express fisherman

Portacanne ad incasso: quali e perché sceglierli

Argomento già ampiamente eviscerato sia nel libro Fisherman Americani, sia nella guida sintetica La Barca da Pesca Perfetta, lo ritengo tuttavia meritevole di ulteriore approfondimento, se non altro perché i portacanne concorrono ad “attrezzare” al meglio la barca che vogliamo debba vestirci addosso proprio nei nostri momenti di diletto preferito: quando siamo a pesca. In questa sede eviterò di digredire su tipologie speciali di portacanne che comunque il mercato ci mette a disposizione per ogni esigenza, limitandomi a parlare di quelli classici, che devono essere sempre e comunque presenti a bordo di una vera barca da pesca, e che consentono, tra l’altro, di implementarne l’attrezzamento con accessori innestabili negli stessi, per ospitare più canne o divaricarle maggiormente. Ecco perché è fondamentale che i portacanne fissi siano quanto più possibile solidi ed affidabili. Il mercato ci propone una moltitudine di tipologie e qualità di portacanne ad incasso, davvero per tutte le esigenze e tasche. Il portacanna da incasso è un elemento peculiare e dev’essere inteso come “definitivo” quando lo si acquista, poiché comporta interventi invasivi a bordo della nostra barca (fori e carotature di falchette in primis). Come già introdotto, il mercato offre varie possibilità di equipaggiare la nostra barca, ma la scelta del prodotto dipende da: categoria di imbarcazione da allestire; gravosità delle discipline alieutiche che usualmente pratichiamo e dal budget che ci siamo prefissi per questo investimento. I portacanne più a buon mercato che, peraltro, mi sento di non consigliare se non per barche molto piccole con le quali praticare dell’ “innocuo” bolentino o traina molto leggera, sono i portacanne realizzati in materiali sintetici (per lo più in nylon). Li sconsiglio principalmente perché spesso non hanno sagomature ed interasse dei fori standard, per cui dovrete forare la barca appositamente per oggetti che dureranno senz’altro molto meno rispetto a portacanna…


Perché molti fisherman sono spesso privi di accessori che daremmo per scontati su qualsiasi altra barca da diporto?

Stavolta cerco di spiegare in forma di domanda e risposta l’assenza di dispositivi, parti od accessori altrimenti scontati e di serie su quasi ogni altra barca da diporto. D- Perché molti fisherman d’oltreoceano non hanno il verricello salpa ancora?  R- La ragione è nell’impiego di tali barche. I grandi sportfisherman commissionati per battute di pesca d’altura, dove le potenti correnti oceaniche ed i fondali proibitivi impedirebbero a qualsiasi ancora di raggiungere il fondale, rinunciano ad un accessorio tanto inutile quanto fonte di potenziali avarie, proprio perché sarebbe utilizzato molto meno che sporadicamente. Come da citazione di Fisherman Americani- il Libro delle Barche per la Pesca Sportiva- , “ciò che non c’è non si rompe”! D- Perché molti fisherman convertible non hanno la guida interna? R- Perché un’apertura in coperta, quale è un parabrezza, è un punto di potenziale debolezza del manufatto! Per noi, che abbiamo a che fare con mari dalla potenza distruttiva ben lontana da quella degli oceani, può apparire un’ esagerazione, ma se immaginassimo di ritrovarci nel mezzo di una mareggiata imprevista con marosi che s’infrangono sulla tuga, tale soluzione potrebbe apparire alquanto sensata. Per gli americani ogni interruzione o taglio della stratificazione è un pregiudizio alla solidità strutturale ed alla IMPERMEABILITA’ dello scafo. D: Perché molti fisherman non hanno oblò sulle murate? R: Per lo stesso motivo che priva i convertible di guida interna! I masconi di una barca hanno una funzione ATTIVA, quella di deflettere l’acqua sollevata durante la navigazione e di non farla giungere in coperta. L’idea di dimenticare un oblò aperto o anche solo di far sì che venga colpito dai frangenti durante la navigazione con mare avverso, dovrebbe facilitare la comprensione della scelta da parte di diversi cantieri americani di lunga storia nella costruzione di fisherman d’altura. D- Perché alcuni express fisherman non hanno…


Come non farsi “pescare” dal fisherman sbagliato?

Argomento dai confini indefiniti, quello della scelta della propria barca, che si perde tra chiacchiere da bar e brochures sfavillanti. E questa è teoria. Per superare un esame, però, occorre anche la pratica. Di pratico, invero, il più delle volte c’è poco o nulla nelle fasi di scelta fai-da-te della barca. La barca è senza ombra di dubbio un oggetto anche emotivo, soprattutto se trattasi di un mezzo di carattere come un fisherman. Proprio il fattore emotivo, tuttavia, potrebbe essere una trappola che può indurvi a COMPRARE MALE. Soprattutto considerando che “la barca non è mai un buon investimento” (Cit. Le 11 buone ragioni per NON comprare una barca -ed una per farlo-) Perché la prima preda di un fisherman non ha pinne, ma braccia e gambe… Siamo noi la prima preda imbarcata dalla nostra stessa barca. Tutto sta nel non farsi “pescare” da quella sbagliata per le nostre esigenze. Quando chiedo ad un cliente perché voglia quel determinato modello di barca, le risposte che non vorrei sentirmi riferire sono: “Perché è bellissima”; “Perché ha tutto”; “Perché è diesel” (sostituibile con “perché consuma poco”); “Perché ha X posti letto e il piano cottura in pozzetto”… ed altre risposte di questo tipo. Prese singolarmente, tali risposte costituiscono vere e proprie “bucce di banana” sulle quali scivolare verso l’acquisto errato. Prese in combinazione, invece, in aggiunta ad altri moltissimi fattori, esse creeranno il mix perfetto per avere nitido, davanti agli occhi, il profilo di BARCA PERFETTA (a proposito… c’è l’ eBook …) Designato il profilo corretto, lo si potrà sovrapporre alle offerte del mercato, per individuare le barche che meglio combacino con le caratteristiche del profilo. La verità è sempre nel mezzo: soppesare, cioè, ognuna delle caratteristiche che deve avere la vostra prossima barca, senza trascurarne nessuna a favore di un’altra. Nel corso delle mie consulenze,infatti, valuto ogni singolo elemento: sia ciò che serve, sia…


Pesca sportiva e Crociera con un Fisherman? Si può fare!

È ben noto, ad appassionati e non, che le prerogative di una barca da pesca che possa a pieno titolo denominarsi “fisherman” siano ben definite, essenziali per l’ergonomia e la funzionalità in fase di pesca nonché, talvolta, molto vincolanti per un uso differente dell’imbarcazione stessa. Talmente vincolanti da impedirne un utilizzo diverso dall’attività alieutica in senso stretto. Se tale pecca può esser tollerabile su una piccola barca, della quale sarebbe eccessivamente velleitario pretenderne l’onnivalenza, altrettanto non può dirsi qualora la tecnicità della vocazione sportiva impedisca la fruibilità per crociere in famiglia o per altro ameno impiego di una barca di dimensioni importanti. In realtà, ci sono caratteristiche tipiche dei grandi fisherman che, paradossalmente, possono solo giovare all’impiego strettamente diportistico e ricreativo della barca: ✔ Tenuta di mare ✔ Ampi spazi in pozzetto ✔ Sottocoperta razionale, con ampie volumetrie realmente vivibili ✔ Navigazione asciutta ✔ Sicurezza in mare ✔ Grandi autonomie e doti di navigazione con mare avverso Tenuta di mare. È noto che determinati tipi di pesca sovente vedono condizioni di mare avverse, spesso inevitabili per via del lungo periodo che si trascorre in altura. Pensiamo alla traina ai grandi pelagici, ad esempio. Chi già pratica questa affascinante tecnica di pesca avrà sicuramente avuto a che fare con partenze su acque calme come olio, e rientri in porto con grecale forza 4 ed oltre. I fisherman di rango sono costruiti in guisa tale da sopportare elevate sollecitazioni senza arrecare alcun danno alle strutture. Una barca da diporto costiero, a meno che non mutui la carena da un modello nato per l’altura, difficilmente sarà caratterizzata dalla tenuta di mare di quest’ultima, semplicemente perché non è nata per questo. Non è mistero che molte barche definite “da crociera” hanno comportamenti con il mare formato quantomeno discutibili. Ampi spazi in pozzetto e sul…


Fisherman usato sì, ma usato QUANTO?

Non è difficile trovare, soprattutto sul mercato nazionale, fisherman americani sfruttati, ma magari rimotorizzati da poco tempo, ad un prezzo allettante. Prima di prendere in esame una di queste barche, chiedetevi se state acquistando una barca completa di motori o… solo i motori! Può accadere che il proprietario voglia liberarsi di uno scafo problematico per via di modifiche effettuate nel corso degli anni dai proprietari che si sono succeduti o per interventi necessari e troppo onerosi. Il modo più facile di rendere appetibile una barca datata è quello di installarci motori attuali, il più delle volte anch’essi usati, che spesso costituiscono l’unico valore certo che andreste ad acquistare dell’intero “pacchetto”. Un prezzo fin troppo conveniente può celare infatti condizioni precarie dello scafo, e dunque C’È IL FONDATO RISCHIO di dover prevedere UNA ULTERIORE E INGENTE SPESA per ripristinare impianti ormai obsoleti e carpenterie compromesse da infiltrazioni varie ed acciacchi dovuti all’età, almeno nelle condizioni in cui vi verrebbe consegnato. Per evitare sorprese del genere, oltre ad una seria ed attenta visione del mezzo, ti consiglio di commissionare il fisherman’s report personalizzato, che ti consentirà di constatare in piena autonomia la bontà dell’acquisto o meno. Comporrò il   fisherman’s report in modo tale che tu possa fare una vera e propria check list analitica, su ogni particolare della barca che può nascondere sorprese che influiranno, dunque, sul valore di acquisto e di rivendita dell’imbarcazione. Su questo e su altre tematiche il libro “FISHERMAN AMERICANI” può aiutarti a scegliere ed acquistare il fisherman più idoneo alle tue esigenze. Puoi acquistarlo cliccando su questo link. Per consultarmi in merito a dubbi od informazioni sulla vostra attuale barca o sulla vostra prossima compagna di pesca, compilate il FORM CONTATTI. Vi ricontatterò a stretto giro, cercando di aiutarvi nel modo più professionale che posso. Buon mare, Dr. Benedetto…


Perché importare una barca dall’America

Se vuoi la tua barca da pesca ideale, probabilmente la limitatezza del mercato nazionale dei fisherman americani usati non potrà soddisfare le tue necessità. Per rimediare a ciò hai due possibilità: 1) RIPIEGARE su una barca da pesca attinta dal mercato italiano, magari molto datata e con molti passaggi di mano; 2) IMPORTARE LA TUA BARCA DA PESCA dagli Stati Uniti d’America Nel primo caso i rischi in cui incorrerai saranno trovare impiantistica arrabattata o modificata alla meglio per incompetenza dei proprietari (e fin qui il ripristino è quasi sempre rimediabile, seppur con spese non quantificabili a priori) o per scarsa reperibilità dei ricambi; beghe allo scafo o modifiche mal realizzate. Nel secondo caso potrai scegliere TU la barca che rispetta i dettami che, se vorrai, io ti illustrerò, in modo da acquistare ad un prezzo idoneo una barca destinata a durare nel tempo e a non darti problemi di affidabilità o riservarti cattive sorprese. Gli elementi da guardare su una barca sono diversi ed È ESSENZIALE ANALIZZARLI. Se trascurerai i dettagli ti ritroverai un guscio difficilmente rivendibile, se non perdendoci molti quattrini. L’importazione di una barca dagli USA però comporta la conoscenza di numerosi dettagli che coinvolgono la costruzione della barca e dei suoi impianti (come per esempio la dichiarazione di conformità CE), una certa preparazione in materia doganale e di emissioni inquinanti dei motori. Per fare ciò avrai la necessità di affidarti a chi che lo fa per lavoro, e io ti spiegherò come fare. A tale fine il libro “Fisherman Americani” appena pubblicato, sarà il tuo consigliere tascabile non solo per la barca che ti accingerai a valutare, ma anche per approfondire le conoscenze della nicchia particolare ed esclusiva dei fisherman americani, barche fatte per i pescasportivi, ma adatte a garantire navigazioni sicure anche al diportista non strettamente…


La grande rivelazione: il Dual Consolle

Una delle tipologie di fisherman di derivazione americana meno considerate sia dal mercato italiano, sia dalla mente dei pescasportivi nostrani, è il dual consolle. Combinazione magica tra comfort diportistico e razionalità alieutica. Io personalmente sostengo che nel mio futuro di diportista ci sarà senza meno un dual consolle, per svariati motivi: 1. Non voglio rinunciare alla protezione della zona guida, ma allo stesso tempo poter godere della navigazione en plen air quando c’è sole; 2. Non disdegno affatto un’area dedicata alle donne di bordo, dove possono avere il loro spazio conviviale o prendere la tintarella; 3. Esigo pur sempre un “armamento” tipico dei fisherman puri, quindi vasche del vivo e del pescato, portacanne a riposo e ad incasso, hard top, ecc… 4. proveniendo da walk around ed express, ho un retaggio per la presenza di un vano chiuso abitabile a bordo e, anche nel più piccolo dei fisherman americani dual consolle attuali, questo è sempre presente (almeno il locale bagno, quando non addirittura una piccola cuccetta utilizzabile, in alternativa, come ricovero al coperto di attrezzature da pesca e dotazioni). Queste barche infatti, dispongono di un grande parabrezza con tergicristalli, attorno e sul quale spesso troviamo tendalini trasparenti avvolgibili e struttura di tipo bimini top o addirittura, nelle configurazioni più complete, di hard top con portacanne di tipo rocket launcher. Inoltre, il parabrezza dispone di una porzione centrale apribile che consente il passaggio alla zona di prua, allestita con divani e spesso anche un tavolo a scomparsa. Il tutto ovviamente, cela grandi vani di stivaggio per tutto ciò sia necessario alla navigazione o alla permanenza a bordo. Ultimo ma non ultimo, la comodità di un locale chiuso (vedi sopra), dove potersi cambiare e non dover correre in porto ogni qual volta le necessità fisiologiche chiamino, è di grande comodità. Infine, questo vano…


I miti da sfatare sui fisherman

Quante volte hai sentito consigliarti tra una chiacchiera da bar e l’altra: “scegli il motore diesel e risparmi un sacco di soldi”, oppure “io consumo cinque litri di gasolio in una uscita”.. Ti sei mai chiesto quanta esperienza abbia avuto il primo in fatto di barche, o quante miglia percorra in un’uscita il secondo, con quei cinque litri? Qui ci sarebbe da scrivere della letteratura dedicata in merito, ma in questa sede mi limiterò a suscitare poche ma FONDAMENTALI RIFLESSIONI SULLA SCELTA DEI MOTORI PER IL TUO FISHERMAN AMERICANO. Oggi accenno brevemente sui luoghi comuni che inquinano le nostre scelte in materia di motorizzazioni e trasmissioni della nostra nuova imbarcazione. Spesso a regime maggiore corrisponde un consumo minore.  E’ prassi comune navigare a regimi medio-bassi nella convinzione di limitare i consumi, cosa non affatto scontata perché l’abbattimento dei consumi dipende dalle linee d’acqua della carena, dall’assetto che a sua volta è influenzato dalla distribuzione dei pesi a bordo, e… dalla velocità stessa! Una carena che naviga cabrata (eccessivamente appoppata) a un regime di X giri/min indica una propulsività non ottimale e, di conseguenza, inefficienza nei consumi.Un marginale incremento di anche soli 100 giri/min potrebbe magari far guadagnare 3-4 nodi, mantenendo identico il consumo orario… Il risultato sarebbe che il consumo in litri/miglio migliorerebbe notevolmente. Inoltre, specificamente il motore diesel è nato per lavorare con indici di carico elevati, approssimativamente tra il 75% e il 90% del regime massimo.   Navigare per tre ore al 50% del carico massimo nella convinzione di tener bassi i consumi, significa porre solide basi per una prossima, ESOSA AVARIA.   La temperatura e la pressione dei gas di scarico di ricircolo, infatti, non raggiungono valori tali da far lavorare correttamente la turbina, e inoltre la combustione tendenzialmente ancor più incompleta ai regimi intermedi, provoca l’imbrattamento…


Quale motorizzazione per il tuo fisherman americano?

WARNING: Questo argomento potrà avere l’effetto di allontanarti definitivamente dall’idea di acquistare una barca… Intercooler, anodi sacrificali, iniettori, pompa carburante, filtri separatori, cuffie, parastrappi, pompa dell’acqua, invertitori, trolling valve, candele, alberini, eliche, assi… che caos, vero? La scelta del tipo di motorizzazione più adatta all’impiego che del nostro fisherman faremo, piccolo o grande esso sia, dipende da molteplici fattori: . Ore di moto annue previste . Genere di utilizzo (pesca sportiva, crociera, diporto costiero) . Velocità desiderata 1.DIESEL o BENZINA? Il numero approssimativo di ore di moto annue dovrà essere la discriminante principe che orienterà la scelta su uno specifico tipo di motorizzazione e trasmissione. Personalmente consiglio di rimanere su motori a benzina se non si superano le 250-300 h di moto a stagione, poiché la manutenzione che i moderni turbodiesel richiedono è esosa, anche e soprattutto nel caso in cui si faccia poco mare, per cui ammortizzare tale costo richiede che esso sia spalmato su un consistente numero di ore, tali da giustificare la differenza di spesa rispetto a un più semplice motore aspirato a benzina. Oltre tale limite di utilizzo, la differenza nei consumi di carburante comincia a render ragione della scelta più “parca”.      ATTENZIONE!! L’errore più ricorrente tra i diportisti è quello di orientarsi sulla motorizzazione che “consuma meno”, trascurando di star valutando solo il costo immediato del semplice utilizzo dell’imbarcazione, e non anche quello dei tagliandi. Paradossalmente, un diesel che lavora poco è più soggetto ad avarie rispetto a un benzina altrettanto poco utilizzato(!!), soprattutto perché il più delle volte il primo lavora non solo poco, ma anche male!   2.PESCA o CROCIERA? Un’imbarcazione acquistata prettamente per la pesca sportiva deve avere peculiarità specifiche non solo dal punto di vista dello scafo e dell’attrezzatura di coperta, ma anche della motorizzazione. Se fate crociera, a…