts ha costruito per anni, in sordina, lontano dalla bocca dei molti e della pubblicità mediatica, autentici gioielli da pesca, aggrappati al passato e non perdendone mai la connessione, ma avendo la capacità di reinterpretare i dettami stilistici e tecnici che hanno dato vita alla categoria degli sportfisherman. Il Liberty 42 Convertible ha conservato, infatti, l’impronta concettuale del flybridge basso, per essere quanto più possibile a contatto con l’azione che si consuma nel pozzetto, la zona principale attorno alla quale l’intero progetto di una barca nata per la pesca d’altura dovrebbe svilupparsi. Tale design ha fatto la fortuna di Bertram 31, Blackfin 29 e 33, Phoenix 29 SFX oltre ad essere stato imitato da molti costruttori che si sono avvicendati in epoche succcessive, non solo americani ma anche australiani (vedi Caribbean e Black Watch ad esempio) ed italiani (vedi Settemari, Colombo, Riva, solo per citarne alcuni). Liberty nasceva come costruttore di nicchia, con numeri molto bassi ma orientati alla qualità. Mi rimase impresso, in particolare, il 42 Flybridge, che aveva tanto dei vecchi Blackfin con linea di falchetta bassa, carena a V profonda aggressiva (24° di deadrise), propulsioni rigorosamente entrobordo in linea d’asse, allestimenti interni con rifiniture da yacht. Avere un flybdrige così basso e connesso al pozzetto consente di considerare questo convertible come un express “alto”, poiché la postazione di guida è davvero raggiungibile con due salti,oltre a dare piena…


Albemarle: novità lunghe trenta piedi

Albemarle annuncia l’imminente lancio sul mercato del suo nuovo 30 Express. Fin qui tutto ok. …Motorizzato con due (o tre) fuoribordo… Albemarle, uno degli ultimi baluardi dell’express fisherman “puro” (e per puri io considero esclusivamente gli express motorizzati entrobordo), si è piegata anch’essa ai voleri del mercato ed alla chiamata al risparmio sui costi interni dell’ufficio contabilità. Fintanto che tale scelta offrisse una effettiva maggior fruibilità di uno scafo che ingombra quasi 11 metri in lunghezza f.t. ed oltre 3.20 in larghezza, potrei anche tollerarlo. Ma il nuovo Albemarle 30 Express, salvo modifiche dell’ultimo minuto, offrirà un grande pozzetto, delle cui tre murate solo quelle laterali saranno considerate utili ai fini della pesca e del combattimento con grandi prede (motivo principale per cui un diportista dovrebbe spendere una cifra pari a ben oltre i 400.000 Euro per acquistarlo, alle condizioni fiscali  e di cambio attuali); una carena senza ombra di dubbio all’altezza degli standard del marchio (24° di deadrise poppiera); due posti letto ed un bagno separato sottocoperta.  Per intenderci, partivamo da qui: ALBEMARLE 305 EXPRESS Albemarle offre invece, con il nuovo 30 Express, una minestra già abbondantemente nota, ricondita con estetismi vagamente Mexico-style come l’assenza del parabrezza, stando almeno al primo rendering ufficiale fornito dal cantiere, ma mancano proposte che valgano la pena di accettare lo scotto di avere lo specchio di poppa tediosamente ingombrato da due (o per chi volesse esagerare addirittura tre) capoccioni grandi così. Il nuovo 30 Express adotterà di serie il Seakeeper. Un accessorio a tutto vantaggio del comfort, essendo una barca tendenzialmente portata al rollio accentuato con mare al traverso. C’è da chiedersi quanto bisogno in meno ci sarebbe di uno stabilizzatore gravitazionale qualora questa stessa barca venisse fornita anche con i classici due entrobordo in linea d’asse.  A tal proposito, vi invito a leggere…


Un center console di sostanza ideale per i mari italiani

NorthCoast ha già messo piede nel blog di Fisherman Americani (clicca qui) e lo ha fatto di diritto, dato che il suo nome ha presenziato nei trofei di pesca statunitensi per anni, fino alla fine degli anni novanta. North Coast è stata sempre famosa per la costruzione solidissima e per i layout spregiudicatamente “fishing”, ponendosi al pari di Blackfin e dei Bertram cuddy ed express. Oggi il cantiere rinnova la sua gamma produttiva chiudendo solo in parte con il passato: di fatto ha convertito la sua originaria produzione integralmente entrobordo in linea d’asse, a fuoribordo, in scia alla tendenza odierna su barche di piccolo e medio cabotaggio destinate alla pesca sportiva. Il 230 Center Console è tanta barca davvero! Lunga fuoritutto ben 8.37 metri e larga 2.59 metri, ha un angolo di deadrise poppiera di ventuno gradi a fronte di un pescaggio del solo scafo di 41 cm, e  può montare un motore fuoribordo della potenza massima di 250 hp su bracket Armstrong. Proprio con un motore Yamaha F250, la barca ha fatto registrare in sede di test in mare una velocità di punta di 46 nodi con tre quarti di pieno ed una velocità di crociera di 34 nodi a 4900 rpm, per un’autonomia di circa 270 miglia. Non male per una barca concepita per la pesca costiera o comunque non per lunghe trasferte! Il baglio massimo del North Coast 230 si riscontra a tre quarti di lunghezza verso prua, tipico design degli scafi del North Carolina connotati da ampia caliciatura dei masconi (bow flare). La carena presenta due pattini di sostentamento per lato più due ginocchi ben pronunciati, che assicurano stabilità e smorzano sensibilmente il rollio con barca in deriva. La riserva di benzina di circa 500 litri assicura un’autonomia degna di fisherman d’altura, e la disposizione dei serbatoi…


Una soluzione per il controllo del motore ausiliario

Il motore fuoribordo ausiliario è pressoché un obbligo per chiunque abbia un fisherman di medio-piccole dimensioni. Le ragioni sono imputabili alla maggior sicurezza, alla possibilità di risparmiare ore di moto all’unità principale, che è senz’altro di più onerosa sostituzione, ma anche perché è spesso indispensabile per poter “ricamare” a velocità prossime allo zero gli hot spot preferiti con esche vive al seguito. Il dilemma di come manovrare e più generalmente gestire il controllo del motore ausiliario è sempre vivo, ed il più delle volte ci si adatta. Io stesso ho un motore ausiliario con powertrim e comando a chiesuola in plancia, ma con timoneria a barra. Molto spesso, infatti, l’installazione della barra di accoppiamento è impossibile o comunque invasiva o non esente da vizi. Ciò di cui sto per parlarvi ha del geniale, sebbene in U.S.A. esista già da diversi anni. L’azienda che lo produce basa i suoi utili esclusivamente su sistemi innovativi di controllo del motore ausiliario, quindi direi che c’è davvero da fidarsi… La diavoleria in questione si chiama TrollMaster. Esso consiste in un kit composto da: Servomeccanismo di timoneria Controller Set di cablaggi e tiranti prodotti in base a marca e modello del motore. Il sistema permette di  regolare il gas del motore ausiliario agendo su una piccola plancia di comando di questo aspetto: Il tasto IDLE consente di mettere in folle il motore nel momento in cui serva, ad esempio, “imboccare” la preda inappetente con varie strategie, ivi inclusa rallentare la velocità momentaneamente per poi ripartire. Quando si utilizza il motore come unità di rispetto e serve rientrare in porto, premendo il tasto MAX THTL si darà “tutto gas”. Il potenziometro, invece, consente di fare regolazioni precisissime sulla velocità di traina. Il TrollMaster Pro 3+ consente addirittura di timonare il motore ausiliario da controller in wireless,…


Carene e motori di una barca da pesca sportiva

Cari amici, come ormai di consueto, anche nel numero di Ottobre 2020 è presente il mio contributo alla rivista cartacea Pesca in Mare. Nella rubrica Pesca&Nautica, questo mese parlo di: CARENE E MOTORI Qualora vi foste persi il numero di Pesca in Mare di Ottobre 2020, vi rimetto il file pdf consultabile gratuitamente cliccando qui sotto: SCARICA QUI L’INTERO ARTICOLO Non dimenticate di leggere il libro Fisherman Americani – il Libro delle Barche per la Pesca Sportiva! Da oggi, inoltre, la guida sintetica La Barca da Pesca Perfetta è disponibile anche in versione cartacea! (CLICCA QUI) A presto e Buon Mare, Benedetto Rutigliano Autore di Fisherman Americani (anche eBook) Autore di “Le 11 buone ragioni per NON comprare una barca (ed una per farlo)” Autore di “La Barca da Pesca Perfetta- Guida sintetica” eBook Scrittore per la rivista Pesca in Mare FISHERMANAMERICANI Podcast


Tecnologia=efficienza, ma vale anche per la nautica?

Oggi vi parlo di una considerazione scaturente dallo studio di un vecchio testo americano di nautica da diporto. Nella foto che allego in copertina, la didascalia cita testualmente: <<Questo Hatteras 46 Convertible con due Cummins VTA-903-M diesel da 450hp raggiunge la velocità massima di 30 mph a 2600 rpm, facendo evolvere eliche 26×29 a tre pale attraverso invertitori con rapporto di riduzione 1.92:1. Navigando alla velocità di crociera di 27.5 mph a 2400 rpm, i motori erogherebbero circa 360 hp ciascuno, bruciando un totale di 38 gallorni per ora. [omissis]>> Domanda sorge spontanea: confrontando i consumi di imbarcazioni moderne di pari dimensioni e dislocamento (la barca in questione pesa 21.000 kg in ordine di marcia), siamo certi di risparmiare, pur usufruendo di motori tecnologicamente molto più avanzati ed anche molto più potenti? In altri termini, muovere un moderno sportfisherman a velocità e potenza disponibile incrementate, costa proporzionalmente meno rispetto al passato? I motori Cummins VTA-903-M sono dei tradizionali turbodiesel V8 a precamera (iniezione indiretta) con aftercooler, della cilindrata di 14,8 litri. Oggigiorno, siamo abituati a vedere installati motori con potenza unitaria doppia su barche simili all’ Hatteras 46 in foto. Il fatto è che i consumi, mediamente Un esempio su tutti, i consumi di un attuale Hatteras 45 GTX motorizzato con 2x1136cv Caterpillar C-18 Acert: Alla luce di questa tabella, non posso esimermi dal far notare i seguenti punti: A parità di velocità, l’Hatteras 45 GTX consuma esattamente il doppio rispetto al vetusto 46 Convertible (posizionandoci tra il dato dei 1500 rpm e quello dei 1750 rpm per individuare presumibilmente la velocità di crociera della prima); Altra considerazione, la velocità del vecchio 46 Convertible rientra esattamente nel range di maggior efficienza del moderno 45 GTX, che mantiene una percorrenza di 0,4 mpg tra i 1250 rpm ed i 2000 rpm;…