Il mercato delle scatole – riflessioni con la tastiera sottomano
E’ facile servire solo pasta e fagioli, e dimostrare con sondaggioni patrocinati da agenzie di grido che l’essere umano moderno ama mangiare pasta e fagioli. Di questo argomento avevo già accennato in passato (LEGGI QUI), ma stavolta le considerazioni di questo articolo mi toccano da vicino, in quanto sono io stesso in cerca di una barca da pesca sportiva. Quando ho scritto Fisherman Americani, forse sono stato troppo nostalgico: a ben vedere, cinque dei sei capitoli che descrivono altrettante tipologie di fisherman, non servirebbero. Basterebbe il capitolo sui center console… Il mercato propone quasi esclusivamente center console, non perché i clienti richiedano solo questi. Al contrario, i diportisti orientati al nuovo pensano di essere persuasi del fatto che il center console sia l’unica forma di fisherman perfetta per sé, ma la ragione è che l’attuale mercato dei piccoli fisherman è dispotico e sordo rispetto alle loro necessità. L’inseguimento del più alto margine di profitto possibile ha definitivamente spodestato il fine di raggiungere la clientela, di soddisfarla e di renderla fidelizzata nel tempo. Il mercato è riuscito ad inscatolare persino le preferenze della clientela orientata al nuovo, uniformandola e scartando quelle che non rientrano nella minestra che passa il convento: puoi desiderare il fisherman che vuoi, di qualunque dimensione, a patto che ti accontenti di un cesso in console (passatemi il folklore) e poco altro. Se vuoi qualcosa di diverso, va’ sull’usato o da qualche custom builder… Ecco, ciò che manca, tranne rarissimi casi (tra cui, con somma gioia, faccio rientrare alcuni cantieri italiani) è l’ascolto del cliente: prima i grandi brand statunitensi attivi nella produzione di fisherman erano soliti inviare questionari per posta ai propri clienti, o ai loro “potenziali” clienti -ad esempio, ai lettori di riviste specializzate- chiedendo loro una opinione, persino a risposta aperta, sulla loro gamma di…