Articles by Benedetto Rutigliano

Indeciso sulla barca da pesca giusta? Il Fisherman’s Report Comparativo

Di solito la scelta della barca usata, soprattutto se per la pesca sportiva, è dettata dai “sentito dire” piuttosto che dall’ altisonanza del cantiere. Molti cantieri nautici, tuttavia, anche tra i più blasonati, hanno avuto periodi più o meno bui o, più semplicemente, le tecniche costruttive adottate, per quanto all’avanguardia per l’epoca in cui la barca fu progettata e costruita, potrebbero predisporla a problemi di natura strutturale o meccanica, dopo anni di utilizzo e sollecitazioni del mare durante la navigazione. Ogni imbarcazione ha i suoi PUNTI DEBOLI e nessun venditore o broker nautico, che abbia sottomano una barca che potrebbe suscitare il tuo interesse, sarà mai interessato a svelarteli, non per cattiveria o per il desiderio di rifilarti una “sola”, ma semplicemente perché un commerciante di barche molto probabilmente non si sarà mai imbattuto nelle rogne che tipicamente vive un diportista in anni di utilizzo di un’imbarcazione! Può accadere che i tuoi obiettivi diportistici ed alieutici ti pongano nell’incertezza di scegliere tra più modelli, anche dopo la consulenza pre-redazione che terremo insieme, se sceglierai di redigere il tuo report. Per tale motivo ho ideato il Fisherman’s Report Comparativo, che analizza approfonditamente pregi, difetti e caratteristiche legate alla pesca sportiva, al diporto e alle performance di più barche da pesca, fino a un massimo di tre. Una valutazione finale scritta di mio pugno fornirà una forchetta di prezzi entro cui sarà preferibile mantenersi per ciascun modello esaminato, riferite alle motorizzazioni consigliate, scelte per equilibrio tra prestazioni e consumi, capillarità della rete di assistenza nel luogo di stanza della barca e livello di affidabilità risultante dall’analisi degli eventuali problemi lamentati dagli utenti nel corso degli anni.   Con una spesa irrisoria rispetto al danno generato da un acquisto che può rivelarsi facilmente errato se non affrontato con le necessarie competenze e prudenza,…


Black Friday… a pesca!

Stamattina il mare mi ispirava particolarmente e, nonostante il mal di schiena mi flagelli da giorni, ho ingaggiato mio padre ed un amico per le operazioni di bordo e per tentare il colpaccio a traina… Acqua verdognola, brezza da NW e aria soleggiata, filiamo due lenze molto lunghe, con due Barra Magnum da 13cm (artificiali a torto pensionati dalla Rapala ormai da un paio d’anni ma egregiamente rimpiazzati dagli X-Rap), rivelatisi micidiali e irresistibili per i dentici gregari di questo periodo, su profondità da 7 a 9 metri. Auguratevi di leggere a breve un nuovo articolo, perché se ci sarà, significherà che la giornata ci avrà regalato un bel trofeo! A presto… e lenze tese!


Il primo freddo porta pesce! (se hai la barca giusta)

In questi giorni stiamo assistendo a una prima ondata di freddo, che porterà le temperature su valori più consoni al periodo ma ,soprattutto, renderà meno problematico il fattore siccità, che ha flagellato l’Italia per gran parte di quest’anno. E con le prime perturbazioni, si sa, arrivano le prime sorprese per chi ama la pesca sportiva! In particolare per chi pratica la traina costiera con l’artificiale. Le violente precipitazioni sono un vero e proprio bombardamento per gli insetti, ma una promessa di imminente banchetto per i pesci che prediligono cacciare nel sottocosta, come le grosse spigole, ma anche le occhiate e altri piccoli predatori gregari. Non a caso, il mio guardaroba destinato alle attività “outdoor”, prevedono una tuta da sciatore… per le uscite più temerarie, che solitamente faccio i primi di gennaio, in quelle giornate in cui la sola idea che alletta è quella di un camino acceso e un pugno di caldarroste sul fuoco… Quelli sono i giorni che serbano le sorprese più “grosse” al pescasportivo che vorrà osare… e soffrire. Per limitare la sofferenza, sarà indispensabile una barca che garantisca protezione dal vento tagliente e dagli spruzzi di acqua, dato che tali battute di pesca saranno effettuate prevalentemente in condizioni di mare ben formato, quindi una zona guida protetta da un bel parabrezza e da tendalini perimetrali robusti, sarà una conditio sine qua non per non rischiare di finire a letto con febbre e bronchite. Queste condizioni di pesca vincolano la tipologia di fisherman al walk-around, all’express o al dual console, con particolare predilezione per la prima e l’ultima, se non altro perchè garantiscono una pronta raggiungibilità della prua in caso di emergenza. L’express, infatti, talvolta può presentare passavanti più stretti del solito, con ovvi rischi di caduta fuoribordo nel caso si debba intervenire nella zona prodiera in presenza…


Flaps & Co.: i correttori di assetto

Correttori di assetto, flaps, trim tabs: tutti termini che indicano un dispositivo utile in tutte le barche, ma addirittura INDISPENSABILI in molte. Vi capiterà sicuramente, un giorno, di dover caricare più peso del dovuto a bordo e, soprattutto, di non sapere come distribuire questo peso, per via di un equipaggio più numeroso del solito, o perché magari deciderete di installare un motore ausiliario. Ancora, può capitarvi di incontrare condizioni di mare particolari che rendono difficile la governabilità della barca con l’ausilio del solo trim. I flaps sono piastre metalliche incernierate allo specchio di poppa, inclinabili attraverso appositi pistoni idraulici od elettro-attuati, utilizzando una pulsantiera in plancia. L’utilità dei flaps influenza diverse sfere della navigazione: migliora l’impatto della carena con l’onda, a tutto vantaggio del comfort di bordo; conseguentemente  risparmia  sollecitazioni ed urti altrimenti inevitabili alle strutture dello scafo; incrementa l’efficienza propulsiva, influendo positivamente sui consumi di carburante. consente di mantenere velocità di planata inferiori soprattutto in particolari condizioni di moto ondoso, riducendo gli spruzzi in coperta grazie al migliorato assetto. I flaps sono una manna, ereditata dall’ingegneria aeronautica che vi permetterà di correggere l’assetto di navigazione evitando di rientrare con la barca “sbandata” da un lato o cabrata (eccessivamente appoppata). Ma non solo. Spesso, quando si naviga con mari formati di prua o al mascone, la ruota di prua tenderà a perdere il contatto con l’acqua regalandovi fior di botte ai reni, ma anche sollecitazioni problematiche alle strutture dello scafo. Per ovviare a tale evenienza sarà opportuno navigare con flaps “negativi”, cioè abbassati di tanti gradi quanto sarà necessario a far mantenere alla carena un assetto quanto più possibile neutro rispetto alla superficie del mare. Purtroppo spesso agire sul solo power trim dei motori non basterà a far abbassare il “naso” della vostra barca e, se ci mettiamo una cattiva…


L’importanza dell’altezza delle murate su un fisherman

Leggo troppo spesso decantare, su barche che dovrebbero essere concepite per la pesca sportiva, forme di scafo che poco o nulla hanno a che fare con un fisherman, adducendone le ragioni a fattori di sicurezza a bordo. Purtroppo chi non pratica la pesca sportiva con canne e mulinelli, e soprattutto il big game, la tecnica che più di ogni altra può metterci alla prova con prede davvero importanti, non può sapere perché una barca è controindicata per detta pratica, e se costui è il designer della stessa imbarcazione, ecco che è facilissimo trovare murate alte sull’acqua un metro ed anche molto di più. E cavallino piatto come un campo da calcio, con il risultato di avere pozzetto con murate troppo alte e masconi troppo bassi per affrontare il mare formato. Un fisherman ben progettato deve consentire al mate (aiutante angler) e al gaffman (l’addetto alla raffiatura) di toccare con le dita il pelo dell’acqua! Questo è un riferimento essenziale per garantire l’intervento immediato sul pesce non appena questo affiori vicino al giardinetto, al termine del combattimento, per consentire di sferrare il colpo ferale con l’arpione o il raffio. Una murata troppo alta ci costringerà ad utilizzare raffi o guadini molto lunghi, il che non agevola la fluidità delle operazioni a bordo. In primis, perché movimentare aste lunghe quasi due metri in un pozzetto spesso affollato è sicuramente molto scomodo; in secondo luogo, ciò dovrà avvenire necessariamente in momenti di forte concitazione, dunque le collisioni tra aste, canne a riposo, angler, e soprattutto le perdite di secondi preziosi per assicurare la preda a bordo saranno scontate. Dalla parte interna, la murata perfetta fa incontrare il bordo della falchetta, adeguatamente imbottita, a un’altezza tra ginocchio e metà coscia dell’angler, per consentirgli di poter far adeguata leva sul pesce, con l’ausilio delle imbracature e…


Come affonda una barca: pericolo “ombrinali di scarico”

Sebbene questa tematica riguardi le imbarcazioni in generale e non solamente le barche da pesca sportiva, ritengo opportuno soffermarmici, perché il passato ha visto tanti natanti colare a picco per colpa di problematiche inerenti i passaggi attraverso lo scafo (o ombrinali). Un ombrinale è un foro passante praticato nei pressi della linea di galleggiamento, o poco sopra, che consente lo scarico delle acque reflue fuoribordo, per esempio provenienti da sentine o gavoni. Nei fisherman la presenza di detti fori è più importante rispetto ad una barca da diporto, perché la prima ha almeno, nella peggiore delle ipotesi, due vasche in più: quella del vivo e quella del pescato. Peraltro assai spesso a queste due si accompagnano altri gavoni a pagliolo o sotto le sedute, che necessitano di risciacquo perché finalizzate a riporvi il pescato o le attrezzature da pesca da lavare. È facile, dunque, immaginare quanti ombrinali le murate di un fisherman possa presentare, arrivando molto facilmente a raggiungere e superare il numero di dieci. Ebbene, gli ombrinali, sebbene indispensabili per le applicazioni suddette, sono anche possibili punti di imbarco accidentale di acqua all’interno dello scafo, dall’esterno ma anche dall’interno stesso. Per tale motivo, dovrà essere sana abitudine controllare con religiosa costanza i serraggi delle fascette di tenuta dei tubi di connessione agli ombrinali, lo stato di corrosione e ossidazione delle stesse fascette e della gomma dei tubi, e la presenza di eventuali ostruzioni degli scarichi. Tutti i fisherman americani che nella vita mi è capitato di possedere e ispezionare, presentavano la doppia fascettatura dei passaggi a scafo, cosa non affatto scontata su barche di altra provenienza. Consiglio vivamente chiunque si appresti a valutare l’acquisto di una qualsiasi barca non americana, di prevedere una piccola spesa per verificare la presenza della doppia fascetta su ciascun ombrinale di scarico, e ove…


TUNA DOOR, questo sconosciuto.

Quante volte vi è capitato di dover salpare un tonno e di essere obbligati a varcare le murate con sforzi sovrumani e movimenti innaturali? Probabilmente mai, ma a me sì… Se siete su questo sito web e state leggendo queste righe, è perché volete acquistare un fisherman americano, e dunque, giocare al “grande gioco”. Potrete farlo, per giunta, al netto degli errori “di gioventù nautica” che normalmente si compiono a caro costo, e che ho compiuto già io per voi… Insidiare un tonno gigante, uno spada, o una grande ricciola può diventare un’esperienza problematica ed addirittura indurre in voi la determinazione di cambiare barca da pesca per i disagi che questa pur eccitante esperienza comporta, se non si è con la barca giusta. Una vera barca per il big game non può non essere dotata di alcuni accorgimenti strutturali che, se non rispettati, saranno un inevitabile intralcio all’attività alieutica. La TUNA DOOR è uno di questi. Si tratta di un varco nello specchio di poppa che consente l’accesso alla plancetta, ma soprattutto di imbarcare la preda senza dover eseguire manovre acrobatiche… ma semplicemente trascinando il pesce già raffiato, sul pagliolo fin dentro il pozzetto. Questa apertura è chiusa da una porta incernierata è molto spesso da una sezione di falchetta abbattibile a libro, per poter consentire all’angler il prosieguo del combattimento con ginocchia sui trincarini, fino alle ultime battute, prima che il pesce arrivi a portata di arpione. Nel caso dei fisherman di dimensioni più contenute troveremo un semplice pannello provvisto di cerniera e chiavistello di fissaggio, mentre sugli express più grandi la soluzione a doppia apertura frontale e superiore. La barca dotata di tuna door è adeguatamente rinforzata lungo i bordi dell’apertura per preservare la rigidità strutturale dello specchio di poppa, dunque un fisherman nato senza tuna door, è preferibile…


Quali e quanti motori per il tuo fisherman americano?

Barca grande, grandi motori… Ma non basta. La scelta della motorizzazione della tua nuova barca da pesca influirà sui tipi di utilizzo che potrai farne, ma anche e soprattutto sulla SICUREZZA IN MARE. Esempio: un center console di 24′ può essere motorizzato con un fuoribordo da 250hp piuttosto che con 2 da 150hp. Non è affatto scontato che la seconda configurazione sia preferibile alla prima. È presto spiegato il perché. Il motore da 250hp ha una coppia motrice che consente allo scafo di entrare in planata in pochi secondi, così come la doppia motorizzazione… solo se in perfetta efficienza! Se malauguratamente uno dei due motori da 150hp desse forfait costringendoci a rientrare con l’unico motore superstite, non è affatto certo che questo riesca a far entrare in planata la barca! Questo perché il motore dovrà caricarsi non solo il peso della barca, con passeggeri, annessi e connessi, ma anche il proprio peso e quello del compagno in panne. Inoltre, un 150hp ha molta meno coppia motrice di un 250hp, e conseguentemente lo si farà girare a regimi molto elevati con scafo sempre in semidislocamento, per ottenere dunque velocità magari ugualmente ottenibili con un buon ausiliario da 15hp con elica da spinta… con consumi drasticamente inferiori e quindi con molte più possibilità di riguadagnare la costa se per giunta le riserve di carburante sono limitate.  Ecco la ragione per la quale è indispensabile conoscere a fondo le caratteristiche della barca che ti accingi a valutare, ma soprattutto la bontà (o meno) di certe motorizzazioni, seppur proposte dallo stesso cantiere costruttore. Il fisherman’s report contempla anche questo tipo di valutazioni. Non esitare a richiederlo! Segui anche su Facebook la pagina di Fisherman Americani.


Fisherman: ogni carena al suo mare

Grave errore pensare che tutte le barche da pesca siano adatte al tuo mare. Personalmente ho avuto modo di testare le mie barche in adriatico e in alto ionio, e quasi stentavo a riconoscerle. Questo perché il moto ondoso, ma soprattutto la forza delle correnti e la frequenza dell’onda cambiano di molto da mare a mare. Le coste della nostra piccola Italia presenta una varietà di situazioni meteomarine tali per cui una carena oceanica possa addirittura navigare molto peggio di una carena di un costruttore locale di barche per il sottocosta, in certe condizioni… Non pensare che grandi pesi e carene profondissime siano sempre la scelta migliore!  PIÙ UNO SCAFO E’ PESANTE, PIÙ DIFFICILE SARÀ FERMARNE IL ROLLIO CON MARE AL TRAVERSO. Questo ovviamente è un concetto che qui esprimo in maniera grossolana e anche lacunosa, ma che TI INVITO AD APPROFONDIRE NEL FISHERMAN’S REPORT di quella che pensi possa essere la tua prossima barca da pesca. Ho fatto riferimento al mare corto perché, ad esempio, il mio mare (basso Adriatico), è tipicamente dominato da correnti nord-nordorientali che provocano appunto questa configurazione ondosa. Uno dei fisherman americani a cui sono stato più legato per svariati motivi, un Topaz 32 Express, barca performante e molto pesante, solcava qualsiasi mare ad onda medio-lunga (greco-levante in primis) ma necessitava di “trottare” ad andature elevate con mari corti. Ricordo in particolare un pomeriggio passato in altura ad alalunghe, in cui fummo colti di sorpresa da un levante di oltre 20 nodi, e fui costretto, (con piacere ed orgoglio, per la verità..) a rientrare a 27 nodi, velocità alla quale la ruota di prua era ben piantata in acqua e fendeva i marosi come una lama… Se riducevo la velocità anche solo di 2-3 nodi, si batteva. Questo perché le carene dei fisherman americani “vecchio…


Fisherman usato sì, ma usato QUANTO?

Non è difficile trovare, soprattutto sul mercato nazionale, fisherman americani sfruttati, ma magari rimotorizzati da poco tempo, ad un prezzo allettante. Prima di prendere in esame una di queste barche, chiedetevi se state acquistando una barca completa di motori o… solo i motori! Può accadere che il proprietario voglia liberarsi di uno scafo problematico per via di modifiche effettuate nel corso degli anni dai proprietari che si sono succeduti o per interventi necessari e troppo onerosi. Il modo più facile di rendere appetibile una barca datata è quello di installarci motori attuali, il più delle volte anch’essi usati, che spesso costituiscono l’unico valore certo che andreste ad acquistare dell’intero “pacchetto”. Un prezzo fin troppo conveniente può celare infatti condizioni precarie dello scafo, e dunque C’È IL FONDATO RISCHIO di dover prevedere UNA ULTERIORE E INGENTE SPESA per ripristinare impianti ormai obsoleti e carpenterie compromesse da infiltrazioni varie ed acciacchi dovuti all’età, almeno nelle condizioni in cui vi verrebbe consegnato. Per evitare sorprese del genere, oltre ad una seria ed attenta visione del mezzo, ti consiglio di commissionare il fisherman’s report personalizzato, che ti consentirà di constatare in piena autonomia la bontà dell’acquisto o meno. Comporrò il   fisherman’s report in modo tale che tu possa fare una vera e propria check list analitica, su ogni particolare della barca che può nascondere sorprese che influiranno, dunque, sul valore di acquisto e di rivendita dell’imbarcazione. Su questo e su altre tematiche il libro “FISHERMAN AMERICANI” può aiutarti a scegliere ed acquistare il fisherman più idoneo alle tue esigenze. Puoi acquistarlo cliccando su questo link. Per consultarmi in merito a dubbi od informazioni sulla vostra attuale barca o sulla vostra prossima compagna di pesca, compilate il FORM CONTATTI. Vi ricontatterò a stretto giro, cercando di aiutarvi nel modo più professionale che posso. Buon mare, Dr. Benedetto…