Come lucidare il gelcoat della tua barca senza danneggiarlo.

Premesso che è la prima volta che mi cimento direttamente nella lucidatura dello scafo senza delegarne l’operazione ad alcun carpentiere nautico, illustro sinteticamente come ho proceduto.

Il BabyMadeira, dopo 11 anni di onorato servizio, necessitava di un po’ di trucco e parrucco per tornare a brillare come il giorno della prima consegna… Ecco la procedura che ho seguito.

A) Innanzitutto, al fine di evitare che, di abrasivo, non vi sia alcuna scoria estranea oltre alla pasta lucidante, è necessario lavare con cura minuziosa le superfici che si andrà a trattare con la stessa.

Io ho usato un prodotto nautico, biodegradabile ed a bassa emissione schiumosa, della StarBrite: il Sea Safe Boat Wash .

Per le parti più ostili è indicato uno sgrassante per gelcoat, come il CFG Blaster Nautica .

C’è chi usa del normale sgrassatore per uso domestico ma personalmente preferisco evitarne l’uso a bordo, in quanto corrosivo sul gelcoat.

B) Dopo la pulitura è necessario un generoso risciacquo ad acqua dolce, dopodiché bisogna che lo scafo asciughi completamente.

Prima… : notare le differenze di tonalità nelle murate, eliminate del tutto dopo il trattamento con il polish. PS: la parte prodiera, fino all’altezza del secondo candeliere della battagliola, era stata già trattata.

C) La fase di lucidatura del gelcoat è la più gratificante esteticamente, ma anche più delicata. E’ necessario usare cautela nella pressione di utilizzo della levigatrice, che deve essere tassativamente a basso regime di rotazione; il tampone dev’essere in lana o gommapiuma: questi materiali consentono di dissipare il calore e quindi ridurre le probabilità di “bruciare” il polish.

I cultori della carpenteria nautica bocciano gli elettroutensili a favore del guanto da carrozziere e di paste più aggressive. Io ho preferito usare un prodotto molto più delicato ed aumentare l’intensità di lucidatura con una levigatrice poco potente, utilizzata al minimo regime possibile.

Per quanto riguarda la levigatrice, un esempio a buon mercato è la Valex L1200con un regime di rotazione minimo di 1150 rpm, che garantisce di non danneggiare il gelcoat, né di bruciare la pasta. Nella confezione è incluso un tampone in lana con attacco ad elastico e velcro, ma ve ne serviranno almeno 3 per una barca di 6.50-7 metri. I tamponi di ricambio sono questi.

Dopo…

D) La pasta polish che ho utilizzato, a bassissimo potere abrasivo, è la seguente: IOSSO Quick Gloss K1Sebbene la casa produttrice indica che vi sia una certa quantità di wax (cera) al suo interno, intendo, a fine lavoro con il polish, stendere uno strato di cera lucidante con un tampone in lana pulito oppure con un panno morbido, per rimuovere le residue tracce di polish e donare uno strato brillante e protettivo al gelcoat, provato dalla lavorazione.

La cera che utilizzerò per rimuovere i residui di polish e donare la lucentezza definitiva al gelcoat è la seguente: 3M Marine Ultra Performance Paste Wax

In verità, la stessa pasta IOSSO Metal and Fiberglass Polish, che uso per lucidare gli acciai, poteva essere utilizzata anche per il gelcoat. Tuttavia, avendo le murate pigmentate, ho preferito il polish specifico sopra menzionato per aggredire il gelcoat il meno possibile.

Spero che l’articolo tolga dubbi a chi, per la prima volta, voglia cimentarsi in questa operazione appassionante ma esigente di molta pazienza, e che vi aiuti a riportare all’originale splendore la vostra compagna di pesca.

Buon mare e buona lucidatura!

Benedetto Rutigliano

Autore di Fisherman Americani
Autore di“Le 11 buone ragioni per NON comprare una barca (ed una per farlo)”
Autore di“La Barca da Pesca Perfetta- Guida sintetica” eBook
Scrittore per la rivista Pesca in Mare
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