Pesca d’altura

Nuovo articolo su Pesca in Mare di Febbraio!

Eccoci con l’ormai consueto appuntamento con gli articoli mensili della rubrica Pesca e Nautica della rivista Pesca in Mare. Questo mese parliamo di  POSTAZIONI DI GUIDA RIALZATE PUOI SCARICARE IL FILE PDF PER LEGGERLO CON CALMA CLICCANDO QUI Buona lettura e Buon Mare! Dr. Benedetto Rutigliano Autore del libro Fisherman Americani Autore del libro Le 11 buone ragioni per NON comprare una barca (ed una per farlo) Autore dell’eBook La Barca da Pesca Perfetta Scrittore per la rivista Pesca in Mare FISHERMAN AMERICANI Podcast su iTunes e su Spreaker


Navigare con il cattivo tempo: tips & tricks per affrontarlo

Quando si prende il largo per una battuta di pesca non sempre le beneauguranti previsioni ci azzeccano… In tal caso, una barca sicura e protettiva per comandante ed equipaggio farà la differenza tra una esperienza traumatica ed una nella quale il rapporto tra voi e la vostra barca si consoliderà ulteriormente. Inoltre, affrontare condizioni meteomarine avverse (senza andandosele a cercare, ovviamente…) consente di conoscere meglio il proprio fisherman, l’assetto ottimale con il quale affrontare un determinato moto ondoso e cosa potrebbe migliorarlo ulteriormente. Penso a: 1️⃣ Ripartizione dei pesi a bordo; 2️⃣ Posizionamento dei membri dell’equipaggio a bordo durante la navigazione; 3️⃣ Collaudo efficienza tendalini; 4️⃣ Constatazione della tenuta dei punti di stivaggio dell’attrezzatura: in primis portacanne a riposo tipo rocket launchers (io stesso ho perso una canna in navigazione per colpa di un parabordo che urtava contro un portacanne…) Con riguardo al primo punto, soprattutto se la nostra barca è di dimensioni medio-piccole, la disposizione di carichi mobili è fondamentale per non far “spanciare” lo scafo più di tanto con mare di prua. Spesso l’azione dei flaps da sola non è sufficiente a far tenere il tagliamare ben piantato nell’acqua e, pertanto, si renderà necessario spostare attrezzature, ghiacciaie od altri oggetti, verso prua. Ovviamente le zone dov’è più indicato posizionare tali masse dovranno essere provviste di cinghie di ritenuta e/o ganci, che all’uopo potremo pensare di installare noi man mano che prenderemo dimestichezza con il comportamento del nostro fisherman nel mare formato. Sembra scontata, ma la collocazione dei membri dell’equipaggio a bordo non lo è affatto: durante una navigazione impegnativa è fondamentale che ognuno sieda sul proprio sedile o strapuntino che sia e, soprattutto, che I MEMBRI DELL’EQUIPAGGIO NON SI ALZINO E SI SPOSTINO A LORO PIACIMENTO! In barca il comandante da ordini non per delirio di prepotenza, ma…


Perché alcune barche attraggono i pesci ed altre li allontanano: leggenda o verità?

Spesso le esigenze di comfort a bordo contrastano con la “resa” in pesca. Nel caso d’ispecie, mi riferisco al comfort acustico durante la navigazione. Vi siete mai chiesti perché i grandi fisherman entrobordo sono alquanto rumorosi? La ragione è imputabile, oltre che alle motorizzazioni generose, al posizionamento degli scarichi. ✳️ Gli scarichi emersi fanno rumore sopra la linea di galleggiamento, ma sono silenziosi sott’acqua! – ❌ Viceversa, gli scarichi sommersi conferiscono alla vita a bordo gran confort e vivibilità, ma sott’acqua i poveri pesci dovranno dotarsi di cuffie per sopportarli. A comprovare ciò, chi di voi abbia vissuto la spiacevole e pericolosa esperienza di sostare sott’acqua in apnea mentre una barca passa a poche decine di metri di distanza, saprà cosa voglio intendere. Perché un fisherman sia “pescante” è necessario che esso SUSCITI LA CURIOSITÀ DEI PESCI, SENZA SPAVENTARLI! ☎️👨🏻‍💼 Per non sbagliare acquisto, ottieni il tuo ticket consulenza telefonica CLICCANDO QUI. Ti assisterò al meglio che posso seguendoti nella emozionante ma insidiosa esperienza di acquistare un vero fisherman. Leggi Fisherman Americani, il Libro delle barche per la pesca sportiva. e non perderti il nuovo eBook La Barca da Pesca Perfetta!   Buon mare e buona lettura, Dr. Benedetto Rutigliano Autore del libro Fisherman Americani Autore del libro Le 11 buone ragioni per NON comprare una barca (ed una per farlo) Autore dell’eBook La Barca da Pesca Perfetta Scrittore per la rivista Pesca in Mare


Pesca in deriva: è possibile con ogni barca?

Lo scarroccio è il nostro miglior amico, soprattutto in determinate tecniche di pesca. Tuttavia, se lo scafo reagisce male a questo effetto dinamico passivo, esso può pregiudicare la corretta riuscita dell’azione di pesca e farci letteralmente ODIARE LA NOSTRA BARCA. E, se non arriveremo ad odiarla, per lo meno dovremo adattarci NOI alla barca, al contrario di come invece dovrebbe essere! Cosa incide sullo scarroccio di un fisherman?   1️⃣ Altezza dell’opera morta: uno scafo con murate molto alte farà più vela con vento al traverso, rispetto ad una barca più bassa sull’acqua. 2️⃣ Baricentro: una barca con masse importanti situate sotto il livello dell’acqua ridurrà l’effetto “tappo di sughero” tipico delle barche leggere in balia di venti e correnti. 3️⃣ Ripartizione dei pesi a bordo: un fulcro spostato a mezza barca o poco verso poppa, farà in modo che la barca presenti il giardinetto al vento, cosa che agevola tutte quelle circostanze in cui è opportuno filare diverse lenze in acqua senza che si ingarbuglino tra loro (per es. drifting o traina col vivo a diverse profondità). Una barca che presta la poppa al vento sarà più indicata per chi pesca generalmente con non più di due lenze. Ragioni per cui, mi verrebbe da dire che  OGNI PESCATORE VUOLE IL SUO SCARROCCIO Per approfondire la tematica dei fisherman e fare una scelta consapevole leggi i libri Fisherman Americani e La Barca da Pesca Perfetta (Di entrambi i libri puoi richiedere i rispettivi estratti gratuiti scrivendo ad info@fishermanamericani.com ) Per ogni dubbio, un aiuto nella ricerca e la scelta della tua prossima barca da pesca sportiva richiedi il tuo ticket consulenza telefonica. Ti aiuterò personalmente mettendo a tua disposizione le mie competenze ed il mio tempo per far sì che il tuo prossimo fisherman non sia l’ennesima barca da due o tre stagioni,…


Fuoribordo e manovre rapide: alcune considerazioni

Quello che vediamo in foto è di grande suggestione, ma potenzialmente di grave pregiudizio per i motori. E non mi riferisco espressamente ai modelli in foto in evidenza, ma a tutti i fuoribordo in quanto tali. Un fuoribordo ha la caratteristica di racchiudere sotto un’unica calandra blocco motore, impianto di alimentazione, parte dei rinvii di trasmissione e, soprattutto, le condotte di ASPIRAZIONE. Sebbene qualsiasi fuoribordo sia progettato in modo tale da ridurre al minimo l’ingestione di acqua dall’esterno, tale rischio non può essere mai del tutto evitato, soprattutto quando effettuiamo delle manovre repentine in presenza di mare mosso. (Non a caso un noto marchio di fuoribordo ha avuto diversi problemi con un altrettanto arcinoto modello di suoi motori 4t, problemi relativi proprio all’ingestione di acqua salata nelle camere dei cilindri più bassi sull’acqua). Il peso gravante ad estrema poppa tipico delle imbarcazioni motorizzate con grossi fuoribordo ha l’effetto che, quando si accelera in retromarcia, la pressione della poppa sull’acqua tenderà a “tirare in basso” lo specchio stesso. Ovviamente tale effetto non è evidente così platealmente su ogni imbarcazione fuoribordo, ma stiamo parlando di tendenza , la quale resta. Al contrario, una barca entrobordo ha il fulcro posizionato nella zona della sala macchine, che quindi agirà da perno per le manovre a tutto gas marcia indietro. Gli effetti benefici sono di: Sollevare la poppa quel tanto che basta per agevolare il drenaggio fuoribordo delle acque imbarcate grazie ad ombrinali non “affogati”; Dare la possibilità di effettuare manovre a più alta velocità rispetto ad una imbarcazione fuoribordo, con la quale bisognerà procedere con i guanti bianchi se non si vorrà avere il timore di arrecare danni ai motori. Naturalmente, esistono barche fuoribordo che minimizzano tale endemico effetto e, viceversa, barche entrobordo che mal gestiscono tali manovre, nonostante la loro natura le vorrebbe ben…


Divergenti: come sceglierli in base alla propria barca

Oggi parliamo di OUTRIGGERS, altrimenti conosciuti come “divergenti”. Strumenti indispensabili in traina d’altura, essi consentono di filare un numero elevato di lenze in modo ordinato e senza pericolo di imparruccamenti ed interferenze tra loro. Essi saranno armati con dei rigging kit dimensionati in base alla lunghezza dei pali. Naturalmente, un kit di divergenti non è di per sé sufficiente ad evitare matasse di nylon indesiderate… poiché potrebbe bastare comunque una virata azzardata dello skipper per mandare in fumo il lavoro di “ricamo” fatto da mate e anglers in pozzetto poco prima… E’ opportuno, per questa ragione, adottare uno schema di lenze adeguato alle prede che si presuppone popolino la fascia di mare aperto nel quale tenteremo la fortuna. Di divergenti, sul mercato, ve ne sono di svariate tipologie.  COME SCEGLIERE I DIVERGENTI PIÙ ADATTI ALLA NOSTRA BARCA? La scelta andrà fatta in base a: a. Layout di coperta della barca; b. Frequenza prevista di utilizzo dei divergenti; c. Dimensioni della barca A grandi linee, possiamo dividere i divergenti attualmente disponibili sul mercato in quattro tipologie: 1️⃣ Top-Mount (CLICCA QUI): sono installabili su t-top o hard-top e consentono la regolazione dell’inclinazione dei pali tramite cremagliera o morsetto dentato. . Indicati per center console e barche cabinate con passavanti non molto ampi, dove sei porta-divergenti da tuga intralcerebbero il passaggio. 2️⃣ Side-Mount (CLICCA QUI): indicati per walkaround, express e convertible. Necessitano di una tuga ampia almeno quanto la larghezza del t-top o hardtop, in quanto i pali attraversano per tutta l’altezza la coperta della barca. . Di tipo semplice a tubo ricurvo, per pali non più lunghi di 17-18 piedi; . Di tipo a pantografo, per pali più lunghi e pesanti 3️⃣ Spreader-Type (CLICCA QUI): per barche di dimensioni medio-grandi o dotate di marlin tower o tuna tower, prevede il doppio fissaggio in…


Topaz 24 Cuddy Console: un piccolo fisherman duro e puro

Oggi parliamo di una barca tosta. Una barca con il dna del fisherman vecchio stampo, con il temperamento delle grandi barche a dispetto delle sue modeste dimensioni. Una barca che non offre compromessi, né vuol esserlo nella sua concezione. Il Topaz 24 CC è un mezzo quasi sconosciuto in Europa, ma che ha fatto scuola ai pescatori sportivi americani di oggi. ✅Laminato pieno per scafo e coperta. Qui non c’è spazio per vie di mezzo, né per esercizi tecnologici. Ciò che c’è dev’essere semplice, ben fatto e durevole. Undici strati di stuoie multiassiali di vetroresina StitchMat 2415 per la carena e sette strati per la coperta, fanno di questo center console uno scafo granitico. La semplicità di questa barca è disarmante: non c’è nemmeno il pulpito di prua per l’ancora… Ma in altura, a cosa serve? (ne abbiamo anche parlato in questo articolo di qualche settimana fa) Ma volete mettere la pulizia di questa prua, stondata e guarnita da un bottazzo heavy duty, fatto per essere un vero e proprio paraurti? Le linee d’acqua sono in piena tradizione Topaz: tagliamare affilatissimo, siamo quasi a 75° di deadrise in entrata, per poi progressivamente allargarsi fino ad estrema poppa, dove misuriamo poco meno di 20°. ✅ Trasmissione rigorosamente entrobordo in linea d’asse, benzina o diesel, per una distribuzione dei pesi a bordo impeccabile, con una chicca: Elica semintubata. Questo riduce molto il pescaggio ed ottimizza la spinta propulsiva anche nel mosso. In definitiva, una vera rarità tra i fisherman di questo cabotaggio. Motorizzazioni in pieno stile yankee: si va dai sempiterni Crusader V8 benzina da 300cv o da 330cv, per passare ai più “europeisti” Volvo Penta turbodiesel da 200cv fino a 260cv, in base alle epoche di costruzione; fino alle più moderne rimotorizzazioni Yanmar e Cummins da 260cv a 330cv. Come può…


Jarrett Bay: gli Stradivari dell’oceano

Cosa c’entra un abete con i marosi dell’Atlantico? Perché, a dispetto della tendenza di pensiero statunitense che vorrebbe le barche da pesca quanto più pesanti possibile, qualcuno pensa che sia più salubre per la barca, giusto, confortevole il contrario? In me affiora una sorta di composto entusiasmo quando sono chiamato a scrivere di taluni cantieri statunitensi, e quasi mi sento partecipe della loro gloria, se non altro perché (me misero, che mi accontento di così poco…) mi faccio portavoce italiano dei segreti nascosti dietro queste opere d’arte. Tanto è l’entusiasmo, da aver inserito questo cantiere nel mio libro Fisherman Americani! Jarrett Bay è un costruttore di barche custom che ha all’attivo quasi un centinaio di realizzazioni, tutte contraddistinte da uno studio progettuale customizzato anch’esso sulle specifiche esigenze e richieste del cliente. In poche parole, per Jarrett Bay ogni nuova barca commissionata è un laboratorio navigante, deputato ad affinare  senza soluzione di continuità le già superlative tecniche costruttive di questo cantiere. Se di tradizione ci è imposto parlare nel caso di Jarrett Bay, lo stesso vale per il termine “SCIENZA”. Un Jarrett Bay vede l’utilizzo di diverse essenze di legno per le carene: si va dall’abete stratificato all’ okoume per i tre layer più esterni. L’okoume di cui abbiamo parlato poco sopra non è una scelta casuale, ma il risultato dello studio del comportamento delle fibre di questo legno, che ne hanno rivelato l’alta predisposizione alla curvatura ed alla super-finitura che conferiscono al manufatto un aspetto privo della minima imperfezione. Per tale motivo, la “pelle” di un Jarrett Bay è costituita di questa essenza di legno. Tale strato esterno viene a sua volta resinato con epossidica di formula proprietaria e, in casi come Jaruco, con interposizione di strati di kevlar e carbonio. La sagomatura della carena vede il suo baglio massimo…


MADEIRA: storia di un Grady White sfortunato

Questo articolo è scritto senza giochi di colore, quasi per rispetto verso le sorti del “soggetto” di questa storia. Il materiale fotografico è di qualità precaria poiché ottenuto con le prime fotocamere digitali in commercio, dalla risoluzione risibile rispetto agli standard attuali. Ma stiamo pur parlando di “storia”! La ricerca costante di argomenti tecnici da affrontare in modo oggettivo ed esaustivo, mi costringe spesso alla condizione di “rifiatare” un po’, dedicando la mia attenzione a temi (o a barche) nei quali posso concedermi di essere leggermente più “autobiografico” e sentimentale del solito. Nella vita di un diportista pescasportivo, determinate barche rimangono nel cuore per svariati motivi. Il mio amore “irrisolto” è stato un vecchio Grady White 257 Trophy Pro, comprato per 27,5 milioni di lire da un signore in pensione che, per problemi di salute, non ebbe più modo di usarla per anni. La barca era in condizioni tanto pietose da non poter navigare, per le incrostazioni in carena e sulle eliche. Giaceva all’ormeggio di un pontile di Foce Varano, chissà da quanti anni ferma. Quando andai con mio padre a vederla fu subito amore. Le linee tradivano una gran voglia di prendere il largo- dopo una sana e profonda toelettatura, s’intende- le finestrature trapezoidali definivano tratti decisi e scolpiti, le falchette erano larghe e marmoree nonostante anni di sole e sale. I due vecchi OMC da 205cv partivano al primo colpo, e questo era già un buon punto di partenza. Quella barca ci chiedeva aiuto e nuova gloria ed in qualche modo la reverenziale suggestione di un vecchio campione un po’ acciaccato e dimenticato si fece strada in noi. In quel pozzetto sgombro e incorniciato da quelle modanature di teak screpolato dagli elementi vedevo imbarcare le mie prime alalunghe, magari una bella aguglia imperiale, e tanti dentici. Doveva essere lei….


Perché molti fisherman sono spesso privi di accessori che daremmo per scontati su qualsiasi altra barca da diporto?

Stavolta cerco di spiegare in forma di domanda e risposta l’assenza di dispositivi, parti od accessori altrimenti scontati e di serie su quasi ogni altra barca da diporto. D- Perché molti fisherman d’oltreoceano non hanno il verricello salpa ancora?  R- La ragione è nell’impiego di tali barche. I grandi sportfisherman commissionati per battute di pesca d’altura, dove le potenti correnti oceaniche ed i fondali proibitivi impedirebbero a qualsiasi ancora di raggiungere il fondale, rinunciano ad un accessorio tanto inutile quanto fonte di potenziali avarie, proprio perché sarebbe utilizzato molto meno che sporadicamente. Come da citazione di Fisherman Americani- il Libro delle Barche per la Pesca Sportiva- , “ciò che non c’è non si rompe”! D- Perché molti fisherman convertible non hanno la guida interna? R- Perché un’apertura in coperta, quale è un parabrezza, è un punto di potenziale debolezza del manufatto! Per noi, che abbiamo a che fare con mari dalla potenza distruttiva ben lontana da quella degli oceani, può apparire un’ esagerazione, ma se immaginassimo di ritrovarci nel mezzo di una mareggiata imprevista con marosi che s’infrangono sulla tuga, tale soluzione potrebbe apparire alquanto sensata. Per gli americani ogni interruzione o taglio della stratificazione è un pregiudizio alla solidità strutturale ed alla IMPERMEABILITA’ dello scafo. D: Perché molti fisherman non hanno oblò sulle murate? R: Per lo stesso motivo che priva i convertible di guida interna! I masconi di una barca hanno una funzione ATTIVA, quella di deflettere l’acqua sollevata durante la navigazione e di non farla giungere in coperta. L’idea di dimenticare un oblò aperto o anche solo di far sì che venga colpito dai frangenti durante la navigazione con mare avverso, dovrebbe facilitare la comprensione della scelta da parte di diversi cantieri americani di lunga storia nella costruzione di fisherman d’altura. D- Perché alcuni express fisherman non hanno…