pesca dalla barca

Articolo di Pesca in Mare di Maggio 2019!

Cari amici, come ormai di consueto, anche nel numero di Maggio 2019 è presente il mio contributo a questa storica rivista cartacea. Nella rubrica Pesca&Nautica, questo mese parlo di “Carene e Cavalli”. CLICCA QUI PER SCARICARE L’INTERO ARTICOLO Non dimenticare di leggere il libro Fisherman Americani – il Libro delle Barche per la Pesca Sportiva nonché il nuovissimo eBook La Barca da Pesca Perfetta- Guida Sintetica- A presto e Buona Lettura! Benedetto Rutigliano Autore di Fisherman Americani Autore di“Le 11 buone ragioni per NON comprare una barca (ed una per farlo)” Autore di“La Barca da Pesca Perfetta- Guida sintetica” eBook Scrittore per la rivista Pesca in Mare FISHERMANAMERICANI Podcast  


Boston 190 Montauk: un classico sempre attuale

Non capita spesso, nel campo della nautica, di vedere modelli di barche resistenti ai decenni come se l’evoluzione non li riguardi minimamente. Quanto questo avviene è perché, evidentemente, il progetto è talmente perfetto, o i suoi difetti talmente amati, che non sarebbe proprio possibile eliminarli. Boston Whaler è maestra in classici senza tempo, tant’è che ha diverse menzioni nel libro Fisherman Americani, e non sarebbe potuto essere diversamente dato il rango e l’esperienza sul campo di questo storico cantiere. Che un Boston Whaler Montauk sia una barca dura, bagnata, scomoda per certi impieghi, è arcinoto. Ma andate a chiedere ai proprietari di un Montauk di cambiarla per un fisherman più confortevole, con murate alte e sicure, con carene più profonde: sarebbe come andare ad un motociclista e proporgli uno scambio della sua moto con un’auto. Il Boston 190 Montauk reinterpreta gli stilemi che hanno fatto,  di questa serie di center console , la fortuna di B.W. Murate basse ma protette da alte battagliole (optional), impianto elettrico integrato e codificato, antisdrucciolo estremamente efficace e duraturo su tutta la coperta (cosa rara perché problematica, per molti cantieri, in fase di distacco dello stampo), pescaggio ridotto per accostare in pochi cm di fondale, pur mantenendo una deadrise poppiera ragguardevole (16°), navigazione più asciutta grazie all’evoluzione della carena ad ali di gabbiano, divenuta una V profonda con talloni pronunziati rovesci; baglio sfruttabile per quasi tutta la sua estensione grazie alla sottigliezza delle murate interne. Questa compattezza delle sezioni di  murata è possibile con il metodo costruttivo di B.W., che consente di conferire rigidità strutturali proprie di costruzioni generalmente molto più “voluminose”. Di contro, con una struttura siffatta, è molto delicato operare modifiche o aggiunte di ferramente di bordo, poiché la schiumatura diviene vulnerabile in caso di forature mal fatte o non sigillate a dovere….


Traina con il vivo : come gestire le basse velocità

N.B.: CHI SI ASPETTA RICETTE MIRACOLOSE LEGGENDO QUESTO ARTICOLO, NE RIMARRÀ DELUSO. AD OGGI, LO SCIBILE UMANO NON E’ RIUSCITO A VINCERE SULLE LEGGI DELL’IDRODINAMICA CON SOLUZIONI INFALLIBILI.  —————————————————- Problematica diffusa tra i pescasportivi che praticano la traina a lento moto, la velocità minima e la manovrabilità sono discriminanti il più delle volte analizzate solo dopo l’acquisto della barca. Non a caso ti invito, prima di acquistare una nuova barca, a confrontarti con me se lo ritieni necessario. Trovi il ticket consulenza telefonica CLICCANDO QUI. Avevo affrontato il tema della gestione dei motori in traina veloce nell’articolo precedente; qui passo in rassegna, invece, le soluzioni applicabili per ridurre la velocità minima di avanzamento delle nostre barche. La velocità minima, nonché la manovrabilità a lento moto, sono figlie principalmente dei seguenti fattori: Tipo di trasmissione; Passo delle eliche; Ripartizione dei pesi a bordo e centro di massa. Possiamo enumerare come segue gli “stratagemmi” odierni per ridurre la velocità minima al… minimo(!): Trolling valve; Modalità elettronica slow-vessel ; Trolling motor elettrici; Trolling plate; Motore ausiliario; Ancore francesi o “a paracadute”. I rimedi suddetti sono più o meno applicabili in base al tipo di trasmissione: per esempio, le trolling valve possono essere installate solo su motorizzazioni che prevedano la presenza di un invertitore; l’EFB, dunque, ne è tagliato fuori; i moderni FB a 2 tempi ed a 4 tempi prevedono apposita strumentazione da plancia che prevede la gestione del numero di giri, in modo tale da abbassare il minimo a 450-500 giri/min per permettere la bassa frequenza di rotazione delle eliche; le trolling plate, invece, trovano collocazione su qualsiasi propulsione provvista di piede, per cui EFB e FB possono adottarne l’utilizzo. Il vantaggio fondamentale di tale soluzione è quella di evitarci di “sporcare” lo specchio di poppa con un motore ausiliario. L’handicap principale…


Pesca a traina veloce : come utilizzate i motori della vostra barca ?

Le economie di bordo, unite a congetture più o meno razionali sull’usura dei propulsori, ci portano a far nostre, quando siamo in pesca, abitudini che hanno pro e contro. Per molti di noi è d’uso alternare il funzionamento dei motori, ad esempio mezzora per ognuno (ovviamente nel caso la barca non sia monomotore). Viceversa, molti altri hanno l’abitudine di utilizzarli entrambi. Vediamo i pro ed i contro di ciascuna di queste pratiche. I PRO che favoriscono i primi sono, di solito: il dimezzamento delle ore di moto (usandoli alternativamente si abbatte della metà il numero di ore di moto accumulate su ciascuna macchina; la riduzione dei consumi di carburante; maggior comfort acustico a bordo; temperatura media della sala macchine leggermente più bassa rispetto al caso di utilizzo simultaneo di entrambi i propulsori. I PRO che favoriscono i secondi, invece, sono: manovrabilità ampiamente facilitata, soprattutto in caso di necessità di virate repentine in fase di combattimento; allineamento certo delle ore di moto su entrambi i propulsori; ricarica piena di tutte le bancate di batterie (nel caso vi sia un motore “master”, cioè uno solo deputato alla ricarica delle batterie); meno stress per le batterie stesse in quanto non vi saranno accendi/spegni scanditi ad ogni cambio di propulsore; meno stress per i motori stessi: soprattutto se l’intervallo di alternanza è lungo, bisogna considerare che l’accensione è un momento critico per qualsiasi motore endotermico, in quanto per i primissimi secondi esso girerà “a secco”. E’ empiricamente provato, infatti, che gran parte dell’usura meccanica dei gruppi termici (sia terrestri che marini) è imputabile alla somma di questi mini-stress da accensione, in anni ed anni di avviamenti. I CONTRO di ciascuna delle due abitudini sono ricavabili ribaltando ed incrociando i PRO dell’altra… Ad esempio, è ovvio che, nel caso di utilizzo di entrambi i motori…


Fisherman dimenticati: Seacraft e la carena a deadrise variabile

Ci sono barche che rimangono nella storia sottaciuta della nautica, che meriterebbero di essere raccontate e non solo bisbigliate. Perché si tratta di barche che, ancora oggi, avrebbero molto da insegnare a tanti natanti fatti con lo stampino, smussando gli angoli, a tutte quelle barche e barchette avendo a mente l’effetto scenico da un lato, l’economia di produzione dall’altro. Questo articolo è dedicato ad uno di quei nomi che mi hanno appassionato sin da bambino alla nautica da pesca sportiva d’oltreoceano, che mi hanno portato ad abbonarmi alle riviste di barche da pesca americane e che mi hanno spinto a scrivere i miei libri, primo fra tutti Fisherman Americani. Seacraft Boats nasceva nei primi anni ’60 per opera e genio di Carl Moesly, inventore della carena che l’ha resa famosa. La carena Seacraft, denominata V.D.H. (Variable Deadrise Hull) si può concettualmente intendere come tre scafi impilati uno nell’altro, dei quali il più esterno è quello con diedri più ampi, il più interno, quello con la V più accentuata. Ne risultano una coppia di step longitudinali incassati per lato il che crea, all’aumentare della velocità, cuscini di aria che sollevano la carena e ne riducono fortemente l’attrito con l’acqua. I vantaggi sono: Angoli di entrata e di uscita importanti, (nell’ordine dei 70° a prua e da 20° a 24° a poppa, in base ai modelli) Consumi sensibilmente più bassi rispetto a carene a V profonda con analogo angolo di deadrise poppiero. Ma le peculiarità non si fermano solo sul piano progettuale della carena. Tutto ciò che serve ad un pescasportivo c’è a bordo di un Seacraft. Una barca che è anche un pezzo di storia del fisherman americano. . Seacraft è famosa per la 100% handlaid construction: scafo e coperta sono entrambi costruiti in laminato pieno di vetroresina biassiale stratificata a mano,…


Come riconoscere se il motore della barca soffre ?

In questo breve articolo intendo dare alcuni suggerimenti su come promuovere la salute del vostro propulsore. Spesso le barche vengono fornite con motori ed eliche artatamente scelti per mostrare e dimostrare all’acquirente performance velocistiche quasi inaspettate in rapporto alla potenza in gioco. Ancor più spesso tali prestazioni sono praticamente fruibili solo con mare piatto, barca scarica e carena pulita a specchio… (rif. Fisherman Americani) Non appena gli effetti della stagione diportistica fanno capolino su carena ed elica, qualche carico in più si rende necessario per evitare esodi con quintali di attrezzatura al seguito ogni volta che si voglia prendere il largo, ecco che le prestazioni si MORTIFICANO INESORABILMENTE, e non se ne capisce il motivo. Il problema è soprattutto delle barche acquistate con motorizzazioni di accesso, quindi con potenze al limite dell’indispensabile ove il venditore, per dimostrarvi con non vi fosse alcun sospetto di sottomotorizzazione, vi aveva fatto provare la barca con 15 litri di carburante imbarcato, carena senza antivegetativa ed un’elica con passo abbondante, in modo tale da farvi illudere che i fatidici 30 nodi fossero alla portata. Il pericolo di arrecare danno ad un motore accoppiato ad un’elica sovradimensionata o comunque inadeguata risiede nell’ INDICE DI CARICO al quale il motore stesso sarà costretto ad operare continuativamente. L’indice di carico, in soldoni, rappresenta lo sforzo che il motore esercita durante il suo lavoro.  Un’elica con passo eccessivo farà sforzare il motore soffocandone la ripresa del regime di rotazione in tempi ragionevoli, costringendovi ad intervenire maggiormente con i flaps e con il trim per agevolare l’entrata in planata. Un’elica siffatta molto probabilmente impedirà al motore di raggiungere il regime massimo nominale, il che è indice di grave sofferenza dello stesso. E’, piuttosto, preferibile che il motore riesca a raggiungere 50-100 giri/min più del massimo nominale, che il contrario! Inoltre,…


Come far durare un fisherman nel tempo

Per mare gioie e dolori, navigazioni di piacere ed avarie sono connubi inscindibili ai quali, se il tempo e la passione non ci rendono resistenti e resilienti, reagiremo VENDENDO LA BARCA, in preda ad un senso di frustrazione e di fallimento. Se poi per mare pretendiamo di andarci anche quando le condimeteo non sono ottimali (e cioè molto spesso, se amiamo praticare talune discipline di pesca sportiva…), sarà bene che ci facciamo il callo quanto prima possibile, al fine di non mollare barca, canne e mulinelli a favore di più tranquilli (ed economici) hobbies. L’attuale tendenza ad infarcire le nostre barche di ogni sorta di comodità va contro la qualità del nostro prezioso tempo libero. In tal senso, l’unica soluzione per evitare quanto più possibile noie è avere a bordo impianti ben costruiti ed accessori costruiti con materiali di qualità elevatissima. La difficoltà oggettiva, per il costruttore, di mantenere elevatissima la qualità di ogni singolo elemento che compone le proprie barche, è nel mantenere il prezzo al pubblico della stessa entro livelli “umani”, che non la pongano decisamente fuori mercato. E siccome non possono essere tutti costruttori one-off o artigianali… dovrà pur esserci qualcuno di essi che costruisca barche accessibili ad una fascia ampia di diportisti. Ecco che viene in soccorso la virtù dell’ ESSENZIALITÀ: il saper scegliere ciò che davvero a bordo è utile da ciò che è superfluo. DOVREMMO, in poche parole, ESSERE IN GRADO DI RINUNCIARE AL FUTILE, ALMENO A BORDO! Se sapessimo dire al venditore della nostra prossima barca nuova “grazie, ma la ordino senza questo o quest’altro”, probabilmente avremmo un mezzo: – più affidabile; – più facile da mantenere; – suscettibile di molti meno grattacapi; – che non presti il fianco al futuro acquirente di potersi appigliare a piccole riparazioni da effettuarsi, perché la semplicità…


Nuovo articolo su Pesca in Mare di Aprile!

Eccoci con il consueto appuntamento di inizio mese. Nella rubrica Pesca&Nautica del numero corrente della rivista Pesca in Mare parlo di MOTORI FUORIBORDO DIESEL Clicca qui e scarica l’articolo integrale in PDF.   Colgo l’occasione per comunicarti che da oggi è disponibile anche su Amazon l’eBook “La barca da pesca perfetta”:   A presto e Buon Mare, Dr. Benedetto Rutigliano Autore di Fisherman Americani Autore di“Le 11 buone ragioni per NON comprare una barca (ed una per farlo)” Autore di“La Barca da Pesca Perfetta- Guida sintetica” eBook Scrittore per la rivista Pesca in Mare FISHERMANAMERICANI Podcast


Luoghi comuni diffusi nel mondo dei fisherman

Il mondo della nautica è piena zeppa di affermazioni che entrano come tarli nella mente del diportista, deviandone molto spesso le scelte in fatto di barche. Oggi spendo qualche riga per esporne sintenticamente giusto un paio. Per le altre, vi do appuntamento ai prossimi articoli. 1. “E’ UNA BARCA BAGNATA” Posto che esistono casi di carene perfettibili dal punto di vista della capacità di deflettere gli spruzzi in navigazione (altrimenti gli spray rails non sarebbero mai stati inventati…), tutte le barche, prima o poi, si troveranno nelle condizioni di bagnare il proprio parabrezza od il ponte di prua. Assumere che una barca sia “bagnata” solo perché, durante il rientro con mare e vento teso al traverso o contrario, i tergicristalli tirano continuamente acqua dal parabrezza,  significa dare prova di aver passato molto poco tempo della propria vita in navigazione. Oppure, se le condizioni del mare impongono di abbassare i flaps per non far picchiare lo scafo sull’onda e, giocoforza,  solleveremo più acqua del solito , ciò non significa che quel progetto sia farlocco! Significa semplicemente che il mare è imprevedibile e che ogni navigazione ci pone in condizioni diverse dalla precedente. L’acqua è un fluido a viscosità bassissima ed è normale che la coperta si bagni in determinate condizioni! 2. “E’ UNA BARCA TROPPO APPOPPATA” Se un fisherman naviga leggermente appoppato, questa caratteristica non va additata come handicap, soprattutto quando la barca è generosamente motorizzata. Il motivo è qui di seguito spiegato. Nella stragrande maggioranza dei casi, i progettisti di sportfisherman RICERCANO un angolo di inclinazione, in navigazione, che varia da due a cinque gradi. Questo consente di: Facilitare il drenaggio fuoribordo di eventuali acque reflue finite in sentina; Tenere la prua alta sul mare, mettendo la barca in condizione di non ingavonarsi in presenza di onde importanti di prua,…


Passavanti, battagliole, corrimano: utilità che a volte diventano ostacolo a bordo!

Gli elementi di base per poter praticare la coperta di una imbarcazione agevolmente ed in sicurezza possono essere spesso “vittime” di designer che poco o nulla hanno avuto a che fare con le operazioni di bordo o con le difficoltà di movimento su una barca, soprattutto in balia di un mare ben formato. D’accordo che l’estetica è il primo elemento cui lo sguardo del diportista “attecchisce”, ma se poi questa deve inficiare la funzionalità e la praticità di fruizione della barca stessa, bisogna farsi un po’ di domande prima di partorire determinati progetti e soluzioni. Ci sono casi in cui, poi, è preferibile che la battagliola od i corrimano siano più corti o addirittura assenti, se per esempio lo spazio in larghezza dei passavanti è già esiguo da progetto. A cosa serve dotare una barca di battagliole alte e spesse se poi sul passavanti ci passa a mala pena un polpaccio? Queste possono solo costituire ostacolo al quale imbrigliarsi prima di cadere rovinosamente in acqua o, peggio, infortunarsi. Esempi di design anti-funzionale sono presenti in certi progetti di barche di piccole dimensioni dove, invece, il “poco e buono” dovrebbe essere il principio di base per rendere la coperta praticabile al meglio. Ma si sa, molto spesso i beni voluttuari, quali le barche sono, si vendono grazie a “trovate” puramente estetiche , che allontanano l’acquirente da ciò che davvero conta, e che può rendere l’acquisto una spesa errata. Per non sbagliare acquisto, ti consiglio di leggere il libro Fisherman Americani ed il nuovo eBook La Barca da Pesca Perfetta. In questi testi ho concentrato tutta la mia esperienza in merito a come sono costruiti i veri fisherman americani ed ho indicato, altresì, le linee guida che mi hanno aiutato nell’affascinante ma insidioso mondo della nautica per la pesca sportiva, e che mi…