Servizi al diportista: la piaga italiana

Questo breve articolo scaturisce da un sondaggio condotto sui social Facebook e Instagram:

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Ciò che ne è risultato è un profondo disagio ricorsivo (per lo più all’inizio di ogni stagione estiva) per servizi, infrastrutture, accessibilità alle strutture portuali, reperibilità di carburante ed assistenza alle avarie di bordo.

Insomma, il Bel Paese, che vanta 8300 km di costa, e quindi dovrebbe avere servizi al navigante eccellenti, ne è carente, ed a questa carenza non si ovvia tramite interventi governativi da decenni.

A noi diportisti non resta che ricorrere alla tradizionale agenda di bordo e, carta e penna, segnare il recapito del meccanico, dell’elettrotecnico, dell’elettronico, del distributore dotato di autocisterna ed autorizzazione all’accesso alla banchina portuale per fare il pieno, quando la quantità di carburante non è risolvibile tramite taniche. Già, perché la legge impone di non superare, in auto, i 60 litri di carburante in tanica, per cui anche l’idea di farlo presso un distributore “terrestre” rischia di farci incorrere in pesanti sanzioni.

È importante portare l’attenzione su questo tema, nuovamente. L’Italia è un Paese che potrebbe vivere una economia florida basandola semplicemente su turismo terrestre e nautico, ma senza infrastrutture, servizi e “certezze” non solo per il diportista locale, ma soprattutto per l’avventore, non si va da nessuna parte. Nemmeno ad una manciata di miglia dal nostro pontile!

Benedetto Rutigliano
Autore di Fisherman Americani
Autore di “Le 11 buone ragioni per NON comprare una barca (ed una per farlo)”
Autore di “La Barca da Pesca Perfetta- Guida sintetica” eBook
Scrittore per la rivista Pesca in Mare
FISHERMANAMERICANI Podcast 

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