entrofuoribordo

Il fisherman perfetto è l’abito che meglio veste su di te

Nella vita esiste la teoria e la pratica; l’esperienza altrui e la propria; esistono i consigli, ma la tua decisione ha sempre l’ultima parola. La tua scelta è quella che sancisce il successo od il fallimento della tua azione, senza possibilità che tu possa sentirtene minimamente deresponsabilizzato. ECCO PERCHÉ E’ ESSENZIALE SCEGLIERE CON LA PROPRIA TESTA. Di certo la dottrina che potrai apprendere tramite testi, blog, anche attraverso i miei stessi libri ed articoli, servono a prendere consapevolezza delle scelte che compirai in futuro in materia di barche. La conoscenza è di vitale importanza in un settore, come quello nautico, insidiato da TRAPPOLE COMMERCIALI e da FALSI AFFARI. La ragione per la quale ho scritto Fisherman Americani,  La Barca da Pesca Perfetta e Le 11 Buone Ragioniè quella di trasmettervi le mie esperienze e conoscenze in materia di fisherman, affinché possiate compiere scelte più consapevoli possibile.  Tuttavia, così come una auto fiammante è inservibile se non c’è chi la conduca, la conoscenza è sterile se non affiancata dai propri gusti e preferenze. Dunque, impara a scegliere ed a sviluppare senso critico quando visioni o testi una barca, senza lasciarti affascinare eccessivamente dal blasone del marchio. La barca da pesca ideale PER TE è quella che meglio rispecchia ciò che TU ti aspetti da lei, quanto ad utilizzo nelle tecniche di pesca che prediligi, nei periodi dell’anno in cui più ti piace prendere il largo, ecc… Spesso erroneamente si intende come fisherman unicamente il layout del center console, piuttosto che quello dell’express. La realtà è che una barca da pesca può anche contemplare la presenza di una pilot-house (zona guida chiusa da finestrature e porta scorrevole) purché rispetti tutti i requisiti che poi saranno essenziali per renderla fruibile, efficace e funzionale una volta che si sarà in pesca. Oppure, chi ha…


Passavanti, battagliole, corrimano: utilità che a volte diventano ostacolo a bordo!

Gli elementi di base per poter praticare la coperta di una imbarcazione agevolmente ed in sicurezza possono essere spesso “vittime” di designer che poco o nulla hanno avuto a che fare con le operazioni di bordo o con le difficoltà di movimento su una barca, soprattutto in balia di un mare ben formato. D’accordo che l’estetica è il primo elemento cui lo sguardo del diportista “attecchisce”, ma se poi questa deve inficiare la funzionalità e la praticità di fruizione della barca stessa, bisogna farsi un po’ di domande prima di partorire determinati progetti e soluzioni. Ci sono casi in cui, poi, è preferibile che la battagliola od i corrimano siano più corti o addirittura assenti, se per esempio lo spazio in larghezza dei passavanti è già esiguo da progetto. A cosa serve dotare una barca di battagliole alte e spesse se poi sul passavanti ci passa a mala pena un polpaccio? Queste possono solo costituire ostacolo al quale imbrigliarsi prima di cadere rovinosamente in acqua o, peggio, infortunarsi. Esempi di design anti-funzionale sono presenti in certi progetti di barche di piccole dimensioni dove, invece, il “poco e buono” dovrebbe essere il principio di base per rendere la coperta praticabile al meglio. Ma si sa, molto spesso i beni voluttuari, quali le barche sono, si vendono grazie a “trovate” puramente estetiche , che allontanano l’acquirente da ciò che davvero conta, e che può rendere l’acquisto una spesa errata. Per non sbagliare acquisto, ti consiglio di leggere il libro Fisherman Americani ed il nuovo eBook La Barca da Pesca Perfetta. In questi testi ho concentrato tutta la mia esperienza in merito a come sono costruiti i veri fisherman americani ed ho indicato, altresì, le linee guida che mi hanno aiutato nell’affascinante ma insidioso mondo della nautica per la pesca sportiva, e che mi…


Nuovo articolo su Pesca in Mare di dicembre: Leggilo!

Come ormai consueto, anche nel numero di dicembre/2018 c’è il mio contributo a questa storica rivista cartacea di pesca. Questo mese parlo di un argomento scomodo: I MOTORI ENTROFUORIBORDO con considerazioni che riguardano l’impiego più squisitamente orientato alla pesca, com’è giusto che sia. Commenti a riguardo saranno ben accetti, qui sul sito web come sulla nostra Pagina Facebook PER SCARICARE E LEGGERE L’ARTICOLO CLICCA QUI A presto  e Buona Lettura! Dr. Benedetto Rutigliano Autore di Fisherman Americani Autore di“Le 11 buone ragioni per NON comprare una barca (ed una per farlo)” Autore di“La Barca da Pesca Perfetta- Guida sintetica” eBook Scrittore per la rivista Pesca in Mare


MADEIRA: storia di un Grady White sfortunato

Questo articolo è scritto senza giochi di colore, quasi per rispetto verso le sorti del “soggetto” di questa storia. Il materiale fotografico è di qualità precaria poiché ottenuto con le prime fotocamere digitali in commercio, dalla risoluzione risibile rispetto agli standard attuali. Ma stiamo pur parlando di “storia”! La ricerca costante di argomenti tecnici da affrontare in modo oggettivo ed esaustivo, mi costringe spesso alla condizione di “rifiatare” un po’, dedicando la mia attenzione a temi (o a barche) nei quali posso concedermi di essere leggermente più “autobiografico” e sentimentale del solito. Nella vita di un diportista pescasportivo, determinate barche rimangono nel cuore per svariati motivi. Il mio amore “irrisolto” è stato un vecchio Grady White 257 Trophy Pro, comprato per 27,5 milioni di lire da un signore in pensione che, per problemi di salute, non ebbe più modo di usarla per anni. La barca era in condizioni tanto pietose da non poter navigare, per le incrostazioni in carena e sulle eliche. Giaceva all’ormeggio di un pontile di Foce Varano, chissà da quanti anni ferma. Quando andai con mio padre a vederla fu subito amore. Le linee tradivano una gran voglia di prendere il largo- dopo una sana e profonda toelettatura, s’intende- le finestrature trapezoidali definivano tratti decisi e scolpiti, le falchette erano larghe e marmoree nonostante anni di sole e sale. I due vecchi OMC da 205cv partivano al primo colpo, e questo era già un buon punto di partenza. Quella barca ci chiedeva aiuto e nuova gloria ed in qualche modo la reverenziale suggestione di un vecchio campione un po’ acciaccato e dimenticato si fece strada in noi. In quel pozzetto sgombro e incorniciato da quelle modanature di teak screpolato dagli elementi vedevo imbarcare le mie prime alalunghe, magari una bella aguglia imperiale, e tanti dentici. Doveva essere lei….


Nuovo articolo su Pesca in Mare di Novembre: Leggilo qui!

Cari Pescasportivi, Sono lieto di invitarvi a leggere il mio nuovo articolo sul numero di Novembre 2018 della rivista Pesca in Mare, con la quale collaboro. Questo mese affronto il nodo della trasmissione FUORIBORDO. Leggi l’articolo CLICCANDO QUI. Motorizzazione da almeno un decennio vista con favore e spesso preferita nel nostro ambiente di indomiti pescatori, questo genere di trasmissione offre vantaggi e svantaggi, analizzati con ottica oggettiva in modo tale da permettere al lettore di trarre autonome conclusioni, libere dal comune pensare che, ultimamente, la vede come soluzione a tutti i “mali” nautici. Vi auguro, quindi, buona lettura e vi aspetto con commenti all’articolo qui sotto o, se preferite, sulla nostra pagina Facebook! Non dimenticare di leggere il Libro Fisherman Americani, nel quale questo ed altri argomenti sono racchiusi in un testo interamente dedicato alle barche per la pesca sportiva! NB.:Da oggi e fino al 25 Dicembre è disponibile anche nel Christmas Pack! (LEGGI QUI) A presto e buona lettura, Dr. Benedetto Rutigliano Autore di Fisherman Americani Autore di “Le 11 buone ragioni per NON comprare una barca (ed una per farlo)” Autore di “La Barca da Pesca Perfetta- Guida sintetica” eBook Scrittore per la rivista Pesca in Mare


Perché molti fisherman sono spesso privi di accessori che daremmo per scontati su qualsiasi altra barca da diporto?

Stavolta cerco di spiegare in forma di domanda e risposta l’assenza di dispositivi, parti od accessori altrimenti scontati e di serie su quasi ogni altra barca da diporto. D- Perché molti fisherman d’oltreoceano non hanno il verricello salpa ancora?  R- La ragione è nell’impiego di tali barche. I grandi sportfisherman commissionati per battute di pesca d’altura, dove le potenti correnti oceaniche ed i fondali proibitivi impedirebbero a qualsiasi ancora di raggiungere il fondale, rinunciano ad un accessorio tanto inutile quanto fonte di potenziali avarie, proprio perché sarebbe utilizzato molto meno che sporadicamente. Come da citazione di Fisherman Americani- il Libro delle Barche per la Pesca Sportiva- , “ciò che non c’è non si rompe”! D- Perché molti fisherman convertible non hanno la guida interna? R- Perché un’apertura in coperta, quale è un parabrezza, è un punto di potenziale debolezza del manufatto! Per noi, che abbiamo a che fare con mari dalla potenza distruttiva ben lontana da quella degli oceani, può apparire un’ esagerazione, ma se immaginassimo di ritrovarci nel mezzo di una mareggiata imprevista con marosi che s’infrangono sulla tuga, tale soluzione potrebbe apparire alquanto sensata. Per gli americani ogni interruzione o taglio della stratificazione è un pregiudizio alla solidità strutturale ed alla IMPERMEABILITA’ dello scafo. D: Perché molti fisherman non hanno oblò sulle murate? R: Per lo stesso motivo che priva i convertible di guida interna! I masconi di una barca hanno una funzione ATTIVA, quella di deflettere l’acqua sollevata durante la navigazione e di non farla giungere in coperta. L’idea di dimenticare un oblò aperto o anche solo di far sì che venga colpito dai frangenti durante la navigazione con mare avverso, dovrebbe facilitare la comprensione della scelta da parte di diversi cantieri americani di lunga storia nella costruzione di fisherman d’altura. D- Perché alcuni express fisherman non hanno…


Navigazione con mare cattivo: alcune considerazioni.

Ogni barca ha il suo modo di navigare in relazione alle linee d’acqua, al tipo di trasmissione, alla ripartizione dei pesi ma, soprattutto, alla sua “genetica progettuale”. Se navigare fosse così semplice come percorrere un’autostrada in auto, avremmo vita facile. In autostrada sappiamo che l’asfalto drenante, l’ampiezza delle corsie e le pendenze del manto stradale sono stati concepiti per consentire di viaggiare, in piena sicurezza, a velocità di codice. In barca, invece: l’andatura non è quasi mai selezionabile a proprio piacimento e non esiste una velocità minima o massima consigliata se non da esperienza e buon senso.           L’andatura di navigazione dipende dalle condizioni di mare in relazione alle geometrie dell’opera viva: Una carena molto profonda da prua a poppa consentirà di gestire andature medie elevate sul mosso tagliando l’onda corta agevolmente. Una carena molto profonda a prua con V variabile verso poppa agevolerà la portanza ad andature prossime alla velocità minima di planata, ma soffrirà se non coadiuvata da flaps e se i pesi non saranno ben distribuiti. In tal caso, infatti, una prua troppo alleggerita impedirà al tagliamare di fare il suo lavoro e la carena finirà per “lavorare” di pancia. Con una carena poco profonda da prua a poppa, invece, non si potrà attenuare lo stress a bordo se non procedendo in dislocamento veloce. Vox populi narra che ogni mare vuole la sua carena. Senza esasperazioni concettuali ciò significa che un mare tendenzialmente “lungo” accoglie bene anche carene non estremamente affilate; viceversa, mari ad onda corta e ripida necessitano di essere tagliati con carene molto pronunciate e con deadrise di poppa importanti.        2. La tenuta di mare è il risultato di diversi fattori non modificabili dallo skipper (a meno di modifiche spesso invasive)            Per migliorare…


Rimotorizzare SI o NO?

A volte il marchio di grido è una TRAPPOLA. Perché specifico che le barche di cui parlo sono “blasonate”? Perché ovviamente queste godranno di maggior attenzione da parte vostra, rispetto a barche di classe modesta, e pertanto sarà più facile che voi cediate. E’ bene, tuttavia, ricordare che nel corso della vita di una barca (e dei suoi passaggi di mano), questa può aver subito modifiche migliorative, ma anche PEGGIORATIVE… Riporto qui un esempio dei più ricorrenti: la rimotorizzazione di una barca fuoribordo, nata con motori a due tempi e rimpiazzati con unità quattro tempi di pari potenza. Forse non tutti sanno che in questo caso, il più delle volte: NON si interviene sulla nuova distribuzione statica dei pesi a bordo; Le prestazioni della barca rimotorizzata con 4t di pari potenza saranno inferiori non tanto e non solo come velocità di crociera a pari regime, ma soprattutto come velocità minima di planata a pieno carico e tempo di planata da fermo; La riduzione dei consumi, fine principe per il quale nella stragrande maggioranza dei casi si procede alla sostituzione dei 2t con i 4t, non è mai scontata. Non si valutano le conseguenze strutturali dell’ accresciuto peso sullo specchio di poppa Per quanto riguarda il primo punto, tutti sappiamo che i 4t sono sensibilmente più pesanti dei 2t di pari potenza, per cui sarebbe indispensabile spostare dei carichi verso mezzabarca, come per esempio i gruppi batteria o altri elementi originariamente posizionati in prossimità dello specchio di poppa. In ogni caso, avere un quintale in più a sbalzo sull’estrema poppa, il più delle volte renderebbe necessario un nuovo studio della ripartizione dei carichi a bordo. Altrimenti? Linea di galleggiamento da rifare; Cattivo lavoro degli ombrinali di scarico, alcuni dei quali potrebbero restare permanentemente sott’acqua, con difficoltà di drenaggio del pozzetto o delle…


Entrofuoribordo: il brutto anatroccolo?

Quanti pescasportivi valuterebbero l’entrofuoribordo come opzione propulsiva per la propria imbarcazione da pesca? POCHISSIMI C’è una reale motivazione per cui le scelte ricadono necessariamente su fuoribordo o entrobordo? A mio parere NO I motivi per cui si diserta il più delle volte il piede poppiero sono attribuibili a dubbi sull’onerosità della manutenzione e pregiudizi sulla praticità in pesca di questo genere di trasmissione. Andrò controcorrente e spero di attirare su di me una moltitudine di critiche per ciò che sto per dire, perché vorrò confutare le tesi opposte con i fatti: L’EFB è un’ottima alternativa al fuoribordo per un fisherman! Qui vi spiego le MIE ragioni: 1. L’EFB si basa su soluzioni meccaniche supercollaudate: alte cubature, nessuna sovralimentazione o altro genere di complicazioni  significano generalmente motori longevi e adatti a un utilizzo particolarmente problematico per un’unità endotermica, come la traina per molte ore a basso regime di rotazione; 2. Il motore è ALL’INTERNO dello scafo: niente pesi a sbalzo come nel caso dei grossi fuoribordo quattro tempi, baricentro contenuto ben entro la lunghezza della carena; 3. Diretta conseguenza della ragioni di cui al punto (2) la navigazione di uno scafo motorizzato EFB è migliore per tenuta di mare rispetto allo stesso scafo motorizzato FB; 4. Assenza di appendici sottoposte a forti sollecitazioni, come invece nel caso degli specchi di poppa delle imbarcazioni motorizzate FB; 5. Grande efficienza e performance: con le eliche controrotanti di tipo DuoProp o Bravo III si ottimizza al massimo la forza propulsiva e si raggiungono percorrenze che nulla hanno da invidiare ai moderni FB 4T; 6. Maggiori comfort ed efficienza in traina veloce rispetto ai FB: un EFB monta generalmente eliche più grandi e con passo maggiore rispetto a un FB di pari potenza, per cui a velocità tipiche della traina d’altura (6-8 nodi) quest’ultimo girerà a…


Quale motorizzazione per il tuo fisherman americano?

WARNING: Questo argomento potrà avere l’effetto di allontanarti definitivamente dall’idea di acquistare una barca… Intercooler, anodi sacrificali, iniettori, pompa carburante, filtri separatori, cuffie, parastrappi, pompa dell’acqua, invertitori, trolling valve, candele, alberini, eliche, assi… che caos, vero? La scelta del tipo di motorizzazione più adatta all’impiego che del nostro fisherman faremo, piccolo o grande esso sia, dipende da molteplici fattori: . Ore di moto annue previste . Genere di utilizzo (pesca sportiva, crociera, diporto costiero) . Velocità desiderata 1.DIESEL o BENZINA? Il numero approssimativo di ore di moto annue dovrà essere la discriminante principe che orienterà la scelta su uno specifico tipo di motorizzazione e trasmissione. Personalmente consiglio di rimanere su motori a benzina se non si superano le 250-300 h di moto a stagione, poiché la manutenzione che i moderni turbodiesel richiedono è esosa, anche e soprattutto nel caso in cui si faccia poco mare, per cui ammortizzare tale costo richiede che esso sia spalmato su un consistente numero di ore, tali da giustificare la differenza di spesa rispetto a un più semplice motore aspirato a benzina. Oltre tale limite di utilizzo, la differenza nei consumi di carburante comincia a render ragione della scelta più “parca”.      ATTENZIONE!! L’errore più ricorrente tra i diportisti è quello di orientarsi sulla motorizzazione che “consuma meno”, trascurando di star valutando solo il costo immediato del semplice utilizzo dell’imbarcazione, e non anche quello dei tagliandi. Paradossalmente, un diesel che lavora poco è più soggetto ad avarie rispetto a un benzina altrettanto poco utilizzato(!!), soprattutto perché il più delle volte il primo lavora non solo poco, ma anche male!   2.PESCA o CROCIERA? Un’imbarcazione acquistata prettamente per la pesca sportiva deve avere peculiarità specifiche non solo dal punto di vista dello scafo e dell’attrezzatura di coperta, ma anche della motorizzazione. Se fate crociera, a…