Dual Console: perché meritano più considerazione?
Il panorama della produzione di barche a vocazione alieutica si amplia sempre più, sia in dimensioni che in tipologie. Nonostante il Dual Console sia un layout di coperta in voga in USA già da una quarantina d’anni ( le sue radici affondano nei primi bow-rider ad inclinazione day-cruising), in Europa e, soprattutto, in Italia, questa tipologia di barca stenta a prendere piede. Li chiamo fisherman poiché, ovviamente, qui farò esclusivo riferimento ai dual console attrezzati per la pesca sportiva, scartando i modelli più “ricreativi” e crociertistici. D’altronde, nel libro FISHERMAN AMERICANI un capitolo intero è dedicato proprio al D.C., a mio parere la barca del futuro. Barca del futuro per chi, pur volendo rimanere in dimensioni di scafo modeste, non vorrà rinunciare all’ampiezza di spazi in coperta da vivere en plein air, allo stesso tempo non sacrificando la propria passione per la pesca sportiva. Dicevamo, questa tipologia di barca è spesso snobbata in Italia, ma perché? In fondo: 1️⃣ Almeno fino a certe dimensioni di scafo, l’idea di un sottocoperta ampio è pura utopia e si finirà per relegare la cabina, spesso claustrofobica, a piano di appoggio per attrezzature e dotazioni; 2️⃣ D’estate c’è spesso l’esigenza (ma anche il piacere) di ospitare più persone a bordo, cosa molto difficoltosa se l’unica area vivibile, oltre alla zona guida, resta il pozzetto; 3️⃣ Se parte dell’equipaggio volesse pescare e gli altri volessero prendere il sole o dedicarsi ad altra attività conviviale, beh, la scelta del Dual Console diventerebbe istintiva. – Oggi esistono svariate proposte di D.C. perfettamente attrezzate per la pesca sportiva, ed altrettanto accoglienti per impieghi più “ricreativi” e diportistici. Senza dimenticare che un D.C. di dimensioni medie tipicamente offre: una dotazione per la pesca sportiva tipica dei fisherman di razza; un locale WC separato, abbastanza ampio per garantire anche un cospicuo volume…









