A.A.A. QUESTO ARTICOLO E’ VOLUTAMENTE DIVISO IN DUE PUNTATE
In questa sede affronterò l’aspetto crocieristico, data la polivalenza di questo modello; nel prossimo, le attitudini inerenti la pesca sportiva.
Non sono solito lasciarmi affascinare da barche di dimensioni medio-grandi motorizzate fuoribordo. Il motivo principale è che uno scafo che può facilmente arrivare a pesare oltre quindici tonnellate necessita della coppia ai bassi regimi tipici dei motori turbodiesel, che siano quindi in grado di muovere eliche dal passo e diametro importanti per garantire performance adeguate.
Questo articolo fa eccezione.
E c’è un motivo anche a questa eccezione: ci sono cantieri che hanno dato la loro vita per disegnare carene fatte per i motori fuoribordo, per realizzare scafi con un grado di attenzione al dettaglio ed ai materiali raro: insomma, per donare al mondo della nautica da diporto oggetti destinare a durare molto, molto a lungo.
Chi “bazzica” l’ambiente dei fisherman americani da un po’ di anni si sarà certamente imbattuto, una volta nella vita, nel marchio che sto per presentare tramite un suo modello di punta lanciato da poco tempo:
INTREPID POWERBOATS
La barca sulla quale mi soffermo oggi è denominata 407 Panacea, la cui coperta colpisce subito per la sua pratica originalità. E’ infatti riduttivo chiamarla CENTER CONSOLE, così come risulta poco adeguato annoverarla tra i WALKAROUND.
Siamo, piuttosto, dinanzi ad un compromesso, che raccoglie i pregi dell’uno e dell’altro. Del CC eredita la completa libertà di movimento per tutta la coperta, con un piano di calpestio perfettamente contiguo e livellato da estrema poppa fino a prua. Del WA, invece, mutua la presenza di una tuga, qui sapientemente destinata ad area conviviale.
La tuga cela una area sottocoperta, che prevede una dinette trasformabile in un letto queen size, cucina completa di frigorigero, piano in corian con lavabo e forno a microonde ed un locale bagno completo di lavabo e doccia.
Il tutto è rifinito con essenze di legno trattate in modo magistrale e superfici lavabili, per conservare la praticità che si addice ad un marchio da sempre impegnato in fisherman di razza.
Ma la coperta è la vera area da vivere su una barca nata per solcare gli oceani con canne e mulinelli, come per passare giornate intere tra bagni e sole con gli amici a bordo. In questo articolo, però, accantonerò le considerazioni inerenti la pesca sportiva, per analizzare attentamente ogni angolo del 407 Panacea per la vocazione crocieristica che parimenti convive in questa barca. Il pozzetto, pur nell’assoluta pulizia di linee e profili, offre un divano abbattibile a tutta larghezza, in grado di accogliere fino a cinque persone. Le aree di stivaggio per cambusa e dotazioni sono abbondanti, soprattutto a pagliolo.
Sempre per ricordare che questa è una barca da godere en plein air, una seconda area cucina è posizionata proprio alle spalle delle poltrone di guida, nella leaning post: ampio frigorifero, piastra di cottura, lavabo e ghiacciaia a pozzetto con piano di taglio, sono lì per servire a preparare pasti caldi e freddi agli ospiti in pozzetto. Una seconda ghiacciaia a pozzetto ENORME, estraibile su piano scorrevole, è alloggiata proprio accanto al frigorifero, che può essere completato, come opzione, da un impianto di fabbricazione di ghiaccio. Le parti metalliche nelle strutture del possente hard top latitano, a tutto vantaggio della manutenzione e dell’usura da corrosione nel tempo. Al suo posto, uno spesso strato di gelcoat brevettato da Intrepid stessa (Intrepid Hi-Flex). Questo gelcoat ha spiccate capacità di assorbimento delle torsioni, per cui è immune da ragnatele o crepe che nel tempo, molte barche tendono a generare.
Scafo e coperta sono stratificati a mano e successivamente resinati mediante processo ad infusione, con utilizzo di stuoie di vetroresina quadriassiale e monoassiale per le zone di rinforzo più soggette a stress direzionale. La sezione interna è in sandwich di schiuma in PVC a cellula chiusa, per garantire ed eccedere i requisiti di galleggiabilità imposti dalle restrittive norme della U.S.C.G.
Ma è sotto la linea di galleggiamento che c’è stato il mio personale colpo di fulmine…
Troviamo ben ventitre gradi di deadrise, valore già di per se impressionante, che diventa evocativo di performance incredibili nel mosso se consideriamo che stiamo pur sempre parlando di uno scafo lungo più di dodici metri.
La profondità della V è tradita dal baglio di 3,38m, tutto sommato contenuto se rapportato alla lunghezza dello scafo ed ai al baglio medio della concorrenza: sul Grady White Canyon 376 siamo a 4.01m di larghezza su uno scafo più corto di un metro; sul Pursuit S408 abbiamo 3.96m su uno scafo lungo all’incirca come il 407 Panacea.
Si noti che ho citato a paragone due modelli a V variabile, per mostrare quanto ciò che è immerso influenzi la parte emersa di uno scafo. Per trovare proporzioni e valori di carena simili al 407 Panacea, dovremo spostarci su cantieri anch’essi poco noti in Europa, come Jupiter, Contender e Sea Vee, cantieri rimasti ancora fedeli alla V profonda nella più classica delle sue accezioni.
Tornando all’oggetto di questo mio articolo, l’Intrepid 407 Panacea propone soluzioni tese a migliorare le prestazioni statiche e dinamiche della carena a V profonda, nonché a colmarne le lacune: una di queste è la tendenza ad un rollio accentuato con barca in deriva, peggio ancora se intraversata rispetto al moto ondoso. Per smorzare questa tendenza senza inficiare le performance dinamiche e di morbidezza sull’onda, Intrepid ha integrato la carena con due spigoli rovesci (reverse hull chines); per ridurre i consumi, altro rovescio di una medaglia sfavillante fatta di marinità indiscussa e di direzionalità unica -caratteristiche tipiche per le quali si sceglie una V profonda-, il cantiere ha inserito due hull steps per ridurre la superficie di contatto dei piani di carena con l’acqua, durante la navigazione.
LE PRESENTI NOZIONI SONO AMPIAMENTE SVILUPPATE NEL LIBRO
Fisherman Americani- Il Libro delle Barche per la Pesca Sportiva
Il risultato è il progressivo sollevamento della carena all’aumentare dell’andatura, che riduce la superficie di contatto dell’opera viva e fa lavorare le eliche dei motori fuoribordo nel punto dove il flusso di acqua è più duro e compresso dalla carena. In poche parole, l’omogeneità di spinta è sempre garantita, caratteristica non affatto scontata quando si parla di fuoribordo, soprattutto con mare molto formato.
Intrepid 407 Panacea ha un assetto di navigazione tendenzialmente neutro, anche senza ausilio di flaps, connotazione da condursi all’adozione di un bracket portante: il bracket, cioè, è sagomato inferiormente a V con il medesimo angolo di uscita della carena, costituendone di fatto un tutt’uno con essa e rendendo il comportamento dinamico di questa barca pressoché VETTORIALE in ogni condizione di mare.
I due pattini di sostentamento per lato contribuiscono ad una navigazione asciutta; per gli schizzi dovuti al vento od alla pioggia ci pensa il robusto parabrezza in vetro temperato a tutta altezza in plancia.
La plancia, appunto, oltre ad essere protetta dall’ampio hard top strutturale e dal parabrezza con esso solidale, è dotata di calpestio rialzato di circa 16 cm rispetto al pagliolo del pozzetto, per garantire una più libera visibilità allo skipper.
Proseguendo verso prua, troviamo altre amenities destinate all’impiego crociertistico e ricreativo di questa barca con il DNA del fisherman.
Abbiamo prima accennato alla tuga, adibita a zona prendisole o comunque asservibile alla grande dinette prodiera, munita di un ampio divano a U con tavolo a scomparsa a pagliolo. Questa soluzione è evidentemente mutuata dai dual console, tipologia di barca che negli USA sta letteralmente spopolando, ma che in Europa stenta ad affermarsi (a torto, a mio parere: in proposito leggasi l’articolo dedicato CLICCANDO QUI)
Proprio il summenzionato prendisole ha un sistema di sollevamento di una porzione della cuscineria, che la trasforma in un baleno in chaise-longue , così come parte del divano di prua, per consentire di continuare a prendere il sole anche durante la navigazione. Ogni spigolo interno della barca è accuratamente smussato, per la sicurezza degli occupanti, soprattutto i più piccini. Inoltre, il perimetro interno della zona prodiera è incorniciata da un robusto corrimano powder-coated in colore bianco, a filo del profilo delle falchette in modo tale da non costituire intralcio durante i trasbordi da o verso il pontile.
Come dicevo, ogni elemento qui è a scomparsa o comunque a filo, come le bitte, i supporti per i parabordi, i bocchettoni per carburante e acqua dolce, finanche le cerniere dei gavoni.
Intrepid è sempre stato un costruttore che ha saputo sapientemente coniugare la tradizione di linee d’acqua intramontabili e che oggi sono diventate un vero e proprio marchio di fabbrica, con l’innovazione tecnologica.
Chi ama poter toccare con mano lo stato dell’arte in ambito nautico, l’Intrepid 407 Panacea è la barca giusta.
Infine, è un prodotto di nicchia e di alta qualità, difficilmente reperibile tra le banchine europee… Tanto basta per essere consapevoli di avere all’ormeggio qualcosa di davvero esclusivo.
Per informazioni di carattere tecnico e/o economico sull’ Intrepid 407 Panacea scrivimi ad info@fishermanamericani.com
PS: il prossimo articolo passerà in rassegna il lato più prettamente “fisherman” di questa barca. Stay Tuned!
Buon Mare,
Dr. Benedetto Rutigliano
Autore di Fisherman Americani
Autore di“Le 11 buone ragioni per NON comprare una barca (ed una per farlo)”
Autore di“La Barca da Pesca Perfetta- Guida sintetica” eBook
Scrittore per la rivista Pesca in Mare
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