entrobordo

Assetto e fisherman: alcune considerazioni

Nell’ideale collettivo il fisherman americano naviga con il “naso all’insù”… Questo argomento viene puntualmente affrontato nel libro Fisherman Americani, in cui si spiegano le ragioni di tale peculiare comportamento degli scafi nati per la pesca d’altura. L’assetto tipicamente appoppato è da molti criticato, ma apprezzato da chi sa cosa significhi ingavonarsi in condizioni marine avverse. Il disagio maggiore, su taluni fisherman, è dato dalla sensazione di non poter vedere bene l’orizzonte soprattutto per chi è di statura medio-bassa. Non a caso, i ponti di guida di molti fisherman d’oltreoceano presentano una ulteriore piattaforma rialzata sulla quale è posizionata la poltrona di comando che, appunto, conferisce un certo “vantaggio” allo skipper quanto a visibilità. Ma l’appoppamento di un Fisherman è un effetto voluto, quando ben progettato. La funzione dell’appoppamento è principalmente quella di “superare l’onda” quando si naviga con il mare di prua o al mascone. Ciò comporta che gran parte dell’acqua si infrangerà contro il mascone o contro il dritto di prua, proprio laddove dovrebbe infrangersi. Ciò che accade, invece, su barche con assetto neutro (inclinazione di zero gradi a velocità di crociera) è la predisposizione all’ingavonamento in condizioni meteomarine impegnative, o comunque ad essere “bagnata”. A proposito di carene asciutte e bagnate, Ti consiglio di leggere QUESTO ARTICOLO per ulteriore approfondimento. Una barca bagnata può esserlo per vari motivi: per linee di carena che non deflettono a dovere l’acqua, per ginocchi non particolarmente pronunciati che non riescono a rovesciare l’acqua o per masconi con svasatura insufficiente od assente. Quando a ciò si aggiunge un assetto neutro, che il più delle volte per natura tende all’appruamento con l’aumentare della velocità per effetto propulsivo, ecco che facilmente gli spruzzi bagneranno il ponte di prua ed il parabrezza. Per ulteriori approfondimenti sul tema, Ti invito a leggere Fisherman Americani: il Libro delle Barche per la Pesca Sportiva….


Motori marini: dai carburatori all’iniezione… in kit.

Quante volte scartiamo la possibilità di acquistare un fisherman con un po’ di anni alle spalle, perché la rimotorizzazione è troppo onerosa? (a tal proposito LEGGI ANCHE QUI) Altre volte, invece, non è una questione di costi di sostituzione, ma di costi “alla pompa”: chi possiede una vecchia barca con grandi motori originali, sa quanto possano essere assetati due propulsori a carburatori.   Ebbene, l’alternativa alla sostituzione c’è, e già da un po’ di tempo, per la verità, e si chiama: EFI conversion kit. Il kit è composto da una centralina di iniezione, un gruppo di alimentazione che va applicato in luogo dei carburatori, sensori di temperatura, scarichi, aspirazione e cablaggi elettrici ed elettronici (in soldoni!). Il risultato è riassumibile in: Regolarità di funzionamento; Fluidità di erogazione lungo tutto il range di potenza ai vari regimi di rotazione; Consumi sensibilmente inferiori rispetto al precedente assetto a carburatori; Emissioni nettamente più basse e di migliore qualità, per via della più ottimale combustione della miscela aria/benzina. Prima di abdicare dall’acquisto di una barca ben mantenuta e conservata, solo per l’età e la tecnologia di alimentazione dei suoi motori, informatevi sul costo di conversione ad iniezione elettronica. Potrebbe diventare un affare. Ecco un libro che ho trovato in rete, che potrebbe aiutarvi nel capire come avviene la conversione da alimentazione a carburatori ad iniezione elettronica di vecchi motori a benzina: Qui di seguito, invece, un paio di proposte che potranno darvi idea dei costi di conversione: ATOMIC EFI 2 HOLLEY 550 Per qualsiasi informazione sul kit adatto alle Vs esigenze, non esitate a scrivere ad info@fishermanamericani.com A presto e Buon mare, Dr Benedetto Rutigliano Autore di Fisherman Americani Autore di “Le 11 buone ragioni per NON comprare una barca (ed una per farlo)” Autore di “La Barca da Pesca Perfetta- Guida sintetica” eBook…


La legna si compra d’estate… e le barche?

Beh, la risposta potrebbe apparire scontata alla maggior parte di chi legge il titolo. In realtà, però, quanti di noi (e mi ci metto anch’io) effettua l’acquisto della nuova barca in pieno inverno? Pochi, anzi, pochissimi di noi. La ragione è che, quasi sempre, prevale l’impulso emozionale: si pensa alla barca solo quando le giornate si fanno più miti, quando navigare a largo diventa quasi una esigenza, più che un vezzo od un passatempo. Ho individuato il periodo di maggiore flessione delle quotazioni e di propensione alla trattativa tra metà novembre e fine febbraio. In realtà, ci sono ragioni profonde che rendono la trattativa e l’acquisto di una barca (nuova ma ancor più se trattasi di usato) conveniente per chi compra nella stagione fredda. Prima di tutto, la previsione di una spesa che può essere più o meno onerosa, ma che in ogni caso vi sarà, per i lavori di rimessaggio e manutenzione ordinaria, dopo la stagione diportistica appena trascorsa. Spesso l’idea di risparmiarsi tali esborsi induce chi sia intenzionato a vendere a scorporare dalla richiesta economica tale spesa, se non in toto almeno in parte. In più, chi è interessato a cambiare tipologia o dimensione di barca, preferisce a rigor di logica liberarsi della propria, per poter avere più potere contrattuale con la successiva: quindi, costui sarà più o meno disposto, in base alla impellenza del passaggio ad un nuovo mezzo, a cedere terreno sul prezzo di realizzo della propria barca. Se poi fortuna vuole che il venditore della barca alla quale siamo interessati sia molto motivato per ragioni personali ad alienarsene, ecco che la prospettiva delle spese di cui sopra, aggiunte a quelle di gestione (fitto posto barca e quota associativa per la stagione a venire) divengono un fattore quasi vincolante che andrà a vantaggio dell’acquirente. Occhio ad…


Bertram 35: un classico fuori dal tempo

Un classico fuori dal tempo. Ecco, è forse questa la definizione più azzeccata. Se dovessi paragonare il nuovo Bertram 35 ad un segnatempo, penserei ad un Vacheron&Constantin ultrapiatto, “il basico” in gergo orologiero. Lo sceglierei in oro bianco. Solo due sfere (ore e minuti), gli indici qui sono semplici batons. Ciò che serve è “segnare il tempo” con essenzialità ed eleganza assolute. Al suo interno uno dei movimenti più raffinati, complicati ed imitati al mondo. Lo si può indossare per occasioni esclusive ma anche nella vita di tutti i giorni, perché scompare sotto il polsino della camicia; anzi, sembra nato per questo: mai appariscente, chiunque lo osservi non può che restarne rapito, pur senza saperne il motivo. In questo Bertram ritornano l’eleganza e la classe, quelle vere: qui le uniche due “sfere” sono una carena che ha fatto la storia della nautica mondiale, partendo dalle corse passando per le gare di endurance, fino al diporto, ed un layout essenziale, che ha tutto senza ostentarlo. Niente orpelli od imbottiture dove non serve. Nel Bertram 35 c’è discrezione, pulizia di linee ed etica progettuale. Per me questo è tutto, perché quando guardo una barca voglio emozionarmi. Ed il Bertram 35 mi fa emozionare a tal punto da avere il suo posto nel mio libro. La bellezza e la semplicità sono un connubio silenzioso, che fa innamorare solo chi ha la sensibilità per apprezzare le parole appena sussurrate. E questa barca può farvi davvero innamorare. Buon Mare, Benedetto Rutigliano Autore di Fisherman Americani Autore di “Le 11 buone ragioni per NON comprare una barca (ed una per farlo)” Autore di “La Barca da Pesca Perfetta- Guida sintetica” eBook Scrittore per la rivista Pesca in Mare FISHERMANAMERICANI Podcast


In quale direzione va l’express fisherman?

Il cambiamento è nell’aria, anzi è incipiente. Dove ci condurrà tale cambiamento, in relazione al più classico dei layout di fisherman (LEGGI FISHERMAN AMERICANI su questo argomento) Sicuramente verso una maggior accoglienza dell’equipaggio anche dal punto di vista più prettamente diportistico. + sempre più FUORIBORDO + sempre più ACCOGLIENTE + sempre meno ESTREMO; + più CAPIENTE sottocoperta a parità di dimensioni rispetto al passato. Nei progetti di molti express in procinto di esser presentati, infatti, si intravedono soluzioni attualmente adottate sugli yacht a vocazione crocieristica, come ad esempio punti luce fissi a murata per il sottocoperta (che io personalmente obietto, ma il mercato guida tali scelte d’altronde; leggi qui per approfondimenti), oltre ad una sempre più massiccia presenza di sedute a mezzanino anche su barche di dimensione medio-piccola. Che fine farà, allora, il fisherman duro e puro? Di sicuro continuerà ad esistere, soprattutto negli States; in Europa, dove la dedizione alla pesca sportiva per i proprietari di barche di una certa importanza è appannaggio, quasi sempre, delle sole stagioni miti, avranno un sicuro riscontro le barche più flessibili. Prova ne è la scarsa penetrazione nel nostro mercato dei grandi center consolle e catamarani tuttapesca, accanto alla sempre più massiccia diffusione dei dual console. Ma perché snaturare una tipologia di barca così specialistica anziché orientare la scelta su barche nate espressamente per il diporto ricreativo? Risposta è semplice: per mutuare la marinità delle barche concepite per la pesca d’altura e renderla disponibile per chi non è avvezzo a canne e mulinelli… perché la sicurezza è per tutti! + In più, l’idea di possedere una barca in grado di affrontare mari impervi è suggestiva non solo per noi pescasportivi, ma anche per il diportista ricreativo. Ecco un esempio di tutte queste evoluzioni in una unica barca: XCelerator 35 Express è un 35…


Albemarle 305 Express: recensione

Oggi parlo di una barca che ritengo di riferimento nella categoria degli Express Fisherman. Siamo al cospetto di un cantiere maestro nella produzione di fisherman, perché da quando è stato fondato non ha fatto altro che incentrare la propria produzione sulle barche da pesca d’altura. Non a caso, viene più volte citato nel mio libro come riferimento “tangibile”, visto che è stata venduta in diversi esemplari sul mercato italiano per quasi un decennio. Questo modello rispecchia la filosofia del cantiere, che non lascia spazio a compromessi per un uso che non sia quello alieutico. La linea di coperta sembra tirata con un taglierino, pulita ed essenziale, con un cavallino rovescio accentuato che, dalle falchette piatte e basse sull’acqua, fa impennare il bottazzo per dare spazio agli ampi masconi cavi, con un flare in pieno stile Carolina. Il parabrezza in cristallo temperato è alto e protettivo, dotato di tre tergicristalli surdimensionati a pantografo. La sua sagomatura è rimarcata dal frame in alluminio anodizzato satinato, robustissimo e provvisto di tientibene esterni per praticare in sicurezza il passavanti. Sul passavanti osservo che la fascia più esterna del bordo di falchetta è liscia, sprovvista di antisdrucciolo, che è invece presente nel corridoio interno, leggermente incavato rispetto alla prima. La sua larghezza potrebbe esser più generosa per consentire di transitarvi con barca bagnata in maniera più sicura, tanto più che la battagliola parte da meno di metà barca rispetto alla prua sugli esemplari dal 2001 in poi. In presenza di marlin tower e divergenti a crociere (più della metà dei 305 disponibili in Italia ne è provvista) l’accesso dal pozzetto è semplice grazie ai gradini di risalita gavonati disposti simmetricamente ad ambo i lati, ma dopo i primi due passi si incontrerà l’ingombro degli steli dei divergenti, il che richiederà un po’ di pratica nell’aggrapparsi…


FISHERMAN AMERICANI: perché leggerlo?

Divincolarsi tra le mille proposte del mercato nautico non è affatto semplice. Ciò che noi cerchiamo in una barca, poi, complica ulteriormente le cose, perché abbiamo esigenze ed aspettative molto specifiche da un qualsiasi mezzo nautico sul quale intenderemmo metter piede. La nostra passione per la pesca sportiva, infatti, è la maggior discriminante nel momento in cui andiamo a selezionare e provare una imbarcazione. Dalle mie esperienze è nato un libro dedicato esclusivamente alle barche da pesca sportiva. Le esperienze che più mi hanno insegnato di questo settore sono, paradossalmente, quelle cattive, poiché sono le esperienze che restano più impresse e che pesano maggiormente, sia dal punto di vista della godibilità della barca scelta, sia da quello puramente economico. Nel libro troverete una parte prettamente didattica ed una soggettiva. Ho cercato, infatti, di racchiudere la teoria e la pratica in un volume che possa avere valenza permanente, ora ed in futuro, sia per coloro i quali si avvicinano per la prima volta al mondo dei fisherman, sia per chi, già con esperienza pregressa, voglia approfondire il suo bagaglio conoscitivo. La parte teorica è rappresentata dai capitoli in cui si parla della storia del fisherman americano, delle varie tipologie che il mercato del passato e del presente offre, delle differenti propulsioni e della loro adeguatezza alle varie tipologie di pesca sportiva. La parte pratica riguarda la mia personale esperienza in campo nautico, che può essere assimilata a quella di tutti coloro i quali hanno esordito con la propria prima barca, ed hanno vissuto le gioie e patito i dolori di scelte più o meno sbagliate. Il libro Fisherman Americani ha l’obiettivo di farvi scegliere bene. E quando, dalla lettura del libro, scaturisce la scelta giusta, mi sento di aver raggiunto un traguardo. Quello di aver dato al lettore un vantaggio tangibile:…


CLEARLINE ELECTROSEA: missione “prese a mare pulite”.

Le mani dei diportisti con una certa vocazione per il fai-da-te conoscono bene i tagli provocati dalle concrezioni che si depositano all’interno degli ombrinali di scarico sommersi della propria barca. Noi tutti sappiamo anche con quale frequenza è necessario intervenire, per non ritrovarsi a dover utilizzare utensili e modi poco gentili per rimuovere i tappi di vegetazione e depositi di varia natura dai nostri scarichi. La ditta ELECTROSEA ha lanciato un prodotto che va incontro a chi, proprietario di barche di medio-grandi dimensioni, combatte ogni mese contro le infiorescenze invadenti che crescono in ogni foro sommerso della nostra carena. CLEARLINE è un sistema composto da: Una centralina elettronica (Control Unit) che gestisce le portate delle pompe di bordo; Una ClearCell, collegata alle prese a mare. La ClearCell, quando viene a contatto con acqua di mare di ritorno, attiva un processo di ionizzazione dell’acqua stessa, tramite trasmissione di corrente elettrica a bassa tensione, unitamente alla produzione di una formula di ossidi minerali. Questo processo abbassa notevolmente il livello di cloro (principale responsabile della nascita di infiorescenze marine negli ombrinali di scarico). Il sistema CLEARLINE monitora costantemente il fabbisogno di acqua di mare (per es. di impianti di climatizzazione, di generatori, di pompe ad alta pressione, ecc…) e fornisce l’esatta quantità di cloro per evitare la formazione di denti di cane ed infiorescenze all’interno delle prese a mare. In definitiva, questo sistema va incontro all’esigenza di salvaguardare l’ambiente, poiché vi eviterà di utilizzare acidi aggressivi e tossici per l’ambiente marino (e per voi stessi) per lottare contro la prorompenza della vita marina. Per maggiori informazioni su questo prodotto e per sapere il modello più adatto alle dimensioni della Vs barca, scrivete a info@fishermanamericani.com Benedetto Rutigliano Autore di Fisherman Americani Autore di“Le 11 buone ragioni per NON comprare una barca (ed una per…


Quanto pesano i fermi barca invernali?

Di solito chi utilizza la propria barca prettamente per la pesca sportiva, predilige le stagioni più fredde, per diversi ordini di ragioni: D’inverno è più difficile trovare “traffico” sugli hotspot più gettonati; L’alternanza di perturbazioni e mari calmi durante le stagioni fredde favoriscono gli incontri con grandi predatori anche su batimetriche molto basse; Il numero limitato di ore di luce consente di sfruttare il tramonto, momento “magico” per insidiare i predatori dei bassifondi, anche quando non si ha a disposizione tutta la giornata. C’è un’alea, però, completamente fuori dal nostro controllo:l’andamento della stagione meteorologica. Quando le perturbazioni si susseguono a ruota per un mese e più, è inevitabile dover lasciare la barca all’ormeggio, e questo comporta spesso sorprese poco gradite, soprattutto se si pensa alle spese sostenute ad inizio stagione per rimetterla in ordine. Come evitare che le batterie ci mollino, che il termostato rimanga bloccato, che gli ombrinali di scarico non si intasino, che i tendalini si corrodano per le deiezioni dei gabbiani (VEDI ARTICOLO DEDICATO), ed altre rogne varie ed eventuali? Una ricetta infallibile e “comoda” non c’è, dal momento che: La semplice messa in moto con barca all’ormeggio può aiutare i motori a benzina, ma oltre un certo limite di avvii può essere, al contrario, deleterio per i diesel; Gli ombrinali di scarico sotto la linea di galleggiamento si manutengono con semplice e duro olio di gomito, raschiandoli aiutandosi con spazzole e lamine; Le batterie sono sensibili agli sbalzi termici e di umidità, considerando anche che non sempre sarà possibile tenere il cavo di banchina collegato, proprio a causa del movimento della barca all’ormeggio se di stanza in un porto sensibile a determinati venti e moti ondosi. Tutto ciò ha sicuramente un costo in termini di mancato godimento della propria barca, innanzitutto. Poniamo il caso che la gestione…


Dal Brasile con furore: Carbrasmar 30 Express

I contingenti “bisticci” doganali tra USA ed il resto del mondo hanno coinvolto anche l’Europa, che non è rimasta a guardare. Come sempre accade, uno dei settori a maggior ragione più colpiti sono quelli voluttuari… Imbarcazioni in primis! Per importare una barca, nuova od usata essa sia, dagli Stati Uniti d’America, oggi costa il 25% in più. La notizia cattiva è che non si vede all’orizzonte una reale soluzione a questa guerra dei dazi. Questo, unitamente al cross EURUSD sfavorevole rispetto ai tempi d’oro (ricordo ancora quando importai il BabyMadeira con l’Euro a 1.59 sul Dollaro; oggi siamo a cavallo di 1.10) rendono ampiamente sfavorevole importare una imbarcazione dagli USA. Ragion per cui mi sono dedicato ad esplorare ciò che altri mercati eventualmente offrono in campo di fisherman. …E sono approdato in Brasile. Qui c’è un cantiere dall’esperienza ultracinquantennale in fatto di imbarcazioni, che ultimamente è stato scelto da un designer di eccezione di carene per fisherman, a nome Tom Fexas. In questo articolo vi presento l’express fisherman di ingresso: Carbrasmar 30 Partiamo dai freddi numeri, per farci un’idea di come la tradizione americana del fisherman abbia contaminato questo trenta piedi: Lunghezza f.t. (escluso plancetta)…………………………………………………………….9,96 m Lunghezza al galleggiamento………………………………………………………………….8,25 m Baglio massimo……………………………………………………………………………………..3,63 m Pescaggio………………………………………………………………………………………………0,98 m Dislocamento ………………………………………………………………………………………..7000 Kg Capacità carburante………………………………………………………………………………900 L. Capacità acqua dolce……………………………………………………………………………..200 L. Portata…………………………………………………………………………………………………8 persone Posti letto……………………………………………………………………………………………..3  Esteticamente il Carbrasmar 30 Express è allineato ai fisherman dei più blasonati cantieri del North Carolina. Flare molto pronunciato, coperta piatta e pulita, parabrezza dalle linee nette e filanti con grandi cristalli in vero vetro temperato e profilatura in solida lega di alluminio anodizzato e verniciata a polvere. La matita di Tom Fexas qui si esprime senza filtro alcuno, trasmettendo una sensazione di “freschezza” progettuale e di seaworthiness che pochi altri designer sanno conferire ad un progetto. Il pozzetto del Carbrasmar…