Super-fuoribordo: pro e contro, tra appeal e funzionalità

Se il mercato ci offre qualcosa, è perché glielo chiediamo. O meglio, di regola dovrebbe funzionare così.

Senza voler fare digressioni di macroeconomia, ancorché provenga dal settore, il mercato figlio della odierna economia post-capitalistica utilizza algoritmi molto diversi e complessi per orientare le scelte produttive e quindi decidere quali prodotti lanciare.

Oggi, a differenza di venti o più anni or sono, è il mercato stesso a generare il bisogno di un prodotto o servizio.

Trasponendo l’assunto nel campo della nautica, non è affatto detto che i diportisti attendessero con ansia l’avvento sul mercato di motori fuoribordo da 600cv (vedi Seven Marine 627); tuttavia, il loro lancio ha generato il desiderio di possederli.

D’accordo, il motore fuoribordo, a differenza degli entrobordo diesel, ha “generalmente” una semplicità costruttiva e manutentiva superiori, ma la realtà dei fatti, nel campo dei grandi fuoribordo (dai 400cv in su) è esattamente opposta.

Il segmento delle grandi propulsioni FB, in definitiva, sfrutta il comune pensiero del

“FB= meno rogne”

per intortarci con prodotti altamente tecnologici (che può essere spesso un bene), ma altrettanto complessi ed elettronicamente criptati, per impedire qualsiasi tipo di intervento “in economia” e per continuare a generare un flusso di redditività a partire dal momento della vendita, per tutto il periodo in cui il diportista userà tali potentissimi gioielli.

Mi si obietterà che, coloro i quali possono acquistare una barca di cinquanta piedi con quattro FB di 627cv ciascuno, non ambiscono di certo a risparmiare sulla manutenzione self-made. A costoro ribatto che, anche su barche con entrobordo da 1000 e più cavalli ciascuno, un sano controllo dei livelli e degli anodi non è affatto precluso all’ armatore, il quale, per giunta, avrà la possibilità di conoscere i propri propulsori da vicino, senza dover delegare forzatamente alla manodopera ufficiale operazioni elementari e di routine.

Tutto ciò non è possibile sui grandi fuoribordo, vuoi per la compressione degli spazi, vuoi per la codifica delle chiavi di servizio, i cui kit sono esclusivo appannaggio della rete di assistenza ufficiale, vuoi per la protezione elettronica che, nel caso di manomissioni esterne, il più delle volte manda in blocco l’intero motore.

E se i grossi fuoribordo hanno contagiato anche il settore delle lobster boats…

Passando ai pro e contro dei grossi FB, rispetto ai più tradizionali EBD, di sicuro a vantaggio dei primi vi è il maggiore spazio libero a bordo, consentito dalla assenza della sala macchine, da potersi destinare a stivaggio o ad area di pernotto.

Un altro vantaggio non da poco è che ogni accessorio od impianto riguardante i motori è collocato… fuoribordo! Il che risparmia lo scafo da smontaggi e rimontaggi di parti anche molto ingombranti, come invece avviene nel caso degli EBD (pensiamo allo smontaggio di turbine, invertitori o addirittura allo sbarco dell’intero propulsore).

Tutto ciò, se la barca è motorizzata fuoribordo, preserva la barca stessa da rifacimenti di sigillature, da manomissioni di imbullonature, resinature, ecc…

Tra i contro, abbiamo sicuramente un costo di gestione che, nella migliore delle ipotesi, eguaglia quello di una coppia di motori EBD, per cui l’aspettativa di una più “leggera” manutenzione rimane il più delle volte disattesa.

Altro elemento a forte sfavore è la marinità -intesa come capacità di gestire condimeteo molto avverse- di eliche nate per lavorare a pochi centimetri dal pelo dell’acqua, rispetto a due eliche affondate dove il flusso d’acqua è ancora lungi dal lasciare i piani di carena.

Su ciò ti invito, peraltro, a leggere QUESTO ARTICOLO.

L’argomento è destinato ad avere sviluppi sempre più ampi nell’immediato futuro, man mano che i riscontri dei proprietari di tali imbarcazioni con fuoribordo “steroidei” arriveranno.

Per il momento possiamo solo fare deduzioni, sperando che la realtà ci smentisca: che non sia una moda di rapido passaggio? Chi lo sa…

Buona lettura e Buon Mare!

PS: non dimenticate di leggere il libro Fisherman Americani – il Libro delle Barche per la Pesca Sportiva

Benedetto Rutigliano

Autore di Fisherman Americani
Autore di“Le 11 buone ragioni per NON comprare una barca (ed una per farlo)”
Autore di“La Barca da Pesca Perfetta- Guida sintetica” eBook
Scrittore per la rivista Pesca in Mare
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