nautica

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Line cutter per assi portaelica, cosa sono?

Un incubo immanente per tutti i diportisti di imbarcazioni con trasmissione in linea d’asse è l’imbrigliare l’elica a cime volanti, pezzi di rete abbandonati e in genere ad ogni relitto o rifiuto che possa avvolgersi attorno ad essa. Questo è un problema reale tanto più che il detrito flessibile si strozza attorno all’elica o, peggio ancora, quando riesce ad avvolgere in un groviglio inestricabile elica, asse e cavalletto. In questi casi, la soluzione obbligata è immergersi, e farlo nella stagione fredda comporta di essere già equipaggiati (e pratici) di muta, guanti e maschera. Talvolta, persino un ottimo coltello non basta a ridurre la sosta della barca, magari in condizioni di mare in peggioramento. A me, personalmente, è capitato di prendere in un’elica, durante la navigazione, addirittura una tanica rotta in plastica, appena sommersa, invisibile con il mare mosso, che si era praticamente aggrovigliata in un pugno di plastica fuso attorno al cavalletto e all’elica, costringendomi al raddrizzamento e riequilibratura delle pale. Per fortuna a me capitò d’estate, sebbene con il mare mosso, non fu una esperienza rilassante sostare sotto la chiglia con l’incombente pericolo di calcolare male il rollio e prendere craniate. Una soluzione per questo genere di inconvenienti viene dalla ditta Spurs, dedita alla produzione di “line cutters”, che consistono in lame a collare che vengono installate a monte dell’elica, tra questa ed il cavalletto. Una lama a tagliente singolo resta fermo attaccato al cavalletto, mentre il disco multitagliente rotea assieme all’elica, tagliando qualsiasi cosa, o quasi, vi si aggiri nei pressi. CLICCA QUI Questo sistema è virtualmente esente sa manutenzione, fuorché sostituire un anodo sacrificale appositamente previsto dal produttore per non indurre disturbi galvanici al resto delle componenti metalliche della barca già collegate a rispettivi anodi. Vi sono modelli differenti di line cutter, in base alla sezione dell’asse…


ETERNA DIATRIBA: BENZINA VS DIESEL

Oggi riporto un passo di un saggio di Frank T. Moss in cui l’autore affronta la diatriba benzina Vs gasolio. Questo è un argomento frequentemente dibattuto, sia su Fisherman Americani- Il Libro delle Barche da Pesca Sportiva, sia nel corso delle mie consulenze. Contrassegnerò con affermazioni non più vere, affermazioni ancora vere, affermazioni da verificare di caso in caso. <<Un quesito basilare dei nostri giorni è: “L’alimentazione di una barca nuova o da rimotorizzare dovrebbe essere a benzina o a gasolio?” Il costo del carburante porta molti armatori a pensare seriamente al diesel, ma vi è in gioco ben più di ciò che l’occhio vede (il prezzo alla pompa, ndt), così diamo un’occhiata alla controversia benzina-gasolio.Esattamente, quali sono i vantaggi della motorizzazione diesel?– Maggiore autonomia con un pieno di pari capienza – Minor costo del carburante per litro – Minor costo per ora o miglio navigato – Eliminazione del rischio di esplosione della benzina – Eliminazione dei sistemi di iniezione elettrica/elettronica – Compatibilità con sistemi di controllo preesistenti a bordo – Costruzione robusta e lunga vita operativa – Valore aggiunto dell’investimento >> Analizziamo al volo i punti interrogativi, posto che il discorso è molto, molto più ampio ed articolato: 1. Eliminazione del rischio di esplosione della benzina: i moderni impianti di immagazzinamento ed alimentazione hanno fugato quasi completamente il rischio di esplosione da vapori di benzina; i motori a gasolio, soprattutto quelli moderni con alimentazione ad alta pressione, possono cagionare parimenti incendi a bordo 2. Compatibilità con sistemi di controllo preesistenti a bordo: ormai pressoché ogni motore diesel moderno è dotato di comandi elettronici e parzializzatori, il che richiede lo smantellamento di manette meccaniche preesistenti 3. Valore aggiunto dell’investimento: se in assoluto una barca a gasolio vale di più dell’omologa a benzina, in caso di rimotorizzazione quasi sempre non si…


Inverno: quando il passato insegna

Per i pescasportivi più impavidi, l’attesa del periodo invernale è il preludio a possibili incontri tanto sporadici quanto importanti. Per far sì che il tempo trascorso in un mare in condizioni metereologiche spesso ostili non ci si riversi per intero nelle ossa e nelle articolazioni, occorre scegliere bene la barca: vediamo come con l’ultimo articolo pubblicato su Pesca in Mare di Febbraio 2022. Come scegliere la barca per l’inverno? Non resta che leggere l’articolo cliccando sul link seguente: INVERNO : QUANDO IL PASSATO INSEGNA Buon mare a tutti, Benedetto RutiglianoAutore di Fisherman Americani Autore di Barche da pesca di ieri e di oggiAutore di “Le 11 buone ragioni per NON comprare una barca (ed una per farlo)”Autore di “La Barca da Pesca Perfetta- Guida sintetica” eBookScrittore per la rivista Pesca in MareFISHERMANAMERICANI Podcast PS: vi ricordo del mio nuovo libro “Barche da pesca di ieri e di oggi”, disponibile su Amazon a questo LINK


Le barche e la crescita esponenziale dei listini

E’ evidente che il comparto nautico abbia subito un incremento dei prezzi di listino di gran lunga superiore a prodotti di altro settore. Forse, l’impennata dei prezzi è pari solo alla irrazionalità con cui sono cresciuti i prezzi delle abitazioni per uso civile. In entrambi i casi si osserva che sono sempre meno gli utenti che acquistano cash, spostandosi verso l’indebitamento, un po’ per convenienza (nautica) un po’ per necessità (edilizia). Leggevo oggi l’analisi di un esperto di finanza ed economia, che mi ha fatto molto riflettere in merito alle possibili motivazioni di questa crescita incontrollata dei prezzi delle barche di qualità (leggasi di marchi premium) che, solo fino a cinque o sei anni fa, costavano il 25-30% in meno. Un dato di fatto è che stiamo vivendo un’era di forte inflazione, causata dall’eccesso di liquidità in circolazione. Attenzione, questo non significa che siamo tutti più ricchi, ma che semplicemente questa liquidità “sguazza” nel mercato in quantità molto superiore al controvalore in prodotto mondiale lordo, quindi una parte di moneta è eccedente e viene naturalmente “accorpata” ai soldi che servono per comprare i beni, da quelli di prima necessità fino a quelli strumentali e quelli voluttuari. Come? Nei listini prezzi… Un discorso che necessiterebbe di una trattazione sterminata, ma qui non mi dilungherò rispetto a tutti i fattori che scatenano un’onda inflattiva poderosa come quella che stiamo vivendo oggi. Quali sono i mezzi che l’essere umano “produttore” ha, per combattere l’impennata dei prezzi dei suoi prodotti? Diminuire la qualità dei beni, riducendo le percentuali di materie prime migliori e miscelandole a materie prime più “scarse”;Ridurre il costo della manodopera, quindi i salari. E’ ovvio a tutti che la crescita della remunerazione del lavoro è sempre molte volte più lenta rispetto a quella dei prodotti finiti, i cui prezzi invece negli…


Facciamo il fisherman… a pezzi

L’inizio del nuovo anno parte con una nuova collana di brevissimi audio-video, pubblicati giornalmente su YouTube (CLICCA QUI). L’ascolto di questi brevi contenuti vi ruberà giusto il tempo di un caffè, ma l’auspicio è che instillino in voi il dubbio, perché dal dubbio scaturiscono sempre scelte migliori. Siamo partiti da estrema poppa: per proseguire, piede per piede, gradualmente verso estrema prua. La raccolta completa risulterà in una analisi precisa di ogni dettaglio che dovrebbe fare di una barca un vero fisherman. Ecco tutti gli episodi finora online: Ti invito ad iscriverti al canale YouTube QUI per restare aggiornato sulle future pubblicazioni. Se dopo l’ascolto di questi brevi interventi quotidiani dovesse sorgere qualche dubbio in merito alle tue scelte in fatto di nautica, sono disponibile ad un confronto tramite consulenza telefonica: un consulto può salvare i nostri denari ed il tempo libero nostro e di coloro i quali decidono di condividerlo con noi a bordo della nostra barca. A presto e Buon Mare, Benedetto RutiglianoAutore di Fisherman Americani Autore di “Le 11 buone ragioni per NON comprare una barca (ed una per farlo)”Autore di “La Barca da Pesca Perfetta- Guida sintetica” eBookScrittore per la rivista Pesca in MareFISHERMANAMERICANI Podcast P.S.: è ora disponibile il nuovo libro Barche da pesca di ieri e di oggi (CLICCA QUI)


Le carene del fisherman attraverso la storia

Oggi mi pregio presentare un argomento dai confini indefiniti, delineabili solo ed esclusivamente prendendo come punti cardini designer navali che hanno lasciato il segno. l tema è suscettibile di sviluppi continui e di speculazioni riguardanti le origini, le finalità prime e le attitudini di determinate linee d’acqua, che son finite per essere fatte proprie e, spessissimo, emulate dall’industria nautica da pesca sportiva e non. Questo tema viene sviluppato nella Rubrica Pesca & Nautica della rivista Pesca in Mare, numero di Novembre. Per vostra comodità, l’articolo è disponibile per il download CLICCANDO QUI. Qualche anticipazione? Ray Hunt, Donald Blount, Lou codega… Buona lettura! Dr. Benedetto RutiglianoPerito Nautico, iscrizione n.1502 al Ruolo dei Periti ed Esperti Nautici della CCIAA di BariAutore di Fisherman AmericaniAutore di “Le 11 buone ragioni per NON comprare una barca (ed una per farlo)”Autore di “La Barca da Pesca Perfetta- Guida sintetica” eBookScrittore per la rivista Pesca in Mare


Dove vogliamo spingerci, e perché?

Chi ha vissuto un po’ di nautica tradizionale, e chi ha letto Fisherman Americani sposandone almeno in parte il pensiero, rischia di avere un colpo apoplettico alla vista di una barca come quella in copertina di questo articolo. Il trend delle motorizzazioni multiple fuori bordo nasce, infatti, a partire dal dilagare dei grandi center console da pesca americani. Barche che agevolmente ormai superano i 50 piedi per sfiorare i 70. Il tutto spinto da motori fuoribordo dalla cilindrata e potenza unitaria che fanno impallidire certi entrobordo diesel installati su grandi convertibles da decine di tonnellate di dislocamento. Non si tratta di un fisherman , è vero, tuttavia questa moda scaturisce proprio dal nostro piccolo segmento di barche che tanto amiamo. Il test report di un Boston Whaler 420 Outrage In principio, La necessità di avere fuoribordo di più alta potenza scaturiva dalla ricerca di costi di manutenzione e gestione più contenuti a parità di lunghezza di scafo. Ed in effetti questo resta vero, ma fino ai 30-32 piedi di lunghezza scafo e 600 cavalli di potenza impiegata. A tal proposito, ti consiglio la lettura di questo altro mio articolo che affronta l’argomento “super-fuoribordo” sotto altri punti di vista: CLICCA QUI Oltre questa soglia devono necessariamente entrare in gioco altre giustificazioni: ad esempio, la necessità di pescaggi ridotti, oppure di performance elevate a prescindere dai consumi di carburante. Perché, se non è per queste ultime ragioni, la scelta i esporre 2000 e passa cavalli a poppa lasci fa solo ed esclusivamente per apparire. Non che sia vietato ma, nella nautica, ciò che balza spavaldamente all’occhio senza avere un nesso funzionale, allontana dal Mare. PS: non dimenticate di leggere il libro Fisherman Americani – il Libro delle Barche per la Pesca Sportiva Benedetto RutiglianoSPORTFISHING BOAT SPECIALIST (per consulenze CLICCA QUI)Perito Nautico, iscrizione…


Un fisherman piccolo e sicuro: Robalo R180

Quando ho deciso di scrivere “Fisherman Americani” sono partito dal basso. Per me cercavo una barca flessibile, poco impegnativa dal punto di vista dei costi di gestione e di spostamento, ma che potesse garantirmi un certo livello di sicurezza nel caso avessi dovuto affrontare imprevisti cambi di condizioni meteomarine. In questa sottile arte i piccoli scafi non sempre ben riescono, tanto è vero che, nella fascia dimensionale fino ai 21 piedi, la percentuale di pescasportivi che optano per il battello pneumatico anziché l’imbarcazione è consistente. Robalo ha la soluzione per i gommonauti che vogliono avvicinarsi alla barca in vetroresina senza rimpiangere la tenuta di mare del loro vecchio battello. Il R180 è tra i più piccoli fisherman center console sul mercato, ma anche tra i più “massicci” nella sua fascia dimensionale. Prova ne è la massima potenza applicabile di ben 150hp, il peso del solo scafo di 950kg a secco, nonché il baglio di 2.44m a fronte di una lunghezza f.t. di 5.59m La coperta è attrezzata di tutto punto, dalla vasca del pescato coibentata a quella del vivo, dalla console con vano wc integrato, alla leaning station e ad una varietà di portacanne in pesca ed a riposo, tutti inclusi nella dotazione di serie. Di fatto, questa barca non costa poco, ma c’è davvero quasi nulla da aggiungere (prettamente opzioni estetiche) alla dotazione già completissima con cui viene fornita in versione “standard”. La deadrise di 18°, unita al design multi-angolare della carena, già analizzata in altri articoli di questo blog, ne fa una barca molto asciutta e marina, con un occhio di riguardo ai consumi, grazie alla ridotta superficie bagnata alle velocità di crociera. Se quei famosi dazi aggiuntivi fossero tolti, sarebbe una ottima barca da importare e conservare con la diligenza del buon diportista, perché potrebbe riservarvi grandi…


Servizi al diportista: la piaga italiana

Questo breve articolo scaturisce da un sondaggio condotto sui social Facebook e Instagram: https://www.facebook.com/100063500269533/posts/208137221312952/?d=nCiò che ne è risultato è un profondo disagio ricorsivo (per lo più all’inizio di ogni stagione estiva) per servizi, infrastrutture, accessibilità alle strutture portuali, reperibilità di carburante ed assistenza alle avarie di bordo. Insomma, il Bel Paese, che vanta 8300 km di costa, e quindi dovrebbe avere servizi al navigante eccellenti, ne è carente, ed a questa carenza non si ovvia tramite interventi governativi da decenni. A noi diportisti non resta che ricorrere alla tradizionale agenda di bordo e, carta e penna, segnare il recapito del meccanico, dell’elettrotecnico, dell’elettronico, del distributore dotato di autocisterna ed autorizzazione all’accesso alla banchina portuale per fare il pieno, quando la quantità di carburante non è risolvibile tramite taniche. Già, perché la legge impone di non superare, in auto, i 60 litri di carburante in tanica, per cui anche l’idea di farlo presso un distributore “terrestre” rischia di farci incorrere in pesanti sanzioni. È importante portare l’attenzione su questo tema, nuovamente. L’Italia è un Paese che potrebbe vivere una economia florida basandola semplicemente su turismo terrestre e nautico, ma senza infrastrutture, servizi e “certezze” non solo per il diportista locale, ma soprattutto per l’avventore, non si va da nessuna parte. Nemmeno ad una manciata di miglia dal nostro pontile! Benedetto RutiglianoAutore di Fisherman AmericaniAutore di “Le 11 buone ragioni per NON comprare una barca (ed una per farlo)”Autore di “La Barca da Pesca Perfetta- Guida sintetica” eBookScrittore per la rivista Pesca in MareFISHERMANAMERICANI Podcast  PS: NON DIMENTICATE DI LEGGERE IL LIBRO “FISHERMAN AMERICANI- Il Libro delle Barche da Pesca Sportiva” ACQUISTALO ORA SU AMAZON


Un fisherman al giorno: la nuova rubrica social!

Cari amici, oggi partirà una nuova rubrica chiamata “UN FISHERMAN AL GIORNO” . Essa contribuirà al percorso conoscitivo già intrapreso con i libri e proseguito con gli articoli di blog ed i podcast Questa nuova rubrica quotidiana sarà distribuita esclusivamente sui canali social di Facebook e Instagram, e porterà l’attenzione su singoli modelli di barche da pesca americane, con una breve descrizione di caratteristiche e peculiarità. Per seguirla su Facebook, iscriviti alla pagina Fisherman Americani CLICCANDO QUI Per seguirla su Instagram, seguimi CLICCANDO QUI Un po’ di sana cultura nautica e le graditissime Vostre opinioni in calce ai post che verranno pubblicati giornalmente, serviranno per tenere viva la nostra passione per le barche da pesca sportiva… quelle vere! A presto con la nuova rubrica e Buon Mare, come sempre!Benedetto Benedetto RutiglianoAutore di Fisherman AmericaniAutore di “Le 11 buone ragioni per NON comprare una barca (ed una per farlo)”Autore di “La Barca da Pesca Perfetta- Guida sintetica” eBookScrittore per la rivista Pesca in MareFISHERMANAMERICANI Podcast