Bertram Yachts : il ritorno di una icona dei fisherman americani.

Nell’immaginario collettivo il fisherman perfetto ha il pozzetto basso sull’acqua, il cavallino accentuato che solleva gradualmente, sulla linea di galleggiamento, i trincarini da poppa a prua, conferendogli slancio e funzionale bellezza.

Ma ci sono cantieri che hanno interpretato e solcato la tradizione nautica delle barche da pesca con stilemi inconfondibili, sopra e sotto la linea di galleggiamento. Non a caso, tale cantiere, al quale questo articolo è dedicato, occupa spazio in diversi capitoli del mio libro Fisherman Americani, poiché è stato per me tra i primi nomi che, sin da bambino, mi ha appassionato al mondo delle barche americane da pesca.

Un Bertram 35 con marlin tower.

Uno di questi è Bertram Yachts che, grazie alla matita ed all’intuito di Richard Bertram per le sue linee d’acqua, è stato il cantiere pioniere della “pocket” convertible sportfishing boat, a partire dal momento in cui lanciò il suo primo 31 Moppie. Una barca con guida sopraelevata e fortemente caratterizzata rispetto alla nautica convenzionale dell’epoca, per ragioni pratiche inerenti l’uso in pesca. In primis, consentire allo skipper di avere esatta cognizione di dove condurre la prua nell’oceano aperto; in secondo luogo, ma non per importanza, per avere, dal timone, una panoramica chiara di ciò che avvenisse in pozzetto durante il combattimento, in modo da poter assecondare angler e prede, evitando la stuccatura accidentale delle lenze e consentendo di portare a buon fine la cattura.

Cosa chiedere di più ad una barca? Di assomigliare ad un Bertram 35, forse…

La storia dei cantieri nati per passione, come spesso accade, è costellata da alti e bassi, e così è stato anche per Bertram. Senza attraversare tutte le vicissitudini societarie che si sono avvicendate negli anni, mi focalizzerò sulla più recente ribalta del cantiere, cronologicamente individuabile nell’acquisizione del marchio da parte dell’italianissimo Gruppo Gavio.

Grazie a questa ventata di energie fresche ed appassionate, il cantiere è tornato sul mercato con tre modelli, indissolubilmente legati alle linee guida estetiche e progettuali delle sue origini.

La pulizia delle linee di un Bertram 50.

Un 35 Convertible, un 50 piedi (in presentazione nel corso di quest’anno) in layout Express, Pilothouse ed uno che definirei Tournament per l’allestimento particolarmente orientato alla pesca sportiva; un 61 Convertible, presentato poche settimane fa, in omaggio al glorioso Bertram 54 dei primi anni ’80.

Ciò che balza all’occhio di  questi tre modelli è la religiosa fedeltà alle origini concettuali delle barche Bertram: pozzetto bassissimo sull’acqua, cavallino rovescio “tagliato con l’accetta” e fascia blue che spezza ed alleggerisce ulteriormente la vista laterale di un’opera morta già di per se slanciata e fluida sull’acqua, come fosse stata disegnata dal mare in prima persona.

Il pozzetto del Bertram 61 è il sogno di qualsiasi pescasportivo, per organizzazione, pulizia e completo asservimento alla pesca. Notare il lazzaretto, che consente di assistere all’azione di pesca da spettatore senza creare intralcio all’equipaggio.

Motorizzazioni entrobordo diesel in linea d’asse e la classica carena Bertram garantiscono la proverbiale tenuta di mare e la morbidezza di navigazione sul mosso. Qui non ci sono concessioni alle mode: un progetto vincente va rispettato in toto, finanche nei suoi difetti, che su un Bertram diventano virtù.

La mano italiana è visibile all’interno, dove si è riusciti a conservare lo stile pragmatico dei sottocoperta dei fisherman con la classe di arredi semplici e luminosi, senza cadere in giochi di cromature e tappezzerie kitsch e poco “marine”.

Ciò a cui spesso penso, osservando talune moderne barche da diporto ricreativo, è quanto la filosofia dei costruttori di fisherman sia estranea a quella dei produttori di mezzi per il diporto “da passeggio”: nelle barche da diporto la battaglia è spesso imperniata sulla sofisticazione di linee, di layout, di tecnologia applicata a bordo, di finiture più glamour che realmente utili.

Su un fisherman vince chi riesce ad elevare la semplicità ad arte.
…E va a finire che ritroviamo la bellezza più disarmante proprio in ciò che è più pulito, lineare e SEMPLICE, forse perché più in armonia con l’elemento che più amiamo: il MARE.

Se ti va di approfondire il tema delle barche da pesca sportiva, ti consiglio di leggere il libro Fisherman Americani.

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Buon mare,

Benedetto Rutigliano
Autore di Fisherman Americani
Autore di“Le 11 buone ragioni per NON comprare una barca (ed una per farlo)”
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Scrittore per la rivista Pesca in Mare
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