plancetta di poppa

Tutta colpa della plancetta!

È inevitabile che il vostro fisherman, durante la bella stagione, verrà utilizzato anche, e in taluni periodi poco pescosi soprattutto, per la tintarella e il bagno. È altrettanto innegabile che una piattaforma sicura e comoda dalla quale immergersi e tramite la quale risalire in barca è un accessorio che può facilmente diventare indispensabile e addirittura vincolante nella scelta della barca stessa, soprattutto se a bordo saliranno la vostra donna e i figli. Tuttavia, questa appendice poppiera tanto venerata in Europa, è nella patria del fisherman (U.S.A.) spesso addirittura esecrata, motivo per cui non se ne scorge la presenza su gran parte degli sport fisherman di rango del costo di svariati milioni di dollari. I motivi? Sono presto intuibili: Una sporgenza rispetto alla specchio di poppa è una minaccia all’incolumità delle lenze che, avvicinandosi al bordo della plancetta, sarebbero condannate alla rottura come un capello teso contro una lama affilata, soprattutto se dall’altro capo della lenza stessa vi siano tunnidi o altri grandi pelagici che, per loro caratteristica, tendono a posizionarsi “alla picca” durante le fasi centrali del combattimento, cioè a piombo sotto lo scafo; Una plancetta “accettabile” a bordo di un fisherman dovrà essere molto bassa sull’acqua e poco profonda. Il livello a pelo d’acqua o quasi fa sì che, nelle manovre brusche in retromarcia o in scarroccio con mare grosso di poppa, la plancetta funga da trampolino di lancio per l’acqua che entrerà in pozzetto più facilmente rispetto ad uno specchio “pulito”; La plancetta costituisce sempre un impedimento ogni qualvolta sia necessario intervenire sugli assi o sulle eliche per qualsivoglia ragione. Ultimo ma non ultimo, un accessorio in più rappresenta manutenzione in più. La sobrietà tendente allo “scarno” dei fisherman puri è orientata proprio alla facilità ed alla rapidità di intervento in condizioni di potenziale pericolo per la barca e…


L’importanza dell’altezza delle murate su un fisherman

Leggo troppo spesso decantare, su barche che dovrebbero essere concepite per la pesca sportiva, forme di scafo che poco o nulla hanno a che fare con un fisherman, adducendone le ragioni a fattori di sicurezza a bordo. Purtroppo chi non pratica la pesca sportiva con canne e mulinelli, e soprattutto il big game, la tecnica che più di ogni altra può metterci alla prova con prede davvero importanti, non può sapere perché una barca è controindicata per detta pratica, e se costui è il designer della stessa imbarcazione, ecco che è facilissimo trovare murate alte sull’acqua un metro ed anche molto di più. E cavallino piatto come un campo da calcio, con il risultato di avere pozzetto con murate troppo alte e masconi troppo bassi per affrontare il mare formato. Un fisherman ben progettato deve consentire al mate (aiutante angler) e al gaffman (l’addetto alla raffiatura) di toccare con le dita il pelo dell’acqua! Questo è un riferimento essenziale per garantire l’intervento immediato sul pesce non appena questo affiori vicino al giardinetto, al termine del combattimento, per consentire di sferrare il colpo ferale con l’arpione o il raffio. Una murata troppo alta ci costringerà ad utilizzare raffi o guadini molto lunghi, il che non agevola la fluidità delle operazioni a bordo. In primis, perché movimentare aste lunghe quasi due metri in un pozzetto spesso affollato è sicuramente molto scomodo; in secondo luogo, ciò dovrà avvenire necessariamente in momenti di forte concitazione, dunque le collisioni tra aste, canne a riposo, angler, e soprattutto le perdite di secondi preziosi per assicurare la preda a bordo saranno scontate. Dalla parte interna, la murata perfetta fa incontrare il bordo della falchetta, adeguatamente imbottita, a un’altezza tra ginocchio e metà coscia dell’angler, per consentirgli di poter far adeguata leva sul pesce, con l’ausilio delle imbracature e…


TUNA DOOR, questo sconosciuto.

Quante volte vi è capitato di dover salpare un tonno e di essere obbligati a varcare le murate con sforzi sovrumani e movimenti innaturali? Probabilmente mai, ma a me sì… Se siete su questo sito web e state leggendo queste righe, è perché volete acquistare un fisherman americano, e dunque, giocare al “grande gioco”. Potrete farlo, per giunta, al netto degli errori “di gioventù nautica” che normalmente si compiono a caro costo, e che ho compiuto già io per voi… Insidiare un tonno gigante, uno spada, o una grande ricciola può diventare un’esperienza problematica ed addirittura indurre in voi la determinazione di cambiare barca da pesca per i disagi che questa pur eccitante esperienza comporta, se non si è con la barca giusta. Una vera barca per il big game non può non essere dotata di alcuni accorgimenti strutturali che, se non rispettati, saranno un inevitabile intralcio all’attività alieutica. La TUNA DOOR è uno di questi. Si tratta di un varco nello specchio di poppa che consente l’accesso alla plancetta, ma soprattutto di imbarcare la preda senza dover eseguire manovre acrobatiche… ma semplicemente trascinando il pesce già raffiato, sul pagliolo fin dentro il pozzetto. Questa apertura è chiusa da una porta incernierata è molto spesso da una sezione di falchetta abbattibile a libro, per poter consentire all’angler il prosieguo del combattimento con ginocchia sui trincarini, fino alle ultime battute, prima che il pesce arrivi a portata di arpione. Nel caso dei fisherman di dimensioni più contenute troveremo un semplice pannello provvisto di cerniera e chiavistello di fissaggio, mentre sugli express più grandi la soluzione a doppia apertura frontale e superiore. La barca dotata di tuna door è adeguatamente rinforzata lungo i bordi dell’apertura per preservare la rigidità strutturale dello specchio di poppa, dunque un fisherman nato senza tuna door, è preferibile…