Pesca sportiva e Crociera con un Fisherman? Si può fare!

È ben noto, ad appassionati e non, che le prerogative di una barca da pesca che possa a pieno titolo denominarsi “fisherman” siano ben definite, essenziali per l’ergonomia e la funzionalità in fase di pesca nonché, talvolta, molto vincolanti per un uso differente dell’imbarcazione stessa.

Talmente vincolanti da impedirne un utilizzo diverso dall’attività alieutica in senso stretto.

Se tale pecca può esser tollerabile su una piccola barca, della quale sarebbe eccessivamente velleitario pretenderne l’onnivalenza, altrettanto non può dirsi qualora la tecnicità della vocazione sportiva impedisca la fruibilità per crociere in famiglia o per altro ameno impiego di una barca di dimensioni importanti.

In realtà, ci sono caratteristiche tipiche dei grandi fisherman che, paradossalmente, possono solo giovare all’impiego strettamente diportistico e ricreativo della barca:

Tenuta di mare
✔ Ampi spazi in pozzetto
✔ Sottocoperta razionale, con ampie volumetrie realmente vivibili
✔ Navigazione asciutta
✔ Sicurezza in mare
✔ Grandi autonomie e doti di navigazione con mare avverso

  • Tenuta di mare.
    È noto che determinati tipi di pesca sovente vedono condizioni di mare avverse, spesso inevitabili per via del lungo periodo che si trascorre in altura. Pensiamo alla traina ai grandi pelagici, ad esempio. Chi già pratica questa affascinante tecnica di pesca avrà sicuramente avuto a che fare con partenze su acque calme come olio, e rientri in porto con grecale forza 4 ed oltre. I fisherman di rango sono costruiti in guisa tale da sopportare elevate sollecitazioni senza arrecare alcun danno alle strutture. Una barca da diporto costiero, a meno che non mutui la carena da un modello nato per l’altura, difficilmente sarà caratterizzata dalla tenuta di mare di quest’ultima, semplicemente perché non è nata per questo.
    Non è mistero che molte barche definite “da crociera” hanno comportamenti con il mare formato quantomeno discutibili.

Un express fisherman, ottima alternativa ai cruiser per ampiezza degli spazi sottocoperta e marinità.

    • Ampi spazi in pozzetto e sul ponte di prua.
      Qui si apre una diatriba concettuale tra cantieri: c’è il costruttore che, infatti, intende soddisfare le aspettative del “crocierista” infarcendo ogni centimetro quadrato calpestabile con sedute e prendisole e chi, invece, senza timori di apparire spartano rispetto alla concorrenza cuscinata, dona al proprio cliente quanto c’è di più è prezioso a bordo di un luogo circoscritto come un’imbarcazione: LO SPAZIO.
      Ricavare ampi spazi a bordo di una imbarcazione, completa di ogni accessorio utile a non sacrificare chi la vive, è un’ARTE PROGETTUALE, dove ogni componente vede un suo alloggiamento razionale e ben celato, ma che al contempo consenta immediata ispezione per interventi manutentivi o di riparazione.

      Un pozzetto ampio e sgombro non è necessariamente SPARTANO, infatti:

      -> comode sedute basculanti possono ricavarsi a filo delle murate anziché realizzarle fisse:

      -> le ingombranti chaise-longue di certi day cruiser sono rimpiazzabili da più sobrie ed altrettanto comode sedute a divanetto in style “mezzanine“:

      -> i gavoni per riporre attrezzature, salvagenti per i più piccoli e quant’altro serva ad allietare la permanenza a bordo ed a rendere la crociera sicura possono essere egregiamente costituiti da vani a filo di pagliolo, magari estraibili per facilitarne la pulizia e lo sbarco/imbarco del contenuto da e sul pontile, anziché ingombranti sporgenze da “circumnavigare”:

      -> tendalini parasole non devono essere necessariamente sostenuti da spessi quanto plasticosi roll-bar fissi, ma esistono supporti solidi e soprattutto rimovibili quando serve avere campo libero a poppa, adattabili per l’inserimento nei portacanna a falchetta! E così via… il tutto senza arrabattare soluzioni improvvisate, ma ragionate e volute, per poter riconvertire velocemente l’area a “fishing platform” in un batter d’occhio:

      Stesso discorso vale per le pulite e sgombre pontature prodiere, facilmente adibibili a prendisole con cuscinerie a tutta larghezza. La pulizia delle linee della prua deriva da esigenze puramente tecniche: gestire le concitate operazioni di pesca e/o di ancoraggio/disancoraggio soprattutto in condizioni di mare mosso, richiede la completa assenza di intralci alla percorribilità della pontatura, e di questa “pulizia progettuale” beneficia sia l’estetica che i componenti dell’equipaggio meno avvezzi a canne e mulinelli e più propensi alla tintarella…

      Ponte di prua di un Cabo 40 Express dotato di cuscineria prendisole.

  • Sottocoperta razionale, con ampie volumetrie realmente vivibili.
    Si è soliti associare gli sportfisherman ad interni scarni ed a cuccette a castello anguste, magari con rastrelliere portacanne appena sopra il naso di chi dorme. Oggi la tendenza ad offrire un’esperienza piacevole a bordo di una barca concepita per la pesca sportiva è diffusa tra i produttori, tanto da competere, seppur in modalità e filosofia del tutto diverse, con i cruiser.
    Una certa scuola di costruttori di barche da crociera tende a dare importanza al numero di “materassi” a bordo, anche al costo di ridurre le cabine a poco più che loculi;
    un fisherman, viceversa, prediligerà layout di tipo open-space, con ampi spazi conviviali e cabine degne di essere nominate come tali.

    Un classico sottocoperta di tipo open-space, con ampi spazi di calpestio e volumetrie REALMENTE VIVIBILI.

    Giova altresì sottolineare che giammai troverete, a bordo di uno sportfisherman, una cabina equipaggio situata ad estrema poppa, appena accanto alla paratia della sala macchine, per un motivo molto semplice: nel mondo della pesca sportiva, in U.S.A., lo skipper è il membro dell’equipaggio che più dell’armatore o degli ospiti deve essere efficiente e quindi ben riposato, pertanto meritevole di un alloggio confortevole almeno quanto quello degli altri componenti;  sfido chiunque non soffra di claustrofobia, d’altronde, a passare una notte in una di quelle “cabine” impropriamente denominate tali, spesso con accessi opinabili dall’interno di divani prendisole e provviste di un solo misero oblò:

    Prima di far accomodare il vostro skipper in una cabina del genere, chiedetevi se ci dormireste voi…

     

    Questa è una cabina equipaggio degna di tale nome!

    Ancora, vi sarà sicuramente capitato di propendere istintivamente per la barca che offre più cabine e più bagni, ma avete provato a testarne l’effettiva vivibilità? In commercio esistono barche di poco più di quaranta piedi dotate di 3 cabine (TRE!) ed altrettanti bagni, ma sfido chiunque di voi solo a tentare di lavarsi il viso all’interno di una di quelle CABINE TELEFONICHE. Viceversa, spesso si storce il naso alla vista di un convertible di quarantacinque e più piedi, con SOLE due cabine e, forse, due bagni. Prima di fermarvi alle caratteristiche di volantino, vi invito caldamente a visitare quelle due cabine e quei due bagni, per rendervi conto che lo spazio a bordo è un bene prezioso e che elevare paratie per ricavare vani claustrofobici è semplicissimo, ma di fatto può rendere quella barca una ROULOTTE INVIVIBILE.

  • Navigazione asciutta.
    Generalmente l’opera morta degli scafi di barche da crociera prediligono forme convesse per incrementare le volumetrie interne. In tale ambito la parola “compromesso” dev’essere  accantonata, poiché il design dei fisherman d’altura prevede masconi concavi e caliciature importanti che, da un lato, “rubano” cubatura da destinare al sottocoperta, ma dall’altro favoriscono la deflessione dell’acqua spostata in navigazione per garantire una coperta quanto più asciutta possibile anche con mare mosso. Entrambe le caratteristiche non convivono facilmente, salvo rare eccezioni nelle quali il compito di deflettere gli spruzzi viene affidato quasi esclusivamente a poco estetici “baffi” o spray rails sporgenti o nervature a mezzo mascone.
    E, se anche l’occhio vuole la sua parte, facilmente sceglierete la soluzione ben più affascinante di una prua affilata e slanciata, pronta a fendere i marosi con la classe senza tempo di un fisherman, nato e scolpito per tagliare il mare e non solo per accogliere mobilio, letti e divani. Per quello ci sono le case (e le roulotte di cui sopra…):

Le linee inconfondibili di uno scafo nato per solcare in mare ha geometrie concave, utili a deflettere gli spruzzi durante la navigazione.

  • Sicurezza in mare.
    Le imbarcazioni di costruzione americana, soprattutto quelle orientate alla pesca sportiva, rispettano canoni costruttivi di standard non comune alle realizzazioni europee. Le fascettature raddoppiate su tutte le prese a mare e drenaggi fuoribordo (cosiddetto double-clamping) sono una sicurezza in più e, tra l’altro, una modifica consigliabile anche a bordo di imbarcazioni con fascettature singole. Il mare corrode inesorabilmente ogni componente ed il cedimento di quell’unica fascetta può arrecare serio pericolo all’incolumità vostra e a quella dell’ imbarcazione. Sui fisherman americani (con alcune eccezioni di barche particolarmente economiche) i cantieri pongo particolare attenzione allo studio dei drenaggi fuoribordo, in modo tale da realizzare il minor numero possibile di fori allo scafo, al fine di ridurre i punti di imbarco accidentale di acqua. Troppo spesso vedo barche nuove di pacca con murate ridotte a una gruviera confusionaria di fori grandi e piccoli, a diverse altezza dalla linea di galleggiamento. Oltre che antiestetico, trovo questo costume estremamente pericoloso, nonostante esso passi totalmente inosservato nel momento in cui ci si trovi ad essere accecati dalle linee del mezzo.

Valvola di presa a mare con doppia fascettatura in acciaio inox.

  • Grandi autonomie e doti di navigazione con il mare mosso.
    Vi piace la pesca d’altura? Avrete bisogno di grandi serbatoi di carburante per raggiungere gli hot spot dei grandi pelagici, spesso situate a quaranta e più miglia dalla costa.
    Queste grandi autonomie, solitamente comuni ai fisherman, giovano sicuramente anche alla godibilità di una crociera di più giorni con la famiglia o gli amici. Non essere dipendenti dalla colonnina del carburante ogni due per tre o, peggio, dover pianificare il percorso in modo tale da intercettare un distributore ogni cento miglia aumenta la qualità della vita a bordo e vi rende più autonomi rispetto alle tappe che desiderate realmente percorrere. Per dirvene una, un fisherman convertible di 45 piedi carica in media una quantità di carburante pari a 2500 litri; un cruiser di pari lunghezza, circa 1500. Cionondimeno, le potenze spesso esuberanti dei fisherman, rispetto a cruiser di pari dimensioni, consentono di utilizzare i motori ad un indice di carico molto basso con mare calmo, per poter sfruttare il surplus di potenza e di coppia motrice in condizioni di mare avverso.

    Il solco compatto e profondo di un fisherman ben motorizzato ispira sicurezza e protezione.

L’argomento meriterebbe letteratura ben più approfondita di questa breve disamina illustrata e, pertanto,

Vi invito a contattarmi scrivendo ad assistenza@fishermanamericani.com o chiamando al 3486562148 per un colloquio preliminare, in cui cercheremo di capire le Vostre reali esigenze di diportista e pescasportivo.

Buon Mare,

Benedetto.
Autore del libro Le 11 buone ragioni per NON comprare una barca (ed una per farlo)
Autore del libro Fisherman Americani – il Libro delle Barche per la Pesca Sportiva