Barca da pesca

Assetto e fisherman: alcune considerazioni

Nell’ideale collettivo il fisherman americano naviga con il “naso all’insù”… Questo argomento viene puntualmente affrontato nel libro Fisherman Americani, in cui si spiegano le ragioni di tale peculiare comportamento degli scafi nati per la pesca d’altura. L’assetto tipicamente appoppato è da molti criticato, ma apprezzato da chi sa cosa significhi ingavonarsi in condizioni marine avverse. Il disagio maggiore, su taluni fisherman, è dato dalla sensazione di non poter vedere bene l’orizzonte soprattutto per chi è di statura medio-bassa. Non a caso, i ponti di guida di molti fisherman d’oltreoceano presentano una ulteriore piattaforma rialzata sulla quale è posizionata la poltrona di comando che, appunto, conferisce un certo “vantaggio” allo skipper quanto a visibilità. Ma l’appoppamento di un Fisherman è un effetto voluto, quando ben progettato. La funzione dell’appoppamento è principalmente quella di “superare l’onda” quando si naviga con il mare di prua o al mascone. Ciò comporta che gran parte dell’acqua si infrangerà contro il mascone o contro il dritto di prua, proprio laddove dovrebbe infrangersi. Ciò che accade, invece, su barche con assetto neutro (inclinazione di zero gradi a velocità di crociera) è la predisposizione all’ingavonamento in condizioni meteomarine impegnative, o comunque ad essere “bagnata”. A proposito di carene asciutte e bagnate, Ti consiglio di leggere QUESTO ARTICOLO per ulteriore approfondimento. Una barca bagnata può esserlo per vari motivi: per linee di carena che non deflettono a dovere l’acqua, per ginocchi non particolarmente pronunciati che non riescono a rovesciare l’acqua o per masconi con svasatura insufficiente od assente. Quando a ciò si aggiunge un assetto neutro, che il più delle volte per natura tende all’appruamento con l’aumentare della velocità per effetto propulsivo, ecco che facilmente gli spruzzi bagneranno il ponte di prua ed il parabrezza. Per ulteriori approfondimenti sul tema, Ti invito a leggere Fisherman Americani: il Libro delle Barche per la Pesca Sportiva….


Hatteras 50 Convertible : lo yacht da pesca – PARTE II

Segue da QUI. Ma le peculiarità dell’Hatteras 50 Convertible non si limitano alla sua “sana e robusta costituzione”, ma entrano anche sottocoperta… Prima di accedere ai volumi interni, però, mi soffermerei su quel pozzetto nato per il pescatore sportivo: le murate alte quanto basta per garantire sicurezza durante il combattimento, anche con mare mosso; le falchette larghe e sicure -sono dotate di diamantatura antisdrucciolo a beneficio di chi ormeggi alla francese ed acceda a bordo tramite le stesse- consentono di installare una molteplicità di accessori come, ad esempio: portacanne ad incasso aggiuntivi a quelli già di serie; bitte ausiliarie per parabordi e traversine di rinforzo; supporti per eventuali tendalini parasole; flange per downriggers e chi più ne ha, più ne metta. Le vasche per il pescato a pagliolo sono amplissime e supercoibentate: provate ad estrarne una e vi sentirete dei piccoli powerlifter… La vasca per il vivo con ricircolo è, su questo modello, posizionata accanto al mobile di preparazione delle esche in stampata a ridosso della porta per il quadrato: trattasi dello stesso mobile che cela l’ingresso principale alla sala macchine. Varcata finalmente la porta a vetri scorrevole del salone, ci troviamo dinanzi ad un’area ampia, sobria ed insospettabilmente illuminata: le due grandi finestrature laterali ad occhio con cristalli fume (rigorosamente fisse) garantiscono il giusto mix tra privacy ed illuminazione naturale. Due grandi divani ad L contrapposti ospitano comodamente fino a dodici persone e, nel caso la barca venga usata da una compagnia agguerrita per una battuta di pesca di più giorni, possono essere utilizzati come cuccette aggiuntive data l’estrema comodità delle imbottiture e l’ampiezza delle sedute. Uno dei due divani è contrapposto alla cucina, superattrezzata, ed è dotato di tavolo per essere utilizzata come dinette da pranzo. La cucina è a penisola con configurazione a C, essendo addossata alla…


Hatteras 50 Convertible: lo yacht da pesca – PARTE I

Questo è un articolo da leggere con attenzione: per tale motivo sarà suddiviso in due parti. Hatteras Yachts ritorna tra gli articoli di FISHERMAN AMERICANI, stavolta con un suo best seller: Hatteras 50 Convertible Il modello è dei più longevi di casa Hatteras, tant’è che lo troviamo per la prima volta a catalogo nel lontano 1980, e via via lo abbiamo visto evolversi nelle motorizzazioni e negli allestimenti sottocoperta, per renderla sempre più flessibile anche per i diportisti meno avvezzi a canne e mulinelli e più inclini alla crociera. E questa barca può davvero portarvi molto, molto lontano, complici le generose riserve di carburante e di acqua dolce, da un lato; una carena leggendaria, dall’altro. Il design è quello iconico di Hatteras: la grande finestratura ad occhio, che sembra quasi tagliato con l’accetta, enfatizza il cavallino montante ed allo stesso tempo slancia ed alleggerisce la visuale  della sovrastruttura del quadrato, sopra il quale si erge il flybridge. Le prese d’aria sembrano quasi mordere la fiancata, a presagire la poderosa motorizzazione che questo scafo richiede: l’esemplare oggetto di questo articolo monta una coppia di Caterpillar C18 da 1015cv ciascuno, che garantiscono prestazioni importanti: 26 nodi di crociera continuativa con pieno di carburante e liquidi; 31 nodi di velocità di punta. Ma chi si interessa ad Hatteras interpreta il termine “prestazioni” nel senso più marino del termine: affrontare condizioni meteomarine impegnative a bordo di un Hatteras 50 Convertible può diventare una esperienza totalizzante per un appassionato di fisherman americani! Gli spessori delle stratificazioni dello scafo sono impressionanti: le sezioni dell’opera viva sono di 25,4 mm di vetroresina multiassiale stratificata a mano (laminato pieno). Ogni elemento a bordo di Hatteras 50 Convertible è monolitico e solidale allo scafo: a partire dalle ferramente di bordo ausiliarie come battagliole e tientibene, che vengono fazzolettati internamente…


Grady White 270: l’incompresa, atto II

Ecco l’altra barca di casa Grady White (abbiamo visto la prima QUI) che il mercato ha recepito in maniera non chiara, sin dal momento del suo lancio. Tra l’altro la serie Islander ha avuto una carriera abbastanza lunga, cominciata con il 268 del 1995 e terminata con il 270, appunto, nel 2005. Perché incompresa? Per due motivi fondamentali: la larghezza, di 2,59m a fronte di una lunghezza f.t. di quasi nove metri, e la potenza applicabile di  ben 500cv. Con tali numeri la “mission” di questo walkaround non è ben chiara considerato che, in teoria, uno scafo così stretto dovrebbe potersi muovere agevolmente anche con un singolo motore da 250cv (motorizzazione d’ingresso che peraltro la casa madre prevedeva). Ma perché G.W. l’ha omologata per 500cv? Forse perché, nonostante la carena filante, erano comunque necessari molti cavalli per muoverla? Il dubbio che si trattasse di una barca sulla carta poco dispendiosa a livello di potenza applicata e di consumi di carburante ha fatto sì che si vendessero molti meno esemplari di 270 Islander rispetto al più costoso 282 Sailfish, che però con quasi tre metri di baglio massimo, aveva proporzioni ed abitabilità ben maggiori rispetto al 270. Di fatto, la tecnologia e robustezza costruttive di GW hanno permesso di caricare sullo specchio di poppa quella potenza, comportando consumi tra l’altro ben inferiori rispetto alla concorrenza più… larga, e meno carico ai propulsori. Cionondimeno l’Islander è durato sui listini G.W. per dieci anni, subendo anche un restyling molto significativo a cavallo degli anni 2000, adottando il family feeling degli altri fratelli maggiori (il 282 appunto, ed il Marlin 300). Di fatto, l’Islander è stata, invece, una barca intelligente: consentiva la carrellabilità senza particolari permessi o scorte, rientrando nei limiti di rimorchio USA (2.59m). In Europa le cose cambiano da questo punto di…


Offerta per circoli nautici ed associazioni diportistiche

A seguito della piacevole conferenza tenuta presso la Associazione Armatori Santo Spirito, al termine della quale per volontà dei Soci, indomiti uomini di mare e pescasportivi, sono state acquistate diverse copie dei libri, ho pensato di formulare una offerta con uno sconto particolare per i club nautici ed associazioni di diportisti. (A proposito, a breve seguiranno video ed articoli sugli argomenti discussi in occasione dell’evento suddetto, quindi restate sintonizzati su www.fishermanamericani.com !) Con l’auspicio che la mia esperienza, riportata nei testi Fisherman Americani e Le 11 Buone Ragioni per non Comprare una Barca sia di spunto e riflessione per quanti, come me, sono nati a diretto contatto con il mare, questa è l’offerta: Lotto di N.5 copie del libro  Fisherman Americani al prezzo di € 25,00 per copia, anziché € 33,00 INCLUSA SPEDIZIONE (CLICCA QUI) Lotto di N.10 copie del libro Le 11 Buone Ragioni al prezzo di € 12,00 per copia, anziché € 16,50 INCLUSA SPEDIZIONE (CLICCA QUI)   A presto e Buon mare, Dr Benedetto Rutigliano Autore di Fisherman Americani Autore di “Le 11 buone ragioni per NON comprare una barca (ed una per farlo)” Autore di “La Barca da Pesca Perfetta- Guida sintetica” eBook Scrittore per la rivista Pesca in Mare Fisherman Americani PODCAST


Quando una barca può dirsi AFFIDABILE?

La foto della plancia aperta del MagBay 42 Express fa da introduzione a questo piccolo articolo. Mag Bay ha una storia di marchio molto corta, ma un trascorso societario lungo oltre venti anni e costellato di successi e di passione. Mag Bay Yachts nasce, infatti, dall’entourage che ha dato vita a Cabo Yachts, cantiere che ha chiuso i battenti nel 2014, prima di essere assorbito da Hatteras Yachts. (per un approfondimento sul tema LEGGI QUESTO ARTICOLO) Perché pongo continuamente l’accento sull’ordine di esecuzione dei cablaggi e sulla pronta accessibilità agli impianti? E’ il fulcro attorno al quale si sviluppano le linee guida dettate sia in Fisherman Americani, sia nell’ebook “La barca da pesca perfetta” e provengono dalle buone (ma soprattutto cattive) esperienze vissute per mare in prima persona, a bordo di svariate barche. Chi naviga da anni mi darà ragione: l’avaria, per mare, è sempre in agguato. L’affidabilità di una barca non si misura dalla frequenza delle sue avarie, ma dalla semplicità e dalla immediatezza con cui si può porre rimedio ai guasti più ricorrenti. Ecco il mio video sull’argomento: Durante una traversata con mare mosso, un black-out dell’elettronica di ausilio alla navigazione deve essere risolto con pochi gesti ed in poco tempo. Questo è possibile solo se si ha accesso immediato agli impianti, oltre ovviamente al fatto di conoscere bene il proprio mezzo. A proposito di cura realizzativa e del perché non debba essere appannaggio della sola alta orologeria o dell’industria armigera della Val Trompia… vi consiglio di guardare questo video, realizzato da Power and Motoryacht: Abbasso gli orpelli; W l’essenzialità! PS: informarsi costa molto meno che effettuare un investimento sbagliato: per questo ti invito a leggere il libro Fisherman Americani – il Libro delle Barche da Pesca Sportiva : Buon mare, Dr Benedetto Rutigliano Autore di Fisherman Americani Autore di “Le…


North Rip 30: quando il center console si fa sexy

Ho sempre specificato, nei miei articoli, podcast e video, che parlo solo di barche che in qualche modo mi affascinano, e North Rip mi ha affascinato, senza ombra di dubbio. Mi dispiace solo esserne venuto a conoscenza quando ormai il mio libro Fisherman Americani era stato già chiuso e dato alla stampa, altrimenti questo cantiere avrebbe trovato il suo meritato posto nella sezione “center console”. Un marchio pressoché sconosciuto in Europa, appannaggio solo dei fanatici di fisherman, ha molte frecce nel suo arco per fare breccia nel cuore dei pescasportivi nostrani. A cominciare dalla linea, che mutua le sue proporzioni dai custom fisherman cold molded costruiti nelle yards del North Carolina… Con tanto di assenza di battagliola e delfiniera, di masconi alti sull’acqua e con un bow-flare da urlo. Il North Rip 30 CC è una scultura, da estrema poppa fino ad estrema prua. Il bottazzo in due elementi affila lo spigolo dello specchio di poppa come una lama e ne accarezza la raggiatura perfetta. La plancia di poppa a tutta larghezza non intralcia minimamente l’azione di pesca, essendo ricavata nel bracket; la tuna door qui è sullo specchio di poppa, proprio come su un fisherman motorizzato entrobordo. I motori sono ravvicinati tra loro e rendono questa apertura pienamente efficiente ed efficace, anche per lo sbarco ed imbarco di cose e persone da e per il pontile con ausilio di passerella mobile. I trincarini del pozzetto sono molto bassi sull’acqua, ma senza tuttavia essere pericolosi per chi lo abita in condizioni di mare avverso. il cavallino cresce progessivo e senza soluzione di continuità fino allo spigolo di prua, con una sinuosità rara, che rende alla prima vista questo trenta piedi capace di domare mari molto impegnativi. Un unico spray-rail si staglia lungo i fianchi del tagliamare a definire netta la…


La legna si compra d’estate… e le barche?

Beh, la risposta potrebbe apparire scontata alla maggior parte di chi legge il titolo. In realtà, però, quanti di noi (e mi ci metto anch’io) effettua l’acquisto della nuova barca in pieno inverno? Pochi, anzi, pochissimi di noi. La ragione è che, quasi sempre, prevale l’impulso emozionale: si pensa alla barca solo quando le giornate si fanno più miti, quando navigare a largo diventa quasi una esigenza, più che un vezzo od un passatempo. Ho individuato il periodo di maggiore flessione delle quotazioni e di propensione alla trattativa tra metà novembre e fine febbraio. In realtà, ci sono ragioni profonde che rendono la trattativa e l’acquisto di una barca (nuova ma ancor più se trattasi di usato) conveniente per chi compra nella stagione fredda. Prima di tutto, la previsione di una spesa che può essere più o meno onerosa, ma che in ogni caso vi sarà, per i lavori di rimessaggio e manutenzione ordinaria, dopo la stagione diportistica appena trascorsa. Spesso l’idea di risparmiarsi tali esborsi induce chi sia intenzionato a vendere a scorporare dalla richiesta economica tale spesa, se non in toto almeno in parte. In più, chi è interessato a cambiare tipologia o dimensione di barca, preferisce a rigor di logica liberarsi della propria, per poter avere più potere contrattuale con la successiva: quindi, costui sarà più o meno disposto, in base alla impellenza del passaggio ad un nuovo mezzo, a cedere terreno sul prezzo di realizzo della propria barca. Se poi fortuna vuole che il venditore della barca alla quale siamo interessati sia molto motivato per ragioni personali ad alienarsene, ecco che la prospettiva delle spese di cui sopra, aggiunte a quelle di gestione (fitto posto barca e quota associativa per la stagione a venire) divengono un fattore quasi vincolante che andrà a vantaggio dell’acquirente. Occhio ad…


Calyber Boatworks ed il suo nuovo 19 piedi

Ammetto di essere molto sensibile ad ogni creazione di questo cantiere dal regime familiare, poiché cura i suoi manufatti con amore ed accuratezza pressoché introvabili nelle produzioni di serie. Non a caso, stiamo parlando di un cantiere di produzione custom. Avevo già affrontato il tema “Calyber” recensendo il suo sfrontatissimo e geniale 12 piedi, il Lil’ Buddy (VEDI ARTICOLO) ma oggi ritorno su questo brand per parlare di una barca certamente più polivalente e fruibile di quel 12 piedi con un flare da urlo. Calyber ha da poco presentato allo scorso Salone di Fort Lauderdale il suo nuovo 19 center console, un fisherman che rispecchia in tutto e per tutto la tradizione ed i canoni stilistici del cantiere. Notare la falchetta, del tutto priva di sporgenze , e gli spray rails che si allungano dalla linea di galleggiamento fino ad un terzo di lunghezza da poppa. Un secondo spray rail è posizionato a partire da dove il cavallino si rovescia, per spezzare evantuali lingue di acqua che l’ampia svasatura dei masconi normalmente solleva durante la navigazione con mare mosso. La lunghezza del solo scafo è di 19 piedi tondi, mentre la larghezza è di 2.44m; il pescaggio è di 0.33 m mentre la motorizzazione consigliata dal cantiere è monomotore fuoribordo da 150cv. Barche come il Calyber 19 si comprano per il fascino che suscitano: sono barche molto “emozionali” sebbene, proprio nel caso di Calyber Boatworks, per fortuna ci sono molti contenuti qualitativi, progettuali e costruttivi che ci farebbero “cascare in piedi” nel caso di invaghimento fulminante… Su questa barca, come su ogni creatura di Calyber Boatworks, l’estetica va a braccetto con la funzionalità: se gli americani ci hanno abituati ad essere innamorati del flare, è perché esso ha una sua logica funzionale durante la navigazione; parimenti dicasi per il cavallino…


Bertram 35: un classico fuori dal tempo

Un classico fuori dal tempo. Ecco, è forse questa la definizione più azzeccata. Se dovessi paragonare il nuovo Bertram 35 ad un segnatempo, penserei ad un Vacheron&Constantin ultrapiatto, “il basico” in gergo orologiero. Lo sceglierei in oro bianco. Solo due sfere (ore e minuti), gli indici qui sono semplici batons. Ciò che serve è “segnare il tempo” con essenzialità ed eleganza assolute. Al suo interno uno dei movimenti più raffinati, complicati ed imitati al mondo. Lo si può indossare per occasioni esclusive ma anche nella vita di tutti i giorni, perché scompare sotto il polsino della camicia; anzi, sembra nato per questo: mai appariscente, chiunque lo osservi non può che restarne rapito, pur senza saperne il motivo. In questo Bertram ritornano l’eleganza e la classe, quelle vere: qui le uniche due “sfere” sono una carena che ha fatto la storia della nautica mondiale, partendo dalle corse passando per le gare di endurance, fino al diporto, ed un layout essenziale, che ha tutto senza ostentarlo. Niente orpelli od imbottiture dove non serve. Nel Bertram 35 c’è discrezione, pulizia di linee ed etica progettuale. Per me questo è tutto, perché quando guardo una barca voglio emozionarmi. Ed il Bertram 35 mi fa emozionare a tal punto da avere il suo posto nel mio libro. La bellezza e la semplicità sono un connubio silenzioso, che fa innamorare solo chi ha la sensibilità per apprezzare le parole appena sussurrate. E questa barca può farvi davvero innamorare. Buon Mare, Benedetto Rutigliano Autore di Fisherman Americani Autore di “Le 11 buone ragioni per NON comprare una barca (ed una per farlo)” Autore di “La Barca da Pesca Perfetta- Guida sintetica” eBook Scrittore per la rivista Pesca in Mare FISHERMANAMERICANI Podcast