Barche

Nautica moderna: siamo nel pieno di una crisi di senso?

Questo breve articolo nasce dai riscontri che una frase pubblicata sui social pochi giorni fa ha ricevuto. La frase in questione è la seguente: Era un mio pensiero, tra il serio e il faceto, ma evidentemente c’è molto di cui parlare con riguardo alla deriva filosofica della nautica moderna. Può sembrare una disquisizione astratta, tuttavia non si può non scomodare la filosofia, perché il senso di ogni nostra azione, di ogni nostro concepimento intellettuale, in poche parole, di ogni idea, è da ricercarsi nel logos, il pensiero come discorso interiore secondo ragione. In effetti, il termine concilia in sé, oltre che quello di “discorso interiore”, anche quello di “calcolo” (ratio). Ma se la ragione viene meno, allora anche ogni barlume di senso svanisce, e restano i nudi calcoli. In sostanza, un’idea, che “viene” dal logos, cioè dal dialogo interiore razionale, spogliata del discorso sul senso, cioè dalla ragione, diventa pura tecnica numerale. Oggi le architetture nautiche, sia quelle sotto la linea di galleggiamento, sia quelle sopra la stessa, sposano a mio modesto parere uno scentismo che idolatra il calcolo e la “performance”, intesa come puri numeri: Velocità massima, talvolta raggiungibile in condizioni meteomarine e di esercizio non realistiche;Potenza installataVolumi di vendita. Se separiamo la prima dalla tenuta di mare sul mosso, dal comfort, dalle qualità marine, dall’ergonomia dei vari componenti, dalla razionalità dello sfruttamento dei volumi di bordo e da altri elementi che “fanno la barca”, questo numero è utile solo come mero argomento di marketing avente come scopo il secondo punto: vendere. Il mercato segue le logiche del denaro, che tende ad un continuo incremento di sé stesso. Da ciò si capisce che, per produrre oggetti come le barche, non possiamo emulare le logiche del denaro, che nasce e dovrebbe restare un mezzo per raggiungere uno scopo, e non…


Calyber 16 CC: un piccolo, raffinatissimo custom sportfisherman

Di Calyber Boatworks ho già scritto sul blog di Fisherman Americani, in particolare con riguardo alla mascotte di questo cantiere dedito alla produzione su ordinazione: il 12 Lil’ Buddy, un prodigio di stile, qualità e rifiniture che nulla ha da invidiare ad un custom yacht. Stavolta Calyber ci riprova “dal basso”, aggiungendo alla sua produzione una misura intermedia tra il piccolo 12 piedi ed il 19 piedi: il 16 C.C. Si tratta di un center console di 4,87 x 2,03 metri, con una potenza massima installabile (fuoribordo) di 90 cv. Le linee do casa Calyber, che si rifanno ai custom sportfishing yachts Carolina style , vengono conservate anche in questo 16 piedi tutta pesca e fascino yankee, nonché esaltate dal lucente gelcoat Awlgrip che riveste coperta, falchette e volumi interni allo scafo. Tutte le ferramente installate a bordo sono a filo di coperta, mentre le cerniere adottate sono esclusivamente di tipo piano hinge, il che previene lo scardinamento dei tambucci e distribuisce lo sforzo nell’apertura degli stessi lungo una superficie maggiore rispetto alle cerniere separate, più economiche ma meno affidabili nel tempo Nonostante le ridotte dimensioni dello scafo, il pozzetto è autovuotante, mentre l’impiantistica e le componenti per la pesca e la navigazione sono di prim’ordine (Scopinich, Gemlux, Glendinning solo per citarne alcuni); la capacità del serbatoio carburante è di 110 litri, consentendo una autonomia stimata di poco meno di 150 miglia a velocità di crociera. Questa barca ben si presta come unica unità da diporto di famiglia, potendo essere equipaggiata con T-Top in lega anodizzata e portacanne rocket launchers, impianto audio, elettronica completa ad incasso, ma anche come tender per yacht di prestigio. Ogni qual volta Calyber lancia un nuovo modello resto incantato dalla cura per il dettaglio, dalla dedizione alla qualità, non curandosi della quantità. Per avere un…


L’autunno porta consiglio (e nuove barche usate)

Archiviata l’estate, cominciano i primi grattacapi sulle manutenzioni ordinarie e straordinarie (ahimè) da effettuare sulle nostre barche. C’è chi ha potuto trascorrere, più o meno senza noie, vacanze a bordo in serenità, chi invece ha patito un fermo barca a causa di un’avaria dell’ultimo minuto, cose che, tra l’altro, accadono sempre sul più bello, magari giusto il giorno prima di mollare gli ormeggi per il trasferimento nella località di vacanza… Tra chi è estenuato ed un po’ deluso dal decorso delle tanto agognate vacanze, e chi, pur soddisfatto, ha maturato l’idea di una barca migliore per le proprie mutate esigenze, il mercato da settembre in poi subisce sempre un ricorsivo riapprovvigionamento di forze “nuove”, anche se non è tutto oro quello che luccica. In questo torna utile la figura del consulente nautico, che grazie ad un metodo di ricerca, selezione ed analisi, riesce a discernere gli specchietti per allodole da opportunità obiettivamente appetibili per il cliente. Il Percorso di Consulenza Pre-Acquisto è un lavoro di team, un team composto da due player: il professionista ed il cliente. Da una parte la competenza e lo spirito di analisi oggettivo ed astratto da emotività ed impulsività, dall’altra l’esigenza ed i gusti personali, dunque il fattore soggettivo, creeranno assieme il mix giusto per ottenere una “barca target” da portare a casa al giusto prezzo, destinata a rimanere con noi per diverse stagioni, con la consapevolezza di poterla impiegare al meglio per la pesca sportiva, piuttosto che per il diporto con la famiglia o amici. Qualunque sia l’impiego della vostra futura barca usata, è essenziale che tale impiego avvenga in piena sicurezza. Infatti, l’acquisto di una barca usata non è solo una questione di stile, di dotazioni, di potenza installata, di consumi, di posti letto, ma soprattutto di poter navigare in sicurezza e di…


Il Mare è immutabile; la nautica no.

Prendo spunto da alcune considerazioni tratte da un libro che sto leggendo, di Emanuele Severino, sul tema del ricordo. Egli sostiene che il ricordo è un eterno, appena dietro l’angolo dell’oblio e, come ogni altra cosa passata, attende l’inevitabile, ovvero che giunga il tempo opportuno per rigirar l’angolo e tutto intero rifarsi innanzi, in me, insieme a tutte le cose passate. (cit. “Il mio ricordo degli eterni” – E. Severino) Chi mi legge probabilmente stenterà a cogliere un nesso tra il tema di cui mi occupo, la nautica, e la citazione appena riportata. Ma in me il collegamento è così palese ed immediato, se penso all’eternità del movimento e del comportamento dell’elemento Mare, tale da renderlo un ricordo sempre presente. Anzi, il Mare è scevro dall’errore del “ricordato”, che per sua natura è errato, approssimativo, dato che non è possibile ricordare perfettamente ogni dettaglio della circostanza portata dal ricordo alla nostra mente. Chiunque immagini o ricordi il Mare in corrispondenza di un evento per sé importante, anche del passato più lontano, non può averne un ricordo offuscato, perché il Mare è così dalla notte dei tempi. Ed ecco il nesso: perché, se per solcare un mezzo dalle caratteristica di fluidità, di potenza, di interazione ed alterazione con tutti gli oggetti che vi entrano a contatto diretto ed indiretto, tutte caratteristiche immutate ed immutabili da sempre e per sempre, c’è così tanto bisogno di sconvolgere l’architettura nautica? Halvorsen Sinana Perché deprecare e dare spazio ad una sorta di cancel culture nei design delle linee d’acqua più tradizionali, a favore di soluzioni all’avanguardia della tecnica? E’ possibile far convivere la nautica tradizionale, quella che ha consentito di navigare a centinaia di generazioni di naviganti, con le soluzioni più tecnologicamente avanzate, senza bandire chi sceglie la via vecchia? In questa epoca di post-nichilismo,…


Il fisherman (troppo) moderno è ancora fisherman?

“Impara l’arte e mettila da parte”, recita così un proverbio che spiega quanto talvolta, attenersi al manuale, non consenta di realizzare buone cose se non si compendia la teoria con la pratica, cioè con l’adattamento al caso specifico. Ma quel “mettere da parte” non va inteso come un “dimenticarsi di quella arte”, ma come di fare esperienza ed impiegarla quando essa possa tornare utile. Oggi si assiste ad un accantonamento della tradizione nautica quasi distruttivo, come se il passato fosse un grande inceneritore. A proposito di questa sorta di cancel culture che sta affliggendo la nautica da diporto, ho parlato in questo post sulla pagina Facebook di FishermanAmericani che ti invito a leggere: Chiusa questa breve premessa, osserviamo la media delle barche da diporto europee che possono farsi rientrare nella categoria dei fisherman. Non si può non notare che i canoni stilistici e funzionali del fisherman d’oltreoceano sono stati edulcorati a tal punto, salvo eccezioni di cui è opportuno citare validissime reinterpretazioni italiane, da non poter più distinguere i “fisherman” dalle “day boat”. Il risultato è che il fisherman che vuol essere anche barca multifunzionale, finisce per essere un po’ di tutto, ma nulla di definito. D’altronde, quando persino gli americani stessi si riducono a imitare l’Europa, cioè i suoi stessi imitatori, la produzione di nuove idee di design e funzionalità è un cane che si morde la coda: I cantieri che ancora oggi continuano a costruire fisherman con caratteristiche stilistiche e funzionali tradizionali, pur aggiornandosi nelle tecnologie costruttive, resistono in USA, ma nei loro programmi di produzione si fanno sempre più avanti le soluzioni ibride, barche in grado di far day cruising e, scansando cuscinerie e rivestimenti a contrasto qua e là, di far pescare, ma senza sporcare, mi raccomando… Il mio impegno è e resta quello di accompagnare…


Il sopralluogo preventivo: perché e quando conviene?

Esistono casi in cui è antieconomico effettuare una perizia pre-acquisto intera, penso a barche di valore ma molto datate, di cui non si conosce lo stato delle parti più importanti di cui sono composte, che sono sempre anche quelle più costose da ripristinare. Per evitare di gettar via denaro su una perizia pre-acquisto, ho ideato un servizio propedeutico alla stessa, che costa solo il 20% della prima: il sopralluogo preventivo. ESEMPIO: la perizia pre-acquisto di una barca di 45 piedi costa 4.000 Euro; effettuando un sopralluogo preventivo, sborserete solo 800 Euro, un rischio molto inferiore al primo nel caso la barca risulti irrimediabilmente danneggiata. Nel caso in cui, invece, l’esito del sopralluogo sia positivo, potrete procedere tranquillamente alla negoziazione del prezzo di acquisto, eventualmente supportati da una perizia pre-acquisto a valore legale, se vorrete. È un servizio indicato in caso, dunque, di barche importanti, con più di 25 anni di età, sebbene possa essere utile anche per barche più giovani di notevoli dimensioni, sulle quali sostenere il costo della perizia pre-acquisto è prematuro, perché magari non siamo ancora sicuri dell’acquisto, oppure perché abbiamo gravi indizi della potenziale presenza di problemi seri sulla stessa. Lo consiglio, altresì, ogni qual volta ci si trovi davanti a barche in disuso, o addirittura abbandonate per anni, su piazzale o all’ormeggio, casi in cui non si intende sostenere spendere migliaia di euro per una perizia pre-acquisto, e poi magari sentirsi dire dal perito che la barca è sostanzialmente “un rottame”. Chiedimi maggiori informazioni scrivendomi a info@fishermanamericani.com con oggetto dell’e-mail “INFO SOPRALLUOGO“. E’ gratis! Buon Mare, Benedetto RutiglianoSPORTFISHING BOAT SPECIALIST (per consulenze CLICCA QUI)Perito Nautico, iscrizione n.1502 al Ruolo dei Periti ed Esperti Nautici della CCIAA di BariWhatsApp: 348/6562148E-Mail: info@fishermanamericani.comAutore di Fisherman Americani Autore di Barche da pesca di ieri e di oggiAutore di “Le 11 buone ragioni per NON comprare…


Release clips per divergenti: quali scegliere?

La maggior parte delle componenti del settore “outriggers” proviene dagli Stati Uniti d’America. E’ bene, a tal proposito, non fare di tutta l’erba un fascio, ma distinguere per qualità ciò che il mercato USA ci offre. Non basta che sia Made in USA, infatti. Ecco che, in questo breve articolo, passo in rassegna qualche modello di release clips per divergenti, delle più significative, differenziandole per tipo di applicazione e caratteristiche. Occorre innanzitutto distinguere tra le clips a filo d’acciaio e quelle su cuscinetti. Della prima categoria menziono senz’altro le Rupp Klickers, dotate di frizione in testa, per regolare la forza di apertura del passante, ed occhielli per essere facilmente annodate in serie alla rigging line. CLICCA QUI Sono pinze concettualmente molto semplici, ma robuste grazie ai materiali impiegati e dalla frizione sufficientemente facile da tarare. Della stessa logica di funzionamento sono le TACO Marine COK-0001B-2 , ma con occhielli in filo ritorto (che potrebbe creare problemi di scalfitture, a lungo andare, sulla rigging line, ed una frizione azionata da una rotellina poco ingombrante ma più difficile da sbloccare, per via del minor grip della presa. Al più, sarà necessario aiutarsi con una pinza a becchi. Ricordo che, se ben manutenute, le pinze di sgancio degli outrigger non si bloccano, a meno di non tenerle in salamoia per stagioni intere! CLICCA QUI Ora presento un paio di alternative su cuscinetti, prodotti che si pongono su livelli di costo certamente superiori a quelli a sgancio a filo d’acciaio, ma la cui durata è generalmente molto superiore. Aftco produce le OR1B, dotate di passante su cuscinetto a sfera e corpo in fusione. Un oggetto bello ed estremamente affidabile, dalla frizione che non perde mai la taratura e pertanto garantisce più strike rispetto alle pinze più economiche. CLICCA QUI Sempre per rimanere nel segmento…


L’alternativa di qualità al legno naturale

Durante la mia esperienza di consulente nautico, ho avuto modo di studiare diversi prodotti nautici alternativi al legno naturale. Quando sono approdato nel mondo Amtico, però, la mia considerazione del termine “qualità”, in campo di pavimentazioni nautiche sintetiche, è cambiata. Amtico Marine Flooring produce i suoi pavimenti interamente in Regno Unito, e questo già di per sé pone i suoi prodotti su una fascia di costo superiore alla media dei sintetici più diffusi, a cui fa da contraltare una rifinitura ed una possibilità di personalizzazione con pochi pari nel settore. La possibilità di personalizzazione della pavimentazione Amtico Marine Flooring coinvolge:– le dimensioni dei “mattoni” (in gergo tecnico “plance”)– le tonalità delle “fugature” (in g.t. “stripping”)– le mordenzature della pavimentazione, che vanno da varie riproduzioni (fedelissime, provare per credere) di essenze naturali di legno, fino a diverse tipologie di marmi e pietra Tra i brand di fisherman che hanno adottato prodotti di pavimentazione Amtico Marine, mi piace citare Riviera, Tiara, Viking, Davis, Hatteras, Hargrave, e molti altri che ometto non per scarsa importanza. Ecco due esempi di abbinamento di pavimentazione Amtico Marine Flooring, una in tonalità teak, l’altra in ciliegio. A ciascuna è stata affiancata una fugatura di contrasto, che allo stesso tempo esalti la mordenzatura della plancia: Le possibilità di personalizzazione offerte della gamma di pavimentazioni Amtico Marine Flooring sono le più disparate, e sicuramente tra queste, c’è la combinazione che meglio si abbina agli arredi della tua barca. I prodotti Amtico Marine sono garantiti dieci anni, se applicati con collanti Amtico, e sono provvisti di uno strato di usura di 0.55 mm di spessore. Per una consulenza tecnica sulla pavimentazione Amtico Marine Flooring e per configurare l’abbinamento più adatto alla tua barca, puoi scrivermi ad info@fishermanamericani.com scrivendo nell’oggetto dell’e-mail “INFO AMTICO“. Buon mare, Benedetto RutiglianoSPORTFISHING BOAT SPECIALIST (per consulenze CLICCA…


Piedi bagnati in pozzetto? Ecco la soluzione

Un problema spesso pernicioso delle barche di piccole dimensioni (diciamo entro i 24 piedi di lunghezza, salvo rari sforamenti) motorizzate fuoribordo o entrofuoribordo, è la tendenza a bagnare il calpestio del pozzetto in determinate condizioni. Posto che la tecnologia di progettazione incide molto su questo vizio, la rimotorizzazione e la modifica dei carichi a bordo può inficiare l’assetto statico e dinamico della barca, tanto da pregiudicare la corretta funzionalità dei drenaggi e degli ombrinali di scarico. Come porre rimedio a questo problema molto sentito soprattutto da chi pesca tutto l’anno e da chi spesso si trova ad armeggiare con ami e raffi a portata di piede o di stinco? Calpestare una coperta bagnata è una componente di rischio notevole, e se vi si aggiungono condizioni di mare ostico al giardinetto o da poppa, il mix potrebbe creare disconfort e pericolo per i componenti dell’equipaggio. N.B.: in questo breve articolo affronto solamente soluzioni ufficiali e patrocinate da aziende affidabili e con esperienza in campo nautico, tralasciando le soluzioni fai-da-te, che lascio a chi voglia cimentarsi nel “bricolage di bordo” a proprio rischio e pericolo. La soluzione adottata da una azienda statunitense dedita alla produzione custom e semi-custom di hardware per imbarcazioni da pesca sportiva è semplice quanto geniale: ridisegnare l’ombrinale di scarico, in modo tale da alloggiare non una comune membrana di tipo “flapper”, ma una bocca interna che si apre solo quando il flusso d’acqua segue un senso, e restando serrata quando l’acqua proviene dall’esterno. Per sostituire i vecchi ombrinali con questi, è necessario studiare una serie di caratteristiche che ci permetteranno di centrare il modello di ombrinale evoluto e di far rientrare l’annoso problema dell’acqua perenne in pozzetto. Per risolvere il problema del pozzetto bagnato del tuo fisherman, ti invito a fissare una consulenza al seguente link: LINK CONSULENZA…


Hydra-Sports 2200 VX: il mini express

Dal momento che il mercato ci propina quasi esclusivamente center console, io a denti stretti mi ci oppongo a suon di battute (di tastiera) e propongo alternative “pontate” valide anche da usate. In questo caso, soprattutto da usate, visto che la barca oggetto di questo articolo, da nuova, aveva un prezzo a dir poco “tirato” per il suo segmento. Si tratta dell’allora Hydra-Sports (ora HCB) 2200VX, un piccolo express fisherman che misura 6.8 metri di lunghezza per 2.59 m di larghezza. Di fatto, la configurazione “express”, che di certo sacrifica i passavanti, rende gli spazi interni degni di una barca di dimensioni ben maggiori: la zona guida, in particolare, gode, dell’ampio e robusto parabrezza avvolgente, che protegge sia la comoda poltrona di pilotaggio che il lounge seating posto a sinistra, in grado di accogliere comodamente 3 persone. All’interno è celato un ampio gavone con drenaggio diretto fuoribordo e coibentazione, il che lo fa fungere sia da valida ghiacciaia, sia da vasca per il pescato. Il pozzetto è ampio, simmetrico e regolare, con due vasche speculari ricavate nel capo di banda, entrambe estraibili per dare accesso agli impianti. La tuna door qui è centrale, posizione logica da un punto di vista della ripartizione dei pesi, ma opinabile per chi preferisce un transito immediato dal pontile alla barca, e viceversa. Le murate sono spesse il giusto per non tagliare il costato all’addetto alla slamatura di grosse prede, che dovesse trovarsi obbligato a sporgersi fuoribordo. Il perimetro è imbottito internamente, per consentire un combattimento confortevole in stand-up, mentre la vasca del vivo è ubicata dietro la poltrona di governo. Lavaggio ad acqua dolce e salata sono di serie, così come l’hard-top in lega e vetroresina. Le rifiniture sugli Hydra-Sports ci hanno sempre abituati benissimo, e questo modello non fa eccezione: dal bottazzo sovradimensionato,…