La scienza che definisce i canoni progettuali, o finanche teorici, secondo i quali una carena planante debba… planare, non esiste, come disciplina specificamente indirizzata a questa tipologia di carena. L’ingegneria navale è, per oltre tre quarti del suo volume didattico, imperniata sulla carena dislocante, la tipologia di carena più “prevedibile” e che meno smentisce il calcolo su carta, una volta che il modello viene realizzato.
Oggigiorno la possibilità di effettuare simulazioni da pc riduce di molto le “sorprese” che sempre la progettazione di carene plananti riserva quando si passa alla fase pratica: la prova in vasca del modello.
La prova dei fatti, spesso, smentisce la teoria...
…perché su una carena planante influiscono i pesi, lo sviluppo in superficie di appendici di correzione e sostentamento (pattini, redan, ginocchi) ma anche la loro sagomatura.
Questi tre aspetti, infatti, vengono tutti toccati e ri-toccati in vasca, poiché è impossibile sulla carta prevedere esattamente come la carena si comporterà con i vari tipi di moto ondoso e con vari assetti di pesi a bordo decentrati (bisogna prevedere anche l’eventualità che non si possa bilanciare perfettamente grossi pesi imprevisti a bordo, ed in tal modo bisognerà guadagnare il porto senza rischiare un naufragio!).
Ecco perché non esiste, ad oggi, alcun cantiere anche celebre della nautica da diporto, che non abbia corretto almeno un suo modello di imbarcazione. Restando in ambito fisherman, posso citare due esempi eclatanti:
Albemarle 265 Express: aggiunta di spray rails per rendere più asciutta la navigazione
Pursuit 3250 Express: modifica dell’andamento della deadrise da mezza barca verso poppa, per ridurre l’assetto cabrato.
Questo dimostra, ancora una volta, che la nautica si fa con l’esperienza ed esige, a sua volta, esperienza. La mera imitazione stilistica di grandi scafi da parte di cantieri, nuovi al settore dei fisherman in particolare, può destare cattive sorprese ed infangare irrimediabilmente il brand, se prima di lanciare un nuovo prodotto non si accetterà di dover investire molto, moltissimo più tempo in mare aperto a bordo del prototipo rispetto a quello impiegato in ufficio progettazione davanti allo schermo di un pc.
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Benedetto Rutigliano
Autore di Fisherman Americani
Autore di Barche da pesca di ieri e di oggi
Autore di “Le 11 buone ragioni per NON comprare una barca (ed una per farlo)”
Autore di “La Barca da Pesca Perfetta- Guida sintetica” eBook
Scrittore per la rivista Pesca in Mare
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