motore ausiliario

Sea Chaser 27 HFC

E’ un dato di fatto, ormai: il center console spopola e pervade i listini di pressoché tutti i costruttori di fisherman (e non!) americani. La tendenza è tanto dilagante da arrivare al continente europeo e da indurre i cantieri peninsulari a fare altrettanto. Le motivazioni sono principalmente di carattere pratico: una barca “aperta” è più semplice da tener pulita, bisgona far meno attenzione a dove puntiamo il getto di acqua dolce una volta in banchina ed offre spazi calpestabili quasi doppi rispetto ai (da me amati…) fisherman tugati: walkaround, express, cuddy. Nel libro Fisherman Americani – il Libro delle Barche da Pesca Sportiva ogni tipologia (non solo quelle appena elencate, sono dettagliatamente descritte, così come sono anche definiti gli ambiti in cui rispettivamente eccellono, e dove no. Ma arriviamo al titolo: probabilmente la maggior parte di chi leggerà questo articolo non avrà mai sentito parlare di Sea Chaser. A dir la verità la letteratura su questo cantiere è carente. Il tutto può riassumersi in un brand ben più noto: Carolina Skiff. Infatti Sea Chaser nasce una trentina di anni or sono come divisione “offshore fishing” di Carolina Skiff, cantiere dedito da sempre a barche per le flats ed in genere per la pesca nelle acque protette. L’esperienza del cantiere offre senz’altro ottime garanzie sulla integrità del prodotto Sea Chaser, sebbene loro stessi si pubblicizzano come costruttori di barche “di prezzo”. Non aspettiamoci, quindi, hardware e rifiniture da Boston Whaler o da Regulator, ma da Proline e Seaswirl, sì! Il Sea Chaser 27 HFC ha la peculiarità di avere linee tipiche dei fisherman oceanici: masconi alti e caliciati, cavallino rovescio che morbidamente (il profilo richiama gli Yellowfin…) digrada sulle basse falchette poppiere ed uno specchio di poppa rastremato che facilita l’imbarco e sbarco di persone, cose e prede. Il layout è tipicamente center…


Un ausiliario per amico

Cari amici, come ormai di consueto, anche nel numero di Febbraio 2021 è presente il mio contributo alla rivista cartacea Pesca in Mare. Nella rubrica Pesca&Nautica, questo mese parlo di: MOTORI AUSILIARI Che sia per sicurezza o per utilità in pesca, il motore ausiliario è uno strumento imprescindibile a bordo di fisherman di medio-piccole dimensioni, diventato ormai una dotazione di bordo che completa una barca da pesca anche sotto l’aspetto del valore economico di rivendita. Ma non solo: il grande vantaggio è quello di “caricare” molte ore di moto su un propulsore che è giusto sacrificare rispetto ad un motore (quello principale) il cui costo di sostituzione è nettamente superiore.  Qualora vi foste persi il numero di Pesca in Mare di Febbraio 2021, vi rimetto il file pdf consultabile gratuitamente cliccando qui sotto: SCARICA QUI L’INTERO ARTICOLO   P.S.: è ora disponibile il pack Barche da Pesca, che comprende Fisherman Americani e La Barca da Pesca Perfetta a prezzo scontato, una idea come regalo natalizio. (CLICCA QUI) A presto e Buon Mare, Benedetto Rutigliano Autore di Fisherman Americani (anche eBook) Autore di “Le 11 buone ragioni per NON comprare una barca (ed una per farlo)” Autore di “La Barca da Pesca Perfetta- Guida sintetica” eBook Scrittore per la rivista Pesca in Mare FISHERMANAMERICANI Podcast


Meglio due fuoribordo o solo uno (più ausiliario)?

La diatriba tra i bimotoristi e i sostenitori del “single screw” sopravvivrà alle tecnologie ed alle mode, fino a che la nautica da diporto esisterà. Una cosa è certa: l’obiettivo di chiunque faccia l’una piuttosto che l’altra scelta è la sicurezza in mare. Ovviamente, questo articolo si riferisce a barche in grado di poter essere mosse “dignitosamente” anche con un solo fuoribordo, dunque da questo discorso esulano i fisherman dai 27 piedi in su, che per forza di pesi e superfici immerse, necessiteranno sempre della doppia motorizzazione, a meno di non accettare prestazioni pietose con barca carica ed un po’ di mare avverso. Per aver capacità di discernimento è opportuno prendere in esame una barca fornita dal cantiere sia in versione monomotore che bimotore. L’esempio che scelgo è quello del Regulator 23, un center console che il cantiere consiglia di motorizzare con due motori da 150cv ciascuno o, in alternativa, con uno da 300cv. Qui di seguito la tabella del performance report con 2x150cv Yamaha 4T: Si nota subito che, in assoluto, l’accoppiata scafo + motori si rivela efficiente: ottenere una percorrenza media di 2.09 mpg da uno scafo che pesa 3.300 kg a secco non è un dato da poco, soprattutto considerando le caratteristiche aggressive della carena (24 gradi di deadrise poppiera, due pattini di sostentamento per lato e ginocchi molto pronunciati). Tenete bene a mente il dato di accelerazione da 0 a 30mph, indicato in fondo alla tabella in grassetto. Ora vediamo le performance della stessa imbarcazione, equipaggiata però con un motore Yamaha da 300cv: Osserviamo analogie e differenze assieme: Il regime di rotazione al quale si registra la massima efficienza è il medesimo: 4.000 giri/min, ma non la velocità: 29 mph per la soluzione bimotore; 27.4 per quella monomotore; L’efficienza ne risente optando per i due motori,…


Una soluzione per il controllo del motore ausiliario

Il motore fuoribordo ausiliario è pressoché un obbligo per chiunque abbia un fisherman di medio-piccole dimensioni. Le ragioni sono imputabili alla maggior sicurezza, alla possibilità di risparmiare ore di moto all’unità principale, che è senz’altro di più onerosa sostituzione, ma anche perché è spesso indispensabile per poter “ricamare” a velocità prossime allo zero gli hot spot preferiti con esche vive al seguito. Il dilemma di come manovrare e più generalmente gestire il controllo del motore ausiliario è sempre vivo, ed il più delle volte ci si adatta. Io stesso ho un motore ausiliario con powertrim e comando a chiesuola in plancia, ma con timoneria a barra. Molto spesso, infatti, l’installazione della barra di accoppiamento è impossibile o comunque invasiva o non esente da vizi. Ciò di cui sto per parlarvi ha del geniale, sebbene in U.S.A. esista già da diversi anni. L’azienda che lo produce basa i suoi utili esclusivamente su sistemi innovativi di controllo del motore ausiliario, quindi direi che c’è davvero da fidarsi… La diavoleria in questione si chiama TrollMaster. Esso consiste in un kit composto da: Servomeccanismo di timoneria Controller Set di cablaggi e tiranti prodotti in base a marca e modello del motore. Il sistema permette di  regolare il gas del motore ausiliario agendo su una piccola plancia di comando di questo aspetto: Il tasto IDLE consente di mettere in folle il motore nel momento in cui serva, ad esempio, “imboccare” la preda inappetente con varie strategie, ivi inclusa rallentare la velocità momentaneamente per poi ripartire. Quando si utilizza il motore come unità di rispetto e serve rientrare in porto, premendo il tasto MAX THTL si darà “tutto gas”. Il potenziometro, invece, consente di fare regolazioni precisissime sulla velocità di traina. Il TrollMaster Pro 3+ consente addirittura di timonare il motore ausiliario da controller in wireless,…


Traina con il vivo : come gestire le basse velocità

N.B.: CHI SI ASPETTA RICETTE MIRACOLOSE LEGGENDO QUESTO ARTICOLO, NE RIMARRÀ DELUSO. AD OGGI, LO SCIBILE UMANO NON E’ RIUSCITO A VINCERE SULLE LEGGI DELL’IDRODINAMICA CON SOLUZIONI INFALLIBILI.  —————————————————- Problematica diffusa tra i pescasportivi che praticano la traina a lento moto, la velocità minima e la manovrabilità sono discriminanti il più delle volte analizzate solo dopo l’acquisto della barca. Non a caso ti invito, prima di acquistare una nuova barca, a confrontarti con me se lo ritieni necessario. Trovi il ticket consulenza telefonica CLICCANDO QUI. Avevo affrontato il tema della gestione dei motori in traina veloce nell’articolo precedente; qui passo in rassegna, invece, le soluzioni applicabili per ridurre la velocità minima di avanzamento delle nostre barche. La velocità minima, nonché la manovrabilità a lento moto, sono figlie principalmente dei seguenti fattori: Tipo di trasmissione; Passo delle eliche; Ripartizione dei pesi a bordo e centro di massa. Possiamo enumerare come segue gli “stratagemmi” odierni per ridurre la velocità minima al… minimo(!): Trolling valve; Modalità elettronica slow-vessel ; Trolling motor elettrici; Trolling plate; Motore ausiliario; Ancore francesi o “a paracadute”. I rimedi suddetti sono più o meno applicabili in base al tipo di trasmissione: per esempio, le trolling valve possono essere installate solo su motorizzazioni che prevedano la presenza di un invertitore; l’EFB, dunque, ne è tagliato fuori; i moderni FB a 2 tempi ed a 4 tempi prevedono apposita strumentazione da plancia che prevede la gestione del numero di giri, in modo tale da abbassare il minimo a 450-500 giri/min per permettere la bassa frequenza di rotazione delle eliche; le trolling plate, invece, trovano collocazione su qualsiasi propulsione provvista di piede, per cui EFB e FB possono adottarne l’utilizzo. Il vantaggio fondamentale di tale soluzione è quella di evitarci di “sporcare” lo specchio di poppa con un motore ausiliario. L’handicap principale…


Come montare il motore ausiliario sulla propria barca da pesca?

La risposta dipende dal vostro obiettivo: MOTORE DI EMERGENZA?           o             MOTORE DA TRAINA? Ovviamente mi direte che volete entrambe le caratteristiche da un motore ausiliario. Ma la risposta serve a capire quale delle due funzioni per voi abbia più peso, perché in base a ciò sarà opportuno dimensionare il motore e prevedere determinati accorgimenti per installarlo. Un motore da usare prevalentemente per la TRAINA non è necessario che abbia molta potenza: su una barca di 7 metri un motore da 6 cv è più che sufficiente per muovere la barca da 0 a 3 nodi, ciò che basta per praticare tutte le tecniche di traina con il vivo o con il morto manovrato. Se, invece, praticate prettamente pesca d’altura e l’idea di rimanere con il vostro fisherman monomotore in panne a 30 miglia dalla costa, vi servirà un motore DI EMERGENZA ben dimensionato, che non muova la barca ma la faccia navigare in dislocamento per ore senza che l’elica perda spinta, senza che la barca si fermi appena entrata nel cavo d’onda e che sappia condurvi sani e salvi in porto. In tal caso, su una barca di 7 metri sarà necessario come minimo un motore da 10 cv con elica da spinta e gambo adeguatamente lungo per superare la “zona d’ombra” della carena. In ogni caso, comunque, ci sono vari fattori che influenzano la corretta installazione del motore ausiliario, nonché la sua resa in termini di spinta e governabilità. 1️⃣ Spazio utile per accoglierlo sullo specchio di poppa Se la vostra barca ha una sagomatura particolare dello specchio di poppa, bisognerà valutare attentamente le dimensioni massime della calandra motore che esso potrà accogliere: 2️⃣ Forma della carena ed angolo di deadrise poppiera Se la carena presenta un angolo di deadrise poppiera…


Quali e quanti motori per il tuo fisherman americano?

Barca grande, grandi motori… Ma non basta. La scelta della motorizzazione della tua nuova barca da pesca influirà sui tipi di utilizzo che potrai farne, ma anche e soprattutto sulla SICUREZZA IN MARE. Esempio: un center console di 24′ può essere motorizzato con un fuoribordo da 250hp piuttosto che con 2 da 150hp. Non è affatto scontato che la seconda configurazione sia preferibile alla prima. È presto spiegato il perché. Il motore da 250hp ha una coppia motrice che consente allo scafo di entrare in planata in pochi secondi, così come la doppia motorizzazione… solo se in perfetta efficienza! Se malauguratamente uno dei due motori da 150hp desse forfait costringendoci a rientrare con l’unico motore superstite, non è affatto certo che questo riesca a far entrare in planata la barca! Questo perché il motore dovrà caricarsi non solo il peso della barca, con passeggeri, annessi e connessi, ma anche il proprio peso e quello del compagno in panne. Inoltre, un 150hp ha molta meno coppia motrice di un 250hp, e conseguentemente lo si farà girare a regimi molto elevati con scafo sempre in semidislocamento, per ottenere dunque velocità magari ugualmente ottenibili con un buon ausiliario da 15hp con elica da spinta… con consumi drasticamente inferiori e quindi con molte più possibilità di riguadagnare la costa se per giunta le riserve di carburante sono limitate.  Ecco la ragione per la quale è indispensabile conoscere a fondo le caratteristiche della barca che ti accingi a valutare, ma soprattutto la bontà (o meno) di certe motorizzazioni, seppur proposte dallo stesso cantiere costruttore. Il fisherman’s report contempla anche questo tipo di valutazioni. Non esitare a richiederlo! Segui anche su Facebook la pagina di Fisherman Americani.