Nuove propulsioni e Pesca Sportiva: le Eliche Traenti (IPS)

Quando parliamo di fisherman americani, siamo soliti pensare a barche motorizzate con unità entrobordo in linea d’asse o, al più, con motori fuoribordo o con piedi poppieri. (Di questo, tra l’altro, si parla esaustivamente nel libro “Fisherman Americani” da poco pubblicato)

La nautica dei giorni nostri ha conosciuto, tuttavia, la ribalta di una tecnologia propulsiva che promette (e il più delle volte mantiene) economie di esercizio al di là di qualunque trasmissione “tradizionale”: la trasmissione Volvo-Penta IPS.

La trasmissione ad eliche traenti era una novità per la nautica da diporto fino a qualche anno fa, ma di fatto una tecnologia già consolidata ed ereditata dall’ingegneria navale, che unisce a doti di manovrabilità elevate una riduzione di consumi di carburante rispetto alla linea d’asse e agli altre tipologie tradizionali di trasmissione.

Nella nautica “ricreativa” i vantaggi che offre IPS sono tanti, a cominciare dalla possibilità di spostare lo scafo millimetricamente  in spazi ridotti, anche con forte vento al traverso, dato l’ampio raggio di movimento dei piedi. La sincronizzazione dei piedi, inoltre, mediante un sistema a “joystick” e un sistema di posizionamento satellitare (denominato Dynamic Positioning in casa Volvo-Penta), permette di mantenere la barca su un punto esatto superando la necessità di ancorarsi, operazione che, tra l’altro, notoriamente tende a fare ruotare lo scafo attorno al punto di ancoraggio in forza delle correnti e dei cambi di direzione del vento.

Fin qui le premesse sono lusinghiere: tanta tecnologia utile, almeno sulla carta…

Se fossi il diportista novellino di quindici anni fa, probabilmente il giorno dopo la presentazione dell’ IPS con lo “Sportfish Mode” (modalità di manovra degli IPS sviluppato in collaborazione con alcuni cantieri costruttori di barche da pesca del North Carolina), sarei corso a valutare la rimotorizzazione del Madeira II con questi prodigiosi piedi.

Tuttavia, l’esperienza mi ha insegnato a meditare… soprattutto quando la spesa riguarda oggetti di diletto come le barche sono.

La mia riflessione si sofferma sul tipo di scia che una coppia di piedi IPS produce: è positiva o controproducente per la pesca che io prediligo, cioè la traina?

  • In verità questo tipo di trasmissione è accoppiata alle eliche controrotanti DuoProp che, già di per sé, garantiscono turbolenze in quantità.
  • Una seconda fonte di turbolenze è costituita dagli scarichi attraverso le eliche.

Le due caratteristiche sopra illustrate sono sufficienti a produrre una SCIA BIANCA COME LA NEVE e chi traina in altura, come me e come tanti altri amici che mi leggono, sa benissimo quanto importante sia far nuotare i nostri artificiali, soprattutto se di superficie come kona, bubble-jet e teste piombate, nell’acqua “blu”, dove essi saranno ben visibili dai rostrati e dai grandi pelagici che speriamo sferrino il loro attacco sulle nostre lenze.

La problematica che sollevo non è pura polemica, né mania da bastian contrario, e ciò lo dimostra il fatto che alcuni importanti costruttori di fisherman d’altura (per es. Spencer Custom Yachts) che hanno adottato tale opzione propulsiva per i loro yacht da pesca, hanno previsto un bypass dei gas di scarico (chiamato Clear Wake Mode) che permette di deviarli in appositi scarichi attraverso lo specchio di poppa, come avviene sugli scafi in linea d’asse. Questo consente di ottenere una scia trasparente come quella di una comune linea d’asse.

Tale soluzione non è un vezzo o un modo di coccolare abbienti potenziali acquirenti di questi meravigliosi sportfisherman, ma il RIMEDIO a una pecca della trasmissione IPS.

La caratteristica, poi, che rende così efficienti, in termini di consumi, la trasmissione IPS è la linea di spinta a zero gradi. Le eliche, infatti, lavorano perfettamente frontali al flusso d’acqua che attraversano durante l’avanzamento, al contrario della linea d’asse, inclinata in media dai dieci a tredici gradi. Ciò espone le eliche dell’IPS a una pressione maggiore di quella a cui sono sottoposte le eliche della trasmissione entrobordo; le prime, quindi, lavoreranno in un fluido più “denso”. La problematica sottesa a tale assetto è che l’effetto “flaps” della linea d’asse, che tende ad abbassare la prua dando manetta, nell’IPS è assente, per cui i correttori di assetto saranno necessari, almeno nelle fasi di dislocamento veloce e di entrata in planata.

Insomma, ben venga la tecnologia in mare, ma attenzione a che non ostacoli la nostra attività preferita, che è anche il vero motivo che ci spinge ad acquistare una barca così specialistica come un fisherman.

La tecnologia a volte può esserci nemica, se non ben coadiuvata da accorgimenti spesso prerogativa di barche dal costo molto elevato.

Prima di acquistare la tua nuova barca da pesca, accertati che ci si possa pescare davvero, al netto della suggestione di possedere un mezzo avveniristico e farcito di sensibilissimi pomelli e joystick.

Buon mare… e occhio alla scelta!