Bayliner Trophy 20 CC: il center console “facile”

Il marchio Bayliner ha un passato molto ricco di modelli, tipologie di imbarcazioni, vicissitudini societarie, alti e bassi. Dopo una quasi completa assenza della gamma Trophy, dapprima accorpata al cantiere Bayliner, poi reso come entità separata ed indipendente, ed ora nuovamente sotto la sua egida, oggi Bayliner continua a proporre modelli della gamma Trophy, completamente rinnovata, stavolta con un 24 piedi ed un 20 piedi. Qui accenno brevemente alle caratteristiche salienti del piccolo della gamma, un center console di poco più di 6.20 metri, con deadrise di 18 gradi (moderata per gli States, più che adeguata per i nostri mari). La barca è caratterizzata da una poppa senza specchio, che viene simulato parzialmente sollevando gli schienali a scomparsa delle sedute poppiere. Quando retratte, queste creano una piattaforma ottima sia per il trasbordo di persone e cose da e per il pontile, sia per il lancio o per la tintarella, vista la completa planarità della superficie, che si presta ad essere completata da un cuscino prendisole extra. E guai se così non fosse, poiché le due plancette che perimetrano l’area di contenimento del fuoribordo, costringerebbero, per la loro estensione, ad usare canne molto lunghe per evitare di collidervi con le lenze. Con questo pozzetto rialzato, diventa tutto più semplice (quando il moto ondoso è moderato, s’intende…) Piattaforma poppiera Questa piccola barca da pesca è dotata di serie di ben due vasche per il vivo: una che vediamo sotto il tambuccio centrale, tra le due sedute sopra menzionate, l’altra sul retro del divano di comando, molto più grande. L’equipaggiamento di serie è già molto completo, e si può implementare con strumentazione elettronica Simrad che il cantiere offre di poter installare già in fase di costruzione della barca. La console è internamente grande a sufficienza per accogliere un WC marino come opzione, oltre…


Edgewater 170 CC: un piccolo fisherman sempre attuale

Questa barca fa parte della così chiamata dal costruttore “Heritage Series”, cioè la gamma classica del cantiere floridense. Il 170 CC unisce, in soli 4.8 m di scafo per 2.2m di larghezza, tutto quanto serve al pescasportivo costiero mediterraneo, che ami dedicare anche qualche battuta di pesca ai grandi pelagici: visto che la capacità di carico di questa barca è di ben 365kg… un equipaggio di due persone di media corporatura lascia spazio e carico disponibile a prede di mole, e ne avanza pure! La costruzione è la solita di Edgewater: schiumatura integrale a cellula chiusa, con pelli in vetroresina ad alto spessore per scafo e coperta stratificate in infusione. La qualità, sul 170 CC, c’è ovunque, con qualche concessione alle rifiniture dove non batte il sole, eppure la solidità di questa barca ne garantisce la durata nel tempo e le consente di affrontare accidentali cambi repentini di condizioni meteo. Una nota che evidenza la sostanza di questo piccolo fisherman costruito da grande, è la piastra in acciaio inox di fissaggio dei controdadi del motore. Il 170 CC può essere motorizzato con potenze fino a ben 115cv, trasporta 113 litri di benzina e, grazie al suo baglio massimo di m 2,20, è in grado di garantire spazio in pozzetto per un totale di 4 mq, con in più un inaspettato vano in console, utile anche per riporre le attrezzature da pesca, oltre che come vano tecnico. E’ apprezzabile che un cantiere di radici nobili come Edgewater (il brand fu fondato nel 1992 da Bob Dougherty, il vicepresidente di Boston Whaler, nonché mente e mano che avviò anche il marchio Everglades assieme al figlio Stephen) conservi una ristretta gamma di barche che incarnano anche le basi di un design, quello Heritage appunto, che vedono nelle linee disegnate per ragioni di funzionalità…


Navigare sicuri

La grande diffusione della nautica facilita una certa superficialità: la barca come l’auto, metto in moto e parto. Ma il mare non è l’autostrada, e la barca richiede accortezze ben superiori. Per questo, prima di mollare gli ormeggi, è sempre bene fare un approfondito controllo della situazione. Questo e molto altro nell’articolo della rubrica Pesca&Nautica di Pesca in Mare di Settembre 2022. CLICCA QUI PER SCARICARLO Buon Mare, Benedetto RutiglianoSPORTFISHING BOAT SPECIALIST (per consulenze CLICCA QUI)Perito Nautico, iscrizione n.1502 al Ruolo dei Periti ed Esperti Nautici della CCIAA di BariWhatsApp: 348/6562148E-Mail: info@fishermanamericani.comAutore di Fisherman Americani Autore di Barche da pesca di ieri e di oggiAutore di “Le 11 buone ragioni per NON comprare una barca (ed una per farlo)”Autore di “La Barca da Pesca Perfetta- Guida sintetica” eBookScrittore per la rivista Pesca in MareFISHERMANAMERICANI Podcast


La barca è uno svago, cercare la barca giusta non dovrebbe mai diventarlo!

…altrimenti diventa un gioco d’azzardo. Mi capita spesso ancora oggi, dopo cinque anni di presenza nel settore della consulenza nautica che, aperta la telefonata, mi venga chiesto se ho questo o quel modello di barca disponibile. Il mindset del diportista è impostato sulla scelta fai-da-te, quindi:1. sull’acquisto diretto o, al massimo,2. per il tramite di un broker. Il mio ruolo è intermedio, in queste due situazioni: consiste nell’accompagnarti alla ricerca, alla scelta ed all’acquisto consapevole di una barca usata che, proprio in quanto usata, può avere problematiche da risolvere con un esborso di denaro, costo che dev’essere “pesato” nel prezzo di acquisto e di cui dovete essere consapevoli. Ma come puoi farlo, se non conosci queste problematiche al momento della stipula del contratto? Ecco perché il PERCORSO DI CONSULENZA PRE-ACQUISTO è un percorso, appunto, e non una consulenza una tantum. E’ necessario che io conosca pedissequamente ogni particolare della barca, ogni risposta del venditore e che acquisisca ogni nozione che mi aiuti a ricostruire lo storico della barca, al fine di dirti “è una barca che vale la pena di essere acquistata ad XXX Euro, perché dopo dovrai spendere xxx euro per riparare questo, xxx euro per aggiustare quello, ed alla fine delle spese non sarai fuori mercato” Anche quando ho scritto Fisherman Americani – Il Libro delle Barche da Pesca Sportiva mi sono posto come obiettivo l’affiancamento alla ricerca della barca giusta, mai la proposta della barca. Come posso affermare che questa o quella sia la barca giusta per te, se prima non ti ascolto, non conosco il tuo modo di andar per mare, le tue abitudini di navigazione e di pesca? Per far sì che la tua prossima barca non sia l’ennesima coperta troppo corta, fissa una consulenza telefonica. Buon mare, Benedetto RutiglianoSPORTFISHING BOAT SPECIALIST (per consulenze CLICCA…


Rimessaggio: come proteggere la nostra barca

Nei miei libri ho sempre scritto di argomenti inerenti la scelta della nostra prossima imbarcazione da pesca sportiva, ma mai ho accennato a temi inerenti la gestione della barca durante il periodo di non utilizzo, salvo per paragrafi dedicati alla manutenzione. Ecco perché, con questo breve articolo, mi dedico a dare alcuni suggerimenti su come rimessare la nostra barca e far sì che, al varo successivo, non si presentino nuovi problemi, assenti quando l’abbiamo alata… Le scuole di pensiero rispetto alla protezione della barca dagli agenti atmosferici durante la sosta invernale sono essenzialmente due, ed ognuna ha le sue ragioni. Coloro i quali tifano per la copertura totale della coperta sostengono che in tal modo si possa far durare di più lo strato protettivo lucido del gelcoat, le guarnizioni ed in genere ogni componente soggetta a deterioramento a causa degli sbalzi termici e dei raggi UV. Coloro, invece, che propendono per non apporre alcun materiale di protezione sulla barca in secca, credono che le coperture tendano a far ristagnare umidità all’interno della barca, che costringerebbe ad intervenire sul ripristino di cuscinerie, legni esposti, ed in genere rifiniture sensibili all’umido ed all’ammuffimento. Entrambe le tesi sono corrette. Ma ora, è necessario decidere come far invecchiare in maniera più delicata possibile la nostra barca perché, questo dev’esser chiaro, dal momento in cui la barca è stata varata, è stato firmato un contratto a termine… procrastinabile a suon di dedizione, pazienza e tanta manutenzione! In generale, apporre un telo copribarca troppo protettivo è deleterio per la barca stessa. Non a caso, i wrapping professionali delle barche che per ragioni di spazio sono il più delle volte depositate all’aperto, dovrebbero essere dotati non solo di bocche di ventilazione, che permettono di bilanciare lo scambio termico notte/giorno dall’esterno all’interno dell’imbarcazione, ma dovrebbero anche essere collegati…


Manutenzione: sostituire il sigillante marino in coperta

L’autunno porta con sé un taccuino, sul quale annotare operazioni di manutenzione ordinaria e straordinaria, scritte con una penna chiamata “Pazienza”! Oggi analizziamo due strumenti elementari per aiutarci a fare un buon lavoro nella riapplicazione del sigillante marino in coperta (e non). Il sigillante posto lungo le fughe della coperta, ad esempio attorno alla console, lungo i punti di giunzione oppure attorno ai piani di pagliolo avvitati, periodicamente cede, o perché si ammuffisce, o perché perde la sua elasticità ed impermeabilità, oppure perché danneggiato da riparazioni che hanno reso necessario asportare determinate parti della coperta. Anche solo per un fattore prettamente estetico, ogni cinque, sei anni, è bene rifare le fughe percorse dal sigillante, rimuovendo il vecchio ed applicando il nuovo. Starbrite produce due strumenti economici ma indispensabili per rimuovere il vecchio sigillante marino senza danneggiare il gelcoat, ed applicare il nuovo. Ecco lo Starbrite 92401, per la rimozione del vecchio sigillante: CLICCA QUI Questo, invece, è l’accessorio per applicare il nuovo sigillante: CLICCA QUI Questi sono due accessori molto semplici, fatti per non arrecare danno alla coperta della nostra barca e per rifinire in modo esteticamente decoroso il nuovo sigillante da applicare. L’alternativa sono cacciavite ed il sempiterno dito! Buon mare e buona manutenzione, Benedetto RutiglianoSPORTFISHING BOAT SPECIALIST (per consulenze CLICCA QUI)Perito Nautico, iscrizione n.1502 al Ruolo dei Periti ed Esperti Nautici della CCIAA di BariWhatsApp: 348/6562148E-Mail: info@fishermanamericani.comAutore di Fisherman Americani Autore di Barche da pesca di ieri e di oggiAutore di “Le 11 buone ragioni per NON comprare una barca (ed una per farlo)”Autore di “La Barca da Pesca Perfetta- Guida sintetica” eBookScrittore per la rivista Pesca in MareFISHERMANAMERICANI Podcast


Nuovo Robalo R250

Di questo marchio arcinoto e dalle molteplici vicissitudini societarie, ci siamo soffermati sia su questo blog, diverse volte, sia nel libro Barche da Pesca di Ieri e di Oggi. Oggi presentiamo la nuova nata di casa Robalo, l’ R250, una barca da pesca sportiva che concilia l’utile al ricreativo. Questo nuovo modello del noto cantiere presenta anche novità di rilievo rispetto ai center console di pari taglia dimensionale, a cominciare dalla compresenza di tuna door e side door, cosa insolita su barche di soli 25 piedi; una cura notevole dal punto di vista idraulico -notare i drenaggi dei portacanna che convogliano le acque reflue nella vasca di contenimento dei fuoribordo; una zona guida yacht-style, con colorazione in grigio, per attenuare i riflessi durante le ore di pieno sole, ed al contempo conferire una aspetto accattivante ed in pendant con la verniciatura a polvere in nero delle strutture in traliccio di leaning post e T-Top. Una nota di rilievo per un center console di queste dimensioni è la presenza di un parabrezza a tutta altezza in cristallo atermico temperato, dotato della porzione superiore apribile mediante attuatore lineare: La zona prodiera è più tradizionale, con una seduta gavonata a V, che facilmente si converte in zona prendisole. I gavoni non sono semplici aree di stivaggio, ma due vasche per il pescato autodrenanti e coibentate da 190L di capacità, più una ghiacciaia posta in asse con la chiglia, sotto il cuscino centrale. Sotto il tambuccio prodiero, abbastanza ampio da costituire, assieme alle porzioni di falchetta laterali, una valida postazione di lancio, si celano musone ancora passante e verricello elettrico, con il comando dedicato qui posto per essere protetto da intemperie e raggi UV. La console, pur mantenendo una snellezza che consente di non rubare preziosa superficie calpestabile in coperta, è in grado di…


Una proposta di legge USA potrebbe tarpare le ali al diporto nautico

La balena franca (genere Eubalena), che vive principalmente negli oceani, sembra essere oggetto di attenzioni particolari da parte dei legislatori statunitensi, i quali si apprestano ad approvare, salvo mozioni della comunità dei costruttori nautici, una legge che potrebbe porre un grosso freno allo sviluppo di nuove imbarcazioni performanti, anche quelle da diporto, dunque. Il fatto: esiste una legge, la North Atlantic Right Whale Vessel Strike Reduction Rule, che tutela questi meravigliosi cetacei dalle collisioni con navi ed imbarcazioni. National Marine Fisheries Service, un’agenzia interna al National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA) ha proposto di emendare questa legge, con l’estensione del limite massimo di velocità di 10 nodi fino a 100 miglia nautiche dalla costa, per le imbarcazioni di lunghezza superiore ai 35 piedi. In tal caso, ricadrebbe nel limite quasi il 40% delle imbarcazioni da diporto americane, che per navigare in planata dovrebbero superare in media circa 60 miglia di distanza dalla costa e, nei punti più ampi, 100 miglia. In sostanza, la pesca sportiva sulla costa atlantica diverrebbe impraticabile (in tempi ragionevoli) in tutte quelle zone dei mari USA dove è necessario uscire per molte decine di miglia dalla costa per essere in pesca. La legge attualmente impone una velocità massima di 10 nodi in zone molto circoscritte, dove è noto l’accosto di questi grandi cetacei minacciati dall’estinzione. Il nuovo “tratto” di costa interessato dalla legge, se gli emendamenti venissero approvati, sarebbe lungo poco meno di 1500 miglia nautiche, dal Massachusetts alla Florida, cioè la quasi totalità della East Coast degli USA. Sappiamo tutti che il serbatoio di idee e di realizzazioni in ambito diportistico è statunitense. Se questa legge venisse approvata, di certo la produzione nautica attuale ne risentirebbe. E forse, non sarebbero male le contromisure: vedremmo meno barche multi-fb, più barche che navigano piantate in acqua, che…


Un dissalatore può rendere una barca più autonoma

Sono consulente, quindi consiglio. In questo articolo è proprio ciò che farò! Nel corso di una ricerca per conto di un cliente, mi sono imbattuto in questi dissalatori costruiti a Fort Lauderdale, che mi hanno attratto per la filosofia costruttiva. La caratteristica principale di questi apparecchi è la possibilità di installarli per singola componente: non hanno un case di contenimento, per cui si andrà a creare l’impianto su misura ed in base agli spazi disponibili a bordo, cosa molto importante per applicazioni su barche piccole. Le “taglie” prodotte da SeaWater Pro per i suoi dissalatori variano da una capacità di 10 gph (il prodigioso MINI PORTABLE, un dissalatore portatile) fino ai 40 gph (circa 150 l/h) di quello più grande: CLICCA QUI Dalla foto qui sopra, si evince il perché della originalità di un dissalatore così concepito: ogni componente è sott’occhio, quindi è facile intervenire per risolvere avarie o per fare semplice manutenzione. Altro vantaggio è che questo dissalatore è costruito utilizzando componenti facilmente reperibili sul web o presso negozi di attrezzatura nautica, per cui non ci sarà di certo da impazzire con attese bibliche. Il costruttore dichiara che i suoi dissalatori sono installabili da sé: basta avere abilità fai-da-te di base e seguire le istruzioni incluse nei kit di fornitura. Per ulteriori informazioni su questi prodotti visita il sito web di SeaWater Pro CLICCANDO QUI A presto e Buon Mare, Benedetto RutiglianoSPORTFISHING BOAT SPECIALIST (per consulenze CLICCA QUI)Perito Nautico, iscrizione n.1502 al Ruolo dei Periti ed Esperti Nautici della CCIAA di BariWhatsApp: 348/6562148E-Mail: info@fishermanamericani.comAutore di Fisherman Americani Autore di Barche da pesca di ieri e di oggiAutore di “Le 11 buone ragioni per NON comprare una barca (ed una per farlo)”Autore di “La Barca da Pesca Perfetta- Guida sintetica” eBookScrittore per la rivista Pesca in MareFISHERMANAMERICANI Podcast


Ci vediamo al Salone di Genova

Cari amici pescasportivi e non, quest’anno impegni di lavoro mi costringono ad essere presente al Salone Nautico di Genova giusto per l’ultimo giorno, il 27 settembre. Sarà l’occasione per me per constatare lo stato di salute della nautica nazionale e del mercato internazionale, vista la caduta dei famigerati dazi USA-UE, cui fa da contraltare il pessimo tasso di cambio EURUSD, che di fatto rende la partita uno 0-0… Qualora siate di passaggio al Salone per il 27 settembre, quindi, fatemi uno squilllo al 348/6562148 così, se non avrò scolato già troppi caffè, potremmo bercene uno assieme! Coglieremo l’occasione per commentare le novità, per parlare di ciò che ci ha colpito e per discutere su eventuali lavori da effettuare sulla vostra barca o sui programmi di sostituzione della stessa con un altro fisherman. Dal canto mio, cercherò di raccogliere più materiale possibile per successivi articoli sulle barche che mi avranno suscitato particolare interesse, su novità di propulsioni ed attrezzature che riterrò degne di nota. A presto e Buon Salone, se ci sarete! Benedetto RutiglianoSPORTFISHING BOAT SPECIALIST (per consulenze CLICCA QUI)Perito Nautico, iscrizione n.1502 al Ruolo dei Periti ed Esperti Nautici della CCIAA di BariWhatsApp: 348/6562148E-Mail: info@fishermanamericani.comAutore di Fisherman Americani Autore di Barche da pesca di ieri e di oggiAutore di “Le 11 buone ragioni per NON comprare una barca (ed una per farlo)”Autore di “La Barca da Pesca Perfetta- Guida sintetica” eBookScrittore per la rivista Pesca in MareFISHERMANAMERICANI Podcast