Hinckley SC 42: una barca per sognare e per pescare

Ci sono barche nate per essere prima ammirate, e poi utilizzate. Ed anche quando si passa ai comandi, le si continua ad ammirare nei dettagli, nella perfetta simbiosi tra estetica e funzionalità. L’allineamento perfetto dello spirito e del “corpo” di un Hinckley con l’elemento “mare” ne fa uno dei cantieri più esclusivi del panorama nautico statunitense.

Hinckley è famosa per la maniacale cura del dettaglio, nonché per la tecnologia costruttiva avanzata: ad esempio, il cantiere ha introdotto il carbonio ed il kevlar nelle sue costruzioni già 25 anni or sono. Oggi, l’utilizzo di tali materiali resta, con l’aggiunta della tecnica di infusione sottovuoto (brevetto S.C.R.I.M.P. proprietario). Hinckley utilizza propulsioni ad idrogetto sulla sua gamma Picnic dal 1960 (!!), quando tale propulsione era tabù per praticamente tutti i produttori di imbarcazioni da diporto ricreativo.

Il 42 SC è uno dei modelli Hinckley meno conosciuti in Europa, poiché uno dei pochi progettati per trasmissioni entrobordo in linea d’asse.

Perché Hinckley ha fatto questo apparente “downgrade” dalla propulsione JetStick a quella entrobordo? Sicuramente per abbracciare una più ampia fetta di potenziali clienti, legati alla trasmissione tradizionale e reticenti verso quella ad idrogetto. Insomma, ha cercato di far venire “l’appetito” agli avventori, per poi farli affezionare irrimediabilmente al marchio ed alla sua filosofia dell’andar per mare.

Il 42 SC è una piattaforma che il cantiere ha sviluppato in tre allestimenti:

  1. Hard Top
  2. Blackwatch Edition
  3. Canvas Top

La versione Blackwatch Edition è attrezzata di tutto punto per la pesca d’altura, con tanto di tuna tower, portacanne, vasche del vivo e del pescato, ecc…

La linea dell’ Hinckley 42SC ha le connotazioni del fisherman ancestrale, ha il sapore di aragostiera ed i tratti delle Maine boats. Alla base c’è la cura da alta, altissima gioielleria di Hinckley, dalla costruzione alle più nascoste rifiniture.

La costruzione dell’Hinckley 42 SC beneficia della tecnologia S.C.R.I.M.P. (leggi sopra) che permette al cantiere di dare una GARANZIA A VITA su scafo e coperta.

La prua del 42 SC.

Il cantiere sostiene che la compattezza e la resilienza del manufatto costruito in tecnologia S.C.R.I.M.P. consente di resistere allo sfondamento di un proiettile di pistola a distanza ravvicinata, grazie alla presenza, oltreché del Kevlar, anche della fibra di carbonio e del E-glass, un’anima per stratificazioni di derivazione aeronautica.

Passando alla descrizione della barca, il pozzetto del 42 SC Blackwatch Edition è disegnato per la pesca. Ampio, pulito, con profili piatti e falchette basse sull’acqua, è ciò che ogni pescasportivo cerca nel suo fisherman. La tuna door affaccia sull’ampia plancetta di poppa, ad altezza quasi radente il pelo d’acqua per facilitare l’imbarco delle prede; postazione di preparazione delle esche a ridosso dell’ helm deck con tagliere, lavabo, gavoni porta attrezzature e stivaggi per quattordici canne a riposo. naturalmente non manca una ampia vasca del vivo con ricircolo, nonché il lavaggio ad alta pressione del pozzetto con acqua dolce e salata. Entrambi gli attacchi sono replicati all’interno del gavone salpa ancora, accessibile dalla pontatura prodiera.

Due poltrone mezzanine guardano il pozzetto per consentire a chi non pesca di assistere alle attività alieutiche senza intralciarle.

I trincarini sono interamente rivestiti in VERO teak, così come gli appoggi interni agli stessi, a beneficio delle ginocchia dell’ angler. Hinckley ha una tradizione ultracinquantennale anche nel campo della vela, per cui un po’ di sano olio di gomito per la manutenzione del bellissimo teak che riveste falchette e cavallino è il minimo requisito per avere una barca marina, in tutti i sensi (anche in quello del tempo da dedicarvici per le cure di stagione!)

La zona di guida è rialzata per garantire altezza in sala macchine e visibilità allo skipper. Il divano opposto alla poltrona di comando è una dinette vera e propria per pranzare in esterna ed allo stesso tempo accomodare gli ospiti durante la navigazione. L’intero ponte comandi è protetto da un ampio e solido parabrezza in cristallo temperato e dall’hard-top integrato nella tuna tower, nonché da tendalini perimetrali in EZ2CY.

Internamente la classe la fa da padrona: teak vero in massello, ovunque, rivestimenti in pelle per dinette e sedute, murate dogate, in pieno stile marinaro, regalano all’olfatto sensazioni di altri tempi e di altri mari. Su richiesta il cantiere utilizzava essenze indicate su specifica, come ad esempio il rovere trattato a dovere, qualora il cliente volesse in cabina un mobile ad uso cantinola per vini pregiati.

Ogni elemento di teak è tirato perfettamente ad olio per evidenziarne la venatura senza rendere l’effetto “plasticoso” di certe laccature, levigato ad arte e congiunto agli altri con perfezione quasi disarmante; il layout è pratico ed essenziale: a sinistra, scesi i tre gradini gavonati, anch’essi rigorosamente in teak, si trova l’accesso all’amplissimo locale toilette, con doccia separata da porta in vetro e con seduta interna; più avanti, sempre a sinistra, la cucina ad L completa di tutto: dal frigorifero a doppia anta al forno microonde, al lavabo a doppia vasca in acciaio inox,  fino al piano cottura in vetroceramica a due fuochi; gavoni pensili completano la dotazione, per stoviglie e piattame. Specularmente troviamo la dinette da pranzo convertibile in letto doppio, con una cuccetta opzionale pullman ricavata ribaltando lo schienale della dinette stessa. Ad estrema prua la cabina armatoriale con un matrimoniale queen size, dotato di armadi separati, tv, gavonature sotto il letto e passo d’uomo per arieggare la cabina e per il passaggio diretto sul ponte prodiero.

Sul fronte delle motorizzazioni il cantiere offriva una soluzione d’ingresso di 2x500cv Yanmar, ma la maggior parte delle versioni Blackwatch sono state provviste con la massima motorizzazione disponibile, 2x730cv Man o Yanmar, abbinate con l’estensione opzionale della riserva di carburante di 400 lt aggiuntiti ai 1550 lt di serie.

Dal punto di vista delle performance, le caratteristiche costruttive dello scafo dell’ Hinckley 42 SC, nonché la sua ripartizione dei pesi, garantiscono performance di tutto rilievo persino con la motorizzazione di base, sintetizzabili in 28 nodi di crociera e 33 nodi di punta. La carena beneficia della matita di Michael Peters, che sfodera una V variabile con 20° di deadrise poppiera e tunnel per gli assi portaelica. i ginocchi pronunciati ed i pattini solidi garantiscono una navigabilità “su binari”, asciutta in ogni condizione meteomarina.

Con 2x730cv si raggiungono i 30 nodi di crociera continuativa e ben 38 nodi di velocità massima.

Una barca nata per navigare, fatta per essere osservata, destinata a durare una vita intera.

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A presto,

Benedetto Rutigliano 
Autore di Fisherman Americani
Autore di “Le 11 buone ragioni per NON comprare una barca (ed una per farlo)”
Autore di “La Barca da Pesca Perfetta- Guida sintetica” eBook
Scrittore per la rivista Pesca in Mare
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