Do seguito ad una osservazione partita sul mio canale Instagram, e scaturita da una decina di secondi di filmato del nuovo Regulator 26XO in navigazione per il Salone Nautico di Miami.
Premetto che lo scopo di questo articolo non è quello di sparlare su determinati modelli di barche, ma di comprendere, insieme a voi, la possibile collocazione di mercato di questi prodotti.
Trattasi di center console a vocazione per lo più lagunare, ma con velleità da mare aperto, come pubblicizzato dai loro costruttori.
Al momento gli unici cantieri rappresentati in Italia, che hanno a listino (quindi parliamo di barche già ordinabili) fisherman con carene hybrid sono Regulator, Scout e Grady White.
Tutti propongono un center console con coperta adatta allo spinning, quindi con pontature prodiere e poppiere semincassate e gavonate che fungono da ottima piattaforma per il lancio, motorizzazioni singole nell’ordine dei 300-350cv fuoribordo e carene derivate dalle corrispettive “offshore” ma ridisegnate per ottenere un pescaggio minimo e quindi consentire di accostare nelle lagune poco profonde senza arrecare danni allo scafo, ma con deadrise poppiera di 15°-17° per promettere prestazioni altrettanto buone sul mare formato.
Il video di cui si discorre all’inizio di questo mio articolo evidenza difficoltà nella gestione di un moto ondoso appena rilevante, e si avvertono, in particolare, gli “spanciamenti” della carena che, complice una V poco pronunciata ed una larghezza considerevole, non penetra l’onda ma la copia con delfinamenti piuttosto rilevanti.
Il video è visibile cliccando sul post sottostante e scorrendo:
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Sono certo che questa barca e le altre annoverabili in questa nuovissima categoria di fisherman navighino entro parametri per noi più che accettabili.
Noi non ci rivolgiamo, tuttavia, al mercato americano se non abbiamo un reale vantaggio, in termini di navigabilità e fruibilità della barca, semplicemente perché:
- mediamente questi mezzi costano decine di migliaia di euro più dei corrispettivi nazionali;
- quando l’importazione si rende necessaria, dobbiamo sobbarcarci rischi, costi ulteriori e stress non da poco per portarci a casa il nostro oggetto del desiderio.
Qual è il senso di acquistare una barca da pesca americana di rango e blasone, se non quello di ambire a performance marine degne di nota, soprattutto in termini di tenuta di mare e di capacità di affrontare accidentali condizioni meteomarine avverse?
Proprio questa ultimo requisito potrebbe essere disatteso, a mio parere, da questa filosofia di far carena che relegherebbe la collocazione di mercato di questi nuovi ritrovati della cantieristica americana ad impiego come tender per grandi yacht, piuttosto che per chi si limiti ad utilizzare queste barche esclusivamente per attività costiere.
Ma chi è disposto a sacrificare il desiderio di prendere il largo, rassegnandosi al sottocosta, dopo aver speso 150.000 USD (od anche più) per comprare una nuova barca?
Al vostro personale giudizio le dovute valutazioni. Il mio compito è quello di sollevare osservazioni e critiche costruttive per chi si avvicini al mercato per acquistare un fisherman che, però, non dovrà deluderlo. Se questo rischio non vi fosse, una barca qualsiasi andrebbe bene per ogni impiego, e così NON E’.
Ecco per cosa nasce un fisherman con tali caratteristiche.
IL PUNTO NON E’ CHE UN FISHERMAN AMERICANO DEBBA ESSERE NECESSARIAMENTE UNA HEAD-SEA BOAT:
E’ SUFFICIENTE NON PROMETTERE L’UNIVERSALITÀ DI UN PRODOTTO NATO PER ESSERE DI IMPIEGO“SPECIFICO”
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Buona lettura e Buon Mare,
Dr. Benedetto Rutigliano
Autore di Fisherman Americani
Autore di“Le 11 buone ragioni per NON comprare una barca (ed una per farlo)”
Autore di“La Barca da Pesca Perfetta- Guida sintetica” eBook
Scrittore per la rivista Pesca in Mare
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