Oggi parlo di una barca che ritengo di riferimento nella categoria degli Express Fisherman.
Siamo al cospetto di un cantiere maestro nella produzione di fisherman, perché da quando è stato fondato non ha fatto altro che incentrare la propria produzione sulle barche da pesca d’altura.
Non a caso, viene più volte citato nel mio libro come riferimento “tangibile”, visto che è stata venduta in diversi esemplari sul mercato italiano per quasi un decennio.
Questo modello rispecchia la filosofia del cantiere, che non lascia spazio a compromessi per un uso che non sia quello alieutico. La linea di coperta sembra tirata con un taglierino, pulita ed essenziale, con un cavallino rovescio accentuato che, dalle falchette piatte e basse sull’acqua, fa impennare il bottazzo per dare spazio agli ampi masconi cavi, con un flare in pieno stile Carolina. Il parabrezza in cristallo temperato è alto e protettivo, dotato di tre tergicristalli surdimensionati a pantografo. La sua sagomatura è rimarcata dal frame in alluminio anodizzato satinato, robustissimo e provvisto di tientibene esterni per praticare in sicurezza il passavanti.
Sul passavanti osservo che la fascia più esterna del bordo di falchetta è liscia, sprovvista di antisdrucciolo, che è invece presente nel corridoio interno, leggermente incavato rispetto alla prima. La sua larghezza potrebbe esser più generosa per consentire di transitarvi con barca bagnata in maniera più sicura, tanto più che la battagliola parte da meno di metà barca rispetto alla prua sugli esemplari dal 2001 in poi.
In presenza di marlin tower e divergenti a crociere (più della metà dei 305 disponibili in Italia ne è provvista) l’accesso dal pozzetto è semplice grazie ai gradini di risalita gavonati disposti simmetricamente ad ambo i lati, ma dopo i primi due passi si incontrerà l’ingombro degli steli dei divergenti, il che richiederà un po’ di pratica nell’aggrapparsi ai tientibene dell’hard top, soprattutto con mare al traverso.
Per le ragioni già esposte nel libro “Fisherman Americani”, e che ribadirò in seguito in questo articolo, l’Albemarle 305 Express, come ogni scafo con carena a V profonda, soffre di rollio, sebbene non in misura paragonabile ai vecchi 275 ed i 320 Express, per ragioni imputabili anche e soprattutto al rapporto lunghezza/larghezza. L’Albemarle 305 Express è lungo 8.86m a fronte di un baglio massimo di 3.50m.
Il rollio è più accentuato sugli esemplari dotati di marlin tower, per via dell’innalzamento del baricentro.
In compenso, il 305 si dimostra essere una grande “head-sea boat”, consentendo al conducente di affrontare mari duri in piena prua agendo sui flaps e facendo lavorare a dovere il profondo ed affilato tagliamare. Il flare pronunciato darà in queste condizioni il meglio di sé nel deflettere l’acqua sollevata tagliando i marosi.
Parlavo poc’anzi delle battagliole. Queste sono di sezione davvero generosa per la categoria, saldate in maniera magistrale ed ancorate alla coperta con flange fissate con controdadi resinati dall’interno.
La coperta prodiera è praticamente piatta, con una leggera bombatura a schiena d’asino per facilitare il deflusso dell’acque; per tale motivo è facilmente adibibile a zona prendisole.
A tal proposito, l’antisdrucciolo diamantato in stampata (di manifattura eccellente) ha delle scanalature lisce per consentire all’acqua di scorrere facilmente, così come accade anche attorno all’unico passo d’uomo posizionato all’altezza della cuccetta prodiera.
Il vano portacatena ad estrema prua non prevede accessi esterni, ma solo dalla cabina, dietro uno sportello incernierato. La ragione non è economica, ma tecnica: ogni apertura è una potenziale via di intrusione di acqua, come spiego nell’ebook La Barca da Pesca Perfetta , per cui il cantiere ha ritenuto lasciare la coperta quanto più stagna possibile, evitandone.
La delfiniera è strutturale ed è perfettamente chiusa dalla parte inferiore. L’ancora giace in una cava ricavata al suo interno, protetta da rinforzi antiurto in acciaio inox.
Riguardo l’areazione della cabina, oltre al passo d’uomo sopra menzionato vi è un altro oblò apribile ricavato nella tuga, asservito al locale bagno separato.
La zona guida prevede una plancia disposta al centro, con una poltrona per lo skipper e due divani disposti per lunghezza, per gli ospiti. La plancia portastrumenti è incernierata per essere ribaltata in occasione di ispezioni o riparazioni, mentre un vano di accesso rapido alla sala macchine è ricavato a pagliolo sollevando la poltrona di governo.
L’accesso principale alla stessa prevede il sollevamento dell’intero ponte di comando a mezzo di pistoni elettroidraulici, per consentire il raggiungimento di parti altrimenti difficili da intervenire dalla parte superiore.
La sala macchine ha una agibilità nella media di scafi di pari dimensioni e categoria. L’insonorizzazione è notevole, soprattutto considerando la presenza di scarichi emersi. Gran parte del rumore, infatti, è imputabile proprio a questi ultimi.
Le ragioni di tale scelta? LEGGI QUESTO ARTICOLO di qualche tempo fa.
Il pozzetto è la vera anima di questa “pocket battlewagon”: ampio, assolutamente sgombro eppur completo di tutto ciò che all’angler serve per le più disparate tecniche di pesca. A pagliolo troviamo una grande vasca del pescato coibentata disposta per baglio a poppa, estraibile per consentire l’accesso alle sentine ed ai relativi impianti e dotata di maceratore.
Nello specchio di poppa è ricavata una enorme vasca del vivo, mentre nei gradini di accesso a prua vi sono altre due vasche, ciascuna provvista di pompa di ricircolo.
Il sottocoperta prevede una disposizione piuttosto originale: percorsi i quattro gradini in teak per scendere in cabina, sulla sinistra troviamo un divano longitudinale con tavolo, il primo trasformabile in due cuccette a castello, data la possibilità di sollevare lo schienale dello stesso. A prua un letto alla francese disposto per fianco sul lato di dritta, assistito dal passoduomo sopra menzionato (l’unico presente sulla coperta).
A dritta il locale bagno separato, dotato di wc marino, lavabo con gavoni e specchiera, nonché la doccia estraibile con tenda e carabottino autovuotante:
Un cenno alle prestazioni. Questa barca è stata prodotta con motori entrobordo in linea d’asse turbodiesel Caterpillar e Yanmar. La motorizzazione più diffusa è costituita da una coppia di Cat 3116 o 3126B da 300cv o 350cv ciascuno, con le quali è in grado di tenere una velocità di crociera “ognitempo” dai 20 ai 22 nodi, ed una velocità di punta di 29-31 nodi, in condizioni di carena ottimali.
Come già anticipato in apertura, la barca soffre di moderato rollio, se confrontata ad altri fisherman a V profonda e soprattutto alla sua sorella maggiore 320 Express. La carena di questo 305 è in realtà una V profonda variabile, che associata ad un baglio generoso per la sua lunghezza, la agevolano non poco in drifting ed in traina a lento moto. Ovviamente la presenza di pesi sopraelevati, come una torre, possono inficiare questa tendenza.
La carena del 305 Express da il meglio di sé con mare formato di prua ed al mascone, tuttavia se la cava egregiamente anche con mare al giardinetto e di poppa, denotando una scarsissima tendenza a “scrivere”. Il suo peso (6800kg a secco) ne fa un vero panzer degli express fisherman sotto i trenta piedi, e saprà entusiasmare chi la conduce in condimeteo impegnative.
Un articolo non basta sicuramente per snocciolare tutti i contenuti, i pregi ed i difetti di questa iconica imbarcazione da pesca d’altura, per cui vi invito a contattarmi compilando il seguente form, qualora intendiate acquistare un Albemarle 305 Express:
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Buona lettura e Buon Mare!
Benedetto Rutigliano
Autore di Fisherman Americani
Autore di“Le 11 buone ragioni per NON comprare una barca (ed una per farlo)”
Autore di“La Barca da Pesca Perfetta- Guida sintetica” eBook
Scrittore per la rivista Pesca in Mare
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