vasca del vivo

Articolo su Pesca in Mare di Settembre

Come di consueto, vi allego il pdf del mio articolo presente nella rubrica Pesca&Nautica nel numero della rivista “Pesca in Mare” di Settembre. Questa volta si parla di impianti idraulici: LA FORMA DELL’ ACQUA   Buona lettura e Buon Mare! Benedetto Rutigliano Autore di Fisherman Americani Autore di“Le 11 buone ragioni per NON comprare una barca (ed una per farlo)” Autore di“La Barca da Pesca Perfetta- Guida sintetica” eBook Scrittore per la rivista Pesca in Mare FISHERMANAMERICANI Podcast  


Orrori nautici dal Salone di Genova

Durante la mia visita al 59° Salone Nautico di Genova, non ho potuto non notare soluzioni e dettagli che mi hanno lasciato dal perplesso, fino al basito. Per delicatezza non farò nomi di cantieri, perché in questa sede mi interessa farvi notare semplicemente cosa, a bordo di una barca non dovrebbe mai esserci. Una barca da pesca dovrebbe rispettare pochi, ma fondamentali, canoni costruttivi e progettuali: sarebbe quindi auspicabile che i cantieri non li reinterpretassero con eccessiva “libertà”, finendo per snaturarne la loro ragion d’essere, per un motivo semplicissimo: IL FISHERMAN AFFONDA LE SUE RADICI NELLA TRADIZIONE E NELL’ESPERIENZA: NESSUNA MODA POTRÀ, DUNQUE, A QUESTA SURROGARSI SENZA DETURPARE FUNZIONALITÀ ED ERGONOMIA. Il primo orrore che non ho potuto fare a meno di fotografare è stata questa vasca “sospesa” -non saprei come chiamarla altrimenti- con tubazioni a vista, il tutto dall’apparenza molto fai-da-te e posticcia: Non so quanto  una soluzione così congegnata possa resistere alle ripetute sollecitazioni della navigazione. Altro problema che qui si pone è la presumibile prematura usura delle connessioni di scolo dell’acqua, esposte alle intemperie sicuramente più rispetto ad una installazione strutturale alla barca. Altro dettaglio che mi ha colpito (e quasi affondato…) è stato ciò che si intravedeva in fondo a questa delfiniera: un varco nella linea di giunzione scafo-coperta giusto sopra il bottazzo, presumibilmente per l’alloggiamento del musone dell’ancora ove la barca non venga equipaggiata con la delfiniera. Una zona non rifinita, non tanto per l’occhio (non sarebbe visibile fuorché con barca su taccate, dalla parte inferiore) quanto per possibile intrusione di acqua con mare di prua od a seguito di forte delfinamento. perfettibile anche il fissaggio della delfiniera stessa, affidato a due viti autofilettanti nella parte inferiore e due bulloni con controdado in quella superiore, con rondella piatta. Un altra scelta per me opinabile è…


Vasca del vivo: dove posizionarla? (nel caso di barca fuoribordo)

Su una barca motorizzata con grandi fuoribordo (soprattutto se su bracket) la posizione ideale per la vasca del vivo dovrebbe essere quella in foto. Perché? I vantaggi di questa disposizione sono svariati ed intuibili: L’ingombro della stessa insiste sulla porzione dello specchio di poppa meno utile all’angler in combattimento, dato che la presenza dei motori costituisce ostacolo alla movimentazione della lenza; La vasca è raggiungibile da ambo gli angoli di poppa in quanto posta centralmente; In tale posizione si potrà innescare e trasferire in mare l’esca viva senza imbrattare il calpestio del pozzetto, semplicemente facendola transitare all’esterno dello specchio di poppa. Per ulteriori dettagli in tema di barche da pesca leggi l’ebook “La Barca da Pesca Perfetta” ed il libro “Fisherman Americani”. Buon Mare! Dr. Benedetto Rutigliano Autore di Fisherman Americani Autore di“Le 11 buone ragioni per NON comprare una barca (ed una per farlo)” Autore di“La Barca da Pesca Perfetta- Guida sintetica” eBook Scrittore per la rivista Pesca in Mare FISHERMANAMERICANI Podcast (anche su Spotify ed iTunes)  


Fisherman ed attrezzature a bordo: i gavoni e la loro (spesso errata) disposizione.

In questo articolo affronto brevemente la problematica dello stivaggio di attrezzature più o meno pesanti a bordo di una barca. Tale tematica, peraltro già affrontata nel mio libro Fisherman Americani , è particolarmente pertinente al mondo dei fisherman poiché, per via delle svariate tecniche di pesca che vorremo esser pronti a praticare in base alle condizioni marine contingenti, noi pescasportivi avremo perenne necessità di portarci al seguito una mole non indifferente di piombi, zaini, cassette, canne, mulinelli e chi più ne ha, più ne metta. Occorre specificare che, nello stivaggio a bordo, siamo sempre vincolati in quanto è la barca a decidere dove e quanto riporre in ciascun gavone. L’esperienza mi ha, tuttavia, insegnato che assai spesso in fase progettuale alcuni cantieri compiono svariati errori di valutazione dei carichi aggiuntivi, collocando gavoni da centinaia di litri di capacità dove meno sarebbe opportuno (leggasi aree dello scafo già ben gravate da peso di motori, serbatoi ed impianti). Viceversa, in zone dove si sente la mancanza di peso, si scopre che il costruttore vi abbia previsto un vano appena sufficiente ad accogliere una borsa da mare. Il problema di dislocazione e dimensionamento errati delle aree di stivaggio può esser dovuto a molteplici fattori: – vincoli costruttivi / strutturali (aree interne allo scafo schiumate per garantire l’inaffondabilità, strutture di rinforzo a griglia che limitano la capacità delle intercapedini libere, ecc..) – lacune progettuali rimediate all’ultimo momento (le dimenticanze in fase progettuale non sono affatto rare e, il più delle volte, in tali casi si studiano aperture dell’ultimo minuto per garantire un minimo di stivaggio in più) – eccessiva promiscuità del progetto (si pensi alle barche nate dapprima come natanti da diporto costiero o al day cruising, dal cui progetto nasce, successivamente, la versione orientata alla pesca sportiva) Sebbene la natura dei casi sopra illustrati sia diversa, il risultato…


Vasca del vivo: come, dove e perché

La vasca del vivo è accessorio imprescindibile a bordo di ogni fisherman che si rispetti. La sua progettazione e la realizzazione  sono, tuttavia,  spesso alla mercé dell’interpretazione più o meno “creativa” dei cantieri nautici, soprattutto di quelli non specializzati in imbarcazioni per la pesca sportiva. Mi capita spesso di vedere soluzioni improvvisate su scafi allestiti per la pesca, ma nati come barche da diporto ricreativo. Al fine di ottenere un prodotto completo (sulla carta) e ben equipaggiato per la pesca sportiva, alcuni costruttori sperimentano soluzioni che vanno dal poco funzionale fino all’inutilizzabile.  In particolare, vasche con angoli interni a spigolo vivo o poco raccordato, oppure vere e proprie botole profonde dal diametro esiguo; piuttosto che con sistemi di ricircolo dell’acqua di mare insufficiente. Vedo, altresì, vasche dislocate nei punti più disparati di coperta, che nulla c’entrano con le aree dove l’azione di pesca si svolge: immaginate di innescare una seppia viva a ridosso del divano copilota e dover attraversare cuscinerie e pozzetto per calare in mare l’innesco… Lascio a voi trarre le logiche conclusioni. È degli ultimi anni, per giunta, la tendenza ad utilizzare gelcoat bicolore per scafo e coperta. Mi è capitato di vedere vasche esposte alla luce del sole, con pareti esterne in gelcoat blu scuro o nero. Se ci aggiungiamo che, come spesso accade, queste vasche non hanno la benché minima coibentazione termica, è facile credere che, più che una vasca per l’esca viva, questo vano possa facilmente diventare un boiler per l’acqua calda nelle afose giornate di piena estate. Con il risultato che, invece di innescare esce ben vitali, avrete la possibilità di mangiarvi un’appetitosa catalana di pesce bollito. Ricapitolando ed accantonando le battutacce: una vasca per il vivo ben progettata dev’essere: Adeguatamente capiente per consentire ad un congruo numero di pesci esca di convivere senza…