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Rimessaggio: come proteggere la nostra barca

Nei miei libri ho sempre scritto di argomenti inerenti la scelta della nostra prossima imbarcazione da pesca sportiva, ma mai ho accennato a temi inerenti la gestione della barca durante il periodo di non utilizzo, salvo per paragrafi dedicati alla manutenzione. Ecco perché, con questo breve articolo, mi dedico a dare alcuni suggerimenti su come rimessare la nostra barca e far sì che, al varo successivo, non si presentino nuovi problemi, assenti quando l’abbiamo alata… Le scuole di pensiero rispetto alla protezione della barca dagli agenti atmosferici durante la sosta invernale sono essenzialmente due, ed ognuna ha le sue ragioni. Coloro i quali tifano per la copertura totale della coperta sostengono che in tal modo si possa far durare di più lo strato protettivo lucido del gelcoat, le guarnizioni ed in genere ogni componente soggetta a deterioramento a causa degli sbalzi termici e dei raggi UV. Coloro, invece, che propendono per non apporre alcun materiale di protezione sulla barca in secca, credono che le coperture tendano a far ristagnare umidità all’interno della barca, che costringerebbe ad intervenire sul ripristino di cuscinerie, legni esposti, ed in genere rifiniture sensibili all’umido ed all’ammuffimento. Entrambe le tesi sono corrette. Ma ora, è necessario decidere come far invecchiare in maniera più delicata possibile la nostra barca perché, questo dev’esser chiaro, dal momento in cui la barca è stata varata, è stato firmato un contratto a termine… procrastinabile a suon di dedizione, pazienza e tanta manutenzione! In generale, apporre un telo copribarca troppo protettivo è deleterio per la barca stessa. Non a caso, i wrapping professionali delle barche che per ragioni di spazio sono il più delle volte depositate all’aperto, dovrebbero essere dotati non solo di bocche di ventilazione, che permettono di bilanciare lo scambio termico notte/giorno dall’esterno all’interno dell’imbarcazione, ma dovrebbero anche essere collegati…


Manutenzione: sostituire il sigillante marino in coperta

L’autunno porta con sé un taccuino, sul quale annotare operazioni di manutenzione ordinaria e straordinaria, scritte con una penna chiamata “Pazienza”! Oggi analizziamo due strumenti elementari per aiutarci a fare un buon lavoro nella riapplicazione del sigillante marino in coperta (e non). Il sigillante posto lungo le fughe della coperta, ad esempio attorno alla console, lungo i punti di giunzione oppure attorno ai piani di pagliolo avvitati, periodicamente cede, o perché si ammuffisce, o perché perde la sua elasticità ed impermeabilità, oppure perché danneggiato da riparazioni che hanno reso necessario asportare determinate parti della coperta. Anche solo per un fattore prettamente estetico, ogni cinque, sei anni, è bene rifare le fughe percorse dal sigillante, rimuovendo il vecchio ed applicando il nuovo. Starbrite produce due strumenti economici ma indispensabili per rimuovere il vecchio sigillante marino senza danneggiare il gelcoat, ed applicare il nuovo. Ecco lo Starbrite 92401, per la rimozione del vecchio sigillante: CLICCA QUI Questo, invece, è l’accessorio per applicare il nuovo sigillante: CLICCA QUI Questi sono due accessori molto semplici, fatti per non arrecare danno alla coperta della nostra barca e per rifinire in modo esteticamente decoroso il nuovo sigillante da applicare. L’alternativa sono cacciavite ed il sempiterno dito! Buon mare e buona manutenzione, Benedetto RutiglianoSPORTFISHING BOAT SPECIALIST (per consulenze CLICCA QUI)Perito Nautico, iscrizione n.1502 al Ruolo dei Periti ed Esperti Nautici della CCIAA di BariWhatsApp: 348/6562148E-Mail: info@fishermanamericani.comAutore di Fisherman Americani Autore di Barche da pesca di ieri e di oggiAutore di “Le 11 buone ragioni per NON comprare una barca (ed una per farlo)”Autore di “La Barca da Pesca Perfetta- Guida sintetica” eBookScrittore per la rivista Pesca in MareFISHERMANAMERICANI Podcast


Nuovo Robalo R250

Di questo marchio arcinoto e dalle molteplici vicissitudini societarie, ci siamo soffermati sia su questo blog, diverse volte, sia nel libro Barche da Pesca di Ieri e di Oggi. Oggi presentiamo la nuova nata di casa Robalo, l’ R250, una barca da pesca sportiva che concilia l’utile al ricreativo. Questo nuovo modello del noto cantiere presenta anche novità di rilievo rispetto ai center console di pari taglia dimensionale, a cominciare dalla compresenza di tuna door e side door, cosa insolita su barche di soli 25 piedi; una cura notevole dal punto di vista idraulico -notare i drenaggi dei portacanna che convogliano le acque reflue nella vasca di contenimento dei fuoribordo; una zona guida yacht-style, con colorazione in grigio, per attenuare i riflessi durante le ore di pieno sole, ed al contempo conferire una aspetto accattivante ed in pendant con la verniciatura a polvere in nero delle strutture in traliccio di leaning post e T-Top. Una nota di rilievo per un center console di queste dimensioni è la presenza di un parabrezza a tutta altezza in cristallo atermico temperato, dotato della porzione superiore apribile mediante attuatore lineare: La zona prodiera è più tradizionale, con una seduta gavonata a V, che facilmente si converte in zona prendisole. I gavoni non sono semplici aree di stivaggio, ma due vasche per il pescato autodrenanti e coibentate da 190L di capacità, più una ghiacciaia posta in asse con la chiglia, sotto il cuscino centrale. Sotto il tambuccio prodiero, abbastanza ampio da costituire, assieme alle porzioni di falchetta laterali, una valida postazione di lancio, si celano musone ancora passante e verricello elettrico, con il comando dedicato qui posto per essere protetto da intemperie e raggi UV. La console, pur mantenendo una snellezza che consente di non rubare preziosa superficie calpestabile in coperta, è in grado di…


Una proposta di legge USA potrebbe tarpare le ali al diporto nautico

La balena franca (genere Eubalena), che vive principalmente negli oceani, sembra essere oggetto di attenzioni particolari da parte dei legislatori statunitensi, i quali si apprestano ad approvare, salvo mozioni della comunità dei costruttori nautici, una legge che potrebbe porre un grosso freno allo sviluppo di nuove imbarcazioni performanti, anche quelle da diporto, dunque. Il fatto: esiste una legge, la North Atlantic Right Whale Vessel Strike Reduction Rule, che tutela questi meravigliosi cetacei dalle collisioni con navi ed imbarcazioni. National Marine Fisheries Service, un’agenzia interna al National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA) ha proposto di emendare questa legge, con l’estensione del limite massimo di velocità di 10 nodi fino a 100 miglia nautiche dalla costa, per le imbarcazioni di lunghezza superiore ai 35 piedi. In tal caso, ricadrebbe nel limite quasi il 40% delle imbarcazioni da diporto americane, che per navigare in planata dovrebbero superare in media circa 60 miglia di distanza dalla costa e, nei punti più ampi, 100 miglia. In sostanza, la pesca sportiva sulla costa atlantica diverrebbe impraticabile (in tempi ragionevoli) in tutte quelle zone dei mari USA dove è necessario uscire per molte decine di miglia dalla costa per essere in pesca. La legge attualmente impone una velocità massima di 10 nodi in zone molto circoscritte, dove è noto l’accosto di questi grandi cetacei minacciati dall’estinzione. Il nuovo “tratto” di costa interessato dalla legge, se gli emendamenti venissero approvati, sarebbe lungo poco meno di 1500 miglia nautiche, dal Massachusetts alla Florida, cioè la quasi totalità della East Coast degli USA. Sappiamo tutti che il serbatoio di idee e di realizzazioni in ambito diportistico è statunitense. Se questa legge venisse approvata, di certo la produzione nautica attuale ne risentirebbe. E forse, non sarebbero male le contromisure: vedremmo meno barche multi-fb, più barche che navigano piantate in acqua, che…


Un dissalatore può rendere una barca più autonoma

Sono consulente, quindi consiglio. In questo articolo è proprio ciò che farò! Nel corso di una ricerca per conto di un cliente, mi sono imbattuto in questi dissalatori costruiti a Fort Lauderdale, che mi hanno attratto per la filosofia costruttiva. La caratteristica principale di questi apparecchi è la possibilità di installarli per singola componente: non hanno un case di contenimento, per cui si andrà a creare l’impianto su misura ed in base agli spazi disponibili a bordo, cosa molto importante per applicazioni su barche piccole. Le “taglie” prodotte da SeaWater Pro per i suoi dissalatori variano da una capacità di 10 gph (il prodigioso MINI PORTABLE, un dissalatore portatile) fino ai 40 gph (circa 150 l/h) di quello più grande: CLICCA QUI Dalla foto qui sopra, si evince il perché della originalità di un dissalatore così concepito: ogni componente è sott’occhio, quindi è facile intervenire per risolvere avarie o per fare semplice manutenzione. Altro vantaggio è che questo dissalatore è costruito utilizzando componenti facilmente reperibili sul web o presso negozi di attrezzatura nautica, per cui non ci sarà di certo da impazzire con attese bibliche. Il costruttore dichiara che i suoi dissalatori sono installabili da sé: basta avere abilità fai-da-te di base e seguire le istruzioni incluse nei kit di fornitura. Per ulteriori informazioni su questi prodotti visita il sito web di SeaWater Pro CLICCANDO QUI A presto e Buon Mare, Benedetto RutiglianoSPORTFISHING BOAT SPECIALIST (per consulenze CLICCA QUI)Perito Nautico, iscrizione n.1502 al Ruolo dei Periti ed Esperti Nautici della CCIAA di BariWhatsApp: 348/6562148E-Mail: info@fishermanamericani.comAutore di Fisherman Americani Autore di Barche da pesca di ieri e di oggiAutore di “Le 11 buone ragioni per NON comprare una barca (ed una per farlo)”Autore di “La Barca da Pesca Perfetta- Guida sintetica” eBookScrittore per la rivista Pesca in MareFISHERMANAMERICANI Podcast


Ci vediamo al Salone di Genova

Cari amici pescasportivi e non, quest’anno impegni di lavoro mi costringono ad essere presente al Salone Nautico di Genova giusto per l’ultimo giorno, il 27 settembre. Sarà l’occasione per me per constatare lo stato di salute della nautica nazionale e del mercato internazionale, vista la caduta dei famigerati dazi USA-UE, cui fa da contraltare il pessimo tasso di cambio EURUSD, che di fatto rende la partita uno 0-0… Qualora siate di passaggio al Salone per il 27 settembre, quindi, fatemi uno squilllo al 348/6562148 così, se non avrò scolato già troppi caffè, potremmo bercene uno assieme! Coglieremo l’occasione per commentare le novità, per parlare di ciò che ci ha colpito e per discutere su eventuali lavori da effettuare sulla vostra barca o sui programmi di sostituzione della stessa con un altro fisherman. Dal canto mio, cercherò di raccogliere più materiale possibile per successivi articoli sulle barche che mi avranno suscitato particolare interesse, su novità di propulsioni ed attrezzature che riterrò degne di nota. A presto e Buon Salone, se ci sarete! Benedetto RutiglianoSPORTFISHING BOAT SPECIALIST (per consulenze CLICCA QUI)Perito Nautico, iscrizione n.1502 al Ruolo dei Periti ed Esperti Nautici della CCIAA di BariWhatsApp: 348/6562148E-Mail: info@fishermanamericani.comAutore di Fisherman Americani Autore di Barche da pesca di ieri e di oggiAutore di “Le 11 buone ragioni per NON comprare una barca (ed una per farlo)”Autore di “La Barca da Pesca Perfetta- Guida sintetica” eBookScrittore per la rivista Pesca in MareFISHERMANAMERICANI Podcast


La velocità perfetta

La velocità di crociera dovrebbe essere un dato certo, ma talvolta non lo è: i dati pubblicati in sede di lancio di un modello di imbarcazione possono essere fuorvianti, perché magari calcolati con carichi minimi, distanti dalle condizioni di reale utilizzo, vuoi perché il cantiere punta spesso a sfoggiare spiccate doti velocistiche del mezzo. Analizziamo l’aspetto della ricerca della velocità di crociera ottimale, ma aggrappati al “mondo reale”. CLICCA QUI Buona lettura e Buon Mare! Benedetto RutiglianoSPORTFISHING BOAT SPECIALIST (per consulenze CLICCA QUI)Perito Nautico, iscrizione n.1502 al Ruolo dei Periti ed Esperti Nautici della CCIAA di BariWhatsApp: 348/6562148E-Mail: info@fishermanamericani.comAutore di Fisherman Americani Autore di Barche da pesca di ieri e di oggiAutore di “Le 11 buone ragioni per NON comprare una barca (ed una per farlo)”Autore di “La Barca da Pesca Perfetta- Guida sintetica” eBookScrittore per la rivista Pesca in MareFISHERMANAMERICANI Podcast


Le testimonianze dei clienti di Fisherman Americani

Fisherman Americani non si serve di campagne pubblicitarie Google, Facebook o di qualsivoglia altro fornitore di pubblicità online. L’unica pubblicità di cui gode è la voce dei clienti e dei lettori. Ecco perché è per me di primaria importanza soddisfarli al massimo, nei limiti delle mie competenze e possibilità, naturalmente. In questo articolo, riporto con soddisfazione la voce di tre miei clienti, che così hanno descritto i servizi di Fisherman Americani: Da Andrea: Innegabile la conoscenza e la passione che dimostra Benedetto verso i fisherman americani. Dopo aver venduto la mia barca mi son trovato “a terra” per parecchi mesi; la stagione stava cominciando e il timore di trovarmi senza barca mi stava portando a fare l’acquisto sbagliato. La fretta non è mai una buona consigliera. Ho avuto diverse consulenze telefoniche e via mail da Benedetto che mi ha tenuto lontano da barche non adatte a me o con prezzi non giustificati. Fortunatamente in extremis ho trovato la barca giusta per me e con l’approvazione di Benedetto ora sono felice possessore di un bellissimo center console americano. Da Antonio: Benedetto è uno dei massimi esperti di fisherman americani. La sua competenza unite alla sua passione sono state fondamentali nella ricerca della mia barca da pesca. A distanza di qualche mese e di centinaia di miglia di navigazione posso affermare di essere estremamente soddisfatto della sua consulenza in fase di acquisto e assistenza a 360 gradi successiva Da Mauro: Sono un appassionato velista e pescasportivo e frequento il mondo della nautica da mezzo secolo… Ho avuto modo di apprezzare la competenza, sicuramente maturata in anni di studio e passione, del Dott. Rutigliano sia leggendo i suoi testi sia in occasione di una consulenza fattami qualche anno fa. Raccomando vivamente il suo operato che posso garantirvi molto professionale e cordiale. Spero di…


Convenzione assicurazioni ramo nautico clienti Fisherman Americani

Nell’intento di offrire un aiuto completo al diportista e pescasportivo dalla barca, sono lieto di annunciarvi che, per i nostri lettori e clienti è da oggi attiva una convenzione per polizze assicurative del ramo nautico. La Compagnia Assicurativa con la quale è stata stabilita la convenzione è di prim’ordine e, dato che, come sapete, l’aiuto che offro è da sempre frutto di mia esperienza diretta, a cominciare da quando ho scritto le prime righe dei miei libri, posso assicurarvi che questa Compagnia è stata da me “testata” in prima persona, in anni di diporto. Per saperne di più, contatta su WhatsApp il 348/6562148 o, per email, scrivendo ad info@fishermanamericani.com con oggetto “INFO POLIZZA”. Buon Mare, Benedetto RutiglianoSPORTFISHING BOAT SPECIALIST (per consulenze CLICCA QUI)Perito Nautico, iscrizione n.1502 al Ruolo dei Periti ed Esperti Nautici della CCIAA di BariWhatsApp: 348/6562148E-Mail: info@fishermanamericani.comAutore di Fisherman Americani Autore di Barche da pesca di ieri e di oggiAutore di “Le 11 buone ragioni per NON comprare una barca (ed una per farlo)”Autore di “La Barca da Pesca Perfetta- Guida sintetica” eBookScrittore per la rivista Pesca in MareFISHERMANAMERICANI Podcast


Il giusto approccio all’elettrico nella nautica (per ora)

Forse il nostro approccio critico all’elettrico nella nautica, per lo meno alla luce della tecnologia di cui attualmente disponiamo per accumulare energia a bordo, dovrebbe essere diverso rispetto a quello che abbiamo verso una barca con motorizzazione tradizionale, e lo dico da scettico dell’elettrico, in senso assoluto. Lo studio da parte mia di una soluzione che consente di “ibridare” anche barche datate mi ha fatto riflettere, e non poco. Perché focalizzare l’attenzione del potenziale cliente su argomenti obiettivamente deboli, come autonomia e performance, e non riflettere sul fatto che l’elettrico può offrire “propulsione di supporto” a quella a combustibile fossile? Ecco, se ragioniamo in questi termini, la musica cambia, ed i vantaggi si vedono. Un sistema che affianca al motore endotermico un motore elettrico collegato anch’esso alle trasmissioni, offre sicuramente diversi validi spunti di riflessione. Ecco quelle salienti: Posso ridurre i consumi di carburante quando navigo (o pesco) a lento moto;Posso ridurre l’usura dei motori, soprattutto se a gasolio, motori che notoriamente soffrono i bassi regimi di rotazione ed indici di carico ridotto per lunghi periodi di tempo (situazione tipica della pesca a traina);Posso ridurre le emissioni “overall” della mia vecchia barca, rendendola idonea ad usufruire di eventuali future agevolazioni fiscali, in un’era di continuo cambiamento a favore del “green” e di veicoli poco inquinanti;Posso accedere a zone normalmente interdette alla navigazione a motore, poiché aree protette o di competenza di parchi naturali;Posso navigare in totale silenzio. Il sistema di ibridazione parallela per imbarcazioni a motore di e-Motion promette 5 ore di navigazione a lento moto (velocità tipiche della traina, appunto): vorreste sostenere che la media delle nostre uscite di pesca siano di molto superiori alle 5 ore, per durata? E semmai lo fosse, dovremmo trainare a motore (endotermico) per le 2 ore eccedenti l’autonomia del sistema elettrico: non sarebbe…