Perché la metà dei diportisti abbandona la nautica?

Argomento trito e ritrito, scelgo in questa sede di riaffrontarlo sotto altri punti di vista, poiché sempre più spesso mi capita di dover rispondere ad interrogativi di chi desidererebbe acquistare una barca, che mi fanno intendere quanto ci sia ancora da fare e da OFFRIRE, nel settore della consulenza nautica, per far sì che a tanti aspiranti diportisti non resti che un cattivo ricordo della loro esperienza nautica, dopo averla definitivamente archiviata.

E sarebbe un vero peccato, visto che viviamo nel quattordicesimo Paese, su scala mondiale, per estensione delle coste, su un totale di centonovantasette.

Inoltre -e chi naviga già da anni può confermarvelo- il Bel Paese è ancora più bello se visitato via mare…

Tornando al tema di questo articolo, le consuetudini del nostro quotidiano vivere ci inducono ad associare ed assimilare auto, moto ed imbarcazioni. Come se fossero tre oggetti che rispondano alla stessa, identica esigenza.

Tale associazione è la principale responsabile della prima scelta, quasi sempre errata, che scoraggia la maggioranza dei diportisti di “primo pelo”, al punto da condurli alla vendita della loro prima ed unica barca.

Scegliamo, però, l’auto per ragioni estetiche, ma anche funzionali.

Scegliamo invece la moto per ragioni prettamente emotive ed istintuali, poiché si tratta di un veicolo di uso ricreativo, fatta salva quella marginale quota di motociclisti che usano la propria due-ruote nel quotidiano.

Non si vive di soli fisherman…: mi capita spesso di consigliare, in sede di consulenza, una barca meno dedicata, a favore delle esigenze del cliente, anche quando egli appare ben convinto di aver bisogno di una barca da pesca dura e pura.

E la barca?

La barca nasce come IDEA.
L’idea di evasione dalla terraferma, di esplorazione e ritorno ad un ambiente che l’uomo ormai ha quasi dimenticato appartenergli e provenire. 

Non si può pensare di applicare gli stessi meccanismi selettivi e decisionali quando ci si appresta ad acquistare la propria prima (od anche la seconda…) barca.

Nella nautica è alto il rischio che fattori residuali (come l’estetica e la completezza di allestimento quanto a comfort ed amenità varie) pesino ben più di ciò che dovrebbe essere la vera discriminante che ci farebbe scegliere un modello anziché un altro:

  • le nostre reali esigenze;

  • le caratteristiche della zona di mare in cui navigheremo;

  • l’intensità di utilizzo della barca, quanto ad ore di moto annue e stagioni di uso prevalente della stessa.

Oggi il mercato internazionale offre barche “promiscue”, ottime sia per la pesca sportiva che per il diporto. Non spaventi il fatto che siano una scelta di pochi. A volte il conformismo genera frustrazione e parziale insoddisfazione.

Il mio parere è sicuramente di parte, poiché mi occupo di barche da pesca sportiva, ma la riflessione potrebbe esser fatta serenamente al contrario: a quanto mi servirà uno sportfisherman superattrezzato se l’utilizzo che ne farò sarà promiscuo pesca/diporto, od addirittura a vantaggio dell’ultimo? Non correrei il rischio di dovermi adattare ad un mezzo troppo specifico, di dover ricorrere a modifiche od addirittura di doverla vendere di lì a poco per una barca a me più congeniale?

Come in ogni campo, soprattutto nella nautica, scienza imperfetta per eccellenza, l’esperienza la fa da padrona. La Vostra esperienza, non quella altrui! 

La mia, come già sapete, è raccolta in tre libri, di cui “Fisherman Americani – il Libro delle Barche per la Pesca Sportiva” costituisce la punta di diamante. Esso raccoglie le linee guida, i criteri e le indicazioni da seguire per scegliere la propria barca da pesca ideale. Nonostante la specificità della pubblicazione, al suo interno troverete anche indicazioni per NON SCEGLIERE un fisherman estremo, ma una barca flessibile, che accondiscenda le Vostre aspirazioni alieutiche ma anche il desiderio di evasione e relax di tutta la famiglia.

Considero, invece,  “La Barca da Pesca Perfetta” un eBook propedeutico a Fisherman Americani, in quanto raccoglie in sintesi i canoni per riconoscere a colpo d’occhio una vera barca da pesca rispetto alla massa di natanti da diporto generico.

Dapprima l’ho fatto per me stesso, nonché di riflesso per coloro che si affidano alla mia consulenza per essere “traghettati” verso una scelta della quale non pentirsi il giorno dopo l’acquisto.

E siccome il pentimento può costare ben più caro che aver acquistato un’auto sbagliata, è opportuno che, prima di lasciarsi trasportare dall’entusiasmo di una prossima vacanza in barca con gli amici, si rifletta su quale sia il mezzo più adeguato alle proprie mire e necessità.

La mia esperienza ed il mio tempo sono al servizio di chiunque si appresti ad acquistare una barca e non sappia da dove cominciare. Consiglio di iniziare proprio dal libro Fisherman Americani, soprattutto perché include, nel suo prezzo di copertina, una consulenza telefonica completamente gratuita, da poter sfruttare quando lo riteniate utile.

I dubbi si fugano parlandone. Firmare direttamente un contratto di acquisto versando una caparra, invece, può costituire l’inizio di una serie di grossi problemi ed insoddisfazioni, se la scelta non sarà stata oculata!

Buon acquisto e Buon Mare,

Benedetto Rutigliano

Autore di Fisherman Americani
Autore di“Le 11 buone ragioni per NON comprare una barca (ed una per farlo)”
Autore di“La Barca da Pesca Perfetta- Guida sintetica” eBook
Scrittore per la rivista Pesca in Mare
FISHERMANAMERICANI Podcast