pesca dalla barca

Nuovo articolo su Pesca in Mare di marzo!

Come ogni mese, ecco l’appuntamento con il mio contributo a questa prestigiosa testata nazionale di pesca sportiva. Stavoltam, nella rubrica Pesca&Nautica, parliamo di CARENE (CLICCA QUI PER LEGGERE L’ARTICOLO)   Mi auguro che la lettura sia di vostro gradimento e vi do appuntamento al prossimo articolo! PS: se la tematica vi stuzzica, trovate ampio sviluppo della stessa nel libro Fisherman Americani nonché nel nuovo eBook La Barca da Pesca Perfetta Buon Mare, Dr. Benedetto Rutigliano Autore di Fisherman Americani Autore di“Le 11 buone ragioni per NON comprare una barca (ed una per farlo)” Autore di“La Barca da Pesca Perfetta- Guida sintetica” eBook Scrittore per la rivista Pesca in Mare FISHERMANAMERICANI Podcast  


Intrepid 407 Panacea: l’attitudine FISHING di una barca polivalente.

Come promesso, la seconda parte di questo articolone dedicato all’ Intrepid 407 Panacea lo avrebbe contemplato sotto l’aspetto puramente alieutico. Per tale motivo, non posso che partire dal cuore dell’azione di pesca: il pozzetto. Esso resta consacrato interamente alle battute di pesca, sgombro e dai profili regolari, ampio (5 metri quadri), con una molteplicità di gavoni a pagliolo, alcuni dedicati all’accesso agli impianti, altri isolati termicamente e dotati di drenaggio fuoribordo, che vi consentiranno di ambire ai più lauti bottini, vista la capacità di stivaggio ai vertici della categoria. Notate le due capienti vasche del vivo speculari, che sono proprio dove dovrebbero essere: ai due spigoli di poppa! Degni di nota anche i cockpit bolsters (cuscini per le ginocchia): prodotti con vinili molto pesanti e schiumature ad altissima densità, per garantire tenuta dopo anni di sole e di sbalzi termici e, soprattutto, dimensionati in modo tale da proteggere integralmente la coscia dell’angler in combattimento. Sposo appieno la scelta del cantiere di destinare l’intero baglio di poppa alla collocazione delle vasche del vivo e del divano abbattibile. Diciamoci la verità: su una barca fuoribordo l’imbarco o il tag di una grossa preda proprio accanto ai motori è un’operazione rischiosa ed inutile, se abbiamo a disposizione due murate che corrono indisturbate verso prua. Ecco che la side door, tanto in voga e spesso impropriamente utilizzata su una molteplicità di scafi, qui trova la sua naturale giustificazione ed essenzialità. Sull’ Intrepid 407 Panacea si pesca tra le (generose) murate delle fiancate ed il giardinetto, ed esclusivamente qui si imbarcano le prede! L’altezza delle murate è in pozzetto è di 85cm: perfetta per una barca di dodici metri suonati. Giova notare come le calandre dei grossi fuoribordo restino basse rispetto al bordo superiore delle falchette, in modo tale da arrecare il minore intralcio possibile…


Barche classiche, motori moderni? Installazione di motori moderni su barche datate

Rimotorizzare una barca da pesca è una opzione da tenere in sicura considerazione, soprattutto se si acquista un fisherman usato di qualità. Meglio un prodotto vissuto ma ben costruito, che una barca fiammante ma con caratteristiche costruttive carenti, questo è pacifico. A questo punto, per accrescere massimamente l’affidabilità di una barca che ha già salpato molti pesci e solcato tanto mare, l’aggiornamento della propulsione è plausibile, con i dovuti distinguo. Rimotorizzare una barca con valore esiguo o sulla quale, per lo meno, una coppia di nuovi fuoribordo non incrementerebbero il valore di mercato della barca tanto quanto basterebbe per recuperare l’investimento, non è considerabile una buona scelta; Una barca con caratteristiche costruttive datate (es: specchio di poppa con rinforzi in legno o in sandwich) mal si presta a supportare uno o più motori quattro tempi di nuova generazione, per le ragioni che seguono. In questa sede mi soffermerò, come mio solito, solo sui “contro” dell’installare motori a 4T su barche nate con i 2T, perché dei “pro” ne son pieni il web, l’opinione comune ed il mercato. Insomma, il perché si scelga un 4T rispetto ad un 2T lo sappiamo tutti, o quasi. E’ un dato di fatto che il mercato attuale proponga, per fortuna, motori fuoribordo con caratteristiche molto diverse da quelle di 15 o 20 anni fa. Il fatto è che troppo spesso si vede galleggiare malamente vecchie barche che non avrebbero mai dovuto avere un quattro tempi appeso alla poppa. ESEMPIO: Se un fisherman era nato con un motore da 200cv a due tempi, per rimotorizzarlo adeguatamente senza perdere in tempo di entrata in planata ed in performance bisognerà optare per un 250cv quattro tempi. – L’esempio sul 4T è voluto, in quanto la tendenza più diffusa è questa: passare dal 2T al 4T. – Ma una barca…


Come salpi le tue prede?

Nel panorama delle barche da pesca troviamo costruttori che progettano varchi (od impedimenti) che agevolano (o complicano) l’azione di imbarco delle prede. Spesso le dimensioni della barca non consentono di ricavare alcuna apertura. Ancora più spesso, di spazio ce ne sarebbe pure in abbondanza, ma le complicazioni stilistiche a volte generano inutili quanto delicate “porticine”. Di tuna door si era già accennato in uno dei miei primi articoli, ma ora approfondisco altre sfumature di questa tematica. Senza però cadere troppo nel filosofico, valutiamo ciò che il mercato ci offre: 1️⃣Tuna door: il varco classico per l’imbarco ed il trasbordo, consistente in un’apertura incernierata sullo specchio di poppa, che pertanto consente l’introduzione del pesce da poppa a pagliolo nel pozzetto. Sarebbe ottimale se la soglia inferiore del battente sia a filo del pagliolo stesso, in modo da non creare ostacoli al trascinamento della preda a bordo o pericolo ai membri dell’equipaggio che si muovono da e per il pontile. 2️⃣ Side door: soluzione contemporanea, spesso fornita insieme alla tuna door, consiste in un’apertura ricavata in una delle murate laterali del pozzetto. Nasce in primis per agevolare le operazioni tipiche della subacquea (passaggio di attrezzature pesanti come le bombole) ma è una soluzione adottata anche da molti costruttori di grossi center console fuoribordo. In fondo, operare accanto a 3-4 grossi fuoribordo non sempre offre adeguato spazio e sicurezza per le lenze in tensione! Molte altre barche spacciate per fisherman, tuttavia, non offrono che murate alte o sagome dello specchio di poppa alquanto complesse , che di fatto impediscono la piena fruizione della barca nella pesca sportiva, a favore di esercizi di design spesso opinabili. La tuna door di cui alla foto sopra è di una barca blasonata, marchio di cui non faccio nome perché lo scopo dei miei articoli non è il…


CONSIGLI PER GLI ACQUISTI: Portacanne doppio heavy-duty

Di prodotti del genere se ne trovano in gran numero sul web, ma è difficile trovare un portacanne davvero duraturo e “definitivo”. Un po’ perché, a volte, le angolazioni dei tubi di questo genere di portacanne non sono ben studiate, un po’ perché sono fatti con materiali non propriamente compatibili con la spietatezza del mare e del salino. Insomma, se oggi mi è capitato per le mani un oggetto che merita attenzione, sono ben felice di condividere questa “scoperta” con chi mi segue e mi legge. Oggi vi segnalo il breve video che ho postato su YouTube per presentarvi questo portacanne artigianale in acciaio inox AISI-316L (per informazioni su come averli scrivi ad info@fishermanamericani.com): Parliamo di AISI-316L vero e non quel surrogato di ferro e carbonio di provenienza cinese che purtroppo dilaga anche in componenti peculiari, non solo dell’industria nautica. Per maggiori dettagli ed informazioni su come avere questo prodotto artigianale, scrivete ad info@fishermanamericani.com Non dimenticate di leggere i libri Fisherman Americani e il nuovo eBook La Barca da Pesca Perfetta, che sicuramente vi daranno le giuste nozioni per acquistare la vostra prossima barca e ad allestirla al meglio per le vostre esigenze di pescatori sportivi incalliti! Buon Mare, Dr. Benedetto Rutigliano Autore del libro Fisherman Americani Autore del libro Le 11 buone ragioni per NON comprare una barca (ed una per farlo) Autore dell’eBook La Barca da Pesca Perfetta Scrittore per la rivista Pesca in Mare FISHERMAN AMERICANI Podcast su iTunes e su Spreaker


Manutenzione ed avarie a bordo: perché io non mi limito a delegare, ma voglio conoscere bene la mia barca

Per questo articolo traggo spunto da una corrispondenza di oggi ricevuta da un mio lettore. D’accordo affidarsi ai propri meccanici di fiducia, d’accordo anche che loro ne sanno più di voi, ma… COSA VI IMPEDISCE DI INFORMARVI? Oggi internet ci mette a disposizione una quantità di informazioni prima impensabili, che possono insegnarci molto sia sugli intervalli di manutenzione dei nostri motori ed impianti, sia sul saper riconoscere le probabili cause di un’avaria. – Affidarsi ciecamente alle maestranze dell’officina meccanica di sempre va bene, ci mancherebbe, ma la “dimenticanza” è sempre dietro l’angolo. – Esempio lo scambio di email di stamani con un mio lettore, il quale aveva affidato la manutenzione programmata di motori ed invertitori all’officina di fiducia. – Posta la domanda al meccanico su cosa avesse provocato l’avaria su uno degli invertitori, la risposta è stata un laconico: “mi sono dimenticato di cambiare l’olio” Ovviamente suona automatica l’idea di intraprendere azioni legali nei confronti dell’officina, ma siccome le aziende sono fatte di uomini ed errare è umano, io ho imparato a studiarmi le mie barche/motori dopo aver subito personalmente negli anni le “dimenticanze” altrui a suon di migliaia di euro di danni. – Oggi, fornisco io l’elenco dei lavori da effettuarsi all’officina che incarico della manutenzione e mi ci confronto per eventuali mie omissioni o suggerimenti della stessa. Il mio monito a tal riguardo è: Imparate a conoscere la vostra barca, vi costerà certamente molto meno, nel tempo! ☎️👨🏻‍💼 Ottieni il ticket per la tua consulenza telefonica cliccando QUI. 📘Leggi Fisherman Americani, il Libro delle barche per la pesca sportiva. e non perderti il nuovo eBook La Barca da Pesca Perfetta!   Buon mare e buona lettura, Dr. Benedetto Rutigliano Autore del libro Fisherman Americani Autore del libro Le 11 buone ragioni per NON comprare una barca (ed una per farlo)…


Nuovo articolo su Pesca in Mare di gennaio!

Eccoci con l’usuale appuntamento di ogni mese, con il quale vi informo dell’uscita del mio articolo sulla rivista Pesca in Mare. Nel numero di gennaio 2019 parliamo di entrobordo! CLICCA QUI PER LEGGERE L’ARTICOLO   Buona Lettura ed a presto! Dr. Benedetto Rutigliano Autore del libro Fisherman Americani Autore del libro Le 11 buone ragioni per NON comprare una barca (ed una per farlo) Autore dell’eBook La Barca da Pesca Perfetta Scrittore per la rivista Pesca in Mare


Ricambi per la tua barca: dove comprarli e quando conviene la via “alternativa”

Come sempre, anche questo articolo scaturisce dalla mia esperienza diretta. In questo caso riporto esattamente i dati inerenti i ricambi che mi necessitano per rimettere a mare la mia barchetta… Due mesi di inattività mi sono costati steli valvole ossidati, con tutto ciò che ne consegue. Con l’occasione, dati gli undici anni del mio fido Volvo Penta 5.7 Gi, ho deciso di sbarcarlo approfittando per dargli una bella riverniciata e sostituire le componenti che lo richiedano. Siccome ho da sempre nel sangue la “passione” per le ricerche di mercato, anche stavolta ho voluto confrontare i prezzi di listino ufficiali con quelli reperibili online. Ho rispettato, in questo, un requisito: ove il fornitore o il produttore non abbia recensioni eccellenti e la differenza di costo rispetto all’articolo fornito dal circuito ufficiale Volvo Penta non sia superiore del 20%, propenderò per acquistarlo dal concessionario ufficiale. Cominciamo con un kit di guarnizioni per testate: da Volvo Penta costa € 68.71; il miglior prezzo reperito online è stato, invece, di € 44.69; ottimo, considerando che di questi kit ce ne vogliono due (vedi link). I perni guidavalvole costano di listino € 10.76 cad; online ho riscontrato un costo di € 14.65… questo perché l’unico fornitore con l’articolo in stock è statunitense, infatti più della metà del costo va via in spedizione. Ovviamente questo ricambio conviene acquistarlo tramite officina fisica Volvo Penta senza pensarci due volte. Così come per altre voci, sulle quali ho riscontrato prezzi addirittura superiori rispetto a quelli Volvo Penta. Sui kit risers e collettori di scarico il risparmio è di oltre il 50%! ( vedi link). Un tubo di alimentazione del circuito olio, da Volvo Penta costa € 48.04; online ne ho trovato uno in stock al prezzo, inclusa spedizione, di  € 38.85 (vedi link) Un kit coppa olio  per motore V8…


C’era una volta l’assetto – Lettera di un nostalgico…

D’accordo, non posso dire di essere della “vecchia guardia” data la mia età, ma io sono cresciuto sognando barche da pesca della tradizione americana. Barche le cui glorie si tessevano sulla base di equilibrio progettuale ed idrodinamico, studi sui baricentri fatti “a monte”, prima di lanciarne la produzione. Sono cresciuto conoscendo i difetti veniali di barche che rollavano troppo ma fendevano l’acqua come burro e non sono mai stato a vedere barche che non oscillano con il mare al traverso grazie ad un giroscopio, o assetti sempre perfetti grazie a flaps automatici (CLICCA QUI). È vero, sarei un troglodita anti-progresso se sparlassi di queste nuove tecnologie che hanno di fatto reso la vita a bordo molto più semplice e confortevole che in passato, ma mi resta un tarlo: QUANTE DI QUESTE IMBARCAZIONI MODERNE DOTATE DI GIROSCOPIO E TRIM TABS AUTOMATICHE SAPREBBERO ANDAR PER MARE DIGNITOSAMENTE SENZA TALI DISPOSITIVI? Ricordo lo spot di un notissimo cantiere di fisherman americani che, non molti anni fa, pubblicizzava un suo modello su una altrettanto nota testata giornalistica statunitense, vantando l’assenza dei flaps (manuali), nemmeno come optional. Un ricordo talmente indelebile da averne voluto parlare anche nel libro. La classica eccezione che conferma la regola: uno scafo nasce con un determinato comportamento di navigazione teorico, che strada facendo può vedersi modificato in seguito all’aggiunta di accessori particolarmente invasivi ma ritenuti indispensabili al momento del lancio, o per via di preferenze dei clienti per taluni layout di coperta differenti rispetto a come il cantiere l’aveva progettata in origine, o per via di qualsivoglia motivo intervenuto successivamente all’ingegnerizzazione ed al test in vasca dello scafo. Fin quando i vizi di assetto derivano dalle motivazioni di cui sopra, poco male. Il peggio sarebbe ove la progettazione sia tecnicamente carente/economica… “tanto poi ci piazziamo dentro un Seakeeper e risolviamo la…


L’evoluzione dei dettagli sulle imbarcazioni: il parabrezza

Alcuni elementi delle imbarcazioni sono uguali a se stessi da decenni, senza che il bisogno di cambiare sia mai stato pressante. Non che, per mare, le soluzioni semplici e super-collaudate facciano male, anzi… Ma poi arriva il momento di cambiare, vuoi per risparmiare nei tempi di installazione in sede di costruzione della barca, vuoi perché alcuni particolari escono dalla produzione (leggasi guarnizioni, profili estrusi, metodi di accoppiamento delle componenti, ecc..) Nel caso dei parabrezza, si sta assistendo ad una sana ed incipiente tendenza: i frame senza guarnizione. Le ragioni partono dall’economizzazione nei processi di assemblaggio e giungono ad una serie di reali vantaggi per l’utente finale. La verità è che, a bordo, l’assenza di canaline, profili metallici assemblati e guarnizioni gommate sono una manna dal Cielo. Profili lisci e solidi, con vetri temperati congiunti direttamente alla cornice parabrezza a depressione, sono una gioia per gli occhi che, tra l’altro, rende il tutto più semplice da pulire, oltreché meno vulnerabile agli agenti atmosferici ed alla corrosione. In più, gli attuali trattamenti in powder coating (verniciatura a polvere) rendono i metalli pressoché immuni per molti anni agli agenti atmosferici, e ciò si sostanzia in minor manutenzione a vantaggio dell’economia di gestione della barca e della sua piena godibilità. L’evoluzione a bordo sta modificando lentamente ma con costanza molte componenti delle barche di nuova concezione, alcune delle quali, come abbiamo avuto modo di appurare nel caso del parabrezza, a vantaggio del diportista e non solo delle casse dei produttori. Se vuoi approfondire le tematica dei fisherman consiglio vivamente di leggere il libro Fisherman Americani ed il nuovo ebook LA BARCA DA PESCA PERFETTA Buon Mare e buona lettura! Dr. Benedetto Rutigliano Autore di Fisherman Americani Autore di“Le 11 buone ragioni per NON comprare una barca (ed una per farlo)” Autore di“La Barca da Pesca Perfetta-…