pesca sportiva

Grady White 265 Express: l’incompresa

Oggi scrivo di uno dei due modelli Grady White a mio parere non molto capiti dal mercato, almeno al tempo in cui vennero lanciati. Eppure personalmente ci ho sempre visto grosse potenzialità e validi motivi per acquistarli. I modelli sono il 265 ed il 270, ed oggi mi soffermerò sul primo. Del marchio Grady White ho scritto diverse volte nel mio blog (LEGGI QUI e QUI), oltre ad essere presente anche nel mio libro Fisherman Americani.  Il 265 Express è stato prodotto dal 2000 al 2005 compreso ed è un modello con caratteristiche uniche: baglio generoso (sfiora i tre metri) a fronte di una lunghezza che fa rientrare la barca tra i fisherman compatti (7,72 metri di lunghezza scafo); grandi potenze applicabili (fino a 500cv). La connotazione fishing è chiara in pozzetto, dove troviamo un’area di calpestio perfettamente quadrata di 5.5 metri quadri completamente sgombra da intralci, ma completa di tutto. Ciò che faceva storcere il naso ai più era la paratia abbattibile di poppa, che di fatto non consentiva di ricavare una seduta a scomparsa o di applicarvi una vasca del vivo. La suddetta paratia era stata progettata in tal guisa per consentire il sollevamento completo dei gambi dei fuoribordo dal pelo d’acqua e quindi proteggerli dai danni delle correnti galvaniche. Ricordiamo che il 265 Express era uno scafo con specchio di poppa cd. “aperto”, e dunque privo di bracket. Vasche che dopotutto troviamo un po’ ovunque, meno che a pagliolo, per via della schiumatura a cellula chiusa delle intercapedini dello scafo e del grande serbatoio di benzina (980 litri) che di fatto ingombra quasi due terzi del volume sottostante il pozzetto stesso. Dicevamo a proposito delle vasche: ne troviamo due ai giardinetti, estraibili per dare accesso ad impianti e batterie; una molto grande (quasi 300 litri) per il…


Trincarini: le dimensioni contano (Pesca in Mare marzo 2020)

Cari amici, come ormai di consueto, anche nel numero di Marzo 2020 è presente il mio contributo alla rivista cartacea Pesca in Mare. Nella rubrica Pesca&Nautica, questo mese parlo di trincarini: LE DIMENSIONI CONTANO Qualora vi foste persi il numero di Pesca in Mare di Marzo 2020, vi rimetto il file pdf consultabile gratuitamente cliccando qui sotto: SCARICA QUI L’INTERO ARTICOLO   Non dimenticate di leggere il libro Fisherman Americani – il Libro delle Barche per la Pesca Sportiva, l’unico libro con consulenza nautica inclusa! Da oggi il libro è disponibile anche in versione eBook (CLICCA QUI), ad € 0,00 con KindleUnlimited. A presto e Buon Mare, Benedetto Rutigliano Autore di Fisherman Americani (anche eBook) Autore di “Le 11 buone ragioni per NON comprare una barca (ed una per farlo)” Autore di “La Barca da Pesca Perfetta- Guida sintetica” eBook Scrittore per la rivista Pesca in Mare FISHERMANAMERICANI Podcast


Novità in arrivo per la barca e per la pesca

L’idea è di proporre qualcosa che resti, che resista al mare ed al tempo e che sia soprattutto utile, sia in barca che a casa: un diario di bordo e di pesca molto particolare Per ora lascio libera l’immaginazione di chi guarda la bozza di copertina. Ci saranno nuovi aggiornamenti in corso d’opera… STAY TUNED! Seguite il mio account Instagram cliccando qui sotto per restare aggiornati: Per maggiori informazioni sul contenuto del Fishing Diary & Logbook ed essere avvisati quando sarà pronto per le consegne, scrivere ad info@fishermanamericani.com A presto e buona giornata, Benedetto Rutigliano  Autore di Fisherman Americani , da oggi anche ebook Autore di “Le 11 buone ragioni per NON comprare una barca (ed una per farlo)” Autore di “La Barca da Pesca Perfetta- Guida sintetica” eBook Scrittore per la rivista Pesca in Mare FISHERMANAMERICANI Podcast


Hinckley SC 42: una barca per sognare e per pescare

Ci sono barche nate per essere prima ammirate, e poi utilizzate. Ed anche quando si passa ai comandi, le si continua ad ammirare nei dettagli, nella perfetta simbiosi tra estetica e funzionalità. L’allineamento perfetto dello spirito e del “corpo” di un Hinckley con l’elemento “mare” ne fa uno dei cantieri più esclusivi del panorama nautico statunitense. Hinckley è famosa per la maniacale cura del dettaglio, nonché per la tecnologia costruttiva avanzata: ad esempio, il cantiere ha introdotto il carbonio ed il kevlar nelle sue costruzioni già 25 anni or sono. Oggi, l’utilizzo di tali materiali resta, con l’aggiunta della tecnica di infusione sottovuoto (brevetto S.C.R.I.M.P. proprietario). Hinckley utilizza propulsioni ad idrogetto sulla sua gamma Picnic dal 1960 (!!), quando tale propulsione era tabù per praticamente tutti i produttori di imbarcazioni da diporto ricreativo. Il 42 SC è uno dei modelli Hinckley meno conosciuti in Europa, poiché uno dei pochi progettati per trasmissioni entrobordo in linea d’asse. Perché Hinckley ha fatto questo apparente “downgrade” dalla propulsione JetStick a quella entrobordo? Sicuramente per abbracciare una più ampia fetta di potenziali clienti, legati alla trasmissione tradizionale e reticenti verso quella ad idrogetto. Insomma, ha cercato di far venire “l’appetito” agli avventori, per poi farli affezionare irrimediabilmente al marchio ed alla sua filosofia dell’andar per mare. Il 42 SC è una piattaforma che il cantiere ha sviluppato in tre allestimenti: Hard Top Blackwatch Edition Canvas Top La versione Blackwatch Edition è attrezzata di tutto punto per la pesca d’altura, con tanto di tuna tower, portacanne, vasche del vivo e del pescato, ecc… La linea dell’ Hinckley 42SC ha le connotazioni del fisherman ancestrale, ha il sapore di aragostiera ed i tratti delle Maine boats. Alla base c’è la cura da alta, altissima gioielleria di Hinckley, dalla costruzione alle più nascoste rifiniture. La costruzione dell’Hinckley…


Coronavirus e Nautica: come comportarsi?

Per chi non segua i social,  mi sembra doveroso pubblicare un articolo sull’argomento qui sul blog di FishermanAmericani. Come in qualsiasi emergenza nazionale, anche in questo caso l’emanazione del dispositivo ministeriale ha lasciato lacune normative che dovranno essere colmate dal nostro buon senso. Questo video contiene le mie prime considerazioni sull’argomento, nel tentativo di non indurre in errore ed in sanzione gli amici diportisti: Le quattro fattispecie individuate dal dispositivo suddetto sono le seguenti: Comprovate esigenze lavorative; Situazioni di necessità; Motivi di salute; Rientro presso il proprio domicilio, abitazione o residenza. 1- COMPROVATE ESIGENZE LAVORATIVE E’ chiaro che è ben difficile ricomprendere le ragioni di uno spostamento presso il proprio pontile ad una delle suddette determinazioni, almenoché non abbiate un lavoro nel quale la barca è un bene strumentale all’esercizio dell’attività lavorativa. Ma su questo punto ricorre l’ulteriore limitazione dell’ultima revisione restrittiva del dispositivo, che prevede l’apertura esclusivamente delle seguenti attività: Ipermercati, supermercati, discount di alimentari e minimarket Farmacie e parafarmacie Distributori di benzina, gas e metano Commercio al dettaglio di prodotti alimentari, bevande e tabacco in esercizi specializzati (codici ateco: 47.2) Commercio al dettaglio di apparecchiature informatiche e per le telecomunicazioni (ICT) in esercizi specializzati (codice ateco: 47.4) Commercio al dettaglio in esercizi non specializzati di computer, periferiche, attrezzature per le telecomunicazioni, elettronica di consumo audio e video, elettrodomestici Commercio al dettaglio di giornali, riviste e periodici Commercio al dettaglio di articoli igienico-sanitari Commercio al dettaglio di ferramenta, vernici, vetro piano e materiale elettrico e termoidraulico Commercio al dettaglio di articoli per l’illuminazione Commercio al dettaglio di articoli di profumeria e per l’igiene personale Commercio al dettaglio di piccoli animali domestici Commercio al dettaglio di materiale per ottica e fotografia Commercio al dettaglio di combustibile per uso domestico e per riscaldamento Commercio al dettaglio di saponi, detersivi e prodotti…


Il pozzetto ideale per una barca da pesca

Se volessimo tradurre in proporzione matematica cosa rappresenti il pozzetto per un fisherman, questa potrebbe essere: pozzetto : fisherman = farina : pane Un fisherman senza pozzetto, o con un pozzetto mal progettato, è un oggetto galleggiante senza finalità specifiche. Un po’ come l’impasto del pane privo di farina. Come dovrebbe essere il pozzetto di un fisherman costruito davvero… per pescare? Prima di tutto, dovrebbe essere ampio. Generalmente sui fisherman d’oltreoceano almeno un quarto della superficie di coperta è dedicata all’azione di pesca. Tale proporzione è il minimo sindacale per garantire libertà di movimento, almeno per le barche motorizzate entrobordo, considerando l’ingombro della sala macchine e del posizionamento del ponte di guida. Ma non basta che sia capiente, ovviamente. Un elemento fondamentale di un pozzetto ben progettato è che sia sgombro. Gli americani usano il termine “unobstructed“, che rende ancor meglio l’idea. Sgombro non significa scarno, povero di equipaggiamenti essenziali alla pesca sportiva. Detti impianti devono invece esserci, ed installati in modo tale da non intralciare la normale e spesso “istintiva” mobilità dell’angler impegnato nel combattimento con prede importanti. Per esempio, le utenze idriche: i rubinetti di acqua salata ed acqua dolce non devono in nessun caso collidere con le gambe di chi percorre il perimetro delle murate, poiché le falchette sono spesso imbottite proprio per accoglierle durante le operazioni di combattimento, tag o imbarco delle prede. Stessa cosa dicasi per ogni appendice che possa ledere il libero movimento in pozzetto: dai portacanna alle rastrelliere lungo le murate, alle bitte, ai profili di vasche del pescato e vasche del vivo, finanche alle ghiacciaie amovibili: tutto deve essere ad incasso, o per lo meno profilato in modo tale da non diventare un’arma in caso di mare formato o mosso. Il pozzetto deve essere dotato di vani di stivaggio per i carichi…


Ma quanto bevi? Articolo su Pesca in Mare di febbraio

Cari amici, come ormai di consueto, anche nel numero di Febbraio 2020 è presente il mio contributo alla rivista cartacea Pesca in Mare. Nella rubrica Pesca&Nautica, questo mese parlo di motori, brackets e soluzioni singole e multiple: MA QUANTO BEVI? Qualora vi foste persi il numero di Pesca in Mare di Gennaio 2020, vi rimetto il file pdf consultabile gratuitamente cliccando qui sotto: CLICCA QUI PER SCARICARE L’INTERO ARTICOLO Non dimenticate di leggere il libro Fisherman Americani – il Libro delle Barche per la Pesca Sportiva, l’unico libro con consulenza nautica inclusa! A presto e Buon Mare, Benedetto Rutigliano Autore di Fisherman Americani Autore di “Le 11 buone ragioni per NON comprare una barca (ed una per farlo)” Autore di “La Barca da Pesca Perfetta- Guida sintetica” eBook Scrittore per la rivista Pesca in Mare FISHERMANAMERICANI Podcast


Motori elettrici Minn Kota Riptide Ulterra e Terrova

Tocca anche a me, ora, dal basso del mio iniziale scetticismo -lo ammetto- lasciare una considerazione sull’ultimo ritrovato della tecnologia applicata alla pesca sportiva dalla barca. Sia che pratichiamo traina con il vivo o bolentino, le potenzialità offerte dai nuovi modelli di motori elettrici lanciati da Minn Kota sono insospettabili e per certi versi incredibili solo fino ad un paio di anni fa, o poco più. I motori elettrici sono, per la verità, “pane quotidiano” per i pescasportivi americani, che da lustri ormai li usano nelle flats e nelle acque dolci per muoversi e per avvicinarsi agli hot spot, silenziosamente. Ma da poco tempo stanno prendendo piede anche in Europa, per un utilizzo prettamente marino. Analizziamo brevemente due casi in cui questi motori possono essere una vera svolta. BOLENTINO DI PROFONDITA’: l’operazione più noiosa e spesso difficile è quella di ancoraggio. Calumi di cima che vanno da un minimo di una volta e mezza la profondità, fino al doppio e più; difficoltà di azzeccare il punto gps che ci eravamo prefissi, vuoi per le correnti che di punto in bianco fanno mulinare la barca, vuoi per il vento teso; tempi considerevoli di disancoraggio, che a volte costituiscono un vero e proprio pericolo quando le condizioni meteomarine cambiano repentinamente ed in modo inaspettato, ed è necessario guadagnare la via del porto al più presto. TRAINA CON IL VIVO: chi pesca lungo le cigliate sa bene quanto “manico” ed esperienza siano necessarie per seguire le linee di batimetrica con precisione, pena l’incaglio e la rottura dei terminali, oppure, nella migliore delle ipotesi, il far passare le nostre esche innescate su fondali non interessanti, e dunque, di fatto, il NON ESSERE IN PESCA. In entrambi i casi sopracitati, i Minn Kota Riptide Ulterra e Terrova ci vengono in soccorso e semplificano la vita,…


Quando una barca può dirsi AFFIDABILE?

La foto della plancia aperta del MagBay 42 Express fa da introduzione a questo piccolo articolo. Mag Bay ha una storia di marchio molto corta, ma un trascorso societario lungo oltre venti anni e costellato di successi e di passione. Mag Bay Yachts nasce, infatti, dall’entourage che ha dato vita a Cabo Yachts, cantiere che ha chiuso i battenti nel 2014, prima di essere assorbito da Hatteras Yachts. (per un approfondimento sul tema LEGGI QUESTO ARTICOLO) Perché pongo continuamente l’accento sull’ordine di esecuzione dei cablaggi e sulla pronta accessibilità agli impianti? E’ il fulcro attorno al quale si sviluppano le linee guida dettate sia in Fisherman Americani, sia nell’ebook “La barca da pesca perfetta” e provengono dalle buone (ma soprattutto cattive) esperienze vissute per mare in prima persona, a bordo di svariate barche. Chi naviga da anni mi darà ragione: l’avaria, per mare, è sempre in agguato. L’affidabilità di una barca non si misura dalla frequenza delle sue avarie, ma dalla semplicità e dalla immediatezza con cui si può porre rimedio ai guasti più ricorrenti. Ecco il mio video sull’argomento: Durante una traversata con mare mosso, un black-out dell’elettronica di ausilio alla navigazione deve essere risolto con pochi gesti ed in poco tempo. Questo è possibile solo se si ha accesso immediato agli impianti, oltre ovviamente al fatto di conoscere bene il proprio mezzo. A proposito di cura realizzativa e del perché non debba essere appannaggio della sola alta orologeria o dell’industria armigera della Val Trompia… vi consiglio di guardare questo video, realizzato da Power and Motoryacht: Abbasso gli orpelli; W l’essenzialità! PS: informarsi costa molto meno che effettuare un investimento sbagliato: per questo ti invito a leggere il libro Fisherman Americani – il Libro delle Barche da Pesca Sportiva : Buon mare, Dr Benedetto Rutigliano Autore di Fisherman Americani Autore di “Le…


NorthCoast: la storia che si fa… pilotina!

Chi è appassionato di fisherman americani ricorderà sicuramente il marchio North Coast (leggi questo articolo a riguardo), per i suoi express dalla carena prestante e molto esigente dal punto di vista della potenza impegnata. A questo nome sono affezionato -tant’è che ne parlo anche nel mio libro Fisherman Americani– perché da piccolo, quando sfogliavo quelle tanto agognate ed allora carissime riviste di pesca statunitensi per le quali pregavo mio padre di rinnovarmi l’abbonamento di anno in anno, vedevo quel logo stampigliato sui giardinetti di barche con svettanti tuna Towers, lunghi divergenti e, quasi sempre, con la murata intrisa di sangue di grandi tonni o marlin. A partire da allora ho sempre associato il nome NorthCoast ad un non so che di avventuroso a largo dell’Atlantico… Erano barche che davano il meglio di sé con mare di prua: le loro carene erano caratterizzate da una ruota prodiera molto ampia, con pattini di sostentamento aggressivi e ben in rilievo. Deadrise poppiera decisamente profonda (dai 23º ai 24º, in base ai modelli) e linee da fisherman senza compromessi. La maggior parte dei NorthCoast sono tutt’ora naviganti, e questo depone a favore della qualità costruttiva di queste barche, davvero solide e ridondanti dal punto di vista costruttivo. Dopo quasi un ventennio di assenza dalle scene, il brand NorthCoast viene acquisito dalla C&C Marine, per riportarlo alla ribalta con una gamma di imbarcazioni sempre dedicate alla pesca, ma di layout differenti. La gamma attuale infatti, contempla center console e pilotine. La mia attenzione oggi è riposta sulla gamma delle pilotine, vista la carenza di offerta in questo particolare segmento di fisherman. La serie Cabin di NorthCoast contempla scafi con lunghezze variabili dai 21 fino ai 29 piedi, tutti motorizzabili fuoribordo. Le carene conservano le geometrie importanti che hanno reso i vecchi NorthCoast acclamati nell’ambiente dei…