L’autunno porta consiglio (e nuove barche usate)

Archiviata l’estate, cominciano i primi grattacapi sulle manutenzioni ordinarie e straordinarie (ahimè) da effettuare sulle nostre barche. C’è chi ha potuto trascorrere, più o meno senza noie, vacanze a bordo in serenità, chi invece ha patito un fermo barca a causa di un’avaria dell’ultimo minuto, cose che, tra l’altro, accadono sempre sul più bello, magari giusto il giorno prima di mollare gli ormeggi per il trasferimento nella località di vacanza… Tra chi è estenuato ed un po’ deluso dal decorso delle tanto agognate vacanze, e chi, pur soddisfatto, ha maturato l’idea di una barca migliore per le proprie mutate esigenze, il mercato da settembre in poi subisce sempre un ricorsivo riapprovvigionamento di forze “nuove”, anche se non è tutto oro quello che luccica. In questo torna utile la figura del consulente nautico, che grazie ad un metodo di ricerca, selezione ed analisi, riesce a discernere gli specchietti per allodole da opportunità obiettivamente appetibili per il cliente. Il Percorso di Consulenza Pre-Acquisto è un lavoro di team, un team composto da due player: il professionista ed il cliente. Da una parte la competenza e lo spirito di analisi oggettivo ed astratto da emotività ed impulsività, dall’altra l’esigenza ed i gusti personali, dunque il fattore soggettivo, creeranno assieme il mix giusto per ottenere una “barca target” da portare a casa al giusto prezzo, destinata a rimanere con noi per diverse stagioni, con la consapevolezza di poterla impiegare al meglio per la pesca sportiva, piuttosto che per il diporto con la famiglia o amici. Qualunque sia l’impiego della vostra futura barca usata, è essenziale che tale impiego avvenga in piena sicurezza. Infatti, l’acquisto di una barca usata non è solo una questione di stile, di dotazioni, di potenza installata, di consumi, di posti letto, ma soprattutto di poter navigare in sicurezza e di…


Vogliamo barche per navigare con stile, o solo barche per “fare stile”?

Ero in mare per il mio bagno quotidiano nella solita località salentina dove, da circa 30 anni a questa parte, trascorro quasi tutto il mese di Agosto. Racconto questo piccolo aneddoto perché riguarda una barca che non rientra tra quelle di cui tratto io, ma che inspiegabilmente ha sempre “arredato” l’immagine che ho del me stesso… canuto et biancho (semicit.) Ero di spalle alla spiaggia e guardavo verso il largo, tra la punta del braccio di ponente del porto e la prima di una serie di isolette che creano una barriera parallela alla battigia, quando intravedo una sagoma a prima vista tozza e barcollante, ma che poi si è rivelata agli occhi come una sagoma a me conosciuta e che mi ha sempre destato fascino.Una barca alla quale ti avvicini con la curiosità di un bambino e la reverenza che si usa quando ascolti i racconti di un anziano: questa barca nasce per vivere il mare in ogni suo umore, e per saperlo affrontare. Un Grand Banks Yachts 36 Classic ti espone tutti insieme i valori perduti nella vita contemporanea, tramite il suo modo di andar per mare e le sue forme apparentemente tagliate con l’accetta: la costanza, la prudenza, la sobrietà, il rispetto, la grazia. Un trawler Grand Banks può piacere o no, ma non può innescare critiche. Perché un Grand Banks semplicemente “è”, o non è. Chissà se avrò le sostanze e la salute per arredare quella immagine di me, vecchio, al timone di un trawler come questo. Buon mare, Benedetto RutiglianoSPORTFISHING BOAT SPECIALIST (per consulenze CLICCA QUI)Perito Nautico, iscrizione n.1502 al Ruolo dei Periti ed Esperti Nautici della CCIAA di Bari e BATWhatsApp: 348/6562148E-Mail: info@fishermanamericani.comAutore di Fisherman Americani Autore di Barche da pesca di ieri e di oggiAutore di “Le 11 buone ragioni per NON comprare una barca (ed una per farlo)”Autore…


Il marchio è un valore aggiunto, non una garanzia

E se vi dicessi che la maggior percentuale di problemi strutturali vengono rilevati proprio su barche blasonate, ci credereste? La ragione di questo paradosso è molto semplice: le barche “di marca” si comprano il più delle volte senza far analisi di sorta, poiché si considera il brand noto come una garanzia. Ma la realtà è che il tempo e gli elementi naturali lavorano incessantemente giorno dopo giorno su qualsiasi struttura a contatto con il mare, ivi inclusi gli scafi di cantieri noti per la qualità delle loro costruzioni. L’istinto del diportista porta ad affrettarsi all’acquisto del fisherman tanto desiderato, nel timore di perdere quello che sembra un affare, o che qualcun altro si insinui nella trattativa e se lo accaparri. In questo trambusto di emozioni ed ansie, ciò che si evita sono quelle che spesso si considerano “perdite di tempo”, cioè PERIZIE, SOPRALLUOGHI, ISPEZIONI. Accade, dunque, di comprare a scatola chiusa barche di costo anche molto rilevante, che nascondono problematiche ancora più costose da risolvere.  Ecco perché il mercato propone spesso barche che, ad intermittenza, appaiono e scompaiono dagli annunci. Con ciò non voglio assolutamente insinuare che tutte le barche che passano di mano in mano nell’arco di poco tempo nascondano difetti o avarie gravi e costose da riparare, ma di certo questo può essere un campanello di allarme che dovrebbe indurci a far periziare la barca, poiché, al contrario, potrebbe nascondersi un vero affare. Ma nel caso non lo fosse, con una perizia od un sopralluogo avreste comunque risparmiato un bel po’ di denari da impiegare su una barca realmente sana. Ecco il perché della mia insistenza sul sensibilizzare i diportisti verso dispositivi di assicurazione dell’investimento nautico, quali perizie e sopralluoghi di fatto sono. Acquistare è un attimo; avere una barca usata realmente sana ed efficiente è cosa molto…


Il consulente nautico non serve a niente

Solitamente, quando si fa una nuova esperienza, che sia lavorativa piuttosto che di diletto, si tende ad affiancarsi a qualcuno che possa esserci in qualche modo da guida. Questo soprattutto quando ci sono di mezzo i soldi. Nella nautica avviene l’esatto contrario: si parte da soli, si persevera nella scelta autonoma di barche che si pensa idonee per se stessi, salvo poi accorgerci che ci piace fare con la barca anche altro, ed è lì che rivalutiamo la bontà dell’agire da soli. Spesso mi capita di parlare con persone che mi contattano per chiedermi semplicemente se io abbia “a disposizione” questa o quella barca da pesca. In questi casi (la maggior parte, per la verità) mi riesce difficile, se non impossibile, spiegare perché non ho barche disponibili. Una ragione è prettamente legale e professionale: non sono né commerciante di barche, né broker. L’altra ragione è incomprensibile a coloro i quali, nuovi del settore nautico, mi chiedano la disponibilità di una barca che magari hanno visto in copertina di qualche mio articolo di blog: sono consulente nautico e perito. Ma cosa fa un consulente nautico? Per prima cosa, ascolta il cliente. Ma molto spesso il cliente ha fretta di andare a mare, e vuole direttamente acquistare;Seleziona: anche in questo caso, questa funzione sembra alquanto inutile, in quanto si pensa che i canali di ricerca del consulente siano gli stessi che si possono utilizzare in autonomia.Esamina: pregi, difetti dei vari modelli selezionati, modo di navigare, accoppiamento con la motorizzazione degli esemplari specifici individuati, ecc… Ma in fin dei conti sono valutazioni che si possono fare anche da sé;Parla con il venditore: lo ascolta, fa delle domande strategiche per capire lo storico della barca, le abitudini di utilizzo e di manutenzione del proprietario, per carpire eventuali ambiguità nel suo racconto;Fornisce servizi che servono…


Il Mare è immutabile; la nautica no.

Prendo spunto da alcune considerazioni tratte da un libro che sto leggendo, di Emanuele Severino, sul tema del ricordo. Egli sostiene che il ricordo è un eterno, appena dietro l’angolo dell’oblio e, come ogni altra cosa passata, attende l’inevitabile, ovvero che giunga il tempo opportuno per rigirar l’angolo e tutto intero rifarsi innanzi, in me, insieme a tutte le cose passate. (cit. “Il mio ricordo degli eterni” – E. Severino) Chi mi legge probabilmente stenterà a cogliere un nesso tra il tema di cui mi occupo, la nautica, e la citazione appena riportata. Ma in me il collegamento è così palese ed immediato, se penso all’eternità del movimento e del comportamento dell’elemento Mare, tale da renderlo un ricordo sempre presente. Anzi, il Mare è scevro dall’errore del “ricordato”, che per sua natura è errato, approssimativo, dato che non è possibile ricordare perfettamente ogni dettaglio della circostanza portata dal ricordo alla nostra mente. Chiunque immagini o ricordi il Mare in corrispondenza di un evento per sé importante, anche del passato più lontano, non può averne un ricordo offuscato, perché il Mare è così dalla notte dei tempi. Ed ecco il nesso: perché, se per solcare un mezzo dalle caratteristica di fluidità, di potenza, di interazione ed alterazione con tutti gli oggetti che vi entrano a contatto diretto ed indiretto, tutte caratteristiche immutate ed immutabili da sempre e per sempre, c’è così tanto bisogno di sconvolgere l’architettura nautica? Halvorsen Sinana Perché deprecare e dare spazio ad una sorta di cancel culture nei design delle linee d’acqua più tradizionali, a favore di soluzioni all’avanguardia della tecnica? E’ possibile far convivere la nautica tradizionale, quella che ha consentito di navigare a centinaia di generazioni di naviganti, con le soluzioni più tecnologicamente avanzate, senza bandire chi sceglie la via vecchia? In questa epoca di post-nichilismo,…


Il fisherman (troppo) moderno è ancora fisherman?

“Impara l’arte e mettila da parte”, recita così un proverbio che spiega quanto talvolta, attenersi al manuale, non consenta di realizzare buone cose se non si compendia la teoria con la pratica, cioè con l’adattamento al caso specifico. Ma quel “mettere da parte” non va inteso come un “dimenticarsi di quella arte”, ma come di fare esperienza ed impiegarla quando essa possa tornare utile. Oggi si assiste ad un accantonamento della tradizione nautica quasi distruttivo, come se il passato fosse un grande inceneritore. A proposito di questa sorta di cancel culture che sta affliggendo la nautica da diporto, ho parlato in questo post sulla pagina Facebook di FishermanAmericani che ti invito a leggere: Chiusa questa breve premessa, osserviamo la media delle barche da diporto europee che possono farsi rientrare nella categoria dei fisherman. Non si può non notare che i canoni stilistici e funzionali del fisherman d’oltreoceano sono stati edulcorati a tal punto, salvo eccezioni di cui è opportuno citare validissime reinterpretazioni italiane, da non poter più distinguere i “fisherman” dalle “day boat”. Il risultato è che il fisherman che vuol essere anche barca multifunzionale, finisce per essere un po’ di tutto, ma nulla di definito. D’altronde, quando persino gli americani stessi si riducono a imitare l’Europa, cioè i suoi stessi imitatori, la produzione di nuove idee di design e funzionalità è un cane che si morde la coda: I cantieri che ancora oggi continuano a costruire fisherman con caratteristiche stilistiche e funzionali tradizionali, pur aggiornandosi nelle tecnologie costruttive, resistono in USA, ma nei loro programmi di produzione si fanno sempre più avanti le soluzioni ibride, barche in grado di far day cruising e, scansando cuscinerie e rivestimenti a contrasto qua e là, di far pescare, ma senza sporcare, mi raccomando… Il mio impegno è e resta quello di accompagnare…


Il sopralluogo preventivo: perché e quando conviene?

Esistono casi in cui è antieconomico effettuare una perizia pre-acquisto intera, penso a barche di valore ma molto datate, di cui non si conosce lo stato delle parti più importanti di cui sono composte, che sono sempre anche quelle più costose da ripristinare. Per evitare di gettar via denaro su una perizia pre-acquisto, ho ideato un servizio propedeutico alla stessa, che costa solo il 20% della prima: il sopralluogo preventivo. ESEMPIO: la perizia pre-acquisto di una barca di 45 piedi costa 4.000 Euro; effettuando un sopralluogo preventivo, sborserete solo 800 Euro, un rischio molto inferiore al primo nel caso la barca risulti irrimediabilmente danneggiata. Nel caso in cui, invece, l’esito del sopralluogo sia positivo, potrete procedere tranquillamente alla negoziazione del prezzo di acquisto, eventualmente supportati da una perizia pre-acquisto a valore legale, se vorrete. È un servizio indicato in caso, dunque, di barche importanti, con più di 25 anni di età, sebbene possa essere utile anche per barche più giovani di notevoli dimensioni, sulle quali sostenere il costo della perizia pre-acquisto è prematuro, perché magari non siamo ancora sicuri dell’acquisto, oppure perché abbiamo gravi indizi della potenziale presenza di problemi seri sulla stessa. Lo consiglio, altresì, ogni qual volta ci si trovi davanti a barche in disuso, o addirittura abbandonate per anni, su piazzale o all’ormeggio, casi in cui non si intende sostenere spendere migliaia di euro per una perizia pre-acquisto, e poi magari sentirsi dire dal perito che la barca è sostanzialmente “un rottame”. Chiedimi maggiori informazioni scrivendomi a info@fishermanamericani.com con oggetto dell’e-mail “INFO SOPRALLUOGO“. E’ gratis! Buon Mare, Benedetto RutiglianoSPORTFISHING BOAT SPECIALIST (per consulenze CLICCA QUI)Perito Nautico, iscrizione n.1502 al Ruolo dei Periti ed Esperti Nautici della CCIAA di BariWhatsApp: 348/6562148E-Mail: info@fishermanamericani.comAutore di Fisherman Americani Autore di Barche da pesca di ieri e di oggiAutore di “Le 11 buone ragioni per NON comprare…


Release clips per divergenti: quali scegliere?

La maggior parte delle componenti del settore “outriggers” proviene dagli Stati Uniti d’America. E’ bene, a tal proposito, non fare di tutta l’erba un fascio, ma distinguere per qualità ciò che il mercato USA ci offre. Non basta che sia Made in USA, infatti. Ecco che, in questo breve articolo, passo in rassegna qualche modello di release clips per divergenti, delle più significative, differenziandole per tipo di applicazione e caratteristiche. Occorre innanzitutto distinguere tra le clips a filo d’acciaio e quelle su cuscinetti. Della prima categoria menziono senz’altro le Rupp Klickers, dotate di frizione in testa, per regolare la forza di apertura del passante, ed occhielli per essere facilmente annodate in serie alla rigging line. CLICCA QUI Sono pinze concettualmente molto semplici, ma robuste grazie ai materiali impiegati e dalla frizione sufficientemente facile da tarare. Della stessa logica di funzionamento sono le TACO Marine COK-0001B-2 , ma con occhielli in filo ritorto (che potrebbe creare problemi di scalfitture, a lungo andare, sulla rigging line, ed una frizione azionata da una rotellina poco ingombrante ma più difficile da sbloccare, per via del minor grip della presa. Al più, sarà necessario aiutarsi con una pinza a becchi. Ricordo che, se ben manutenute, le pinze di sgancio degli outrigger non si bloccano, a meno di non tenerle in salamoia per stagioni intere! CLICCA QUI Ora presento un paio di alternative su cuscinetti, prodotti che si pongono su livelli di costo certamente superiori a quelli a sgancio a filo d’acciaio, ma la cui durata è generalmente molto superiore. Aftco produce le OR1B, dotate di passante su cuscinetto a sfera e corpo in fusione. Un oggetto bello ed estremamente affidabile, dalla frizione che non perde mai la taratura e pertanto garantisce più strike rispetto alle pinze più economiche. CLICCA QUI Sempre per rimanere nel segmento…


L’alternativa di qualità al legno naturale

Durante la mia esperienza di consulente nautico, ho avuto modo di studiare diversi prodotti nautici alternativi al legno naturale. Quando sono approdato nel mondo Amtico, però, la mia considerazione del termine “qualità”, in campo di pavimentazioni nautiche sintetiche, è cambiata. Amtico Marine Flooring produce i suoi pavimenti interamente in Regno Unito, e questo già di per sé pone i suoi prodotti su una fascia di costo superiore alla media dei sintetici più diffusi, a cui fa da contraltare una rifinitura ed una possibilità di personalizzazione con pochi pari nel settore. La possibilità di personalizzazione della pavimentazione Amtico Marine Flooring coinvolge:– le dimensioni dei “mattoni” (in gergo tecnico “plance”)– le tonalità delle “fugature” (in g.t. “stripping”)– le mordenzature della pavimentazione, che vanno da varie riproduzioni (fedelissime, provare per credere) di essenze naturali di legno, fino a diverse tipologie di marmi e pietra Tra i brand di fisherman che hanno adottato prodotti di pavimentazione Amtico Marine, mi piace citare Riviera, Tiara, Viking, Davis, Hatteras, Hargrave, e molti altri che ometto non per scarsa importanza. Ecco due esempi di abbinamento di pavimentazione Amtico Marine Flooring, una in tonalità teak, l’altra in ciliegio. A ciascuna è stata affiancata una fugatura di contrasto, che allo stesso tempo esalti la mordenzatura della plancia: Le possibilità di personalizzazione offerte della gamma di pavimentazioni Amtico Marine Flooring sono le più disparate, e sicuramente tra queste, c’è la combinazione che meglio si abbina agli arredi della tua barca. I prodotti Amtico Marine sono garantiti dieci anni, se applicati con collanti Amtico, e sono provvisti di uno strato di usura di 0.55 mm di spessore. Per una consulenza tecnica sulla pavimentazione Amtico Marine Flooring e per configurare l’abbinamento più adatto alla tua barca, puoi scrivermi ad info@fishermanamericani.com scrivendo nell’oggetto dell’e-mail “INFO AMTICO“. Buon mare, Benedetto RutiglianoSPORTFISHING BOAT SPECIALIST (per consulenze CLICCA…


Piedi bagnati in pozzetto? Ecco la soluzione

Un problema spesso pernicioso delle barche di piccole dimensioni (diciamo entro i 24 piedi di lunghezza, salvo rari sforamenti) motorizzate fuoribordo o entrofuoribordo, è la tendenza a bagnare il calpestio del pozzetto in determinate condizioni. Posto che la tecnologia di progettazione incide molto su questo vizio, la rimotorizzazione e la modifica dei carichi a bordo può inficiare l’assetto statico e dinamico della barca, tanto da pregiudicare la corretta funzionalità dei drenaggi e degli ombrinali di scarico. Come porre rimedio a questo problema molto sentito soprattutto da chi pesca tutto l’anno e da chi spesso si trova ad armeggiare con ami e raffi a portata di piede o di stinco? Calpestare una coperta bagnata è una componente di rischio notevole, e se vi si aggiungono condizioni di mare ostico al giardinetto o da poppa, il mix potrebbe creare disconfort e pericolo per i componenti dell’equipaggio. N.B.: in questo breve articolo affronto solamente soluzioni ufficiali e patrocinate da aziende affidabili e con esperienza in campo nautico, tralasciando le soluzioni fai-da-te, che lascio a chi voglia cimentarsi nel “bricolage di bordo” a proprio rischio e pericolo. La soluzione adottata da una azienda statunitense dedita alla produzione custom e semi-custom di hardware per imbarcazioni da pesca sportiva è semplice quanto geniale: ridisegnare l’ombrinale di scarico, in modo tale da alloggiare non una comune membrana di tipo “flapper”, ma una bocca interna che si apre solo quando il flusso d’acqua segue un senso, e restando serrata quando l’acqua proviene dall’esterno. Per sostituire i vecchi ombrinali con questi, è necessario studiare una serie di caratteristiche che ci permetteranno di centrare il modello di ombrinale evoluto e di far rientrare l’annoso problema dell’acqua perenne in pozzetto. Per risolvere il problema del pozzetto bagnato del tuo fisherman, ti invito a fissare una consulenza al seguente link: LINK CONSULENZA…