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La barca americana più assurda mai costruita è marchiata Boston Whaler

Il tender più assurdo del mondo è marchiato Boston Whaler e riporta sulla sua minuscola plancia la dicitura “110 Sport“ Assurda per qualità costruttiva, per spazi interni in rapporto alle dimensioni, per costo, per proporzione tra lunghezza e potenza installabile, per appeal, soprattutto quello che conferisce allo yacht sulla cui coperta giace. D’accordo, né su questo blog, né sui miei libri mi ero mai spinto così in basso con le dimensioni (la barca più piccola che abbia mai recensito è un Calyber 12, di cui puoi leggere di più CLICCANDO QUI) ma questo prodigio dimensionale e costruttivo valeva la pena non solo di analizzarlo, ma anche di acquistarlo. Chi vuole regalare al proprio figliolo una moto d’acqua, un gommoncino ad idrogetto, o altri poco funzionali giocattoli marini simili, con un Boston Whaler 110 Sport sbaraglierà se stesso, il ragazzo e chi osserverà questa creatura al pontile, a cavallo tra l’intenerito e l’esterrefatto, perché questa è una barca vera, in miniatura. Posso asserire con assoluta fermezza che questa microbarca è tutt’altro che un giocattolo, poiché è il tender entro i 4 metri più incredibilmente ben costruito e concepito al mondo. PERCHE’? Eccone i motivi per cui, il più piccolo Boston Whaler a console centrale mai costruito, merita tutte le attenzioni di una barca in scala… 1:1 ! I materiali utilizzati per costruirla e l’hardware di coperta sono i medesimi che trovereste su un 380 Realm (credetemi, è così!)Il bottazzo per uso gravoso è il più spesso e robusto che possiate acquistare sul mercato;Quattro persone trovano alloggio senza discriminazione di comfort alcuna: tutti hanno un cuscino ben imbottito e rifinito in vinile ad alto peso specifico, sia che essi alloggino sulla panca di guida, sia che si posizionino ai lati della piccola ma completa console centrale. Questi accessori sono inclusi nel Comfort…


Le barche hanno un prezzo, ma la libertà di viverle ha un costo talvolta altissimo. Assicuriamo quella libertà!

Parafrasando un aforisma che si fa risalire a Henry Ford, Acquistando una barca non compri la barca, ma la libertà che la barca ti da. Per coloro i quali hanno una vita impegnata nel lavoro, talvolta sotto ritmi e stress notevoli – cioè la maggior parte di chi può anche permettersi una barca- il tempo libero è prezioso per ricaricarsi di energie nuove, e riaffrontare così una nuova settimana. Chi acquista una barca ed un posto barca al pontile, lo fa perché intende “staccare con la terraferma” (cit. Le 11 buone ragioni per non comprare una barca), con i suoi problemi, e non intende assolutamente crearsene altri quando molla gli ormeggi. Ma come far sì che, acquistando una barca, non acquistiamo anche nuovi problemi? La risposta è “TUTELANDOSI”. Tutelarsi da cattive sorprese, da difetti occulti od artatamente occultati, o anche da valutazioni di ripristino errate perché fatte frettolosamente, nella foga di portarsi a casa l’oggetto del desiderio. Devo con rammarico dire che, il più delle volte, i clienti mi contattano ad acquisto effettuato, e mi si chiede di riparare a problemi che non sapevano esser presenti su una barca apparentemente integra e dal prezzo molto conveniente. Io, da consulente nautico, faccio tutto il possibile per far sì che la stagione diportistica alle porte non diventi per essi una serie di avarie o addirittura una attesa senza speranza con la barca in secca. Tuttavia, ed è ciò che sostengo ogni qual volta tengo una consulenza telefonica, è sempre meglio prevenire che curare! Ecco perché bisogna tutelare quella libertà di cui alla citazione in apertura di articolo, anche se questa ha un piccolo costo, poiché il tempo libero speso male non torna più indietro, anzi, può essere foriero di problemi di gran lunga più costosi e dall’esito non certo. Questa tutela del…


Costruzione della barca in due pezzi o in tre pezzi: cosa significa?

Sul mercato esistono barche a due pezzi e a tre pezzi. Di questo, forse, non avevo mai parlato prima d’ora, ma è un tema tecnico che non incide in maniera evidente sulla percezione del diportista quando utilizza una barca denotata dall’una tecnologia costruttiva piuttosto che dall’altra, ma può spiegare, invece, la differenza di costo tra un fisherman ed altri suoi concorrenti. Per la verità esistono anche quelle monopezzo, ma qui non le consideriamo visto che stiamo discorrendo di imbarcazioni da diporto con un certo grado di articolazione impiantistica e di armamento, nonché di sicurezza. Courtesy pic by ActiveFisherman Per prassi si considerano quelle appartenenti alla categoria delle THREE-PIECE BOATS come “migliori” delle prime, per diverse ragioni: 1. Possibilità di avere un sotto-falchetta spazioso per poter posizionare i piedi e quindi agevolare il combattimento in stand-up o l’affaccio fuoribordo;2. Possibilità di chiedere customizzazioni al cantiere;3. Una generale maggior flessibilità di armamento e di layout, oltreché di alloggiamento di portacanne a riposo lungo le murate; Questo è consentito dalla presenza di tre elementi: . HULL (scafo) . DECK ( o floor, inteso come piano di coperta) . CAP (cappello) In realtà esistono barche in due pezzi fatte altrettanto bene come le “tre pezzi”, ma la “pienezza” delle murate, che non lascia spazio a toe rails sottomurata (vedi foto di copertina), impone un po’ di fantasia nel creare questo spazio. La seguente foto, ad esempio, inquadra il sotto-falchetta di una barca “due pezzi”, dove si evince che la maggior sporgenza della falchetta è in realtà una palpebra supportata da rinforzi, e non appartenenti ad un “cappello”, il terzo pezzo, appunto. La foto che segue, invece, inquadra chiaramente la parte di giunzione tra scafo, coperta e cappello, quindi n questo caso siamo in presenza di una barca in tre pezzi: Una barca in tre…


Inchiesta sui consumi di carburante

Cari amici, l’argomento “consumi” è sempre attuale tra chi utilizza la barca con frequenza, soprattutto per determinate discipline di pesca sportiva. Per dirimere alcuni luoghi comuni, ho affrontato il tema in diversi articoli ( LEGGI QUI, QUI e QUI per citarne alcuni) Oggi, con questo articolo che allego in pdf, affronto l’argomento riportando test ufficiali di modelli di fisherman differenti per tipo di trasmissione. A voi le conclusioni. ARTICOLO INCHIESTA SUI CONSUMI DI CARBURANTE: QUANTO MI BEVI? Premesso che le condizioni di utilizzo sono soggettivamente differenti, in base al carico a bordo, alle condizioni di carena e al modo di navigare di ciascuno di noi ( se nella parte bassa, intermedia o alta del range di regime da crociera), le considerazioni riportate nel seguente articolo potranno certamente aiutarvi a trovare la dritta nella scelta della vostra futura imbarcazione. Per tutto il resto, sono a disposizione per consulenze, perizie e valutazioni pre-acquisto. A presto e Buon Mare! Benedetto RutiglianoAutore di Fisherman Americani Autore di Barche da pesca di ieri e di oggiAutore di “Le 11 buone ragioni per NON comprare una barca (ed una per farlo)”Autore di “La Barca da Pesca Perfetta- Guida sintetica” eBookScrittore per la rivista Pesca in MareFISHERMANAMERICANI Podcast PS: E’ disponibile da pochi giorni il nuovo libro Barche da pesca di ieri e di oggi che, assieme a Fisherman Americani, può costituire una valida base di scelta autonoma del tuo futuro fisherman. Buona lettura!


Shamrock 290 Offshore: express in purezza

Questa è una di quelle barche da pesca veramente genuine, sane nel progetto e umili nella loro mission: lo Shamrock 290 Offshore si poneva come “pocket battlewagon”, non come barca polivalente, un po’ da pesca, un po’ da crociera. No, il 290 Offshore era un fisherman senza compromessi, a cominciare dall’assenza del parabrezza, come optional raramente munito di un semplice palpebra Venturi. Un parabrezza in cristallo temperato ed alluminio anodizzato era previsto come opzione, sebbene personalmente ritengo sgraziasse un po’ la purezza di queste linee essenziali ed inconfondibilmente yankee. Dettaglio del parabrezza opzionale. L’unica protezione dagli schizzi prodieri era un robusto tendalino in EZ2CY, oltre naturalmente all’hard top in avional, molto spesso sovrastato da una marlin tower con doppi comandi. La linea è tipicamente fisherman, con un cavallino rovescio con una shear line appena accennata. Un pozzetto ampio e sgombro, provvisto di tutto, dalla vasca del vivo nel capo di banda poppiero, ad un ampio gavone per il pescato estraibile a pagliolo, ai portacanna in pesca ed a riposo, agli attacchi per lavaggio ponte con acqua salata e dolce. La sagomatura dello specchio di poppa è leggermente convessa verso l’esterno, in modo da agevolare le risalite sul pesce in canna in retromarcia aiutando il muro d’acqua a deflettersi verso i giardinetti, a profilo raggiato e non a spigolo vivo. Quasi sempre la plancetta di poppa era su questo modello assente, sebbene come opzione fosse prevista. La zona comandi è quanto di più razionale possa esser concepito su un fisherman: plancia centrale, poltrona di comando con due divani laterali perfettamente simmetrici su ambo i lati. Due mobili in stampata separano il ponte di guida, uno con lavabo e rubinetto ad acqua dolce, l’altro con ghiacciaia a pozzetto e coperchio con tagliere per le esche integrato. I passavanti sono, come su ogni…


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Facciamo le analisi del sangue al motore

Se stai considerando di acquistare una barca usata, non badare solo al conta ore. Molti motori hanno davanti a sé ancora una lunga vita se mantenuti in perfetto stato di efficienza nonostante un altro numero di ore di moto. Le ore di moto possono diventare, anzi, un ottimo argomento per negoziare un buon prezzo di acquisto della barca. È sufficiente accertarsi del buono stato di salute dei motori; ma come? Il motore rilascia segnali pressoché invisibili ad occhio nudo ma in equivocabili riguardo il suo stato di usura. Determinate componenti metalliche sono soggette a frizione, sfregamento e dunque  a consumo. Ogni parte del motore può potenzialmente rilasciare limature e microscorie di: ferro e silicio per i cilindri; cromo, ferro, rame per le turbine; alluminio e silicio per i pistoni, piombo per bronzine e albero; cromo e ferro per gli invertitori. Questo elenco delle componenti è preliminare ed assolutamente parziale, poiché altri tipi di elementi chimici possono essere rivenuti dipendentemente dalle caratteristiche dello specifico motore. Ecco perché analizzare chimicamente i residui presenti nell’olio motore ed in quello degli invertitori può essere decisivo per un acquisto sensato e intelligente di una barca usata. Courtesy pic of Passagemaker Con poche centinaia di euro, spesso se ne risparmiano molte decine di migliaia in riparazioni molto costose. Per sapere come puoi assicurarti  di acquistare una barca con motori sani e perfettamente efficienti,  contattami scrivendo a info@fishermanamericani.com . PS: ECCO UN BREVE VIDEO SULL’ARGOMENTO: Ti invito ad iscriverti al canale (CLICCA QUI) e ad attivare la campanella per non perderti le future pubblicazioni. Buon mare, Benedetto RutiglianoAutore di Fisherman Americani Autore di Barche da pesca di ieri e di oggiAutore di “Le 11 buone ragioni per NON comprare una barca (ed una per farlo)”Autore di “La Barca da Pesca Perfetta- Guida sintetica” eBookScrittore per la rivista Pesca in MareFISHERMANAMERICANI Podcast PS: ti ricordo del mio…


L’eterno ritorno dell’uguale nel mercato dei fisherman americani

Ritorno su un argomento già più volte affrontato, con un riferimento alla filosofia Nietzschiana, stavolta mosso da un annuncio di vendita che mi è apparso in bacheca su Facebook. L’annuncio è il seguente: Cosa c’è di strano? Nulla, a prima vista: si tratta di un walkaround di fabbricazione europea di circa 30 piedi. A leggere la località, però, la cosa insinua qualche considerazione: la barca è in Florida (USA). Ricordavo che una alta percentuale di barche vendute negli Stati Uniti d’America è di fabbricazione americana. In Effetti, come da statistiche di Discover Boating , testata di primaria importanza nel campo della ricerca industriale nautica, il 95 percento delle imbarcazioni vendute negli USA è made in USA! Perché mai, quindi, un diportista americano dovrebbe essere spinto ad acquistare una barca di produzione estera, peraltro in un periodo in cui vigevano ancora i dazi aggiuntivi al 25% tra USA e Europa? Ciò può significare solo una cosa: una parte degli americani (persino degli americani, correggerei…) risente dell’estinzione dei fisherman semicabinati, tanto da dover ripiegare su produzioni europee di qualità certamente non paragonabile agli standard statunitensi. Di questo sentiment di mercato si può avere conferma osservando le quotazioni, letteralmente esplose, di fisherman walkaround anche molto datati. Barche che, fino a 5-6 anni fa erano reperibili a 25-30.000USD sono lievitate fino a richieste nell’ordine dei 45-50.000 USD. Così come accade da quando esiste l’economia capitalistica, l’Europa vive in guisa “postdatata” il trend partito lustri prima negli Stati Uniti, in qualsiasi ambito che preveda consumi in larga scala: così è stato dapprima per le auto “familiari”, poi a seguire per i SUV e per i pick-up; nella nautica, noi stiamo ancora vivendo l’exploit del consenso verso i center console, mentre in America cominciano le prime folate di vento… di ritorno. Guardate, ad esempio, uno dei…


Quanto costa importarla?

Venerdì scorso tenevo una consulenza telefonica con un diportista interessato a cambiare barca. La prima cosa che mi ha chiesto è stata: “quanto costa importare questa barca dall’America?” Al che, gli ho redatto un prospetto d’importazione, ma non prima di avergli insinuato il seme del dubbio con le seguenti considerazioni. Comprendo che l’idea dell’importazione ci sensibilizzi molto, perché ci suggerisce un potenziale e consistente risparmio di denaro all’acquisto ma, prima di focalizzarci sulla SPESA, sarebbe il caso di capire se davvero la barca che vogliamo sia la più giusta per le nostre esigenze, nonché per il budget annuale che vorremo destinare alla sua gestione e manutenzione. Un assunto americano che vige nella nautica “vissuta” recita che: i costi di gestione annua di una barca ammontano a circa il dieci percento del suo costo da nuova Per fare un esempio: Tiara 2700 Open, valore dell’esemplare usato: circa 35.000 Euro; costo da nuova nel 1987: circa 120.000 USD; costo annuo di gestione: circa 12.000 USD = 10.800€ ESATTO: in questo caso, come in molti altri che coinvolgono barche datate, il costo di gestione annuo (carena, rimessaggio, tagliando motori, riparazioni collaterali, ecc…) ammonta a quasi un terzo del prezzo di acquisto. E questo è tanto più vero quanto più la barca è stata trascurata o comunque non manutenuta con metodo. Ci sarà chi obietterà che spende molto meno, ma nella nautica i calcoli vanno eseguiti per eccesso, e vi sarà l’intervento imprevisto che farà saltare il banco del budget, prima o poi. Molto spesso si pensa che una barca sia conveniente perché acquistabile a un prezzo molto basso in relazione alle sue dimensioni… come fosse un sacco di patate.Ma le patate si mangiano e finisce lì… la barca, invece, resta ed esige cure onerose e spesso imprevedibili al momento del suo acquisto! In…


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Line cutter per assi portaelica, cosa sono?

Un incubo immanente per tutti i diportisti di imbarcazioni con trasmissione in linea d’asse è l’imbrigliare l’elica a cime volanti, pezzi di rete abbandonati e in genere ad ogni relitto o rifiuto che possa avvolgersi attorno ad essa. Questo è un problema reale tanto più che il detrito flessibile si strozza attorno all’elica o, peggio ancora, quando riesce ad avvolgere in un groviglio inestricabile elica, asse e cavalletto. In questi casi, la soluzione obbligata è immergersi, e farlo nella stagione fredda comporta di essere già equipaggiati (e pratici) di muta, guanti e maschera. Talvolta, persino un ottimo coltello non basta a ridurre la sosta della barca, magari in condizioni di mare in peggioramento. A me, personalmente, è capitato di prendere in un’elica, durante la navigazione, addirittura una tanica rotta in plastica, appena sommersa, invisibile con il mare mosso, che si era praticamente aggrovigliata in un pugno di plastica fuso attorno al cavalletto e all’elica, costringendomi al raddrizzamento e riequilibratura delle pale. Per fortuna a me capitò d’estate, sebbene con il mare mosso, non fu una esperienza rilassante sostare sotto la chiglia con l’incombente pericolo di calcolare male il rollio e prendere craniate. Una soluzione per questo genere di inconvenienti viene dalla ditta Spurs, dedita alla produzione di “line cutters”, che consistono in lame a collare che vengono installate a monte dell’elica, tra questa ed il cavalletto. Una lama a tagliente singolo resta fermo attaccato al cavalletto, mentre il disco multitagliente rotea assieme all’elica, tagliando qualsiasi cosa, o quasi, vi si aggiri nei pressi. CLICCA QUI Questo sistema è virtualmente esente sa manutenzione, fuorché sostituire un anodo sacrificale appositamente previsto dal produttore per non indurre disturbi galvanici al resto delle componenti metalliche della barca già collegate a rispettivi anodi. Vi sono modelli differenti di line cutter, in base alla sezione dell’asse…


L’acquisto di una barca usata è una esperienza di vita (2/2)

Per chi non avesse letto la prima parte dell’articolo, ecco il link qui. Una volta prospettate le varie possibilità che avevamo per condurre a termine un acquisto intelligente e quanto più possibile rispettoso del denaro investito, Diego ha deciso di avviare un percorso di consulenza pre-acquisto, poiché: Il costo del carburante è diventato troppo elevato per potersi permettere le solite trasferte fai-da-te a vuoto per andare a visionare varie barche;Voleva vederci chiaro rispetto a ciò che fosse meglio per lui;Di coperte troppo corte Diego era ormai stanco, e voleva una barca che, data la sua età, poteva anche diventare la sua ultima compagna di pesca, da tenere con cura fino a che se la fosse sentita di andar per mare. LA SELEZIONE PRELIMINARE Dal canto mio, mi ci è voluto un po’ di tatto per fargli capire che, fino ad allora, aveva navigato su una barca errata per le sue esigenze, che lo costringeva a troppi sacrifici, troppi compromessi. Non che la barca non sia per natura un compromesso, ma se non facciamo nulla per venirci un po’ incontro quando la scegliamo, diventa talvolta demotivante utilizzarla. Insomma, dopo il colloquio preliminare ed il test di cui al primo articolo, mi sono preso circa una settimana per attivare i miei canali di ricerca, reperendo solo barche con una certa protezione dalle intemperie, quindi: Walkaround “profondi”Dual consoleCenter console con console larga e protetta da prabrezza e T-Top con chiusure perimetrali. Una settimana dopo, selezionate 4 barche, ho esposto a Diego caratteristiche statiche e dinamiche, pregi e difetti di ognuna, lui stesso mi ha fatto scartare entrambi i center console! Evidentemente la lettura del libro lo aveva portato alla conclusione che doveva orientarsi su un dual console, l’unico nella lista delle quattro selezionate: un Seaswirl Striper 2101 DC, dotato di un motore Yamaha…