Come sareste, voi, senza barca? Riflessioni di un convalescente.

Stavolta accantono le tematiche prettamente tecniche per dare spazio ad una riflessione.

Noi diportisti, che d’inverno aneliamo al primo giorno di mare propizio per prendere il largo, ma che molto spesso ci trasciniamo con noia ed inerzia presso il cantiere, per la solita sfilza di lavori stagionali da effettuare, talvolta sottovalutiamo il grande privilegio che abbiamo:

quello di poter mollare gli ormeggi.

Io personalmente ci ho riflettuto parecchio, in questi giorni di malattia, tanto più che ero reduce da una latitanza dal pontile e da canne e mulinelli che è durata praticamente un anno.

Latitanza che è stata per me una sorta di voler mettermi alla prova: volevo capire quanto fosse rimasto, in me, di quella viscerale passione per la pesca e per il mare.

Passione che una serie di eventi mi ha fatto mettere in secondo piano, che le circostanze mi hanno portato a rimpiazzare temporaneamente con distrazioni meno impegnative, soprattutto emotivamente.

Ho attribuito questo allontanamento al fatto che per troppo tempo mi sono ostinato a praticare tecniche di pesca troppo selettive, che mi hanno portato ad accumulare troppi cappotti in serie… tant’è che mi sono riproposto di alternare, appena riuscirò a varare il Baby Madeira, alle suddette tecniche, anche uscite più spensierate, fosse anche con una sfilza di sabiki attaccati alla lenza… Giusto per stemperare gli animi e ristorare lo spirito con qualche cattura, qualora i cappotti stiano nuovamente aspettando me.

Ciò che ho notato, in questo lungo periodo di assenza dalla barca e dal mare, è che si è fatta in me più vivido il desiderio di ritornare al mio elemento preferito, dal di dentro e non dal bagnasciuga, però.

Ho pensato a cosa accadrebbe se decidessi di vendere la mia barca, e la risposta che mi sono dato è che sopravviverei, solo con una visione un po’ più grigia della vita, con un po’ meno entusiasmo.

Ecco perché è fondamentale lottare per poterci permettere la nostra piccola isola felice galleggiante.

Il mio libro, dal titolo scoraggiante, “(Le 11 Buone Ragioni per NON Comprare una Barca (ed Una per Farlo)” racchiude in sé una serie di riflessioni ed esperienze nautiche personali che possono illuminare o scoraggiare definitivamente chi è in procinto di acquistare la sua prima barca, ma si rivela una buona lettura anche per il navigante di lungo corso.

In molti ci si sono rispecchiati, dandomene confortante riscontro dopo averlo letto. 

Se vuoi leggere “Le 11 Buone Ragioni per NON Comprare una Barca (ed Una per Farlo)” CLICCA QUI.

In questo libro ci ho messo tutto ciò che, a mio parere, deve scoraggiare chiunque non sia portato al pathos che il mare e la barca richiedono, dall’intraprendere quest’avventura, che ha bisogno ben più del capriccio di farsi “un giro in barca”: il rischio è che si traduca in una esperienza da dimenticare.

Il Mare richiede PASSIONE, FORZA D’ANIMO e TANTA DEDIZIONE. Se pensate che queste caratteristiche vi appartengano, allora comprate una barca e curatela.
Potrebbe diventare la vostra salvezza nei momenti più difficili della vita.

A presto e Buon Mare,

Benedetto Rutigliano

Autore di Fisherman Americani
Autore di“Le 11 buone ragioni per NON comprare una barca (ed una per farlo)”
Autore di“La Barca da Pesca Perfetta- Guida sintetica” eBook
Scrittore per la rivista Pesca in Mare
FISHERMANAMERICANI Podcast